giovedì 29 gennaio 2009

Rendimax di banca Ifis conviene?

Rendimax è un conto di deposito molto conveniente. Anzi, a dire il vero, al momento in cui scriviamo questo post, Rendimax di banca Ifis è il conto di deposito più remunerativo che si possa reperire sul mercato, al di là di quelle che possono essere le offerte promozionali che, molti istituti di credito, utilizzano per acquisire clienti salvo poi, dopo un predeterminato periodo di tempo, al termine dell'offerta, applicare un tasso base che di norma è allineato al rendimento dei Bot.

Nello specifico, Rendimax si presenta come uno strumento estremamente semplice ed affidabile. E' in tutto e per tutto simile al più famoso Conto Arancio della IngDirect ma rende di più.

Nonostante i tagli apportati ai tassi da parte della Banca centrale europea, ormai attestati al 2%, banca Ifis ha operato una scelta che si pone in netta controtendenza rispetto ai suoi competitors, ovvero quella di mantenere invariato il tasso d'interesse da corrispondere ai propri clienti che abbiano aperto un conto Rendimax. Il rendimento annuo lordo è pari al 4,75% a capitalizzazione trimestrale, il che vuol dire che gli interessi vengono calcolati e accreditati sul conto di deposito ogni 3 mesi. Questo non è un particolare da sottovalutare in quanto il tasso lordo diventa, in effetti, pari al 4,84% su base annua.

Così, ad esempio, se sul conto vi sono 5.000 euro, gli interessi maturati saranno pari a 236,85 euro lordi (173,03 euro netti) all'anno.

Rendimax si distingue anche per l'assoluta gratuità legata alle spese di apertura e chiusura, all'invio dell'estratto conto trimestrale ed alle operazioni di versamento e prelevamento. Anche l'imposta di bollo, dovuta per legge, è a carico di banca Ifis. Il limite di giacenza per ogni conto Rendimax (massimo 3 per ogni persona fisica) è di un milione di euro.

Per ciò che attiene le valute applicate, sulle operazioni di versamento si parla di un giorno lavorativo successivo alla data della valuta riconosciuta dalla banca ordinante a Banca Ifis, mentre per quel che concerne i prelevamenti la valuta di accredito sul conto predefinito è pari a due giorni lavorativi successivi alla data di esecuzione dell'ordine.

E' bene tenere presente che i versamenti su Rendimax possono essere effettuati esclusivamente tramite bonifico bancario. Qualora sul conto di deposito non vengano effettuati movimenti da oltre un anno e il saldo creditore sia inferiore ai 100 euro, la Banca può cessare di corrispondere gli interessi e di inviare le comunicazioni periodiche.

lunedì 26 gennaio 2009

Conti di deposito e conti online: calano i rendimenti

Una logica conseguenza della riduzione dei tassi da parte della Bce, portati di recente al 2%, è il calo dei rendimenti che si possono ottenere dai depositi nei conti correnti remunerati e nei conti di deposito.

In questo post ci occupiamo dei tassi base e non delle offerte promozionali, decisamente allettanti ma di breve durata.

Attualmente, il conto di deposito che offre il miglior rendimento, in senso assoluto, è il conto Rendimax di Banca Ifis (la banca italiana per l'impresa). Nonostante i ribassi generalizzati il tasso annuale (a capitalizzazione trimestrale), al lordo delle imposte pari al 27%, è del 4,75% (3,47% netto). Essendo, come detto, capitalizzati ogni 3 mesi, gli interessi effettivi saranno quindi del 4,84% lordi.

A partire dal prossimo 22 febbraio, Conto Arancio apporterà un taglio dello 0,50% sul tasso base che, in tal modo, scenderà dal 3% al 2,50% (al netto delle imposte renderà l'1,825% su base annua). Siamo ancora sui livelli dei Bot ma inizia ad essere meno conveniente di un tempo. Ricordiamo che, all'indomani dell'impennata dei tassi Bce, IngDirect non ha adeguato al rialzo il tasso base che si è mantenuto fermo al 3% lordo. Adesso, invece, opera una riduzione tempestiva. Sulla cosa c'è senz'altro da riflettere. Beninteso, è una leggittima strategia della banca olandese ma il rischio di restare ai margini del mercato esiste, tanto più che prodotti simili iniziano a rendere di più, come abbiamo già visto.

