lunedì 30 marzo 2009

Agevolazioni per i mutui a tasso variabile, guida al Decreto anticrisi

Lo scorso 5 dicembre, abbiamo parlato diffusamente del Decreto anticrisi, varato dal Governo, con particolare riferimento ai mutui ipotecari.

A partire dalle rate di aprile, le banche inizieranno, finalmente, ad applicare le agevolazioni previste dal Decreto, con valore retroattivo e decorrenza pari alla data in cui il pagamento è stato effettuato dal mutuatario.

Presso gli sportelli di ciascuna banca i mutuatari, che non figurano negli elenchi inviati dall'Agenzia delle Entrate agli istituti di credito, troveranno i modelli per effettuare l'autocertificazione necessaria a dimostrare il possesso dei requisiti per l'accesso ai benefici sanciti dal Decreto anticrisi.

Per capire se si ha diritto alle agevolazioni (valevoli solo per le rate da versare nell'anno in corso) è necessario:

a) Controllare la tipologia e la data di stipula del contratto di mutuo. Se il mutuo non è a tasso fisso per tutta la durata del periodo di ammortamento ed è stato contratto prima del 31 ottobre 2008 per l'acquisto, la ristrutturazione o la costruzione dell'abitazione principale (non godono dei benefici le case signorili, le ville e i castelli) è possibile accedere ai benefici sanciti dal Decreto.

b) Confrontare il tasso pagato nelle rate del 2009 e quello contrattuale. Il tasso contrattuale è quello pagato in corrispondenza della prima rata del mutuo dopo l'eventuale periodo di preammortamento, tasso agevolato, oppure dopo l'avvenuta rinegoziazione o surroga. Se quest'ultimo è inferiore al 4% (inclusa la quota inerente lo spread), il mutuatario ha diritto ad un contributo da parte dello Stato pari agli interessi versati oltre il 4% su tutte le rate pagate nel corso del 2009. Se, al contrario, il tasso contrattuale è superiore al 4%, l'integrazione acvviene a partire da questo livello. Ad esempio, se il tasso contrattuale è del 4,5% e nella prima rata del 2009 si è pagato il 5%, lo Stato si accolla lo 0,5% residuo.

c) Chiedere alla propria banca di verificare se si è presenti all'interno delle liste inviate dall'Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui, il proprio nominativo non fosse incluso negli elenchi (cosa certa per chi ha contratto un mutuo dopo il 31 dicembre 2007) e si fosse, invece, in possesso dei requisiti evidenziati al punto "a", è possibile inviare un'autocertificazione compilando gli appositi moduli reperibili in filiale.

mercoledì 25 marzo 2009

Il ravvedimento operoso riduce le sanzioni anche per violazioni precedenti al decreto anticrisi

L'istituto del "ravvedimento operoso" (articolo 14 della Legge 29 dicembre 1990, n. 408 e in seguito articolo 13 del Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n.472) è uno strumento che consente al contribuente di poter regolarizzare le violazioni e le eventuali omissioni a carattere tributario usufruendo di forti sconti.

Vediamo un pò più nel dettaglio quali sono le riduzioni di cui gode un contribuente che decide di ricorrere al ravvedimento operoso.

Come previsto dal decreto anticrisi (Decreto Legge n. 185 del 2008) se il contribuente provvede a regolarizzare un omesso o carente versamento entro 30 giorni dal termine previsto, le sanzioni si riducono a 1/12 del minimo.

Se la regolarizzazione delle violazioni formali e di quelle sostanziali viene effettuata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione, la sanzione si riduce ad 1/10 del minimo.

Se il ravvedimento riguarda invece l’omessa presentazione della dichiarazione, la sanzione si riduce ad 1/12.

Come chiarito nella circolare n. 10 dell’Agenzia delle Entrate le nuove riduzioni delle sanzioni trovano applicazione dalle regolarizzazioni effettuate dal 29 novembre 2008 data di entrata in vigore del decreto. Ne consegue che le nuove sanzioni ridotte si applicano anche alle violazioni commesse precedentemente all’entrata in vigore del decreto anticrisi.

martedì 24 marzo 2009

Cst: Certificati di scambio del Tesoro

Parte da giovedì 26 marzo 2009 il sistema di garanzie dello Stato sulle passività delle banche e sulle operazioni da queste stipulate per ottenere la temporanea disponibilità di titoli stanziabili per le operazioni di rifinanziamento presso l'Eurosistema e per accedere alle operazioni temporanee di scambio di titoli.

Lo strumento previsto dal decreto anticrisi insiema ai Tremonti Bond, mira a sostenere la liquidità delle banche e affianca le operazioni di scambio degli asset predisposte dalla Banca d'Italia dalo scorso mese di ottobre.

Il Ministero del Tesoro ricorda come le domande che avranno ad oggetto lo scambio di titoli appositamente emessi dal Tesoro assumeranno la denominazione di certificati di scambio del Tesoro (Cst) contro un pari ammontare nominale di certificati di deposito che le banche ammesse provvederanno ad emettere con le medesime caratteristiche finanziarie.

I Cst, spiega il Tesoro, avranno scadenza 30 giugno 2010, prezzo di emissione e di rimborso alla pari e un'unica cedola pagata a scadenza titoli o dell'operazione. Per ogni operazione verranno emessi nuovi Cst, aventi regolamento e godimento 3 giorni dopo la data dell'operazione.

