lunedì 29 marzo 2010

Detrazione degli interessi passivi del mutuo: novità fiscali

Brevissime

In attesa di chiarimenti che non dovrebbero comunque tardare ad arrivare da parte degli organi preposti, ovvero l'Agenzia delle Entrate da un lato e l'Abi dall'altro, abbiamo ricevuto e pubblichiamo una interessante segnalazione giuntaci via email da parte di un Centro di Assistenza Fiscale di Torino (CAF).

La nota recita: "In assenza di un documento di rettifica attestante i rimborsi ricevuti dal cliente in virtù della disposizione governativa sul tetto al 4%, i cittadini potrebbero, in sede di dichiarazione dei redditi, allegare esclusivamente le contabili ricevute dalla propria banca al momento dell'addebito delle rate, da dove emerge la più alta quota interessi pagata originariamente."

Da un primo, sommario, controllo sul sito dell'Abi non abbiamo tratto delucidazioni in merito il che ci fa presupporre che l'Associazione non abbia, a tutt'oggi, previsto alcuna prassi, per gli istituti di credito ad essa associati, in merito all'invio di un documento valido ai fini fiscali dal quale possa essere facilmente dedotto il totale degli interessi effettivamente pagati nel 2009 e, al contempo, una contabile che tenga conto anche dei rimborsi ottenuti a seguito della norma sul 4%.

Di certo, qualora la segnalazione del CAF dovesse trovare riscontro oggettivo, la circostanza sarebbe abbastanza favorevole per tutti i mutuatari e si tramuterebbe in un calo delle entrate per l'Erario. Contiamo di fornirvi maggiori dettagli al riguardo nei prossimi giorni.

domenica 28 marzo 2010

Il tetto al 4% sui mutui ha consentito all'erario di risparmiare oltre 200 milioni di euro!

Gli oltre 200 milioni di euro che l'erario ha risparmiato nell'ambito dell'iniziativa, varata dal Governo, del tetto al 4% sui mutui ipotecari a tasso fisso e misto, sono stati già impiegati per coprire altre voci di spesa.

A dirlo è Gianfranco Ursino de "Il Sole 24 Ore" all'interno di un lungo articolo pubblicato su "Plus 24" lo scorso 27 Marzo 2010, con il quale, con dovizia di particolari, ha fornito un'accuratissima analisi dell'impatto sul sistema creditizio, con particolare riferimento ai mutui ipotecari, da parte della misura anticrisi entrata in vigore tempo addietro.

Ursino ha posto l'accento su un'indagine condotta proprio da "Plus 24" dalla quale è emersa una stima dei rimborsi approntati dalle banche nei confronti dei propri clienti. Su un campione composto da oltre 1 milione di contratti, si è calcolato che, mediamente, a ciascun mutuatario sono stati rimborsati all'incirca 116 euro. Il picco massimo è stato raggiunto dalla Banca Montepaschi di Siena con circa 500 euro di rimborso pro capite mentre, al contrario, Banca Intesa San Paolo, Bnl e Bper hanno erogato conguagli medi di circa 40 euro l'uno.

Tra differenti interpretazioni della normativa - continua Ursino - e difficoltà operative a quasi tutti gli istituti di credito rimangono ancora da regolarizzare le sole posizioni dei mutui a tasso variabile e a rata costante.

Da alcune indiscrezioni si evince come i conguagli inerenti queste tipologie di finanziamento non dovrebbero avvenire per contanti ma probabilmente saranno effettuati attraverso un ricalcolo del debito residuo del mutuo il ché, a ben vedere, dovrebbe tradursi in una riduzione della durata del mutuo e del tasso ad esso applicato.

APPROFONDIMENTI

- Cosa serve per la moratoria sui mutui;
- Decreto anticrisi: Speciale Mutui.

martedì 23 marzo 2010

Prestiti tra persone: con prestiamoci.it prende vita il social lending tutto italiano!

