domenica 31 maggio 2009

I nuovi indici Ftse Italia debuttano domani a Piazza Affari!


I nuovi indici Ftse Italia, al debutto domani in quel di Piazza Affari, sostituiranno gli indici di Borsa sin qui operativi, come ad esempio lo S&P/Mib che verrà soppiantato dal Ftse Mib, un indice che adopererà le medesime metodologie di calcolo e vanterà lo stesso numero di titoli, ovvero 40, previsti dal vecchio listino.

Verranno sostituiti anche tutti gli altri indici sin qui utilizzati e che rispondono ai nomi di Mibtel, Mex, Midex, Mib settoriale, Mib R e All Stars.

Tutti questi indici verranno sostituiti dall'Ftse Italia Mid Cap, l'Ftse Italia Small Cap, l'Ftse Italia Micro Cap, Ftse Italia All Share (che comprende FTSE 100, FTSE 250 e FTSE SmallCap) e l'Ftse Italia Star.

Gli indici Ftse Italia sono stati realizzati utilizzando gli standard di Ftse, riconosciuti a livello mondiale e utilizzati dagli investitori internazionali.

Le principali caratteristiche metodologiche degli indici Ftse Italia sono: un filtro per la liquidità, un livello minimo di flottante e l'inclusione di una sola tipologia di azione per società.

Sarà, inoltre, prevista l'applicazione di una regola legata alla nazionalità secondo la quale le azioni estere non potranno essere inserite negli indici, eccezion fatta del Ftse Mib e del Ftse Italia All Share.

Ftse, letteralmente, è l'acronimo di "Financial Times Stock Exchange" e l'Ftse group è una società indipendente nata come joint-venture tra la testata giornalistica "Financial Times" e la società che ha in gestione la Borsa di Londra, ovvero la "London Stock Exchange". Proprio dal nome della società inglese ha preso il nome il principale indice azionario della City, l'Ftse 100, che racchiude le cento società più capitalizzate quotate sul listino londinese e che, tutte assieme, rappresentano circa l'80% della capitalizzazione di mercato dell'intero London Stock Exchange.

Ftse group è attiva nella creazione e gestione di oltre 120.000 classi di indici azionari, obbligazionari e di finanza alternativa, con uffici a Londra e nelle altre principali capitali finanziarie mondiali.

Ecco, dunque, schematicamente come muterà il quadro all'interno di Borsa Italiana:




Indice Vecchio Indice Nuovo Titoli a listino

S&P/Mib Ftse Mib 40
MIDEX Ftse Italia Mid Cap 60(erano circa 30)
Non previsto Ftse Italia Small Cap 150 circa
Mibtel Ftse Italia All Share 250(erano circa 270)
Mib sectoral Ftse Italia Sector Indices 66
Mib storico Ftse Italia Mib Storico 250(erano circa 270)
Non previsto Ftse Italia Micro Cap 25 circa
Non previsto Ftse Italia AIM N.D.
All Star Ftse Italia Star 75 circa

sabato 30 maggio 2009

Perché i tassi sui prestiti non calano?


Perché i tassi sui prestiti non calano? Questa domanda, più che legittima, se la pongono, ormai senza soluzione di continuità, tutti coloro i quali, per necessità, hanno contratto un prestito personale in tempi recenti.

La differenza tra i tassi fissati dalla Bce, o l'Euribor, e quelli che realmente le banche applicano ai prestiti personali è elevatissima, la qual cosa non ha lasciato indifferente neanche il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che in questi giorni ha, a più riprese, invitato gli istituti di credito a ridurli in maniera tale da allinearli alla media europea.

A difesa del sistema bancario, però, è intervenuto il Presidente dell'Abi Faissola, il quale ha tenuto a precisare che i dati in possesso dell'associazione, con riferimento al mese di marzo, sui nuovi prestiti fatti all'economia, i tassi applicati dalle banche italiane, sia sui finanziamenti alle imprese di importo inferiore a un milione di euro, sia per quelli il cui ammontare è superiore, risultano inferiori di 20 punti base rispetto alla media di quelli europei. Quelli fatti alle famiglie, in conto corrente, risultano addirittura più bassi di ben 2 punti percentuali.

Un botta e risposta, quello che ha visto protagonisti Tremonti da una parte e Faissola dall'altra che vede coinvolte sia le imprese, che tuttavia, secondo l'ultimo osservatorio Abi, godono già di tassi ai minimi, che le famiglie, considerato che l'acquisto a rate è ormai di uso comune, tanto che, rispetto al 2007, le famiglie si indebitano di più, con una crescita dei prestiti personali sottoscritti per varie finalità, pari a +1,40%.

