lunedì 28 dicembre 2009

Cos'è un certificato di deposito?

Un certificato di deposito è un titolo di credito emesso dalle banche commerciali che può avere scadenza non superiore ai 18 mesi (a breve termine) oppure compresa tra i 18 e i  60 mesi (a medio termine).

I certificati di deposito a breve termine sono al portatore e il tasso d'interesse è diverso a seconda della scadenza. Ovviamente, a scadenze più lunghe corrispondono tassi più elevati e viceversa.

All'atto dell'acquisto il risparmiatore versa l'importo del certificato di deposito e alla scadenza la banca gli restituisce il montante, che è costituito dal capitale più gli interessi.

Il montante si determina calcolando gli interessi e detraendo la ritenuta fiscale.

I certificati di deposito a medio termine sono emessi dagli istituti di credito speciale (ad esempio, Mediobanca). Essi possono essere nominativi o al portatore.

In buona sostanza, i certificati di depositi possono essere suddivisi in tre categorie:

  1. Certificati di deposito a tasso fisso: remunerano l'investimento ad un tasso di interesse fisso stabilito prima dell'emissione;
  2. Certificati di deposito a tasso variabile: remunerano l'investimento ad un tasso di interesse variabile. Il tasso varia a determinate scadenze temporali seguendo i tassi di mercato;
  3. Certificati di deposito zero-coupon: sono senza cedola (coupon) non liquidano periodicamente gli interessi ma li corrispondono unitamente al capitale alla scadenza del titolo.
In linea di massima i certificati di deposito rappresentano una buona forma di investimento a basso rischio.

Tra i principali rischi a cui si può andare incontro citiamo:

  • la  variabilità del tasso di cambio, qualora il deposito sia in valuta estera;
  • la possibilità di variazione del tasso di interesse nel caso di certificati di deposito emessi a tasso variabile;
  • l' impossibilità di beneficiare di eventuali fluttuazioni dei tassi al rialzo qualora il certificato di deposito sia a tasso fisso;
  • il cosiddetto rischio di controparte. I titoli nominativi sono garantiti nel limite di euro 103.291,38, così come previsto dallo Statuto del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

venerdì 25 dicembre 2009

Postepay lunch di Poste Italiane

La Postepay lunch è la nuova carta Postepay lanciata da Poste Italiane con l'intento di fornire uno strumento semplice ed efficace alle imprese. Con la Postepay  lunch, Poste Italiane di fatto entra nel mercato business to business delle carte elettroniche per i servizi food.

La nuova carta prepagata aderisce al circuito Visa/MasterCard ed è rivolta alle aziende che assicurano ai propri dipendenti buoni pasto con pagamento elettronico.

La Postepay lunch è una carta che associa tutti i servizi garantiti dalla normale Postepay alla gestione del buono pasto: in questo modo i titolari di carta Postepay lunch possono pagare il pasto, utilizzando il buono e saldando le eventuali eccedenze con un'unica carta, alla mensa aziendale o nei bar e ristoranti convenzionati e potranno anche utilizzare la card sui circuiti postali e bancari per prelevare denaro contante, pagare l'acquisto di beni e servizi nei punti vendita convenzionati.

lunedì 21 dicembre 2009

Valutazione del Prestito Bancoposta

Il Prestito Bancoposta, concesso da Deutsche Bank S.p.A., è stato già oggetto di una nostra valutazione ben due anni fa per ciò che attiene la versione online, quest'oggi, invece, intendiamo parlare del Prestito Bancoposta "classico" ma in un modo un pò diverso, ovvero per bocca di un nostro gentile e affezionato lettore che ci ha inviato un dettagliatissimo resoconto della sua esperienza personale.

Testimonianza reale del Signor Salvatore De Simone (CS), segue uno stralcio dell'email che abbiamo ricevuto.

"Simile in tutto e per tutto alla versione online, questo prestito personale, contratto da me non più di 2 mesi fa per far fronte a delle piccole spese derivanti dalla necessità di dover ristrutturare parte della cucina di casa mia, è destinato a tutti i clienti di Poste Italiane che siano in possesso di un Conto Bancoposta.

Recatomi presso l'ufficio postale a me più vicino e dopo aver sbrigato alcuni rapidi adempimenti burocratici, non direttamente allo sportello ma nel salottino riservato al funzionario operante in filiale, in maniera tale da non intralciare la fila, ho contratto il Prestito Bancoposta per un ammontare di 2.000 euro. Il finanziamento può essere assistito da garanzie richieste dalla Deutsche Bank. Il cliente ha la possibilità, se è interessato, di aderire alle coperture assicurative a protezione del finanziamento a fronte dei rischi di morte, invalidità totale permanente, malattia grave, inabilità temporanea totale e perdita d’impiego.

Personalmente, avendo costatato l'utilità di tali coperture, ho ritenuto opportuno aderire e quindi ho compilato l'apposita sezione del modulo di richiesta del prestito denominata "dichiarazione di adesione". E' bene precisare che il premio unico, indicato nel modulo di richiesta di Prestito Bancoposta, è calcolato in percentuale sull'ammontare del prestito ed è corrisposto in via anticipata mediante trattenuta sull’importo finanziato.

Oltre ai vantaggi legati alla copertura assicurativa in sé mi è stato spiegato che ci sono pure delle agevolazioni di carattere fiscale, anche se minime, sul premio versato. Sto parlando di piccole somme ed esattamente di un importo pari al 19% del premio versato per l’assicurazione calcolato su un massimo di 1.291,14 euro, indipendentemente dalla durata del contratto, dal reddito dichiarato o da eventuali prestiti richiesti. Nel mio caso, l'assicurazione mi è costata 198 euro, il che vuol dire che potrò portare in detrazione 37,62 euro. Poca roba direte, ma è pur sempre un piccolo "risparmio". Sul fronte delle uscite, invece, vi è da segnalare che sul premio grava una imposta del 2,50%, ovvero 4,95 euro in totale. Per completezza d'informazione vi dico che ho stipulato il contratto Eurizon Vita.

Il prestito Bancoposta, essendo io un dipendente statale e non avendo mai avuto bisogno di chiedere mai altri soldi in prestito e potendo vantare casa si proprietà, mi è stato concesso in tempi abbastanza rapidi, in circa 4 giorni lavorativi. Preciso che per motivi personali ho preferito richiedere l'accreditamento dell'importo direttamente sul mio conto Bancoposta anche se il funzionario mi ha detto che potevo anche richiedere un assegno non trasferibile.

Il tasso base massimo, il cosiddetto TAN sarebbe stato del 9,50% e il TAEG del 9,94% ma dopo qualche minuto di trattative il TAN è stato fissato al 9,40% e il TAEG al 9,90%. Anche in questo caso, devo dire la verità, sono rimasto piacevolmente colpito dalla cordialità dell'addetto che ha seguito la mia pratica. Mi ha detto che non è una cosa che fanno sempre ma essendo io un cliente di vecchia data, un piccolo ritocchino ha ritenuto opportuno farlo. Ed in effetti di ritocchino si è trattato! Ma comunque è un segnale di attenzione che ho gradito parecchio!

A questo punto vi starete chiedendo quanto pago ogni mese? Pago circa 181 euro al mese per 12 mesi, ovvero 2.172 euro in totale, con addebito diretto sul conto corrente. Alla fine dei conti mi ritengo soddisfatto e consiglierei questo finanziamento a chi ne ha bisogno".

A cura di Salvatore De Simone

Questa segnalazione, che abbiamo ritenuto interessante proporvi, anche se non per intero (abbiamo omesso le parti che non riguardavano nello specifico il prodotto finanziario oggetto di questo post), speriamo possa rappresentare la prima di una lunga serie. A tal fine abbiamo ritenuto opportuno predisporre un apposito indirizzo email (segnalazioni[chiocciola]email.it) al quale potrete inviare le vostre personalissime impressioni su mutui, prestiti e polizze assicurative da voi contratti. L'unica cortesia che vi chiediamo è di utilizzare un linguaggio appropriato privo di improperi. Tutte le vostre segnalazioni verranno valutate e, se ritenute idonee, saranno pubblicate sul nostro blog.

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domenica 20 dicembre 2009

Le polizze assicurative ostacolano la surroga del mutuo? Ora non più!


La notizia è di quelle importanti, non solo per i consumatori ma anche perché, di fatto, sancisce il crollo di un sodalizio, quello tra Abi e Ania, durato poco più di un anno e mezzo e che, a dispetto dei timori iniziali avanzati dall'Antitrust relativi ai rischi legati alla possibile creazione di cartelli volti ad inficiare la concorrenza, ha dato la stura ad un progetto irrealizzabile vista l'impossibilità o l'incapacità, da parte dei protagonisti, di mettere in campo sinergie concrete.

A determinare un simile "terremoto" è stata una decisione dell'Isvap relativa alle polizze assicurative legate ai mutui ipotecari. Da quando è entrato in vigore il famoso Decreto Bersani, nel 2007 (legge numero 40/2007), la surroga e la portabilità del mutuo da un istituto di credito all'altro, sono state oggetto di tutta una serie di pastoie burocratiche che ne hanno condizionato pesantemente l'uso da parte dei mutuatari.

Quello inerente le polizze assicurative è un aspetto poco noto agli utenti ma, il meccanismo alla base dei contratti stipulati a corredo dei mutui ha ulteriormente osteggiato la piena operatività del Decreto Bersani.

Il fenomeno è assai diffuso. Ci sono, ad esempio, le assicurazioni obbligatorie incendio e scoppio che hanno la duplice funzione di tutelare, da un lato, il cliente e, dall'altro, la banca, da eventi direttamente collegati all'immobile oggetto del contratto di mutuo. In caso di sinistro, l'assicurazione provvede a rimborsare l'ammontare equivalente al costo che sarebbe necessario sostenere per ricostruire l'abitazione ipotecata.

Tra le altre coperture assicurative non obbligatorie ma, vivamente consigliate dalle banche, vi sono la TMC (polizza temporanea caso morte) che garantisce un capitale nel caso in cui il mutuatario dovesse perdere la vita durante l'erogazione del mutuo. Questa copertura impedisce che il debito residuo debba essere rimborsato dagli eredi della parte contraente, al posto dei quali, sarà la compagnia assicurativa a indennizzare la banca.

C'è anche la classica polizza vita che, se abbinata al mutuo, prevede la possibilità per il mutuatario, in caso di perdita del posto di lavoro, di attingervi per compensare i mancati introiti mensili facendo sì che il debito residuo venga rimborsato con l'aiuto della compagnia assicuratrice in maniera tale da non mettere a rischio la propria casa.

