lunedì 14 aprile 2014

Il capitalismo distrutto dalla finanza

Dov'è il mio denaro? Aumenta il divario tra ricchi e poveri
Fabrizio Pezzani, ordinario di Programmazione e Controllo dell'Università Bocconi di Milano, ha analizzato con grande lucidità l'incidenza della finanza sulla vita reale delle popolazioni. Il suo ragionamento si concretizza dando vita ad una tesi, assolutamente condivisibile, secondo cui l'attuale modello egemone legato alla speculazione può generare soltanto nuova povertà. L'unico rimedio, anche per l'Italia, è tornare all'economia reale, possibilmente prima che sia troppo tardi. Le 85 persone più richhe al mondo detengono un patrimonio pari a quello di 3,5 miliardi di persone, ovvero la metà della popolazione mondiale. Nei paesi di cultura anglosassone, considerati i più rappresentativi della democrazia, le disuguaglianze hanno spaccato le società. Negli USA il reddito dell'1% dei più ricchi è equivalente al 40% del reddito nazionale e il trend sta crescendo: un americano su sei ha bisogno di un buono pasto, la povertà è tornata ai livelli del 1963. Del resto, la crescita del Pil ha un'utilità negativa perché a parità di tassazione aumentano le disuguaglianze dando risorse superflue ai ricchi, sottraendole alla classe media che tiene in piedi il sistema. Nella Silicon Valley, punta di diamante degli Stati Uniti, si trova "The Jungle", il più grande accampamento dei senzatetto del Paese. In questi giorni, Barack Obama, è stato a Roma per confrontarsi con papa Francesco che si è fatto testimone della lotta alla povertà e alla disuguaglianza. Un incontro epocale il cui scopo doveva essere quello di stimolare anche negli USA politiche di sostegno ai ceti meno abbienti. Ma il divario fra ricchi e poveri è notevole anche in Gran Bretagna. Le cinque famiglie più abbienti hanno un patrimonio equivalente a quello del 20% più povero del Paese, eppure là si propongono meno tasse ai più ricchi e tagli al welfare. Anche noi, in Italia, siamo della stessa partita. La società si sta indebolendo e vive le stesse profonde contraddizioni. Secondo gli ultimi dati disponibili (relativi al 2012, forniti dal dipartimento delle Finanze), il 5% dei redditi più alti dichiarati è pari al 22,7% dei complessivi, e il 10% delle famiglie possiede il 46,6% della ricchezza. Come non vedere nella supremazia della finanza la causa di questi squilibri sociali? L'affermarsi della finanza come verità accademicamente incontrovertibile e come scienza esatta si basa su un'ipotesi falsa ma perseguita con lucida determinazione: ha accelerato i processi di concentrazione della ricchezza diventando uno strumento egemonico nelle politiche globali dei governi. Così è diventata un sistema parassitario, una sorta di locusta dell'economia reale, la quale viene spolpata fino al collasso perché la moneta non genera moneta. Si è erosa la tenuta dei sistemi sociali e compromessa la realizzazione del bene comune, diventato secondario rispetto a quello individuale, chi decide, in finanza, non si pone il problema delle conseguenze delle sue scelte che possono distruggere aziende sane e mettere in difficoltà la tenuta di interi paesi. La dinamica finanziaria ha continuato a dettare legge ma ha indebolito socialmente i paesi dove si è manifestata dominante (USA e Gran Bretagna). In queste condizioni è difficile ergersi a paladini della giustizia. L'esito delle tensioni in Siria in modo non bellico ha dato evidenza di questa debolezza contrattuale e ha riportato la Russia di Vladimir Putin a un ruolo da protagonista nei giochi globali. Inoltre, il naturale avvicinamento tra Russia e Germania è nella storia (la grande Caterina era tedesca) e ha contribuito ad evidenziare le difficoltà degli USA nel mantenere una posizione di forza come la vicenda della Crimea ha dimostrato. La finanza dominante comincia, dunque, a scontrarsi con un modello culturale fondato sull'economia reale, a mettere in discussione il suo potere egemonico oltre che il modello sociale da essa generato. Anche i recenti investimenti della finanza americana nel nostro Paese (fondo Blackrock), fatti con inusuale rapidità, non sembrano destinati a creare occupazione ma anzi ad avere un ruolo importante nelle politiche finanziarie del Paese. Ma occorre ricordare che la nostra storia si regge su una tradizione di economia reale e di capitale sociale, non di finanza. Quest'ultima non è nel nostro dna, su quel piano saremo sempre perdenti e dominati. Il vero scontro si giocherà, insomma, nei prossimi anni, nella messa in discussione di un modello socioculturale incardinato su un capitalismo finanziario fine a se stesso che ha generato una crisi sociale e di valori conflittuali. Può essere sostenibile un modello sociale con diseguaglianze e disgregazioni sociali? Può l'economia essere sovraordinata alla società? Può l'economia reale essere un'ancella della finanza? La storia ci dice che non è possibile, ma ancora una volta siamo qui a riprovarci e a rischiare di trovarci davanti al caos, in una sorta di Armageddon. Saremo capaci di capirlo e di sostituire al "bellum omnium contra omnes" (tutti contro tutti, ndb) la collaborazione e il senso antico di "societas"? Questa è la vera sfida che ci aspetta.