Ma, ad aumentare, appunto, oltre alle richieste, sono anche i tassi applicati ai finanziamenti. Rispetto a marzo 2007, infatti, il TAEG, cioè il tasso d'interesse complessivo applicato ad un finanziamento è aumentato, in media, del 19,50% passando, secondo i dati forniti da "Osservatorio Finanziario", da quota 9,67% all'attuale 11,50%. Un incremento che, oltretutto, contrasta con l'andamento ribassista dei tassi Bce ed Euribor, a cui sono agganciati gli interessi percentuali.

Come si passa dal tasso di finanziamento base della Banca Centrale Europea, pari all'1%, a interessi a due cifre intascati dagli istitutidi credito, per televisioni ed elettrodomestici, ma anche, più semplicemente, da mutui sulla prima casa che superano il 6%?

Districarsi nella giungla dei tassi d'interesse attivi, cioè quanto pagano le famiglie italiane per i prestiti bancari, continua ad essere un'impresa estremamente difficile.

Le banche straniere operanti in Italia, a dispetto dei tassi applicati sui prestiti erogati nel proprio Paese, sicuramente vantaggiosi e competitivi, da noi offrono prodotti finanziari allineati alla media del mercato,non agevolando in alcun modo i consumatori.

Il responsabile principale di questa impennata dei tassi è lo spread, ovvero quella percentuale che viene sommata al tasso base e alle altre voci di costo, in maniera tale da determinare il TAEG. Lo spread, in parole povere, è il margine di guadagno della banca; tanto più è elevato, tanto maggiore sarà l'utile conseguito dall'istituto di credito. Gli incrementi più consistenti, però, si sono fatti registrare non in merito al credito alle imprese quanto sui prestiti alle famiglie, meglio noto come credito al consumo.

In Italia, soprattutto sui mutui, negli anni scorsi, prima della crisi, quando il costo del denaro iniziava a salire e le condizioni di mercato erano favorevoli, c'era stata una certa competizione generata dall'arrivo sul mercato di diversi istituti esteri, che poi aveva anche contagiato diverse banche italiane. La partita si giocava proprio sugli spread che, in molti casi, erano fissati al di sotto dell'1%. Ebbene, lo scenario, all'indomani della crisi mondiale, i cui nefasti effetti stiamo subendo ancor oggi, scatenata dai famigerati mutui subprime americani, ha indotto le banche ad aumentare considerevolmente gli spread, spesso raddoppiandoli e portandoli al 2% di media, un vero salasso!

Tassi così alti, sul fronte dei mutui e, più in particolare del credito al consumo, si possono giustificare cercando di capire il meccanismo che sta alla base del sistema dei prestiti di denaro alle banche da parte della Banca Centrale Europea.

La Bce eroga denaro alle banche contro deposito in garanzia di tutta una serie di titoli, appartenenti a determinate categorie, che concorrono a determinare la quota finanziabile. Se, ad esempio, gli asset portati in garanzia dalla banca, a fronte di una richiesta di 100 milioni di euro, possono garantire un prestito di circa l'80%, nel caso dei titoli di Stato, qualora le garanzie fossero costituite da obbligazioni o mutui cartolarizzati, l'erogato sarebbe decisamente inferiore e, per tale ragione, il costo del denaro sarebbe più alto, ovvero il prestito costerebbe di più.

Un'altra circostanza da tenere ben presente è l'accesso al credito per aree geografiche. Non è un mistero, infatti, che al Sud il costo del denaro sia più elevato che al Nord e che, soprattutto per le imprese, le garanzie richieste sono spesso molte di più rispetto alle omologhe operanti in altre zone della Penisola.

APPROFONDIMENTI

Gli elementi fondamentali da esaminare prima di sottoscrivere un prestito personale

venerdì 29 maggio 2009

Dichiarazione dei redditi 2009


Come ogni anno, in questo periodo, i contribuenti fanno i conti con la dichiarazione dei redditi e la compilazione dei relativi moduli. Per evitare errori e multe più o meno salate, i più decidono di rivolgersi a tecnici del settore ed esperti, in particolare per la compilazione del “Modello Unico”.

Sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi, in forma unificata, i contribuenti tenuti alla presentazione sia della dichiarazione dei redditi sia della dichiarazione IVA. A partire da quest’anno, infatti, la dichiarazione Irap deve essere presentata in forma autonoma direttamente alla Regione o alla Provincia autonoma in cui ricade il domicilio fiscale del contribuente.

La scadenza per la trasmissione telematica dei modelli è fissata al 30 settembre 2009. Il termine, invece, per il pagamento della somma che risulta dalla dichiarazione è il prossimo 16 giugno.

Il contribuente ha comunque tempo fino al 18 luglio 2009 per pagare le imposte applicando sulle somme da versare una maggiorazione dello 0,4%.