Infine, un'altra polizza facoltativa, legata al mutuo, è la cosiddetta polizza fideiussoria che, a differenza delle altre precedentemente citate, consiste semplicemente nella garanzia fornita dalla compagnia qualora il cliente non dovesse per qualche motivo rimborsare il prestito della banca.

Tutte queste polizze vengono solitamente stipulate per una durata pari a quella del mutuo. Il costo, a volte consistente, può essere spalmato nelle rate, ma più frequentemente viene pagato in un'unica soluzione al momento della sottoscrizione del contratto di finanziamento. Ed è qui che nasce il problema. Nel caso di un trasferimento del mutuo in un'altra banca, che fine fa la quota parte del premio relativa al periodo di assicurazione non goduto?

A spiegare l'inghippo ci ha pensato Giancarlo Giannini, presidente dell'Isvap: "il meccanismo funziona così: quando accendi un mutuo presso una banca, questa ti chiede di sottoscrivere una polizza a garanzia. Premio e commissioni, anche per un mutuo decennale, sono generalmente pagate subito, in un'unica soluzione. Se vuoi cambiare banca, la nuova polizza ti chiede altrettanto, ma se il costo per estinguere la vecchia polizza è ingiustificatamente alto perché non recuperi premio e commissioni, il cambio di banca è scoraggiato. Per dare piena attuazione alla portabilità e alla surroga del mutuo, occorre garantire al cliente che vuole estinguere la polizza la restituzione integrale della quota assicurativa di premio non goduto e riconsiderare la misura delle provvigioni applicate che sono eccessivamente penalizzanti per gli assicurati, da un minimo del 40% ad un massimo dell'80%."

Da queste considerazioni è nata, in sintesi, l'indicazione da parte dell'Isvap che né le banche, né le compagnie d'assicurazione, avrebbero mai voluto udire, ovvero, secondo l'Authority, nei contratti di assicurazione connessi a mutui e ad altri finanziamenti per i quali sia stato corrisposto un premio unico, nel caso di estinzione anticipata o di trasferimento del mutuo o del finanziamento, le imprese devono restituire al cliente la parte di premio pagato relativo al periodo residuo per il quale il rischio è cessato. Ma non è tutto, l'Isvap va anche oltre e chiede che, nel caso specifico della portabilità del mutuo, le assicurazioni restituiscano al cliente anche le commissioni, lasciando a loro il compito di rivalersi poi sugli intermediari. Quest'ultima indicazione si pone in netto contrasto a quanto previsto dal protocollo Abi-Ania secondo il quale, invece, l'onere di restituire la quota parte del premio pagato, corrispondente alle provvigioni corrisposte dall'impresa, spetti direttamente all'intermediario, circostanza questa che, di fatto, significherebbe per il cliente una moltiplicazione delle pratiche da evadere e del tempo necessario per ottenere la liquidazione del dovuto.

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mercoledì 16 dicembre 2009

Piano famiglie: raggiunta intesa tra Abi e Associazioni dei consumatori!

Il piano famiglie, di cui abbiamo già ampiamente discusso all'interno di un precedente post, è un elaborato insieme di misure volte a favorire tutti quei nuclei familiari che versano in pessime condizioni dal punto di vista economico e finanziario.

Tra le novità più rilevanti, frutto di lunghe trattative tra Abi (Associazione bancaria italiana) e Associazioni dei consumatori, vi è, nel campo dei mutui per l'acquisto della propria abitazione principale, l'innalzamento del tetto massimo dell'ammontare del mutuo contratto che va dai precedenti 120.000 euro agli attuali 150.000 euro, garantendo, di fatto, l'interessamento di una fetta più ampia di mutuatari che, in tal modo, potranno usufruire delle agevolazioni previste dal piano (la cosiddetta moratoria di un anno nel pagamento delle rate). E' stato, poi, fissato anche un limite reddituale di 40.000 euro l'anno come soglia limite per accedere al beneficio.

La sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un anno intero sarà appannaggio di chi ha perso il proprio posto di lavoro, in caso di decesso, non autosufficienza dovuta anche ad invalidità grave, sospensione o riduzione dell'orario di lavoro per almeno 30 giorni.

Il mutuatario che si trovi, o si sia trovato, in una delle situazioni sopracitate in una data compresa tra l'1 gennaio 2009 e il 31 dicembre 2009 avrà libero accesso alla moratoria. Inoltre, l'Abi ha dato ampia disponibilità anche ad estendere a 180 giorni (raddoppiando i 90 previsti in prima battuta) il limite massimo di ritardo nel pagamento oltre il quale la moratoria non può essere applicata.

Un'altra cosa da tenere presente è che queste misure sono alla base di tutta una serie di provvedimenti che ciascun istituto di credito è libero di prendere, in maniera del tutto autonoma, a favore del mutuatario al fine di potenziare gli effetti della moratoria.

Infine, è bene ricordare che l'accordo tra Abi e Associazioni dei consumatori stabilisce che la moratoria non comporta l'applicazione di interessi debitori (mora) per il periodo di sospensione delle rate. Durante questo periodo restano comunque valide le clausole di risoluzione previste dal contratto di mutuo.

Il piano famiglie partirà a febbraio 2010 e non nel mese di gennaio come precedentemente era stato annunciato.

domenica 13 dicembre 2009

Il prestito vitalizio conviene veramente?


Il prestito vitalizio conviene veramente? In linea di massima la risposta non può che essere affermativa! Questa particolare forma di finanziamento è sicuramente atipica, si tratta, infatti, di un contratto riservato a tutti coloro i quali hanno compiuto i 65 anni di età e che, proprietari di un immobile, decidano di far gravare su questi un ipoteca di primo grado a copertura del prestito ottenuto.

Il meccanismo che sta alla base di un prestito vitalizio è piuttosto semplice. Il contraente può ottenere, a seconda del valore dell'immobile, una somma che va dai 32.000 euro (fino ad un massimo del 50% del valore di perizia dell’immobile) ai 350.000/400.000 euro e, finché sarà in vita, non dovrà rimborsare nulla alla società finanziatrice, accollandosi, di fatto, il solo costo della perizia. Capitale ed interessi, che vengono capitalizzati per tutta la durata del finanziamento, sono dovuti dagli eredi in un’unica soluzione, entro 10 mesi dalla scadenza del finanziamento assieme ad ogni altra somma dovuta per spese e commissioni, ivi comprese le commissioni di istruttoria, gli interessi, le spese amministrative annuali ed i costi per l’assicurazione sull'immobile ipotecato.

A tutela dei contraenti sono stati studiati tutta una serie di escamotage per evitare che, ad esempio, gli eredi si trovino nella sgradevole situazione di dover pagare una cifra spropositata. Il contratto di prestito vitalizio comprende, anche in assenza di eredi, una procura speciale a vendere l'immobile di proprietà della parte contraente a favore della società finanziatrice. Qualora il debito accumulato ecceda il valore dell'immobile oggetto della vendita, il totale dovuto sarà pari al ricavato della vendita. Inoltre, se il prestito è stato richiesto da una coppia, il coniuge superstite non dovrà rimborsare nulla finché sarà in vita.

Tra le altre cose, questa forma di finanziamento si rivela molto utile per far fronte alle più svariate esigenze, eccezion fatta per l'acquisto o la ristrutturazione di una casa di proprietà o per fornire liquidità ad una attività professionale o commerciale.

Non tutti gli immobili, però, sono idonei a garantire un prestito vitalizio. Sono esclusi, tra le altre, tutte le abitazioni che abbiano un valore pari o inferiore a 70.000 euro, quelle che siano state costruite su un terreno ad alto rischio sismico, gli immobili gravati da vincoli artistici, paesistici o idrogeologici o senza concessione edilizia, gli immobili edificati su zone concesse dai comuni ex legge 167/1962 (disposizioni per favorire l'acquisizione di aree su cui costruire immobili appartenenti alla classe dell'edilizia economica e popolare). Ovviamente, se sul bene dovesse già gravare un'ipoteca, questa andrà estinta prima di poter accedere al prestito vitalizio.

Il contratto verrà stipulato per atto pubblico davanti a un notaio. Una volta espletate tutte le formalità per l’iscrizione dell’ipoteca, il finanziamento verrà erogato e tutti i costi relativi all’operazione verranno dedotti dall’importo del finanziamento, cosicché, il contraente non dovrà sostenere direttamente alcun costo.

Dunque, riepilogando, il finanziamento ha una durata iniziale di 30 anni ed è tacitamente rinnovato alla scadenza, salvo disdetta inviata dalla parte contraente almeno 3 mesi prima della scadenza. Il finanziamento scade comunque con la morte del debitore o del coniuge sopravvissuto in caso di finanziamenti cointestati (la data di scadenza naturale del finanziamento) e deve essere rimborsato entro i 10 mesi successivi dagli eredi. Il contraente ed i suoi successori o aventi causa possono rimborsare integralmente il finanziamento con i proventi derivanti dalla vendita dell’immobile dato in garanzia.

Un'altra cosa da tenere presente è che l’ipoteca viene iscritta per un importo fino ad un massimo del 500% del valore di perizia dell’immobile. L’ipoteca ha durata di 20 anni e la società finanziaria o la banca provvederà a rinnovare l’ipoteca almeno due mesi prima della scadenza del 20° anno per i finanziamenti ancora in essere.

Mediamente, a tutt'oggi, un prestito vitalizio è tipicamente da intendersi come finanziamento a tasso fisso così composto: il TAN è calcolato tenendo in considerazione le oscillazioni del tasso IRS lettera a 30 anni, maggiorato di uno spread minimo del 3%, e massimo del 4%. Gli interessi sono calcolati annualmente in via posticipata ed in capitalizzazione composta. L'ISC, invece, è pari al tasso fisso applicato al finanziamento ricalcolato per tenere conto delle spese accessorie che possono incidere con una maggiorazione fino ad un massimo dell’1%. Alcuni istituti di credito possono applicare anche una quota per la gestione annuale del finanziamento che, in media, si attesta sulle 50 euro.

Durante tutta la durata del finanziamento, ovvero fino alla morte del contraente, l'immobile oggetto d'ipoteca non potrà mai essere affittato o venduto se non dopo aver estinto l'obbligazione assunta.