Prestiamoci.it è il primo portale italiano interamente dedicato allo scambio di prestiti tra privati. I prestiti peer to peer, transati nel nostro Paese da importanti realtà straniere quali Boober e Zopa (quest'ultima al momento è stata cancellata dall'elenco degli intermediari finanziari), dallo scorso mese di dicembre 2009 possono essere erogati anche attraverso una piattaforma tutta nostrana, Prestiamoci.it per l'appunto.

Il meccanismo alla base del sistema è, in buona sostanza, simile a quello adottato dalle piattaforme straniere menzionate in precedenza ma prevede una chiara e dettagliata esposizione, da parte dei soggetti richiedenti, dei progetti da finanziare, siano essi di tipo imprenditoriale sia di carattere squisitamente familiare.

La piattaforma, esistente già dal 2007 e fondata da tre pionieri del settore (Mariano Carozzi, Paolo Galvani e Giovanni Tarditi), per i servizi offerti, richiede una quota d’iscrizione una tantum, diversa per prestatore (25 euro) e per richiedente (50 euro). E', inoltre, prevista la corresponsione di una commissione pari all'1,2% del valore della singola rata se si tratta di un richiedente mentre, la commissione sarà dello 0,8% del valore della singola rata se si tratta di un prestatore.

Un'altra caratteristica interessante che attiene la piattaforma è che partecipa all'erogazione del finanziamento con una quota di capitale propria che varia dall’1% al 10%, percependone gli interessi ma accollandosi, in tal maniera, anche una percentuale consistente del rischio d'insolvenza della parte richiedente.

L'obiettivo dichiarato è molto semplice e chiaro. Prestiamoci.it desidera far incontrare soggetti che presentano progetti da finanziare, i richiedenti, e soggetti che intendono investire parte delle proprie disponibilità in progetti che condividono, i prestatori.

I finanziamenti erogati attraverso Prestiamoci.it possono essere rimborsati con piani di ammortamento che variano da 12 a 36 mesi e la quota massima finanziabile da parte di ciascun prestatore ammonta a 25.000 euro mentre, la minima, è di 1.500 euro. Per contro un soggetto richiedente può ottenere un prestito che varia da un minimo di 500 euro ad un massimo di 25.000 euro.

Ancora, è questo è un vero peccato, non è previsto che il prestito sia provvisto di un contratto accessorio di tipo assicurativo a tutela delle parti contrattuali. Questo vuol dire che, in caso d'insolvenza da parte del richiedente, Prestiamoci.it delegherà una società di recupero crediti affinché vengano onorate tutte, o in parte, le obbligazioni assunte. L'importanza della polizza, come si evince, è enorme poiché qualora il richiedente dovesse trovarsi in seria difficoltà a pagare il debito, in seguito alla perdita del proprio posto di lavoro, in seguito ad un incidente invalidante o a malattia, l'assicurazione si fa carico di estinguere il debito in suo luogo sgravando, in siffatta maniera, anche gli eredi del richiedente. La piattaforma ha annunciato che sta provvedendo a reperire i partner più idonei all'erogazione di tale servizio, in tempi abbastanza contenuti.

Infine, è bene segnalare che i progetti dei richiedenti, oggetto del finanziamento erogato dai prestatori, sono collocati all'interno di un'apposita sezione del sito denominata "marketplace". All'interno di questa area un progetto può risiedervi per 15 giorni. Entro tale termine, se il progetto non riuscirà ad essere finanziato al 100%, verrà automaticamente eliminato.

Nel complesso, Prestiamoci.it è da considerarsi alla stregua di una valida alternativa ai tradizionali canali finanziari. Attualmente la community non è molto numerosa ma il numero degli utenti è in continua crescita. E' un servizio da valutare e tenere in considerazione per avere accesso al credito a dei tassi, tutto sommato, abbastanza interessanti. Ad esempio, è possibile ottenere 5.000 euro rimborsando 157,44 euro al mese per 36 mesi con un TAEG dell'8,66% (costo finale dell'operazione 667,84 euro).

APPROFONDIMENTI

- Il social lending cos'è e a chi è rivolto?
- Social Lending: vantaggi per i prestatori e per i richiedenti

martedì 16 marzo 2010

In caso di portabilità che fine fa l'assicurazione sul mutuo?