Per quanto riguarda le persone fisiche la finanziaria 2009 ha confermato alcune misure previste dalle precedenti manovre economiche come, ad esempio, la detrazione del 36% sulle spese di ristrutturazione, del 20% per la sostituzione di frigoriferi e congelatori e, del 55% per spese di riqualificazione energetica.

Sono state, poi, introdotte delle importanti novità che vanno dallo “scontrino parlante”, all’aumento della soglia di detraibilità, fino a 4.000 euro, sugli interessi passivi dei mutui, alla detassazione dei premi e degli straordinari.

Ma la grande novità di quest’anno è l’introduzione del “Modello Unico Mini”, una versione semplificata del “Modello Unico” per le persone fisiche, ideata per agevolare i contribuenti che si trovano nelle situazioni meno complesse.

Il “Modello Unico Mini”, composto di 4 facciate al posto di 8 e istruzioni ridotte da 100 a 24 pagine, è destinato a circa 4 milioni di contribuenti con i redditi più comuni, come i redditi dei terreni, dei fabbricati, di lavoro dipendente e assimilati, e i redditi occasionali derivanti da attività commerciali o di lavoro autonomo.

Sono, invece, esclusi dalla presentazione di questa dichiarazione più semplice, i titolari di partita IVA, chi deve presentare la dichiarazione per conto di altri, ad esempio eredi o tutori, e coloro che devono presentare una dichiarazione correttiva nei termini o integrativa.

APPROFONDIMENTI IN MERITO ALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2009

- Unico Persone Fisiche 2009;
- Il Modello Irap 2009 dovrà essere presentato in forma indipendente;
- Detrazioni interessi passivi sul mutuo: un caso interessante;
- Mutui: gli interessi passivi sono detraibili entro un anno dalla fissazione della dimora.

giovedì 28 maggio 2009

Sconti Irpef per le Forze Armate

Con un recente DPCM è stata attuata la disposizione del decreto anticrisi che prevede una riduzione dell'Irpef e delle addizionali per il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.

Lo sconto, il cui ammontare è di 134 euro, verrà concesso al personale che per tutto il 2008 ha percepito un reddito inferiore ai 35.000 euro.

Il provvedimento interessa tutto il personale militare delle Forze Armate, compreso quello delle Capitanerie di porto, le Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare e del Corpo dei Vigili del Fuoco.

La riduzione sarà applicata in un'unica soluzione, fino a capienza dei fondi disponibili, dell'imposta lorda calcolata sul trattamento economico accessorio erogato.

Qualora dovesse esserci un importo residuo, questo verrà trattato in occasione delle successive erogazioni effettuate nell'anno, al medesimo titolo.

Per il personale volontario, non in servizio permanente, delle Forze Armate e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, degli allievi delle accademie, delle scuole e degli istituti di istruzione, la riduzione si applica sull'imposta lorda determinata sulla metà del trattamento economico complessivamente percepito.

APPROFONDIMENTI SUL DECRETO ANTICRISI

Agevolazioni per i mutui a tasso variabile, guida al Decreto anticrisi;
Il ravvedimento operoso riduce le sanzioni anche per violazioni precedenti al decreto anticrisi;
Unico Persone Fisiche 2009;
Decreto anticrisi: Speciale mutui.

martedì 26 maggio 2009

La cessione del credito trasferisce le garanzie personali e reali


La cessione del credito è un contratto in base al quale, il creditore cede ad altri il suo diritto di credito, realizzando così una modificazione del rapporto di obbligazione, che resta, però, inalterato in tutti i restanti elementi (la persona del debitore ceduto e la prestazione): il credito è, quindi, trasferito con le garanzie personali e reali, i privilegi, e gli altri eventuali accessori (garanzie personali e reali che, insieme ai privilegi, vengono trasferite unitamente al credito principale).

Diversamente da quanto avviene nella cessione del contratto, il debitori, il debitore ceduto non deve consentire alla cessione (essendo per lui indifferente pagare il debito a un creditore piuttosto che ad un altro), essendogli sufficiente la notifica dell'avvenuta cessione , in modo che egli sappia, in ogni momento, di chi è debitore.

Prima della notifica, o dell'accettazione, della cessione, il debitore può infatti ritenere, in buona fede, che il suo debito sia nei confronti del cedente, e dunque può pagare il suo credito nelle mani di quest'ultimo; dopo la notifica della cessione, invece, il pagamento all'originario creditore (cedente) non libera il debitore, che potrà essere costretto dal debitore cessionario a un nuovo pagamento.

Anche se non vi è stata notifica, ma il debitore è comunque al corrente dell'avvenuta cessione, il pagamento deve essere effettuato a favore del cessionario. Se il debitore, pur sapendo essendo a conoscenza della cessione, paga all'originario creditore, può essere costretto a ripetere il pagamento al cessionario, se quest'ultimo prova che il debitore era comunque al corrente della cessione.