In conclusione possiamo affermare che il prestito vitalizio è senz'altro una soluzione valida sia dal punto di vista dei tassi d'interesse applicati sia per ciò che attiene le modalità legate all'estinzione del debito da parte degli eredi che, di fatto, potranno vendere l'immobile trattenendo la differenza tra il ricavato e quanto speso per rimborsare la finanziaria o la banca. Uno dei rischi connessi ai prestiti vitalizi, tuttavia, riguarda proprio la possibilità che l’importo totale da restituire alla scadenza del finanziamento, a causa di un andamento non favorevole del mercato immobiliare ed a seguito della capitalizzazione annuale degli importi dovuti, raggiunga o superi il valore di mercato dell’immobile dato in garanzia. In questo caso, come abbiamo detto in precedenza, il soggetto finanziatore si limiterà a richiedere l'intero ricavato dalla vendita e non l'eccedenza. VOTO: 8

venerdì 11 dicembre 2009

Scudo fiscale: pubblicata la circolare 52/E

E' on line la versione definitiva della circolare 52/E sullo "scudo fiscale". L'Agenzia delle Entrate con questa circolare chiarisce che l'adesione allo scudo, consente di evitare, in caso di successivo accertamento la presunzione introdotta dall'articolo 12 del decreto legge n. 78/2009, in base alla quale gli investimenti e le attivita' finanziarie detenuti in paradisi fiscali si considerano costituiti mediante redditi sottratti a imposizione in Italia, salvo la prova contraria.

La circolare 52/E conferma, inoltre, che l'emersione delle attivita' detenute all'estero e' ammessa non solo nel caso di possesso diretto delle attivita' da parte del contribuente, ma anche nell'ipotesi di attivita' intestate a societa' fiduciarie o possedute dal contribuente tramite interposta persona. In questo contesto si inserisce anche l'ipotesi di attivita' detenute all'estero attraverso il trust.

Altro importante chiarimento riguarda le Cfc ovvero le imprese estere controllate o collegate a un soggetto residente in Italia. Anche queste ultime possono effettuare il rimpatrio o la regolarizzazione. Si ricorda che sul sito dell'Agenzia e' disponibile anche il modello di dichiarazione riservata delle attivita' emerse con le relative istruzioni. Il modello deve essere presentato da persone fisiche, enti non commerciali, societa' semplici e associazioni equiparate per la dichiarazione delle attivita' detenute all'estero a partire da una data non successiva al 31 dicembre 2008, che sono oggetto di rimpatrio e/o di regolarizzazione. Il modello va presentato in banca o ad un intermediario entro il 15 dicembre 2009.

mercoledì 9 dicembre 2009

Pronte le bozze dei modelli 730 e IVA 2010


Sono gia' on line quest'anno le bozze dei modelli di dichiarazione IVA e 730 da presentare nel 2010. Le principali novita' del 730 riguardano il prospetto "Coniuge e familiari a carico" e i quadri relativi ai "Redditi di lavoro dipendente e assimilati", agli "Oneri e Spese" e ai "Crediti d'imposta".

Dal prospetto "Coniuge e familiari a carico"sparisce la colonna 8, che andava compilata se il contribuente intendeva richiedere il bonus "famiglia". Nel quadro relativo ad "Oneri e spese" c'e' uno spazio riservato alla detrazione del 20% per mobili, elettrodomestici ad alta efficienza energetica, Tv e computer acquistati per l'arredo di immobili in ristrutturazione.

Nel quadro "Crediti d'imposta" e' stata introdotta la sezione IV, per consentire ai contribuenti colpiti dal sisma in Abruzzo di fruire del credito d'imposta per le spese di riparazione o ricostruzione dell'immobile danneggiato o per l'acquisto di un nuovo immobile.


La bozza del modello Iva 2010 si presenta invece in una veste semplificata rispetto alla precedente, piu' facile da compilare con meno passaggi per i calcoli. Sono state ridotte le informazioni da inserire nel quadro VA, ovvero quello che solitamente contiene i dati generali sulle attivita' che vengono svolte da chi compila la dichiarazione ed e' stato eliminato il quadro VG ideato per essere utilizzato dai contribuenti che si trovano in regime speciale, come gli agricoltori. La nuova versione del modello prevede, in questo caso, che si utilizzi il quadro VF.

lunedì 7 dicembre 2009

Mutui a tasso misto e decreto anticrisi: si evidenzia un paradosso!

Tortuosa, difficile, criptica, maledettamente complicata è la strada che devono percorrere i mutuatari che hanno sottoscritto un contratto a tasso misto con opzione di scelta fisso/variabile a scadenze prefissate!

Maximilian Cellino di Plus 24 ha analizzato brillantemente la situazione a circa un anno di distanza dall'entrata in vigore del cosiddetto "Decreto anticrisi" che, pregno di buone intenzioni, mirava a fornire tutta una serie di agevolazioni ai consumatori.

"Nel caso specifico, ha detto Cellino, una circolare del ministero ha chiarito che le norme del decreto anticrisi (decreto 185/2008 poi convertito dalla legge 2/2009) si applicano a un mutuo che non sia a tasso fisso per l'intera durata dell'ammortamento. Un'indicazione, questa, che è stata interpretata in modo differente dalle diverse banche. Si va da chi ha applicato il tetto del 4% in modo estensivo includendo tutti i prodotti misti, anche quelli che nel 2009 avevano in vigore l'opzione tasso fisso (vedi Mps, Intesa Sanpaolo, Bpm, Ubi e Ugf) a chi, invece, ha riconosciuto il diritto al beneficio soltanto a chi quest'anno ha versato rate indicizzate all'Euribor (Bnl, Unicredit e Credem) a chi, infine, ha del tutto escluso questa tipologia di prestito".

Questa diversità nell'interpretazione delle norme determina, per tutti i soggetti che hanno contratto la medesima tipologia di mutuo, un paradosso che, di fatto, li sottopone ad un trattamento differente a seconda della banca con la quale hanno stipulato il contratto.

A tal fine sono già stati presentati oltre 150 ricorsi nei primi 2 mesi di attività dell'Abitro Bancario Finanziario.

sabato 5 dicembre 2009

I servizi di mobile banking semplificano la vita!

Il mobile banking è sempre più apprezzato e, a tutt'oggi, sono numerosi gli istituti di credito che rendono disponibili siti ottimizzati per telefoni cellulari e PDA.

Volete saldare una fattura o semplicemente controllare il saldo del vostro conto corrente? Vi serve solo un telefono cellulare con accesso a Internet per inviare i dati e ricevere un sms contenente il numero della transazione che servirà per confermare l'operazione effettuata.

Per evitare che la navigazione mobile diventi eccessivamente onerosa è preferibile sottoscrivere un piano tariffario che contempli un'opzione dati di tipo flat. Alcune banche forniscono gratuitamente programmi grazie ai quali i clienti possono predisporre i bonifici in anticipo sul cellulare, abbattendo, di fatto, i tempi della connessione e, di conseguenza, i costi ad essa legati.

Tramite la connessione a Internet del proprio cellulare si eseguono i seguenti passaggi:

  • si avvia il browser sul cellulare e si digita l'indirizzo del sito Internet, in versione mobile, della banca;
  • si effettua l'operazione bancaria come di consueto, inserendo il PIN, necessario per autenticarsi, e il codice della transazione.
Come si evince da questa breve descrizione, l'intera prassi è molto semplice, si direbbe "user friendly". Effettuare un bonifico digitando sulla piccola tastiera di un cellulare è in genere scomodo, rispetto all'uso di un personal computer. In compenso, il mobile banking è molto sicuro: non esistono programmi nocivi pericolosi ed è quasi impossibile intercettare il traffico dati tra il telefono e la rete mobile.

Uno tra i primi istituti di credito operante in Italia ad aver reso disponibile alla propria clientela i servizi di mobile banking è stato il Gruppo Intesa Sanpaolo, in partnership con Nòverca. Il servizio, denominato "La tua banca"  è rivolto a tutti i possessori di un conto corrente bancario presso una delle filiali di Banca Intesa che hanno abilitato, presso lo sportello, il conto "Servizi via Internet, cellulare e telefono". Attraverso questo servizio è possibile consultare il saldo e la lista movimenti, ricaricare il cellulare e la carta Superflash. Il servizio è gratuito fino ad Aprile 2010.

Anche IWBank è presente in questo particolare settore grazie all'interfaccia grafica "IW Lite", concepita per tutti i dispositivi mobili di ultima generazione, telefonini e computer palmari, che possono navigare in Internet con browser html. Il servizio è gratuito per tutti i clienti IW Bank.

Banca Sella, invece, offre tutta una serie di servizi denominati "Portafoglio in tasca", attraverso i quali è possibile visualizzare la posizione completa del proprio portafoglio titoli, visualizzare la sintesi del controvalore degli investimenti e del saldo liquidità di conto e visualizzare il dettaglio degli strumenti finanziari presenti nel deposito titoli.

A questi servizi di mobile banking potremmo aggiungerne decine, tutti estremamente validi e sicuri. Non vi resta che provarli!

venerdì 4 dicembre 2009

I benefici dei covered bond, per famiglie e imprese, sono un miraggio!

Da tanto se ne parla e, con grandissima lentezza, solo da poco tempo sono arrivati sul mercato i primi covered bond delle banche italiane ma, a ben vedere, i vantaggi per le famiglie e le imprese che fanno ricorso al credito bancario sono pressoché nulli!

Il meccanismo che sta alla base dei covered bond, almeno nelle intenzioni, offre la possibilità alle banche di raccogliere fondi a costi inferiori e, indirettamente, dovrebbe garantire costi più contenuti per ciò che attiene il credito bancario.

Queste obbligazioni, vengono emesse dagli istituti di credito con una duplice garanzia per i sottoscrittori, quella dell'emittente e quella degli attivi sottostanti segregati in una società costituita ad hoc.

Come dicevamo, i covered bond (dette anche "obbligazioni garantite"), consentono alle banche di finanziarsi a costi più contenuti rispetto ai tassi riconosciuti ai sottoscrittori delle obbligazioni ordinarie e che consentono una gestione più equilibrata fra raccolta e impieghi, con un aumento della competitività.

"In quest'ottica, a rigor di logica - come ha affermato Gianfranco Ursino de Il Sole 24 Ore - laddove si riesce a diminuire il costo della raccolta, dovrebbero scendere anche i tassi applicati dalle banche ai clienti sui mutui a tasso fisso". I margini per operare in tal senso c'erano e ci sarebbero tutti, come ha tenuto a precisare in una nota diramata qualche tempo fa l'Abi (Associazione bancaria italiana). Si parlava, addirittura, della possibilità di far scendere il costo del credito bancario di ben mezzo punto percentuale ma, invece, a tutt'oggi, di benefici reali per le famiglie e le imprese non vi è traccia, anzi, gli spread applicati sui mutui sono aumentati!