In caso di portabilità che fine fa l'assicurazione sul mutuo? Al momento di dover cambiare banca per approfittare di condizioni migliori dal punto di vista dei tassi d'interesse applicati sul finanziamento, è lecito chiedersi se l'assicurazione collegata al mutuo possa essere d'intralcio all'intera operazione e se, inoltre, questa implica dei costi aggiuntivi per l'eventuale estinzione anticipata.

Questo tema è, di per se, assai scottante e non essendoci, a tutt'oggi, una regolamentazione precisa al riguardo, ci si deve basare su delle indicazioni fornite in sede d'approvazione del protocollo d'intesa Abi-Ania del 19 giugno del 2008 secondo cui, in buona sostanza, è il nuovo istituto di credito che ha il compito di decidere se accettare la polizza vita in trasferimento dalla vecchia banca. Molti istituti, a dire il vero, ostacolano questa prassi imponendo al mutuatario di estinguere il contratto assicurativo collegato al mutuo prima che il trasferimento venga posto in essere. In tal maniera, la banca di provenienza restituisce al cliente la parte di premio pagato relativo al periodo residuo per il quale il rischio è cessato. L'unica certezza che si ha in materia è che, in base alle norme del codice di procedura civile, la compagnia assicurativa non è tenuta alla restituzione del premio unico.

APPROFONDIMENTI

- Polizze connesse ai finanziamenti e protocollo Abi-Ania salva portabilità;
- Le polizze assicurative ostacolano la surroga del mutuo? Ora non più!

venerdì 12 marzo 2010

Annuario del contribuente edizione intermedia

E' stata da poco resa disponibile, da parte dell'Agenzia delle Entrate, l'edizione 2009/2 dell'Annuario del contribuente che, stampata in 180mila copie, è in distribuzione anche presso tutti gli uffici dell'Agenzia delle Entrate (la versione PDF è disponibile per il download anche al termine di questo post ).

La nuova edizione del prezioso vademecum nasce dall'esigenza di coprire la domanda informativa dei contribuenti nel corso di tutto l'anno; viene quindi distribuita in un periodo intermedio fra le edizioni 2009 e 2010, con l'obiettivo di fornire strumenti sempre aggiornati e di facile consultazione.

La pubblicazione, che si apre con lo scadenzario aggiornato degli appuntamenti fiscali del primo quadrimestre 2010, è suddivisa in quattro aree tematiche.

La prima è dedicata alle più recenti novità in tema di: scudo fiscale, "Tremonti-ter", contrasto a paradisi e arbitraggi fiscali e utilizzo in compensazione dei crediti Iva.

Le due aree successive sono monotematiche: approfondiscono l'aspetto fiscale di quei rapporti che attualmente caratterizzano un'ampia fetta del mondo del lavoro, il lavoro autonomo e i lavori atipici.

L'ultimo capitolo è dedicato, invece,  agli aggiornamenti alla prima edizione dell'Annuario, con le ultime novità sulla nuova comunicazione unica per l'avvio dell'impresa in caso di inizio attività, sulle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, sulle detrazioni d'imposta per le spese sanitarie e sui nuovi termini del ricorso in appello.

UTILITA': Annuario del contribuente 2009

Annuario Del Contribuente 2009 - 2

mercoledì 10 marzo 2010

Assicurare il mutuo conviene?

Assicurare il mutuo conviene? La domanda, all'atto della sottoscrizione del contratto di mutuo, è più che legittima visto che la polizza comporta un aggravio della spesa che si traduce in una maggiorazione del finanziamento.

Tuttavia, la copertura assicurativa è assai importante e riteniamo che sia molto utile sottoscriverla al fine di tutelarsi al meglio qualora dovessero presentarsi delle circostanze tali da impedire l'assolvimento delle obbligazioni assunte.

L'assicurazione, in buona sostanza, subentra al posto del mutuatario e provvede a rimborsare, per conto di questi, il debito residuo, non gravando, in siffatta maniera, neanche sugli eredi del contraente nel caso questi fosse deceduto prima della naturale scadenza del contratto.