La notifica della cessione consente di risolvere il conflitto tra più cessionari del medesimo credito: se un cedente disonesto cede il credito prima a una persona e poi a un'altra, la cessione che avrà efficacia sarà quella notificata, o accettata dal debitore, per prima, con atto avente data certa.

La cessione del credito può avvenire a titolo oneroso (e in tal caso il cedente riceve dal cessionario una controprestazione, cioè un prezzo) ovvero a titolo gratuito, e allora costituisce donazione.

Se la cessione è a titolo oneroso, il cedente garantisce l'esistenza del credito ceduto, ma non la capienza del patrimonio del debitore ceduto a pagare il credito; può però essere stabilito, attraverso un'apposita clausola, che il cedente risponda anche del pagamento del debitore ceduto: se quest'ultimo non adempie , il cedente dovrà restituire al cessionario il corrispettivo della cessione e rifonderlo delle spese sostenute.

venerdì 22 maggio 2009

Credito al consumo: deficitaria la trasparenza!

Compri oggi, paghi domani! E’ uno slogan che gli italiani conoscono benissimo, perché, negli ultimi anni, ha fatto impennare la percentuale degli acquisti effettuati tramite il credito al consumo. Le offerte proposte attraverso mirate campagne pubblicitarie hanno, infatti, convinto anche i consumatori più restii ad abbandonare il pagamento in contanti per passare a quello a rate.

Un metodo semplice che consente di acquistare subito un bene, come l’auto, il frigorifero, la televisione, per poterlo, poi, ripagare con piccole e “comode” rate, ogni mese. Il tutto senza spese o, al limite con una percentuale molto bassa, relativa ai tassi d’interesse.

Ma è proprio sugli interessi che bisogna prestare molta attenzione. Ecco perché, di pari passo con il boom del pagamento rateale c’è sempre stata anche una campagna, da parte delle Associazioni dei Consumatori, nel mettere in guardia gli italiani da possibili fregature. Quali? In prima linea bisogna fare attenzione al TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che comprende tutte le spese legate al finanziamento e che non è sempre ben evidenziato in fase di stipula del contratto. Anzi, secondo una recente indagine, condotta da Altroconsumo, su 285 offerte di rateizzazione, addirittura nel 70% dei casi, non è stata fornita alcuna informazione o i dati sul TAEG, forniti al consumatore, erano sbagliati.

Non solo, altri dati dimostrerebbero che, su 239 punti vendita, l’atteggiamento generale è improntato alla scarsa informazione o all’errore di calcolo sui costi effettivi.

A Roma, in un negozio di mobili, una proposta a tasso zero, in realtà, ha un tasso d’interesse del 25,68%, superando anche la soglia del tasso d’usura!

Altroconsumo, per bocca di Anna Vizzari, precisando di non voler demonizzare in alcun modo il mondo del credito al consumo e dei prestiti finalizzati che hanno una funzione essenziale, anche per la crescita economica del Paese, auspica che questi prodotti finanziari vengano offerti ai clienti in maniera chiara e trasparente in modo da offrire loro la possibilità di confrontare le condizioni prima della stipula del contratto.

L’inchiesta, portata a compimento da Altroconsumo, è avvenuta nel più semplice dei modi, ovvero, persone incaricate dall’associazione si sono recate presso diversi negozi mostrandosi interessate all’acquisto a rate, ad esempio, di un elettrodomestico o di un mobile, chiedendo delucidazioni in merito al finanziamento. E’ stata eseguita anche una verifica in merito alla disponibilità dei foglietti informativi, presso i punti vendita oggetto dell’indagine, e dell’informativa precontrattuale che, in base alla normativa sulla trasparenza del 2003, il cliente ha diritto di consultare se la richiede.

Dall’indagine è emersa la totale assenza dei foglietti informativi, presso i punti vendita visitati. In luogo di questi, è stata registrata una massiccia disponibilità di materiale pubblicitario che, ovviamente, non contiene informazioni tali da poter consentire al cliente di analizzare con dovizia di particolari ogni aspetto del finanziamento che va sottoscrivendo. Scarsa anche la disponibilità dell’informativa precontrattuale, riscontrata soltanto in due esercizi commerciali.

La colpa non è sicuramente degli esercenti che si trovano a dover effettuare contemporaneamente una vendita e il collocamento di un prodotto finanziario, fattispecie quest’ultima, per la quale non hanno un’adeguata formazione, ma delle società finanziarie che dovrebbero fornire adeguata assistenza professionale ai commercianti ed ai loro clienti.

mercoledì 20 maggio 2009

Valutazione Mutuo Risparmio Che Banca!

Il "Mutuo Risparmio" è un prodotto innovativo immesso sul mercato, di recente, dal nuovo istituto di credito facente capo a Mediobanca, ovvero Che Banca!