Anche questa volta, le banche hanno perso un'occasione d'oro per farsi "amare" un po' di più dai consumatori!

giovedì 3 dicembre 2009

Tempi di conservazione dei dati nei S.I.C.

Per quanto tempo i dati personali di chi richiede un prestito vengono conservati all'interno dei sistemi d'informazione creditizia (S.I.C.)?

La risposta non può che essere: dipende da molteplici fattori legati alla natura della causa che ha provocato l'iscrizione nella banca dati.

Le informazioni contenute nei S.I.C. sono comunemente utilizzate dagli istituti di credito e dalle società finanziarie per verificare, in tempi rapidi, l'affidabilità di un potenziale cliente. Una volta che è stata istruita una pratica e il finanziamento è stato concesso, i dati del cliente vengono aggiornati periodicamente con informazioni acquisite nel corso del rapporto (ad esempio, l'esposizione debitoria residuale, il numero e le caratteristiche dei rapporti di credito in essere, l'andamento e la storia dei pagamenti dei rapporti in essere o estinti, l'eventuale presenza e le caratteristiche delle nuove richieste di credito, la storia dei rapporti di credito estinti, l'anagrafica).

Tutti questi parametri diventano poi oggetto di particolari elaborazioni statistiche che hanno il fine di attribuire un giudizio sintetico e/o un punteggio inerente il grado di affidabilità e solvibilità del cliente detto "credit scoring".

Di seguito, in estrema sintesi, proponiamo una tabella riassuntiva dei tempi di conservazione dei dati nei S.I.C.

  • Richieste di finanziamento: 6 mesi, qualora l'istruttoria lo richieda, o un mese in caso di rifiuto della richiesta o rinuncia della stessa;
  • Morosità di due rate o di due mesi, poi sanate: 12 mesi dalla regolarizzazione;
  • Ritardi superiori ai 2 mesi, sanati anche su transazione: 24 mesi dalla regolarizzazione;
  • Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario il loro ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso);
  • Rapporti che si sono svolti positivamente (senza ritardi o altri eventi negativi): 36 mesi in presenza di altri rapporti con eventi negativi non regolarizzati. Nei restanti casi, nella prima fase di applicazione del codice di deontologia, il termine sarà di 36 mesi dalla data di cessazione del rapporto o di scadenza del contratto, ovvero dal primo aggiornamento effettuato nel mese successivo a tali date.

Esistono, oltre ai S.I.C. anche due “centrali rischi pubbliche”. Per ciò che attiene le strutture pubbliche, che sono state istituite per legge, citiamo la Centrale Rischi della Banca d’Italia, che riguarda esposizioni (mutui, anticipazioni, aperture di credito, eccetera) pari o superiori a 75.000,00 Euro e la Centrale Rischi della SIA (Società Interbancaria per l’Automazione), che, invece, riguarda esposizioni fra i 31.246,00 Euro e i 74.990,00 Euro.

Ciascuna Banca o Società finanziaria è tenuta a fornire a tali enti i dati, i nominativi e gli importi, delle esposizioni in capo a ciascun soggetto, privato o impresa che sia.

Tra i S.I.C. più noti in Italia vi sono CRIF, Consorzio per la tutela del credito ed Experian.

Modulo per la consultazione dei dati conservati nella centrale rischi della Banca d'Italia

mercoledì 2 dicembre 2009

Valutazione Prestito Fidiamo Fiditalia

Il prestito personale "Fidiamo" della Fiditalia è un finanziamento flessibile caratterizzato dalla possibilità di cambiare o saltare il pagamento di una rata, in modo semplice e del tutto gratuito.

Un'altra, importante, caratteristica di "Fidiamo" è la possibilità di concordare la rata che si ritiene più confacente alla propria capacità economica riducendo al minimo i casi di insolvenza. Per farlo sarà sufficiente telefonare allo 02-43018799 ed utilizzare il servizio denominato "Jolly Credit" che, salvo approvazione da parte della Fiditalia, permetterà alla clientela di variare l'importo della rata scelta inizialmente oppure di saltarne il pagamento per poi recuperarlo alla fine. Questo servizio può essere usato al massimo una volta all'anno.

La cifra che è possibile ottenere va da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 40.000 euro, con piani d'ammortamento che non possono superare le 120 mensilità. Sul fronte dei tassi le opzioni, a seconda dell'ammontare richiesto, sono molte e racchiuse in una forbice che va dal 7,15% al 12,65%, per ciò che attiene il TAN e dal 7,73% al 15,98% per quanto riguarda il TAEG.

A fronte di un prestito di 15.000 euro, rimborsabili a mezzo RID in 48 mesi, la rata di rimborso sarà pari a 402,17 euro al mese con un TAN del 9,50% e un TAEG del 9,93%, il che vuol dire che alla fine del piano d'ammortamento, "Fidiamo" costerà in tutto 19.304,16 euro, ovvero 4.304,16 euro in più rispetto a quanto ottenuto (Dati: Fiditalia).

In conclusione possiamo affermare che il prestito personale "Fidiamo" di Fiditalia brilla in fatto di flessibilità a fronte di tassi tutto sommato accettabili che si attestano nella media di mercato. L'indiscutibile serietà della compagnia, per altro soggetta all'attività di direzione e coordinamento da parte del Gruppo Société Générale S.A., collocano questo prodotto sicuramente tra i migliori che si possano reperire oggi in questo particolare settore finanziario. VOTO: 6,5

martedì 24 novembre 2009

La carta revolving Valea di Banca Carige è personalizzabile a piacimento!


La "carta revolving Valea" di Banca Carige è una normalissima carta di credito che, però, a differenza di tutte le altre, reperibili oggi sul mercato, si distingue per ciò che attiene la grafica interamente personalizzabile. E' sufficiente uploadare una fotografia nel corso della procedura guidata che è stata predisposta per la realizzazione della carta personalizzata e per la finalizzazione del contratto. Una volta che il risultato finale sarà pienamente soddisfacente, il richiedente potrà concludere la procedura ed attendere che la carta Valea gli venga recapitata per posta al proprio domicilio. Il tool necessario a modificare la foto che renderà unica la vostra carta di credito è stato realizzato e messo a disposizione della clientela da parte di "Creditis".

Le condizioni economiche della carta Valea sono, come del resto la stragrande maggioranza delle carte revolving, un po' esose ma tutto sommato nella media.

Il costo annuale della carta è pari a zero euro sia per quanto riguarda il primo anno che per i successivi, a patto che nel corso dell'anno la carta abbia generato flussi superiori ai 500 euro, altrimenti si pagano 20 euro.

La commissione relativa al prelievo di contanti da uno sportello ATM ammonta al 4% della somma prelevata mentre, la commissione per anticipo contanti tramite bonifico è pari all'1% dell’importo richiesto. La copertura assicurativa pesa sull'esposizione finanziaria totale in misura dello 0,37%. Sono gratuite le operazioni relative ai rifornimenti di carburante e per presentazione RID, mentre è di 2 euro il costo relativo al recupero spese dei bonifici bancari.

Il TAN è pari al 15,60%, il TAEG si attesta, invece, al 16,77% e la valuta di addebito del saldo o della rata e fissata al 20 del mese successivo. E' poi previsto anche il pagamento di una commissione per l'erogazione diretta in conto corrente che ammonta all'1% dell’importo richiesto. La cifra massima che può essere prelevata ogni giorno è di 250 euro e le spese relative alla produzione e all'invio dei bollettini postali/MAV, necessari per ricostituire il plafond della carta Valea ammonta a 10 euro.

Chi da tempo legge il nostro blog sa che, dal nostro punto di vista, le carte revolving non sono uno strumento particolarmente conveniente per effettuare degli acquisti in virtù degli elevati tassi e  costi accessori legati a ciascuna operazione. Carta Valea di Banca Carige, ovviamente non fa eccezione, nella sua categoria è comunque un buon prodotto che riesce a proporre dei tassi tutto sommato accettabili. VOTO: 6

domenica 22 novembre 2009

La carta libretto postale di Poste Italiane innova un prodotto antico di 134 anni!


La carta libretto postale o "Libretto postale Card" che dir si voglia, è una carta di credito nel vero senso della parola che, a costo zero, permette ai risparmiatori di operare sul proprio libretto postale come se lo stessero facendo su un conto corrente, ovvero con grande flessibilità e comodità.

Le molte peculiarità della carta libretto postale ne fanno uno strumento adatto a tutti coloro i quali desiderano evitare di dover recarsi sempre presso lo sportello per effettuare, ad esempio, versamenti e prelievi di contante che l'operatore deve annotare sul libretto cartaceo con conseguente perdita di tempo.

La card, di fatto, affianca ma non sostituisce del tutto il libretto postale. Infatti, è possibile effettuare fino a 40 operazioni senza che vi sia la necessità di dover aggiornare il libretto cartaceo. L'operazione di aggiornamento, comunque, è fattibile anche prima del limite fissato da Poste Italiane presso uno qualsiasi degli oltre 14000 sportelli operativi sul territorio nazionale.

Un'altra importante caratteristica risiede nella possibilità di controllare il saldo e la lista movimenti del libretto presso tutti gli uffici postali e gli sportelli automatici (ATM).

Per ciò che attiene i pensionati è stata studiata una soluzione assicurativa ad hoc che li tutela, qualora abbiano accreditato la propria pensione sul libretto, per due ore dal momento del prelievo, in caso di furto, per un massimo di 700 euro.

La carta libretto postale è dotata di microchip e consta di un codice pin generato casualmente dall'emittente. In caso di smarrimento o sottrazione della carta se ne può chiedere immediatamente il blocco telefonando dall’Italia al numero verde 800 652653 e dall’estero al +39 02.34980132, entrambi attivi 24 ore su 24.

Come dicevamo, la "Libretto postale card" è totalmente gratuita, non sono, infatti, previste spese o commissioni per il rilascio, l’uso, il blocco e la sostituzione della card per smarrimento, furto o distruzione e non è previsto nemmeno il pagamento dell'imposta di bollo statale.

Il limite massimo di prelievo giornaliero da sportelli automatici (ATM)  è di 600 euro mentre, il limite massimo di prelievo mensile da sportelli automatci (ATM) è pari a 2500 euro.