La polizza CPI (così si chiama tecnicamente ed è l'acronimo di Credit Protection Insurance) a copertura del mutuo però, prevede anche tutta una serie di garanzie che tutelano la parte contraente anche in caso di perdita del proprio posto di lavoro o in caso di malattia grave invalidante o, ancora, in tutti quei casi che determinino una pressoché totale capacità di produrre reddito (a tal fine, di volta in volta, è consigliabile prendere attentamente visione del prospetto informativo della polizza che si va a sottoscrivere, per avere contezza di tutte le coperture previste).

L'incidenza della polizza sul finanziamento è, tutto sommato, accettabile se si considera il rapporto rischi/benefici e varia a seconda dell'età e del sesso del contraente (di solito le donne pagano qualcosina in meno rispetto agli uomini) ma anche in funzione della durata. Piani di ammortamento decennali, infatti, prevedono un'incidenza minore rispetto a mutui trentennali.

Un interessante studio effettuato dal Broker MutuiOnline.it ha stabilito che, mediamente, un soggetto trentacinquenne che contrae un mutuo trentennale, andrà a pagare circa il 3% dell'importo erogato. Non di rado, però, la medesima ricerca ha messo in evidenza casi in cui per stipulare una polizza vita su un mutuo di 100 mila euro, per l'acquisto della casa, il mutuatario è stato costretto a pagare anche più di 10 mila euro! Su questi livelli potrebbe non essere conveniente stipulare la polizza, anche se, oggigiorno le banche tendono ad includere in automatico la polizza all'interno del contratto di mutuo inficiando, di fatto, la possibilità di scelta da parte del mutuatario.

Il costo della polizza CPI è, solitamente versato in anticipo in unica soluzione. L'indagine di MutuiOnline.it ha preso in esame il caso, del tutto fittizio, di un trentenne che si ritrova a pagare un premio unico di 455 euro, per un finanziamento a 10 anni, e ben 2576 euro per il medesimo prodotto a scadenza trentennale. Un quarantenne paga, invece, da 884 euro a 6315 euro e un cinquantenne ben 10776 euro.

martedì 9 marzo 2010

Calano ancora i tassi sui mutui

La notizia non può che farci piacere! Stando ai dati diramati dalla Banca d'Italia, i due parametri di riferimento TAEG e TAN sono calati, all'unisono ed in maniera consistente, nel periodo oggetto dell'analisi della nostra banca centrale, ovvero il mese di gennaio 2010.

In particolare si evince come il TAEG sia sceso al 2,89%, rispetto al 3,01% dell'ultimo bimestre del 2009 (variazione -0.12%) ed ha fatto segnare una variazione ancora più consistente rispetto al medesimo periodo dello scorso anno in cui l'indice si era stabilizzato su livelli decisamente superiori, per l'esattezza pari al 4.91% (-2.02%).

Il TAN, dal canto suo, non è da meno e vanta un 2,75% che, rispetto al 2,88% dell'ultima parte del 2009 ha fatto segnare una performance al ribasso dello 0,13% mentre, prendendo in esame il dato di 12 mesi fa che faceva segnare il 4,79%, il ribasso è nell'ordine del 2.04%.

martedì 2 marzo 2010

Valutazione di Paysafecard

Paysafecard è un servizio molto utile, ancorché non molto diffuso nel nostro Paese, in grado di sostituire in tutto e per tutto la carta di credito per effettuare pagamenti online.

L'esigenza di concludere in piena sicurezza i propri acquisti presso uno shop online, senza che i dati della propria carta di credito vengano trafugati da malintenzionati, deve essere accompagnata anche da una certa usabilità dello strumento e da una facile reperibilità dello stesso.

Paysafecard sta cercando di assolvere al meglio a queste funzioni; da un lato, attraverso una distribuzione capillare del servizio presso tabaccai, bar ed edicole, (nella città di Roma, ad esempio, il servizio è fornito da 10 operatori commerciali, così come a Milano ma, in realtà più piccole come Cosenza vi sono solo 2 distributori e, nelle isole si contano 7 attività commerciali a Cagliari e 10 a Palermo), dall'altro attraverso l'elaborazione di un sistema niente affatto farraginoso ed alla portata di tutti.