Dicevamo che si tratta di un mutuo assai innovativo e differente dalla stragrande maggioranza dei finanziamenti a lungo termine presenti oggi sul mercato poiché offre la possibilità di ottenere un risparmio concreto sugli interessi.

Il meccanismo che sta alla base del "Mutuo Risparmio" di Che Banca! è, a onor del vero, piuttosto complesso. Cerchiamo di analizzarlo in maniera più dettagliata.

Innanzitutto è bene dire che "Mutuo Risparmio" di Che Banca! è un mutuo a tasso variabile che, come del resto avviene anche per i mutui a tasso fisso, ha un limite di finanziabilità fissato al 70% del valore dell'immobile che si intende acquistare.

Questo prodotto è destinato ai clienti Che Banca! che abbiano già in essere un rapporto attivo con l'istituto di credito, con particolare riferimento ad almeno uno tra "conto corrente" e "Conto Tascabile a colori".

Il tasso applicato al mutuo è determinato sulla base del valore dell'Euribor a un mese su 365 giorni, arrotondato al centesimo e maggiorato di un spread dell'1,60%.

Gli interessi, corrisposti mensilmente attraverso il pagamento della rata di mutuo, sono calcolati non su tutto il capitale residuo da rimborsare, come avviene per i mutui di tipo tradizionale, ma su un importo pari alla differenza tra il capitale residuo e la somma dei saldi contabili medi presenti su almeno uno tra il "conto corrente" e il "Conto Tascabile a colori". La somma, così determinata, sarà calcolata con riferimento al mese precedente a quello di competenza della rata in scadenza (ad esempio, la quota interessi della rata in scadenza il primo dicembre andrà calcolata sulla differenza tra il capitale residuo rilevato al primo novembre e la somma dei saldi contabili medi di ottobre). Ovviamente, saranno presi in considerazione solo i saldi positivi. Inoltre, se parenti ed amici hanno dei risparmi su un conto corrente o un Conto Tascabile possono contribuire alla riduzione della rata semplicemente collegando il loro conto al mutuo del cliente che ha sottoscritto il "Mutuo Risparmio". I loro risparmi non saranno mai, in alcun modo, vincolati e saranno sempre disponibili al fine di soddisfare qualsivoglia esigenza. Infine diciamo che è possibile collegare al mutuo fino ad un massimo di 40 conti.

A titolo meramente esemplificativo, se il debito residuo ammonta a 50.000 euro e sul "Conto Tascabile a colori" vi è una giacenza media pari a 10.000 euro, gli interessi verranno calcolati su 40.000 euro e non su 50.000 euro.

L'estrema variabilità dei parametri, nonché la volatilità dell'Euribor, fanno si che l'importo della rata possa subire variazioni, anche notevoli, di mese in mese. Inoltre vi è da notare che sul "Mutuo Risparmio" di Che Banca! viene applicato uno spread dello 0,10% più alto rispetto ai mutui a tasso variabile proposti dal medesimo istituto di credito.

Ma vediamo in pratica, attraverso una semplice simulazione, a quanto ammonterebbe la rata di un "Mutuo Risparmio" contratto da un trentenne residente a Roma, lavoratore dipendente a tempo indeterminato e con un reddito medio mensile di 1.200 euro.

Supponendo di voler acquistare un immobile del valore di 200.000 euro per il quale sarà stipulato un contratto di mutuo pari alla metà, ovvero 100.000 euro, avendo sul conto corrente una giacenza media di circa 20.000 euro, in 30 anni, la rata mensile da pagare ammonterebbe a circa 357,36 euro con un TAEG (ISC) pari al 2,61%.

Se si considera che Che Banca! si accolla tutte le spese accessorie (istruttoria, perizia, assicurazione obbligatoria dell’immobile contro incendio e scoppio, incasso rata, gestione periodica, invio comunicazioni al cliente, spese amministrative), non ci resta che concludere che ci troviamo di fronte ad un eccellente prodotto che, se sottoscritto in questo particolarissimo momento storico in cui l'Euribor è molto basso, può garantire veramente un notevole risparmio così come afferma il nome del mutuo stesso. VOTO: 8,5

APPROFONDIMENTI:
Il conto tascabile di Che Banca! rivoluziona il concetto di conto corrente ;
Valutazione del mutuo rifinanziamento di Che banca!;
Valutazione del mutuo sostituzione di Che Banca!;
Valutazione del Mutuo Acquisto di Che Banca!.

sabato 16 maggio 2009

Valutazione mutuo giovani coppie e famiglie a tasso Bce

Il "mutuo giovani coppie e famiglie a tasso Bce" è un prodotto studiato, dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, appositamente per tutti coloro i quali preferiscono un finanziamento agganciato ai tassi fissati dalla Banca Centrale Europea piuttosto che all'Euribor, decisamente più volatile.