La carta può essere richiesta da ciascun intestatario del libretto postale presso l'ufficio dove è stato aperto.  Non è, invece, consentito il rilascio della carta nel caso di un libretto cointestato che prevede la possibilità di operare esclusivamente con firma congiunta.

In conclusione si può dire che la libretto postale card è uno strumento innovativo che rende il libretto postale alla stregua di un prodotto moderno ed all'avanguardia offrendo numerosi vantaggi in termini di comodità, sicurezza e convenienza a fronte di nessuna spesa. VOTO: 10

sabato 21 novembre 2009

Banca del Sud al via!

Brevissime

E' sato presentato alla Camera il ddl del ministro dell'economia e delle finanze contenente le misure per il credito nel Mezzogiorno che, di fatto, istituisce la Banca del Sud.

La maggioranza sembra comunque intenzionata a inserire la misura come emendamento alla finanziaria.

Il tema della Banca del Sud sarebbe stato affrontato anche nell'incontro di mercoledì tra Fini e Tremonti.

giovedì 12 novembre 2009

Cos'è il credito di firma?

Il credito di firma è una sorta di fideiussione passiva che si estrinseca in un documento sottoscritto dalla banca, contenente l’impegno da parte dell'istituto di credito stesso di pagare un determinato emolumento (entro una determinata data indicata nella garanzia) a favore di un terzo, che può essere un creditore o un debitore, nell’interesse esclusivo di un proprio cliente (che, di fatto, è il debitore principale), qualora quest’ultimo non faccia fronte puntualmente alle proprie obbligazioni per qualsivoglia motivo.

La fidejussione rilasciata dalla banca è, di norma, a prima richiesta. Questo indica la modalità operativa attraverso cui la banca è tenuta a pagare anche in caso di contestazione tra le parti e nonostante il divieto eventualmente opposto dal debitore principale.

In pratica la banca resta esonerata dall’entrare nel merito di qualsiasi questione che insorgesse tra le parti in causa.

Un'altra accezione del termine definisce il credito di firma come un credito mediante il quale le imprese ottengono che la banca apponga la propria firma, impegnandosi verso terzi ad accettare una tratta , oppure ad avallarla o a rilasciare lettere di credito, di garanzia, di fideiussione. La banca può, a sua volta, richiedere garanzie all'azienda oppure operare sulla fiducia.

venerdì 6 novembre 2009

Mutuo 2 in 1 Bnl conviene?


Il "Mutuo 2 in 1 Bnl" conviene veramente? Ad un'attenta analisi delle condizioni contrattuali, nonché della natura stessa di questo prodotto finanziario, notiamo subito che si tratta di un ibrido, un mutuo a tasso misto vero e proprio. In pratica il "Mutuo 2 in 1 Bnl" è, come si evince dal nome datogli, un finanziamento a tasso variabile per i primi 24 mesi mentre, dal 25esimo mese in poi, fino ad una durata massima di 40 anni, diviene in automatico un mutuo a tasso fisso.

Questa duplice caratteristica ne potenzia l'efficacia in un momento, come quello attuale, in cui i tassi sono particolarmente bassi, favorendo, di conseguenza l'ottenimento di un consistente risparmio per i primi 2 anni grazie al tasso variabile. Come tutti gli esperti e gli analisti del settore stanno dicendo da qualche tempo, la corsa al rialzo, per ciò che attiene i tassi, non si farà attendere ancora a lungo. Ecco perché il "Mutuo 2 in 1 Bnl" può essere una scelta intelligente e conveniente al tempo stesso. Dopo i primi 2 anni di contratto, il finanziamento si trasforma in un mutuo a tasso fisso per tutta la restante durata del piano di ammortamento, mettendo il sottoscrittore al riparo da brutte sorprese legate agli eccessivi rialzi dei tassi d'interesse.

Questa opportunità, che non è affatto da sottovalutare, fa si che il contraente possa aver chiaro il quadro della situazione fin dal giorno della stipula, in concomitanza del quale, anche il tasso fisso verrà determinato e bloccato per tutta la durata del finanziamento.

Il "Mutuo 2 in 1 Bnl" è indicato per tutti coloro i quali hanno la necessità di approntare un acquisto, la costruzione, il completamento o la ristrutturazione di una casa. L'importo massimo finanziabile ammonta all'80% del valore dell'immobile. La durata va dai 10 ai 40 anni con delle limitazioni d'importo per le soluzioni fino a 35 e 40 anni; in tal caso l'importo massimo finanziabile non potrà eccedere i 250.000 euro. Le spese di perizia (minimo 220 euro, massimo 800 euro) e di istruttoria (minimo 200 euro, massimo 1.500 euro) sono variabili in funzione dell'importo richiesto.

L'assicurazione del finanziamento è facoltativa. Si tratta della Polizza Bnl Serenity. Questa offre un’ ampia copertura contro tutta una serie di imprevisti che possono compromettere la capacità di rimborso del finanziamento.

A fronte di una richiesta di 100.000 euro, rimborsabili in 20 anni, il "Mutuo 2 in 1 Bnl" ha queste caratteristiche: T.A.N. del primo biennio di ammortamento 5,35%; importo della rata nel corso del primo biennio 679,44 euro; spread applicato al secondo periodo a tasso fisso 1,95%; T.A.N. 3,75%; T.A.E.G. 4,50%; importo rata mensile 553,98 euro. Il totale il contraente dovrà rimborsare 135.966,24 euro in 20 anni. VOTO: 6,5

mercoledì 4 novembre 2009

Piu' IBL di IBL banca conviene veramente?


"Più IBL" di IBL banca (Istituto Bancario del Lavoro S.p.A.) è un prodotto finanziario molto particolare che può, volendo, anche essere assimilato ad una cessione del credito pur tuttavia essendo una cessione del quinto dello stipendio.

Il fatto che "Più IBL" sia assimilabile ad una sorta di cessione del credito risiede nella possibilità data a chi vanta un credito di cederlo a terzi, a titolo oneroso o gratuito, anche senza il previo consenso del debitore. Perché questa circostanza si verifichi è necessaria la presenza di tre soggetti: la banca, il contraente e il proprio datore di lavoro.

Il ruolo di ciascun attore è ben definito. La banca ha il compito di erogare il prestito al cliente che, per rimborsare l'istituto di credito, si impegnerà a cedere una quota pari ad 1/5 del proprio stipendio. Il debitore terzo ceduto, così si chiama il datore di lavoro del contraente, svolge un ruolo relativo ai crediti da esso vantati per retribuzioni maturande.

"Più IBL" è dedicato esclusivamente ai lavoratori dipendenti, anche se con pignoramenti o protesti in corso.

Le caratteristiche che il richiedente deve possedere variano in base al tipo di struttura presso la quale si presta la propria opera. Le categorie indicate da banca IBL sono 5: a) dipendenti di enti statali, b) di enti pubblici, c) delle Ferrovie dello Stato, d) di tutte le aziende private, e) di altri enti.

A titolo esemplificativo, i dipendenti di enti statali, per poter accedere al credito, dovranno essere stati assunti a tempo indeterminato, aver maturato un'anzianità di servizio variabile in funzione della durata del prestito (dopo 48 mesi lavorativi si potrà ottenere un finanziamento il cui piano di ammortamento potrà variare da 24 a 120 mesi). E' possibile far coesistere la cessione del quinto dello stipendio con dei pignoramenti, purché la somma delle trattenute non superi il 50% dello stipendio netto.

Sul fronte dei tassi, il prodotto non brilla per economicità, difetto comune a tutte le cessioni del quinto dello stipendio presenti sul mercato. Il TAN è al 4% ma il TAEG si impenna altre la soglia del 15%, attestandosi al 15,58% e il TEG ammonta al 13,17%. La simulazione prende in considerazione un dipendente statale, con 20 anni di servizio, che richiede una somma pari a circa 4350 euro, rimborsabili in 36 mesi pagando circa 150 euro al mese. Alla fine, il costo totale del finanziamento sarà pari a 5400 euro, ovvero 1050 euro in più rispetto a quanto ottenuto.

La documentazione richiesta si limita all'esibizione di un documento d'identità, il codice fiscale e la propria busta paga. Il contratto è a firma singola e non è necessario fornire alcuna giustificazione per motivare la richiesta di finanziamento.

Con la stipula del contratto:
- IBL accorda al cliente il finanziamento a titolo di mutuo;
- il cliente cede a IBL parte del credito da lui vantato nei confronti del proprio datore di lavoro per le retribuzioni maturande. A tal proposito nel contratto viene conferito dal cliente, a norma delle disposizioni del Testo Unico 5 Gennaio 1950, numero 180 e degli articoli 1260 e successivi del Codice Civile, specifico mandato, irrevocabile, all’Amministrazione da cui esso dipende affinché quest'ultima trattenga mensilmente sulla busta paga la rata necessaria al rimborso del finanziamento e la versi a IBL.
- Per effetto del suddetto mandato l’Amministrazione datrice di lavoro assume la figura giuridica di Debitore Terzo Ceduto e, pertanto, rimarrà essa stessa responsabile del rimborso del finanziamento - finché sussisterà il rapporto di dipendenza - nei confronti di IBL.

Pur continuando a preferire i prestiti personali alle cessioni del quinto, dobbiamo ammettere che "Più IBL" è un prodotto snello, facile da richiedere ma non molto economico. E' bene dire, però, che le opzioni disponibili sono talmente tante che è impossibile fornire una valutazione del tutto attendibile. Caso per caso potrebbe darsi che un prestito personale si riveli più oneroso rispetto a "Più IBL". Per farsi un'idea più precisa in merito a questo tipo di finanziamento, banca IBL ha predisposto un efficientissimo servizio clienti raggiungibile al numero verde 800-919090. VOTO: 6

lunedì 2 novembre 2009

Valutazione IWPrestito, il prestito personale della IWBank


IWPrestito, il prestito personale della IW Bank, è un prodotto estremamente flessibile che si distingue per convenienza sul fronte dei tassi d'interesse applicati e delle spese accessorie ad esso collegate.

IW Prestito è, a tutti gli effetti, un finanziamenti a tasso fisso, composto dal tasso BCE e dallo spread. La semplicità è una caratteristica che lo fa apprezzare, in modo particolare, anche da chi è poco abituato ad approcciarsi con il lessico bancario.

Dotato di opzioni di rilievo, come, ad esempio, l'accodamento, ovvero la possibilità di posticipare il pagamento di una rata qualora ci si trovasse nell'impossibilità di far fronte agli impegni assunti, IWPrestito, per poter essere erogato, necessita di collegamento con un conto corrente della IWBank.