Segnaliamo anche il Conto di Deposito di Che Banca! "Che Interessi Subito!" che dal 31 gennaio offre il 3,60% lordo e il Conto Extra Sparkasse (3,05% lordo - 2,23% netto).
Cliccare sull'immagine per ingrandirla. Se risultasse ancora illeggibile usare la combinazione di tasti Ctrl insieme al tasto "+".

sabato 24 gennaio 2009

Credit default swap

I credit default swap sono polizze assicurative atte a proteggere l'investitore dall'insolvenza di qualsivoglia emittente obbligazionario.

Se, ad esempio, un investitore, che per comodità chiameremo "A", ha comprato obbligazioni emesse dall'azienda "C", ma, al contempo, non vuole perdere in caso di default, può stipulare con una controparte "B" un credit default swap.

A questo punto, l'investitore paga a "B" un premio assicurativo, misurato in centesimi di punto percentuale dell'importo da assicurare, e in caso di insolvenza di "C" sarà "B" a rimborsare all'investitore "A" l'intero investimento.

I credit default swap sono quotati al di fuori delle Borse regolamentate. Più il premio da pagare cresce, maggiormente elevato risulterà essere il rischio di default dell'azienda "C".

mercoledì 21 gennaio 2009

Commissioni di massimo scoperto: l'Antitrust pretende più informazione e trasparenza!

Non tutti sanno che la commissione di massimo scoperto è una sorta di odiosissimo balzello che le banche applicano ai propri clienti, titolari di un conto corrente, che per qualsiasi motivo abbiano superato la massima esposizione avuta sul conto corrente durante il trimestre di riferimento.

La commissione di massimo scoperto è motivata dal fatto che il fido bancario* ha una natura onerosa per l'istituto di credito. Essa è determinata sommando una percentuale, calcolata al tasso convenuto, a cui vanno aggiunti gli interessi convenzionali.

La poca chiarezza nelle informazioni, legata anche ad una trasparenza discutibile delle condizioni applicate inerenti le commissioni di massimo scoperto, avevano indotto, qualche tempo fa, l'Antitrust ad avviare 4 istruttorie nei confronti di altrettanti istituti di credito operanti in Italia.

A distanza di qualche mese, Unicredit Banca di Roma, BNL, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena avranno l'obbligo, quindi, di fornire un'informazione dettagliata e trasparente, comprensiva dell'indicazione periodica del costo sostenuto per il fido concesso, inclusi gli interessi debitori. Questi parametri dovranno poter essere confrontati con i costi che sarebbero derivati dall'applicazione di eventuali commissioni alternative.

Secondo l'Antitrust, gli impegni presi dalle suddette banche hanno il fine di offrire tutta una serie di miglioramenti informativi e sostanziali nell'applicazione della commissione.

La documentazione informativa e contrattuale, infatti, risulterà migliorata nella prospettazione delle condizioni di applicazione della commissione, e sarà anche integrata da esempi numerici molto chiari.

*Il fido bancario, o affidamento, è una particolarissima forma di "prestito personale". Una banca mette a disposizione del cliente una certa somma di denaro della quale, questi, può usufruire nel caso in cui sul proprio conto corrente non vi sia più liquidità sufficiente a far fronte alle proprie esigenze. Chi ottiene un fido bancario, dunque, può andare con il conto corrente in negativo fino al limite della cifra concessa dalla banca.

domenica 18 gennaio 2009

La Nikko Asset Management acquisisce CitiFinancial


Una perdita netta di 8,29 miliardi di dollari, pari a 1,72 dollari per azione, compresi i 3,9 miliardi di plusvalenza derivanti da cessioni straordinarie, ha indotto, non senza qualche rimpianto, il colosso Citigroup a cedere, alla società nipponica Nikko Asset Management, la CitiFinancial, una tra le più importanti e prestigiose società operanti nel campo del credito al consumo.