Come avviene ormai nella stragrande maggioranza dei casi, il finanziamento massimo ottenibile è dell'80% del valore dell'immobile che si desidera acquistare. L'unica via da percorrere, qualora si avesse la necessità di contrarre il mutuo per l'intero valore dell'immobile è quella di sottoscrivere delle garanzie integrative quali, a titolo esemplificativo, posso essere fideiussioni bancarie, polizze fideiussorie di compagnie di assicurazione, garanzia rilasciata da fondi pubblici di garanzia o da consorzi e cooperative di garanzia fidi, da cessioni di crediti verso lo Stato, nonché da cessioni di annualità o di contributi a carico dello Stato o di enti pubblici.

L'immobile, una volta acquistato, sarà gravato da un'ipoteca di primo grado pari al doppio dell'ammontare finanziato. La durata del mutuo è variabile e va da un minimo di 10 a un massimo di 30 anni.

Per quanto riguarda i tassi applicati, trattandosi di un mutuo variabile in atto unico, questi saranno modulati in due step, ovvero al primo tasso, definito tasso d'ingresso ed applicato soltanto alla prima rata costituita dalla sola quota interessi (una sorta di preammortamento), fa seguito un tasso variabile nel corso di tutta la fase d'ammortamento.

Lo spread è variabile e va da un minimo dell'1,70% per il mutuo decennale ad un massimo del 2% per la soluzione trentennale.

Il piano di ammortamento viene fissato al momento della stipula con quote di solo capitale, calcolate sulla base del tasso iniziale, che resteranno fisse per tutta la durata del mutuo.

Il mutuo giovani coppie e famiglie al tasso Bce, come del resto avviene per tutti i prodotti proposti dalla Banca Montepaschi di Siena, offre al mutuatario la possibilità di tutelarsi sottoscrivendo una copertura assicurativa del tutto facoltativa, denominata "Mutuo Sicuro Persona" in abbinamento a "Mutuo Sicuro Plus". Questa polizza, che è sicuramente consigliabile sottoscrivere, una volta valutati i pro e i contro legati ai costi ad essa legati, garantisce il finanziamento in seguito ad eventi improvvisi che potrebbero inficiare la capacità del mutuatario di far fronte agli impegni assunti quali, ad esempio, la perdita del proprio posto di lavoro o un'incidente invalidante che rende impossibile lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa.

A fronte di una richiesta di finanziamento pari a 100.000 euro, in 25 anni, con rate di rimborso mensili, il mutuatario dovrà pagare una rata di 555,83 euro con un Tan del 4,50% e Isc (Taeg) del 4,58% per un totale di 6.669,96 euro l'anno, ovvero 166.749 euro.

I costi d'istruttoria, in linea con la media di mercato, ammontano a circa 250 euro mentre, per quel che concerne i costi relativi alla perizia sono variabili a seconda delle pretese del professionista incaricato.

In estrema sintesi, dunque, possiamo affermare che il "mutuo giovani coppie e famiglie a tasso Bce" è un buon prodotto, nient'affatto complesso, che può essere abbinato ad una copertura assicurativa facoltativa a garanzia dello stesso. I costi, nel complesso si presentano accessibili, inclusi quelli inerenti la copertura assicurativa obbligatoria contro l'incendio e lo scoppio dell'immobile che, per la soluzione a 25 anni testè analizzata ammonta a 250 euro. L'unica pecca è determinata dallo spread, voce ampiamente incrementata non solo dalla Banca Monte dei Paschi di Siena ma da tutti gli istituti di credito. Questo, in massima parte, incide sull'esosità dei tassi nonostante gli attuali parametri della Bce potrebbero rendere estremamente conveniente il finanziamento.

Il decreto Ias sarà operativo dal 30 maggio!

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, numero 111 del 15 maggio 2009 (con entrata in vigore ufficiale il prossimo 30 maggio), il decreto del 1° aprile 2009, relativo alla fiscalità delle imprese Ias che hanno ora maggiori certezze anche ai fini del riallineamento con i parametri definiti dall'articolo 15 del decreto anticrici (Decreto legge numero 185 del 2008).

APPROFONDIMENTI: Braccio di ferro tra commercialisti e Abi sull'estensione degli Ias

giovedì 14 maggio 2009

Il leasing è ammissibile al cofinanziamento, ma a quali condizioni?

Il leasing, altrimenti detto "locazione finanziaria di un bene", secondo quanto definito all'interno del regolamento CE numero 1083 del 2006, a partire dal primo gennaio 2009, con l'entrata in vigore del Decreto del Presidente della Repubblica del 03/10/2008 numero 196, è soggetto all'ammissibilità al cofinanziamento nei seguenti casi:

a) nel caso in cui il beneficiario del cofinanziamento sia il concedente;
b) nel caso in cui il beneficiario del cofinanziamento sia l'utilizzatore.