Le somme che possono essere richieste, variano in funzione al reddito che il richiedente può impegnare per far fronte all'obbligazione assunta. Questa accortezza riduce, in maniera significativa, la possibilità che colui il quale ha ottenuto il prestito possa divenire insolvente a causa di un eventuale sovraindebitamento.

In particolare, per ottenere somme inferiori a 12.500 euro è necessario aver aperto un conto IW, da almeno 3 mesi, sul quale sia stato accreditato lo stipendio o la pensione del soggetto richiedente; per cifre superiori, invece, sarà obbligatorio anche inviare, insieme al contratto, copia delle ultime tre buste paga, copia degli ultimi due modelli CUD.

A fronte di una richiesta pari a 15.000 euro, rimborsabili in 48 rate (TAN 5% e TAEG 5,12%), bisognerà rimborsare una rata pari a 345,44 euro, per un totale di 16.581,12 euro, ovvero 1.581,12 euro in più rispetto a quanto ottenuto.

Nel complesso, il prestito personale della IWBank, è da ritenersi un buon prodotto, con tempi d'erogazione nella media di mercato (circa 7 giorni per la valutazione della pratica e altre 48 ore per l'erogazione vera e propria) e costi accessori pressocché nulli. VOTO: 7

sabato 31 ottobre 2009

La Tremonti Ter riduce i tempi di incasso degli assegni e non solo!

Dal primo Novembre 2009 entrerà in vigore la cosiddetta Tremonti Ter, ovvero il Decreto Legge 78/2009 (convertito con la Legge 102/2009) inerente tutta una serie di misure volte a ridurre i giorni di valuta normalmente applicati alle operazioni bancarie e postali.

Nel dettaglio, da domani, la data di valuta per il beneficiario per tutti i bonifici, gli assegni circolari e quelli bancari non potrà mai superare, rispettivamente, 1, 1 e 3 giorni lavorativi successivi alla data del versamento. Per i medesimi titoli, sempre da domani, la data di disponibilità economica per il beneficiario non potrà mai superare rispettivamente, 4, 4 e 5 giorni lavorativi successivi alla data del versamento.

A decorrere dal 1 aprile 2010, invece, la data di disponibilità economica non potrà mai superare i 4 giorni per tutti i titoli.

venerdì 30 ottobre 2009

Un anno di moratoria nel pagamento dei mutui

Al fine di venire incontro alle esigenze di tutte le famiglie a basso reddito che abbiano in essere un contratto di mutuo, l'Abi, per bocca di Alessandro Messina - settore crediti retail - ha dichiarato che "è stato approvato il cosiddetto piano famiglie ma va precisato che i dettagli saranno definiti solo a fine novembre. Da quel momento, le famiglie che l'avranno richiesto avranno la possibilità di sospendere il rimborso delle operazioni di mutuo per 12 mesi".

Vediamo ora, in dettaglio, chi avrà diritto a questa forma di agevolazione:

- chi ha perso un posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato o termine del contratto di lavoro dipendente a tempo determinato, parasubordinato o assimilato;

- per cessazione dell'attività di lavoro autonomo;

- per cassa integrazione;

- in seguito al decesso di uno dei componenti del nucleo familiare, percettore del reddito di sostegno della famiglia.

La richiesta dovrà essere presentata a partire da gennaio 2010.

Il piano famiglie rappresenta, per l'Abi, un'ottima opportunità per innalzare la sostenibilità finanziaria delle operazioni di credito alle famiglie, adottando una misura di sospensione dei rimborsi di mutui in essere per i nuclei in situazioni di difficoltà oggettiva gestendo, al contempo, il confronto con i principali interlocutori pubblici e privati al fine di coordinare e comunicare efficacemente gli strumenti di incentivazione già esistenti, molti dei quali costruiti in partnership con le pubbliche amministrazioni.

Il piano famiglie, così com'è stato pensato, coinvolgerà tutta una serie di soggetti che metteranno a disposizione dell’industria bancaria tutta una serie di strumenti, in modo autonomo (portabilità e rinegoziazione dei mutui), altri derivanti da partnership con il Governo, le Regioni, i Comuni e la Conferenza Episcopale Italiana, che hanno istituito appositi fondi di garanzia o fondi a copertura di determinati oneri (interessi, commissioni ecc.) e altri ancora derivanti da accordi con le parti sociali (convenzione per l’anticipazione Cig-Cigs).

giovedì 29 ottobre 2009

Fondo di credito per i nuovi nati tra il 2009 e il 2011

Il Fondo di credito per i nuovi nati che, ben inteso, estende la sua copertura finanziaria anche ai figli adottivi, è uno strumento pensato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con il Dipartimento per le politiche della famiglia di cui è responsabile il senatore Carlo Giovanardi.

Il fondo consta di un plafond di 25 milioni di euro l'anno, dal 2009 al 2011, e di una somma aggiuntiva, pari a 10 milioni di euro da destinare alle famiglie con nuovi nati portatori di malattie rare.

L'accesso al fondo prescinde dalla situazione reddituale del nucleo familiare e permetterà, a chiunque abbia la potestà o l'affido condiviso, di richiedere un finanziamento di 5.000 euro, a tasso fisso, rimborsabile in 5 anni.

Tra le altre cose, è bene precisare che la garanzia del fondo è concessa nella misura del 50% del finanziamento ed è incondizionata, irrevocabile ed a prima richiesta. Entro il limite del 20% della disponibilità iniziale del fondo, la garanzia è elevata al 75% e concessa con le stesse modalità di cui al comma precedente, per i richiedenti con indicatore ISEE non superiore a 15.000 euro.

Dettagli del Fondo di credito per i nuovi nati
Fondo Di Credito Per i Nuovi Nati

venerdì 23 ottobre 2009

Il mutuo variabile con cap conviene?

Il mutuo variabile con cap conviene? Prima di rispondere a questa domanda è necessario far chiarezza su cosa sia un mutuo con cap.

Un mutuo a tasso variabile con cap è un prodotto pensato appositamente per tutti coloro i quali intendono sfruttare al meglio le fasi ribassiste dei tassi d'interesse e, allo stesso tempo, vogliono tutelarsi dalle eccessive oscillazioni dei tassi verso l'alto. Il cap non è altro che un tetto massimo, una soglia oltre la quale, indipendentemente dalle ondate rialziste dei tassi, il mutuo contratto non potrà attestarsi. Questa soglia, di fatto, fa si che il mutuatario non debba sobbarcarsi rate onerosissime che potrebbero mettere in crisi il proprio bilancio familiare.

Trattandosi di un mutuo appartenente alla famiglia dei finanziamenti a tasso variabile, il mutuo con cap ha un taso d'ingresso molto vantaggioso rispetto a qualsiasi altro prodotto a tasso fisso o misto ma meno conveniente rispetto ad un finanziamento variabile in senso stretto. Questa differenza è dovuta esclusivamente all'opportunità, offerta dalla banca, di concedere al mutuatario la possibilità di sottoscrivere un contratto protetto dal cap. La forbice viene evidenziata dall'ammontare dello spread che, di norma, è più elevato nei mutui protetti dal cap.

Attualmente sul mercato è possibile reperire diversi prodotti appartenenti a questa speciale categoria. Primo fra tutti segnaliamo il "Mutuo Mps protezione" lanciato in Italia dalla Monte dei Paschi di Siena, quando ancora nessun altro istituto di credito si era mosso in tal senso, ottenendo un lusinghiero risultato in fatto di sottoscrizioni. Il cap è pari al 5,5% con spread che vanno dall'1,65% per la soluzione decennale fino al 2,15% per quella con piano di ammortamento quarantennale. Legata all'oscillazione dello spread è anche la possibilità di sottoscrivere due polizze collegate al mutuo, una relativa all'incendio e allo scoppio del bene immobile e l'altra a scelta fra le tante opzioni disponibili; questa possibilità rende lo spread particolarmente conveniente, favorendone la riduzione fino alla soglia dell'1,60%. La banca Monte dei Paschi di Siena ha, però, reso noto il fatto che trattasi di un'operazione promozionale, la cui validità è estesa fino al 31 dicembre di quest'anno. La bontà dell'offerta Mps è testimoniata anche dal fatto che il "Mutuo Mps protezione" è stato premiato, dall'Osservatorio Finanziario, come miglior mutuo del 2009.

Sulla stessa lunghezza d'onda viaggiano i mutui di altre importanti realtà operanti sul territorio italiano. Il "Mutuo tasso protetto Barclays", ad esempio, pur essendo l'ultimo in ordine di tempo a fare la propria comparsa sul mercato, offre un cap del 5,5%. La protezione scatta nel momento in cui la sommatoria dello spread e dell'indice Euribor a 3 mesi supera il tetto del 5,5%. Attualmente lo spread applicato è dell'1,40%.

Un altro prodotto che ci sentiamo di segnalare è il "Mutuo Tasso sempre basso della Bpm" disponibile in due versioni. La versione standard prevede uno spread del 2% mentre la versione light, riservata ai chi ha meno di 35 anni, consta di uno spread più vantaggioso che si attesta sull'1,70% e di diverse agevolazioni per quanto riguarda le spese accessorie.

Il "Mutuo chiaro & certo easy" di Banca FriulAdria, a dispetto del nome alquanto amichevole, offre un cap più elevato rispetto alla media. La protezione, in questo caso scatta qualora i tassi si impennino oltre il 6,2%.

Da valutare bene, invece, prima di firmare il contratto, le opzioni offerte da Banca Sella con la sua linea "Rubino". In questo caso la proposta è variegata sia sul fronte degli spread applicati che per quel che concerne il cap. Si va dal 2,15% al 2,40% per lo spread e dal 5,5% al 6,5% per il cap.

Banca Intesa Sanpaolo, dal canto suo, ha rimodulato il vecchio mutuo "Domus Fisso" che, al tasso nominale del 4,85%, propone un cap al 6,25%.

Come si evince da questo breve post le possibilità offerte dal mercato sono molte e vanno tutte valutate con estrema attenzione, caso per caso. Il consiglio più ovvio che ci sentiamo di darvi è quello di confrontare più prodotti di banche diverse cercando, quanto più possibile, di non farsi abbindolare dai funzionari. Molti di questi, infatti, percepiscono un compenso su base provvigionale e, di conseguenza, hanno tutto l'interesse a vendere un prodotto più caro.