Ma vediamo più in dettaglio in cosa consiste il servizio Paysafecard.

Recandosi presso un tabaccaio, un bar o un'edicola convenzionati è possibile acquistare una Paysafecard, che al momento è disponibile in diversi tagli che vanno da 10 a 100 euro (tagli intermedi: 25 e 50 euro),  semplicemente effettuando un versamento relativo all'importo che più si confà alle proprie esigenze. A questo punto, l'esercente vi consegnerà una sorta di ricevuta, la Paysafecard appunto, che riporterà stampato non solo l'importo ma anche un codice PIN di 16 cifre necessario per poterla utilizzare.

Non è ancora chiaro il motivo per cui, presso uno stesso esercizio commerciale non sia possibile acquistare più di 10 Paysafecard contemporaneamente, questa circostanza, di fatto, permette ai clienti di ottenere card per un massimo di 1000 euro. Quindi, se si vuole acquistare un bene che supera questa soglia, sarà necessario dotarsi di ulteriori Paysafecard presso esercizi commerciali diversi. C'è anche un altro problema, però, in quanto è possibile utilizzare fino a 10 Paysafecard contemporaneamente, il che vuol dire che un bene che costa 1200 euro, ad esempio, dovrà essere pagato in momenti diversi utilizzando degli accorgimenti. Magari approfittando delle promozioni che alcuni webshop fanno proprio per venire incontro alle esigenze dei clienti, permettendo loro pagamenti "rateali" del tipo 600 euro oggi e 600 euro domani, con spedizione del bene ad avvenuto pagamento della totalità dell'importo.

La Paysafecard è, a tutti gli effetti, uno strumento usa e getta che, però, può anche essere protetto attraverso l'uso di una password da impostare a scelta dell'utilizzatore. Anche in questo caso è bene tenere presente che per ogni carta va impostata una password, che può anche essere per tutte la medesima (10 carte = 10 password).

La Paysafecard può essere utilizzata per effettuare acquisti di beni e servizi solo presso i webshop convenzionati. Una volta che si è provveduto ad ultimare l'acquisto, basterà inserire nell'apposito form il codice di 16 cifre stampato sulla carta e cliccare su "Pay" o "Paga adesso".

La carta è riutilizzabile più volte fino ad esaurimento dei fondi in essa disponibili. E' bene, inoltre, custodirla con cura poiché è una carta al "portatore" che può anche essere utilizzata da un soggetto diverso rispetto all'acquirente originario. Se precauzionalmente è stata impostata una password per maggiore sicurezza, in caso di smarrimento, la Paysafecard non sarà più fruibile da nessuno a meno che non si sia a conoscenza della chiave d'accesso e, non avendo alcuna scadenza, rappresenterà semplicemente una somma di denaro dispersa e non recuperabile. In caso di smarrimento, infatti, la Paysafecard non può essere sostituita ed il credito in essa contenuto non può essere rimborsato.

Riepilogando, la Paysafecard consta di un codice PIN di 16 cifre e, a discrezione dell'utente, anche di una password. E' al portatore, come il denaro contante, ed offre un ottimo standard di sicurezza per ciò che attiene le transazioni online. Peccato che in Italia sia ancora poco diffusa e che i webshop presso i quali è possibile utilizzarla siano in larga parte stranieri.

Un'ultima considerazione sui costi. Paysafecard non applica commissioni né per la verifica del credito residuo né per l'ottenimento di un riepilogo delle operazioni effettuate. Anche l'emissione di una nuova carta viene effettuata senza aggravio di spese per il cliente. Si pagano solo 7,50 euro quale commissione di riscatto della carta e 2 euro al mese come spese di gestione della carta decorso un anno dal primo pagamento effettuato con la carta oppure decorsi 2 anni dall'acquisto della stessa.

Lo strumento in se è ottimo e sicuro. Va però incrementata la distribuzione e il numero dei negozi online che l'accettano come mezzo di pagamento. Voto: 7,5
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