Vediamo un pò più in dettaglio di cosa si tratta e soprattutto chi può beneficiare di questa normativa.

Fatta salva l'ammissibilità della spesa per locazione semplice o per noleggio, la spesa inerente il leasing è ammissibile al cofinanziamento qualora venga utilizzato da parte del concedente con l'obiettivo di ridurre l'importo dei canoni versati dall'utilizzatore del bene oggetto del contratto di locazione finanziaria, oppure, ed è un caso abbastanza frequente, quando i contratti di locazione finanziaria comportano una clausola di riacquisto oppure prevedono una durata minima pari alla vita utile del bene oggetto del contratto.

La normativa attualmente in vigore specifica a chiare lettere che in caso di risoluzione del contratto prima della scadenza del periodo di durata minima, senza l'approvazione delle autorità competenti, il concedente si impegna a restituire alle autorità nazionali interessate,mediante accredito al fondo appropriato, la parte della sovvenzione comunitaria corrispondente al periodo residuo del contratto di leasing.

Per quel che concerne l'acquisto vero e proprio del bene da parte del concedente è necessario che questi sia comprovato da una fattura quietanzata, o anche da un altro tipo di documento contabile avente forza probatoria equivalente, che costituisce la spesa ammissibile al cofinanziamento; l'importo massimo ammissibile non può comunque, in nessun caso, superare il valore di mercato del bene dato in locazione.

Un altro aspetto da tener presente è che non sono ammissibili al cofinanziamento le tasse, il margine del concedente, i costi di rifinanziamento degli interessi, le spese generali e gli oneri assicurativi.

Per quanto riguarda l'utilizzatore, invece, la normativa prevede che i canoni pagati dall'utilizzatore al concedente, comprovati, anche in questo caso, da una fattura quietanzata o da un altro valido documento contabile avente forza probatoria equivalente, costituiscono la spesa ammissibile al cofinanziamento.

Nel caso di contratti di leasing contenenti una clausola di riacquisto o che prevedono una durata contrattuale minima corrispondente alla vita utile del bene, l'importo massimo ammissibile non può, ovviamente, superare il valore di mercato del bene stesso e, inoltre, non sono assolutamente ammissibili, come avviene per il concedente, tutte le altre spese connesse al contratto, ovvero i tributi, gli interessi, i costi di rifinanziamento interessi, le spese generali e gli oneri assicurativi.

Una cosa da tenere bene a mente è che i canoni pagati dall'utilizzatore in forza di un contratto di vendita e conseguente retrolocazione finanziaria sono spese ammissibili al cofinanziamento a differenza dei costi di acquisto del bene.

mercoledì 13 maggio 2009

Cos'è il contratto di leasing?


Il leasing, o meglio il contratto di leasing, che può essere "operativo" o "finanziario", altro non è se non un contratto di affitto con il quale un soggetto, definito "concedente", fornisce ad un altro, detto "utilizzatore", il diritto di usare dietro il pagamento di un canone periodico, un bene, con la possibilità di acquistarlo alla scadenza.

Come dicevamo, il contratto di leasing assume diverse forme. Per ciò che attiene il contratto di leasing operativo è bene dire che il produttore o distributore di impianti o macchinari li concede in godimento, dietro corrispettivo. Il concedente conserva la proprietà della cosa concessa all'utilizzatore; quest'ultimo ne paga i canoni al concedente e, al termine del contratto deve riconsegnargli la cosa. E' molto frequente, in questo tipo di contratto, la presenza di una clausola secondo la quale l'utilizzatore, al termine del contratto stesso, ha un'opzione sull'acquisto del bene.

Con il leasing finanziario chi intende utilizzare un certo bene lo fa acquistare da un'impresa di leasing, per poi farselo concedere in godimento, secondo lo schema contrattuale già esposto.

In entrambi i casi, il contratto svolge una funzione di finanziamento, relativa alla possibilità di utilizzare macchinari costosi e soggetti a rapido invecchiamento senza acquistarli, ma solo pagando dei canoni, in genere mensili, comprensivi non soltanto del valore capitale del bene ma anche del margine di guadagno per il concedente; al termine del contratto, l'utilizzatore ha la possibilità di acquistare il bene, per un prezzo ridotto, ovvero di riconsegnarlo. Quest'ultima ipotesi fa si che il concedente possa nuovamente concedere il bene in leasing, attraverso la stipula di un nuovo contratto.

Il concedente è garantito, durante l'esecuzione del contratto, dal fatto di essere sempre proprietario del bene che, quindi, non può essere, in alcun caso, pignorato dai creditori dell'utilizzatore.