Nel complesso, l'attuale momento storico dell'economia mondiale, fa si che il mutuo con cap sia una soluzione molto valida, da preferire rispetto al mutuo a tasso fisso o a quello a tasso variabile puro.

mercoledì 21 ottobre 2009

Credityre: servizi bancari e finanziari per l'acquisto di pneumatici

Credityre è una soluzione complessa che consta di diversi servizi bancari e finanziari, nonché assicurativi, volti a favorire l'accesso al credito, principalmente, da parte dei piccoli autotrasportatori.

In sostanza si tratta di un'offerta molto variegata, incentrata sull'acquisto di pneumatici Pirelli Truck, che prevede l'uso, da parte dei sottoscrittori, di prodotti appositamente studiati dalla BNL come, ad esempio, il Conto BNL Revolution, ed una linea di finanziamenti a breve termine (Credito BNL Your Business) e a medio e lungo termine (Credito BNL Revolution Business).

La particolarità di Credityre risiede anche nel fatto che è possibile ottenere un fido ''revolving'' per l'acquisto ed il montaggio di pneumatici Pirelli. Questa linea di credito è riutilizzabile man mano che il plafond ritorna ad essere disponibile, proprio come avviene normalmente quando si utilizza una carta di credito revolving. Il fido è, giocoforza, appoggiato ad un conto corrente on-line a costo zero, utilizzabile per tutte le operazioni aziendali e viene offerto anche con la possibilita' di un'assicurazione facoltativa.

giovedì 15 ottobre 2009

Agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa: ci sono novità!

Le agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa sono, da tempo, oggetto di interesse da parte di tutti coloro i quali abbiano stipulato un mutuo. Con particolare riferimento a due sentenze pronunciate di recente dalla Corte di Cassazione, siamo in grado di fornirvi delle importanti novità in merito a due casi abbastanza frequenti.

Le agevolazioni, secondo quanto si apprende dalla prima sentenza oggetto del nostro post, spettano anche a chi acquista un immobile in corso di ultimazione, da destinare ad abitazione non di lusso. A tal proposito, è necessario che l'immobile, che per le sue caratteristiche strutturali e funzionali non perfette per la mancata ultimazione o per degrado o per abbandono non è al momento idoneo all'uso abitativo, sia poi destinato ad abitazione entro 3 anni dalla registrazione dell'atto che deve riportare tale volontà. Le agevolazioni fiscali vengono riconosciute in sede di registrazione dell'atto e spettano anche per l'acquisto della nuda proprietà, del diritto di abitazione, uso e usufrutto.

L'altra novità scaturita dalla Corte di Cassazione, inerisce il riconoscimento del diritto spettante ai contribuenti di beneficiare delle agevolazioni fiscali sull'acquisto della prima casa sull'intero valore della compravendita, anche se coniugi in comunione legale dei beni e se solo uno di essi risponde ai requisiti previsti dalla norma per beneficiare di tali agevolazioni. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, in questo caso, il coniuge che non ha i requisiti, di fatto, non acquista il bene ma lo riceve per volontà di legge. Qualche anno fa, a dire il vero, la stessa Corte di Cassazione, in tal senso, si pronunciò in maniera diametralmente opposta. Questa discordanza di giudizio ha creato, è sta tuttora creando, non pochi problemi ai contribuenti. L'Agenzia delle Entrate, infatti, ritiene che le agevolazioni fiscali spettano solo al coniuge che risponde ai requisiti previsti, quindi sul 50% del valore della compravendita. Le diverse interpretazioni da parte della Corte di Cassazione prima, e dell'Agenzia delle Entrate poi, generano solo confusione. L'auspicio è che presto si riesca a trovare una soluzione tale da rendere univoca l'interpretazione della norma da parte di tutti gli organi competenti.

lunedì 12 ottobre 2009

Concedere mutui pari al 40%? E' un'ipotesi allo studio dell'UE?

La notizia, com'è ovvio, ha scosso e non poco gli ambienti bancari ed immobiliari! L'allarme è stato lanciato da "Il Sole 24 Ore" che, in buona sostanza, ha dichiarato che la Commissione Europea vorrebbe introdurre un tetto massimo per le banche in base al quale, al richiedente, potrebbe essere erogato non più del 40% del valore della casa che questi intende acquistare.

Com'è noto, oggigiorno, il tetto massimo è pari all'80% del valore dell'immobile, circostanza che, di fatto, crea grandi disagi a chi si trova nell'impossibilità di far fronte al restante 20% con le proprie risorse economiche. Il fatto che si stia facendo avanti questa ipotesi, a onor del vero prontamente smentita dall'UE, ha determinato una serie di reazioni a catena che potrebbero condizionare, e non poco, il mercato immobiliare e lo stesso mercato finanziario.

Le ragioni alla base di uno scenario che alcuni analisti amano definire "catastrofico", risiederebbero nel fatto che i costi legati ai mutui aumenterebbero esponenzialmente in quanto, per coprire il restante 60%, i contraenti, dovrebbero sottoscrivere, a garanzia del finanziamento, delle costosissime polizze assicurative; ma non solo. Per quanto riguarda "il mattone" potrebbe verificarsi una consistente perdita di valore degli immobili e per le banche, la nuova, ma quanto mai ipotetica normativa, prevederebbe anche un notevole appesantimento degli accantonamenti obbligatori non solo sui nuovi prestiti, ma anche su quelli erogati.

L'UE, come detto, ha negato a gran voce questa notizia che, per contro, "Il Sole 24 Ore" da per certa. Secondo il quotidiano della Confindustria, la nuova disposizione è prevista proprio da una proposta di direttiva della Commissione Europea in stato avanzato di elaborazione e che ha l'obiettivo di ridurre i rischi da credito e rafforzare i requisiti patrimoniali delle banche.

Insomma, si tratterebbe, come al solito, di una norma volta a favorire le banche a discapito dei clienti, ma con una forte controindicazione determinata dagli scenari ipotizzati dagli analisti che, di fatto, si ritorcerebbero contro il sistema bancario in quello che potrebbe essere paragonato ad un vero e proprio effetto boomerang!

domenica 11 ottobre 2009

Social Card bloccata dal modello ISEE scaduto!

Con la scadenza della validità della certificazione ISEE, la Social Card, destinata a tutti gli italiani che versano in condizioni di particolare indigenza, viene bloccata. Il modello ISEE, altrimenti detto "riccometro", è valido per un anno e, di conseguenza è necessario ripresentarlo al fine di evitare l'esclusione dal beneficio. Esclusione che, in ogni caso, si determina se l'interessato non rientra più nei parametri previsti per la concessione del beneficio e che elencheremo più avanti al termine del post.

Alla scadenza del modello ISEE, la prassi vuole che l'Inps debba inviare al beneficiario una lettera attraverso la quale comunicare la possibilità di rinnovare la carta acquisti, producendo una nuova dichiarazione, entro 60 giorni dal ricevimento della stessa. In questo periodo la carta viene sospesa per poi essere definitivamente revocata in caso di inosservanza del termine concesso.

Per ottenere la carta acquisti (Social Card) è necessario:

- avere un'età non inferiore a 65 anni o inferiore a 3 anni;

- essere cittadino italiano residente in Italia;

- avere un'imposta netta ai fini IRPEF pari a zero;

- avere trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai relativi redditi propri, sono di importo inferiore a 6000 euro l'anno o di importo inferiore a 8000 euro l'anno se di età pari o superiore a 70 anni;

- avere un ISEE inferiore a 6000 euro;

- non fruire di vitto assicurato dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni in quanto ricoverato presso un istituto di cura di lungo degenza o detenuto presso un istituto di pena;

- non essere, da solo o insieme al coniuge (o all'esercente la patria potestà se minore di 3 anni):

a) intestatario di più di una utenza elettrica domestica;
b) intestatario di utenze elettriche non domestiche (ne è ammessa una per il minore di 3 anni);
c) intestatario di più di un'utenza del gas (due per il minore di 3 anni);
d) proprietario di più di un autoveicolo (due per il minore di tre anni);
e) proprietario, con una quota pari o superiore al 25%, di più di un immobile ad uso abitativo;
f) proprietario, con una quota pari o superiore al 10%, di immobili non ad uso abitativo o di categoria catastale C7;
g) titolare di un patrimonio mobiliare ISEE superiore a 15000 euro;

giovedì 8 ottobre 2009

Genius Card Unicredit conviene?

Genius Card Unicredit conviene? All'indomani dell'incessante campagna pubblicitaria promossa dal colosso bancario italiano è di certo lecito chiederselo! Diciamo subito che, nel complesso, si tratta di un ottimo prodotto che si presenta sotto forma di un ibrido.

La Genius Card Unicredit, infatti, è una carta di credito ricaricabile e prepagata che, al contempo, essendo dotata di codice IBAN, permette di effettuare tutte le più comuni operazioni tipicamente associate ad un conto corrente di tipo tradizionale. Con essa è possibile richiedere ed ottenere l'accredito dello stipendio o della pensione, domiciliare le utenze domestiche (luce, gas, telefono, eccetera), ricevere e disporre bonifici, effettuare o ricevere pagamenti.

Per gli studenti universitari che abbiano meno di 27 anni e per tutti coloro i quali hanno la possibilità di versare o accreditare almeno 500 euro al mese, il canone mensile, che di norma ammonterebbe ad 1 euro, è del tutto gratuito. Gratuite sono anche tutte le principali operazioni che si possono effettuare con la Genius Card (ricarica in contanti tramite ATM, ricarica con carta Bancomat Unicredit, prelievo di contanti presso gli ATM Unicredit, accredito dello stipendio o della pensione, il pagamento delle utenze domestiche domiciliate, i pagamenti effettuati nei negozi o su internet) e non è neanche previsto il pagamento dell'imposta di bollo normalmente dovuta per ciò che attiene i conti correnti tradizionali.

Onestamente riteniamo che la Genius Card Unicredit sia uno dei migliori prodotti presenti oggi sul mercato, per quel che concerne il suo settore di competenza. Tanti servizi ad un costo molto prossimo allo zero (ricordiamo che all'emissione si pagano 5 euro, una tantum, a titolo di spese di attivazione e poi nulla più). VOTO: 8

POST CORRELATI: Conto Genius Free per gli studenti universitari

domenica 4 ottobre 2009

Valutazione della Carta Paypal prepagata e ricaricabile


La Carta Paypal prepagata e ricaricabile, oggetto della nostra analisi, è l'ultima nata in casa Paypal e si presenta come una carta di credito di tipo tradizionale, per ciò che attiene la forma e le dimensioni, ma promette di semplificare notevolmente le prassi legata alle transazioni economico-finanziarie operate sia online che presso attività commerciali usuali, ad un costo tutto sommato accessibile.