Nikko Asset Management è un colosso finanziario che ha l'obiettivo di fornire, agli investitori istituzionali e individuali, prodotti finanziari di altissima qualità che sappiano soddisfare le sempre mutevoli e diversificate richieste dei propri clienti nell'ambito della gestione patrimoniale.

Approfondimenti: Guida ai prestiti personali

martedì 13 gennaio 2009

Comunicate le modalità applicative delle nuove misure in materia di tassi e mutui

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, nella persona del Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, venerdì scorso ha inviato una comunicazione ufficiale a tutti gli istituti di credito, operanti in territorio italiano, al fine di ufficializzare le norme introdotte dal decreto legge anticrisi.

La nuova normativa, della quale ci siamo già ampiamente occupati (Decreto anticrisi: Speciale mutui), stabilisce anche che, nel caso di mutui divenuti oggetto di operazioni di cartolarizzazione o di emissione di obbligazioni bancarie garantite, il contributo debba essere corrisposto dalla banca cedente (detta "originator") ovvero dal soggetto incaricato della riscossione dei crediti ceduti e dei servizi di cassa e di pagamento (detto "servicer").

Per ovviare a difficoltà di carattere organizzativo, nel caso in cui la banca non fosse in grado di corrispondere il contributo già per le prime rate in scadenza nel 2009, il mutuatario deve essere tenuto indenne da ogni effetto causato da eventuali ritardi. Più in particolare, ogni contributo deve essere accreditato con valuta del giorno di scadenza della rata cui è relativo.

sabato 3 gennaio 2009

Mutui: dall'1 gennaio 2009 obbligo per le banche di offrire anche quelli ancorati ai tassi Bce

La volatilità dell'Euribor che, nel recentissimo passato, è stata la principale causa dell'aumento incontrollato delle rate dei mutui a tasso variabile, ha indotto le istituzioni a valutare l'opportunità di rendere obbligatoria l'offerta, da parte degli istituti di credito, di prodotti ancorati anche ai tassi fissati dalla Banca Centrale Europea.

Questa esigenza, in conseguenza dell'articolo 2, comma 5, del decreto legge 29 novembre 2008 n. 185, ha prodotto uno scossone nel mondo bancario, da sempre restio ai cambiamenti.

I tassi Bce sono certamente più stabili rispetto all'Euribor ma bisogna tenere in debita considerazione la volontà, da parte della banca, di rendere effettivamente conveniente i mutui ad essi ancorati. Se, infatti, lo spread applicato è di gran lunga superiore rispetto a quello previsto per i mutui agganciati all'Euribor, la convenienza può venir meno.

La suddetta norma, ancora non convertita in legge, stabilisce che il tasso complessivo applicato nei contratti di mutuo "Bce" sia in linea con quello praticato per le altre forme di indicizzazione offerte e che quindi l'adozione del parametro di indicizzazione ancorato alle condizioni Bce non costituisca una ragione per aumentare il carico dei clienti nel pagamento delle rate.

Sul fronte della trasparenza, dal prossimo primo marzo, gli istituti di credito dovranno predisporre un documento con tutte le informazioni inerenti i mutui offerti. In particolare, dovranno essere pubblicati, in relazione ai vari prodotti:

a) il tasso di interesse (l'indicazione se si tratta di tasso fisso o variabile; e, in caso di tasso variabile, lo spread, il parametro di riferimento e l'ammontare del tasso al momento della pubblicità);

b) la durata minima e massima del mutuo;

c) le modalità di ammortamento;

d) la periodicità delle rate.

Il documento dovrà essere inviato, in occasione della prima comunicazione utile (comunque entro e non oltre il 15 aprile 2009) anche ai clienti che hanno un mutuo in essere con la banca.
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