Se il contratto viene risolto a causa del mancato pagamento dei canoni da parte dell'utilizzatore, il concedente potrà riprendersi il bene; quanto ai canoni già pagati, secondo una parte della giurisprudenza sono trattenuti dal concedente, secondo altre sentenze, invece, il concedente deve restituirli, salvo il suo diritto ad un equo compenso (come avviene, ad esempio, nel caso della vendita con riserva della proprietà). Tale diversità di opinioni è dovuta anche al fatto che il leasing, tipico del diritto statunitense ma diffusissimo in Italia ormai da molti anni, non ha ancora ricevuto un regolamento da parte della legge: è infatti un contratto atipico, per cui la natura stessa del contratto è interpretata in maniera diversa dai giudici, parte dei quali lo assimilano, appunto, alla vendita con riserva di proprietà, applicando la disciplina relativa.

Esiste poi, anche una terza forma di leasing, il cosiddetto leasing leaseback, adatta per tutti coloro i quali, pur possedendo la piena proprietà di un bene, hanno necessità di immediata liquidità per far fronte alle più svariate esigenze. Con il leasing leaseback, in pratica, il proprietario di un bene rivende quest'ultimo ad un intermediario finanziario il quale, senza soluzione di continuità lo concede in locazione finanziaria allo stesso proprietario.

domenica 3 maggio 2009

Tre soluzioni per abbassare la rata del mutuo

Oggigiorno, si sa, barcamenarsi tra le mille offerte proposte dagli istituti di credito in merito ai mutui, non è certo cosa facile.

A tal fine, abbiamo pensato di realizzare un brevissimo filmato che contiene delle schede di rapida consultazione che, in meno di due minuti, vi spiegheranno quali sono gli strumenti a vostra disposizione, qualora abbiate già acceso un mutuo ipotecario, per migliorare le condizioni economiche del mutuo stesso, ottenendo, al contempo, un risparmio.

In particolare verranno analizzati, in estrema sintesi, la rinegoziazione, la sostituzione e la surrogazione. Solo dopo aver terminato la lavorazione del video ci siamo resi conto che sono presenti alcuni errori di battitura nel testo. Ci scusiamo per questo piccolo inconveniente con l'auspicio che questo vademecum possa tornarvi utile.


sabato 2 maggio 2009

Conti di deposito e online a confronto!

Conseguentemente ai ripetuti tagli apportati ai tassi da parte della Banca Centrale Europea, gran parte degli istituti di credito hanno provveduto, all'unisono e in maniera molto rapida, a ridurre i tassi sui conti di deposito e sui conti correnti online remunerati.

Da una precedente indagine, da noi effettuata appena tre mesi fa (per l'esattezza era il 26 gennaio 2009), a quella che pubblichiamo oggi, le differenze in termini di rendimento sono piuttosto evidenti.

Il famosissimo Conto Arancio della olandese IngDirect passa dal 2,50% al 2% lordo, Banca Sella, invece, propone un prodotto differente rispetto al recente passato, in grado si di garantire una buona resa ma da analizzare per bene prima di procedere alla sottoscrizione. Si tratta del MaxiConto Obbligazionario Banca Sella che parte da un tasso promozionale del 3% lordo (in vigore dal primo maggio al 31 luglio 2009).

Rispetto a qualche mese fa aumentano i tassi promozionali dei conti Barclays. Il conto Opportunità di Barclays parte dal 6% lordo per 12 mesi, da calcolare su una liquidità di 10.000 euro. Questo conto prevede il pagamento di un canone mensile di 11 euro (132 euro all'anno). Nei primi 12 mesi, il tasso promozionale garantisce 438 euro di ricavi che diminuiti del canone mensile fanno 306 euro netti.

Il conto Barclays Now, invece, parte da un 4,25% lordo su depositi di 20.000 euro e prevede un canone mensile di 9 euro. Il rendimento netto sarebbe di 620 euro all'anno a cui vanno tolte le spese inerenti il canone, ovvero 108 euro, quindi il conto rende 512 euro.

Dimezzati i rendimenti dei conti IWPower che, oggi, per ciò che attiene il tasso base, garantisce meno dell'1%.

Il conto deposito di Che Banca! paga, come sempre, gli interessi in anticipo e rende abbastanza bene rispetto alla concorrenza. Si va da un minimo del 2,60% lordo ad un massimo del 4,10% lordo e, se si vincolano per un anno anche gli interessi si ottiene un rendimento aggiuntivo.

Time Deposit Santander scende dal 4,50% al 3,50% lordo per 12 mesi (tasso base 3%).

Sparkasse Conto Extra varia in negativo e passa dal 3,05% al 2% lordo.

Molto bassi risultano essere i tassi offerti dal Conto@me della Webank (1,15% lordo) e dal conto Fineco Online (1% lordo).

Rendimax di Banca Ifis si conferma, in questo momento, la scelta migliore. Questo conto di deposito offre il 3,94% lordo, con capitalizzazione trimestrale (ciò vuol dire che si arriva al 4% lordo).
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