La Carta Paypal prepagata e ricaricabile è distribuita dalla rete Lottomaticard ed aderisce al circuito Mastercard la qual cosa ne favorisce l'utilizzo presso milioni di esercizi commerciali convenzionati sparsi su tutto il globo.

A differenza di quella che, a ben vedere, è la sua più diretta concorrente, ovvero la Carta Postepay di Poste Italiane, i costi di ricarica sono inferiori di un 10% tondo tondo e si attestano sui 0,90 centesimi di euro per importi inferiori o pari a 399 euro, mentre sono azzerati del tutto per quanto concerne versamenti superiori a detta soglia oppure se si spostano i fondi dal conto PayPal alla carta. La Carta però pecca un tantino in flessibilità. Sono solo due, infatti, le ricariche effettuabili in giornata, con importi che vanno da un minimo di 10 ad un massimo di 2.500 euro per singola operazione.

Effettuare prelievi dagli sportelli automatici (ATM) del Gruppo Banca Sella non comporta l'applicazione di alcuna commissione mentre, presso i punti Lottomaticard e gli sportelli automatici di altri istituti bancari si dovrà pagare 1,50 euro. Al di fuori dei Paesi facenti parte dell'Unione Monetaria Europea il costo sale fino ai 3 euro.

Lascia perplessi anche il costo inerente il trasferimento di denaro da carta a carta che ammonta a 3 euro per singola operazione mentre, ancor più esosa è la commissione di trasferimento da carta a conto corrente (5 euro). Fortunatamente non è previsto il pagamento di alcuna commissione per i pagamenti.

Una cosa molto interessante da tenere presente è che non è necessario essere titolari di un conto PayPal per richiedere la carta. Potrebbe essere comodo attivare il servizio di alert via SMS che avvisa il cliente non appena è stata effettuata un'operazione, fornendogli i dettagli della stessa ma a partire dal 2010, quello che per adesso è un servizio gratuito, diventerà a pagamento ed il costo degli SMS dipenderà dalla tariffa applicata dal gestore telefonico utilizzato.

A differenza di quanto fanno molti altri operatori del settore, Paypal, facente parte del gruppo Ebay, applica una commissione anche per visualizzare l'estratto conto in forma digitale, via Internet. La cifra è stata fissata in 1,81 euro l'anno se l'importo totale dei movimenti è superiore ai 77,47 euro.

Oggettivamente, la Carta Paypal prepagata e ricaricabile è un po' troppo onerosa per i servizi che offre e che, ad un'analisi attenta, non paiono tanto diversi da quelli offerti da prodotti analoghi presenti oggi sul mercato. VOTO: 5,5

sabato 26 settembre 2009

Quinto Bancoposta conviene veramente?

"Quinto Bancoposta", ultimo nato in ordine di tempo, è un prestito personale pensato da Poste Italiane per favorire l'accesso al credito da parte dei pensionati Inps e Inpdap.

Quinto Bancoposta, come del resto avviene in tutti i casi in cui si decida di sottoscrivere una cessione del quinto del proprio reddito, è caratterizzato dalla trattenuta della rata mensile di rimborso direttamente sulla pensione. Questo nuovo prodotto finanziario di casa PI è erogato ai richiedenti in collaborazione con la Deutsche Bank ed è corredato da una copertura assicurativa sulla vita, obbligatoria per legge, garantita dal Fondo Rischi INPDAP.

Il piano d'ammortamento va da un minimo di 3 ad un massimo di 10 anni e l’importo massimo finanziabile dipende dall’ammontare della pensione e dalla durata scelta per il rimborso, ed è erogabile in tempi piuttosto brevi attraverso l'accredito della cifra richiesta su Conto BancoPosta, bonifico su conto corrente bancario o assegno postale vidimato. Vi è, tuttavia, da tener presente che non è condizione essenziale avere un conto corrente postale o bancario aperto.

Le spese di istruttoria della pratica, quelle relative all'incasso della rata e quelle inerenti le comunicazioni periodiche inviate alla clientela (di solito a cadenza annuale), sono tutte gratuite.

Ad un'attenta analisi dei tassi d'interesse applicati si evince come il Quinto Bancoposta brilli anche per quel che attiene la convenienza: ad esempio, con una pensione netta mensile di 1.250 euro, una trattenuta mensile sulla pensione di 250 euro e un piano di ammortamento quadriennale, un pensionato INPS potrà ottenere una cifra pari a 10.083 euro con un TAN del 6,58% ed un TEG del 6,78%, (TAEG 9,03%), e un pensionato INPDAP potrà ottenere 9.909 euro circa al TAN del 7,44%, TEG 7,70% e TAEG 10,02%. I TAEG sono, ovviamente, comprensivi dei costi assicurativi.

Nel complesso, dunque, possiamo concludere che il Quinto Bancoposta è, come del resto tutti i prodotti finanziari offerti da Poste Italiane, un esempio di come la semplicità applicata ad argomenti assai complessi possa determinare una più facile comprensione di ogni caratteristica. Quinto Bancoposta è un prodotto, per molti versi, spartano ma estremamente semplice e chiaro, nonché conveniente. Pochi fronzoli e molta sostanza, dunque, per quello che, a ragion veduta, riteniamo potrà essere uno dei migliori prodotti che oggi, il segmento della cessione del quinto, può vantare sul mercato del credito. VOTO: 7,5

APPROFONDIMENTI SU ARGOMENTI CORRELATI

- Cessione del quinto: i Taeg applicati oscillano tra il 16% e il 35%!
- Cessione del quinto dello stipendio: in Italia è la forma di rimborso più utilizzata!
- INPS: prestiti agevolati con cessione del quinto della pensione

lunedì 21 settembre 2009

Chi è il creditore chirografario?

Il creditore chirografario, nell'accezione più ristretta, è il titolare di un diritto di credito nascente da una scrittura privata redatta e sottoscritta di proprio pugno dal debitore; la scrittura privata mediante la quale una persona si obbliga nei confronti di un'altra è detta chirògrafo.

Il termine chirografario è, però, generalmente utilizzato nel procedimento di esecuzione e nel fallimento per indicare una più ampia categoria di creditori, quelli ordinari, in contrapposizione con i creditori privilegiati, il cui credito è assistito da una causa legittima di prelazione, che può inerire i privilegi, il pegno o l'ipoteca.

La contrapposizione assume particolare rilevanza nel caso in cui il patrimonio risultasse insufficiente per far fronte al pagamento dei debiti contratti con i soggetti creditori.

Ai creditori privilegiati, infatti, la legge riconosce il diritto di far valere per intero il proprio credito sul valore del bene oggetto di prelazione: i creditori chirografari potranno esercitare i propri diritti solo su quanto resta del patrimonio del debitore, dopo che siano stati soddisfatti i crediti privilegiati, con l'evidente rischio di non ottenere, in tutto o in parte, il soddisfacimento del proprio credito.

giovedì 17 settembre 2009

Zopa Italia ha scelto IMELEU per gestire i conti di moneta elettronica

Zopa Italia, primaria società operante nel campo del "Social Lending", è stata recentemente cancellata dall'albo degli intermediari finanziari ad opera della Banca d'Italia. Del caso ci siamo già ampiamente occupati in un precedente post (Zopa è stata cancellata dall'elenco degli intermediari finanziari!), ma visto l'evolversi della situazione è giusto fornire qualche informazione in più relativamente agli aspetti tecnici e giuridici della vicenda.

Per bocca dell'Amministratore delegato della società, Maurizio Sella, apprendiamo che "la richiesta di ottenere una sospensione del provvedimento di cancellazione al Tar e successivamente al Consiglio di Stato non hanno avuto esito positivo. Non ne siamo rimasti sorpresi - continua Sella - perchè la richiesta di sospensione del provvedimento per motivi di urgenza viene concessa, indipendentemente dal merito del ricorso, quando, nel tempo che intercorre tra l'adozione del provvedimento e la decisione finale dei giudici, si possono generare gravi danni. Nel nostro caso è stato giudicato che tale rischio non sussistesse in quanto Zopa sta assicurando la gestione dell'esistente (ripagamento rate e recupero crediti), però il Consiglio di Stato ha riconosciuto che "… le questioni prospettate dall'appellante richiedono un approfondimento in sede di esame del merito del ricorso".

Ci è comunque chiaro - dice ancora l'AD di Zopa - che la via giudiziale, per i suoi tempi lunghi ed esiti incerti, non è la soluzione per consentire una rapida ripartenza delle attività. Per questo stiamo procedendo verso la nuova operatività con i conti di moneta elettronica per i prestatori, avendo scelto IMEL.EU (Istituto di Moneta Elettronica Europeo) come partner. Al momento stiamo finalizzando le specifiche di integrazione tra i due sistemi per poter procedere con i necessari sviluppi software. Affinché la nuova piattaforma Zopa possa diventare operativa, sarà però anche necessario che essa sia gestita da un nuovo soggetto giuridico, diverso da Zopa Italia S.p.A., che abbia ottenuto dalla Banca d'Italia l'iscrizione all'albo degli intermediari finanziari ex art. 106 TUB. Pertanto, oltre agli aspetti squisitamente tecnici relativi al perfezionamento della nuova piattaforma, stiamo anche individuando la migliore soluzione sotto il profilo giuridico affinché il "nuovo progetto" divenga presto una realtà".

Zopa è divenuta, in breve tempo, un punto di riferimento per tutti coloro i quali hanno avuto delle oggettive difficoltà ad accedere al credito attraverso i canali tradizionali e, cosa da non sottovalutare affatto, spuntando delle condizioni decisamente più favorevoli in termmini di tassi d'interesse. Al momento, in Italia, i prestiti tra privati vengono "transati" da un altra importante e serissima società, ovvero Boober. Pare che anche Boober sia sottoposta a controlli da parte della Banca d'Italia anche se, a dire il vero, appare evidente come il sistema adottato da Boober sia più vicino ai dettami della nostra banca centrale e quindi non dovrebbe avere gli stessi problemi che sta avendo Zopa.

Il grande lavoro che sta svolgendo lo staff di Zopa Italia per venire a capo di questa spiacevole vicenda è lodevolissimo e crediamo che non ci vorrà troppo tempo per rimettere le cose a posto.
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