Le operazioni verranno tenute di norma con cadenza settimanale sulla base delle richieste pervenute da parte degli intermediari bancari. Le operazioni potranno avere una durata massima di sei mesi e potranno essere rinnovate per una medesima durata massima.

lunedì 16 marzo 2009

Il prestito partecipativo soccorre le imprese!

Oggigiorno si fa un gran parlare della crisi che ci sta attanagliando da mesi a livello globale. In un contesto siffatto, è alquanto semplice trovarsi difronte a realtà aziendali che fanno difficoltà a far quadrare i conti e che, in barba ad ambiziosi progetti di sviluppo, devono, giocoforza, ridimensionare i propri programmi.

Per far fronte a questa esigenza di liquidità, sempre più diffusa e crescente, la Victoria Bank LTD, facente parte del Gruppo Catapano, ha lanciato in Italia il cosiddetto "prestito partecipativo", una sorta di salvagente per le aziende che, a fronte di programmi di risanamento, investimento e sviluppo, intendano diversificare le proprie fonti di finanziamento, procedendo ad una graduale ricapitalizzazione dell’impresa.

Ma cos'è il prestito partecipativo?

Il prestito partecipativo è una forma di finanziamento volta ad anticipare all'azienda il capitale di rischio attraverso la partecipazione diretta del soggetto finanziatore all'impresa beneficiaria.

A chi è rivolto il prestito partecipativo?

Il prestito partecipativo è rivolto essenzialmente a tutte le aziende in crisi che, dispongono sì di capitale immobiliare e di un’attività d’impresa super attiva ma si trovano in carenza di liquidità finanziaria per proseguire.

Più in particolare, il prestito partecipativo offerto dalla Victoria Bank LTD, ha degli ambiti applicativi ben definiti e si rivolge a quelle imprese che propongono 1) validi programmi di sviluppo, innovazione, ammodernamento o ristrutturazione; 2) ristrutturazioni del debito realizzate da piccole e medie imprese attraverso operazioni di consolidamento delle passività bancarie; 3) operazioni di acquisizione di imprese sotto forma di leverage e management buy out; project financing.

Questa nuova forma di finanziamento presenta dei notevoli vantaggi. Infatti, da un lato, l’azienda richiedente potrà ottenere rapidamente, ed in un’unica soluzione, le risorse necessarie per realizzare i propri progetti; dall’altro i soci potranno dilazionare nel tempo l'impegno finanziario dato che potranno procedere ad una graduale ricapitalizzazione dell’azienda senza, di fatto, diminuire la propria autonomia di gestione derivante dall’ingresso di nuovi soci.

giovedì 12 marzo 2009

Prime adesioni ai Tremonti bond

Arriva la prima adesione delle banche ai Tremonti-bond mentre il governo mette a punto gli osservatori del credito affidati ai prefetti che avranno il compito di vigilare l’intero settore.

Intanto a Piazza Affari i titoli del settore bancario, dopo la debacle di lunedì, hanno realizzato un forte recupero grazie anche a notizie incoraggianti dagli Usa. A rompere il ghiaccio sui Tremonti-bond fra gli istituti di credito è stato il Banco Popolare che, più che la crisi, sconta gli effetti negativi della vicenda Italease e che ha prenotato 1,45 miliardi sul totale di 10-12 miliardi messi a disposizione dal governo.

La mossa del Banco apre la strada agli altri istituti che nelle ultime settimane hanno espresso il loro interesse. Oltre ai due giganti Unicredit e IntesaSanpaolo, starebbero valutando una loro adesione anche Mps, Ubi, Bpm, Carige e Creval.

venerdì 6 marzo 2009

Prestiti alle PMI: allo studio l'estensione della garanzia dello Stato

Considerato il delicatissimo momento in cui versa l'economia italiana c'era da attendersi una svolta per ciò che attiene i prestiti alle piccole e medie imprese, vero motore del nostro sistema economico.

A tal fine, il Governo, per bocca del Ministro Scajola, titolare del dicastero dello Sviluppo Economico, ha reso noto che è in atto lo studio di un pacchetto di iniziative riguardanti la possibilità di estendere la garanzia dello Stato sul fondo centrale di garanzia del ministero, portando quindi ad una ponderazione zero il rischio sul credito concesso dalle banche alle pmi, e l'aumento da 500.000 euro a 1,5 milioni del tetto dei prestiti garantiti alle pmi.

Inoltre, stamane, nel corso del Cipe è stata presa la decisione di costituire un fondo strategico a sostegno dell'economia reale e quindi delle imprese, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, per un ammontare complessivo non inferiore ai 9 miliardi di euro.

L'accesso al credito delle PMI italiane è quantomai difficile, soprattutto al Sud, come dimostra, fra l'altro, un'indagine condotta dalla Cgia di Mestre secondo cui, le imprese che contano fino a 5 dipendenti hanno subito, ad opera del sistema bancario, una diminuzione sostanziale dei prestiti erogati che in percentuale si attesta al -1, 3% rispetto allo stesso mese del 2007, contro un incremento dell'1,8% a settembre, sempre sui dodici mesi e, addirittura, un +5,9% nel mese di febbraio.
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