domenica 13 aprile 2014

Widiba la banca online realizzata con il contributo degli utenti prende piede in Italia

Widiba si presenta come una banca fuori dall'ordinario. Nata da un'idea del gruppo Montepaschi di Siena, si pone all'attenzione dell'opinione pubblica come il primo esperimento di banca partecipativa che abbia mai preso il via in Italia. Una sorta di mega referendum popolare fatto di proposte e domande di ogni genere sta dando vita a quella che promette di essere la banca online più vicina ai reali bisogni degli utenti e quindi dotata di una marcia in più rispetto alla concorrenza. I clienti fanno la banca e quelli di Widiba lo hanno capito bene, tanto da delegare a loro la scelta di tutto ciò che attiene il funzionamento della stessa. Operazioni, pacchetti di servizi, promozioni, prodotti e quant'altro non sono decisi a tavolino da manager strapagati ma sono frutto delle idee di oltre 71.000 utenti che in maniera entusiasta stanno prendendo parte al progetto (al momento si contano più di 2.300 idee e opinioni).  Widiba ha anche ideato un meccanismo assai interessante che mira a fidelizzare la clientela in questa prima fase di start-up e in seguito, quando la banca sarà realmente operativa. In base ai contributi che ogni utente fornisce al progetto, Widiba corrisponde dei Widistock, dei punti virtuali in grado di restituire valore alla comunità web degli utenti sostenendo progetti di interesse comune. A tal fine è sin d’ora previsto che tutti i punti accumulati dagli utenti (e computati attraverso un apposito contatore disponibile sul sito di Widiba) saranno utilizzati per finanziare fino a un massimo di dieci progetti legati alle scuole più meritevoli. In particolare, per ciascuna soglia di punti raggiunti dalla comunità,  Widiba provvederà ad installare un impianto WIFI all’interno di una scuola. La comunità coinvolta segnalerà la scuola e il progetto o l’attività che grazie al nuovo impianto WIFI la scuola potrà mettere a disposizione degli alunni. Ciascuna soglia equivale a un milione di Widistock. L’insindacabile scelta del progetto e della scuola sarà discussa e votata da una giuria di qualità designata da MPS. Widiba, dunque, oltre a presentarsi come banca partecipativa e aperta alle reali esigenze degli utenti, svolge, almeno in questa prima fase e si spera anche in seguito, un ruolo interessante anche in ambito sociale. Ogni azione, proposta, intervento, punti Widistock generati e tutto ciò che l’utente ha effettuato sul sito di Widiba concorrerà a determinare il profilo commerciale dell’utente stesso. Ciò, permetterà all’utente di beneficiare di eventuali ulteriori vantaggi legati a concorsi a premio (i cosidetti "rewarding"). Un utente, una volta registrato sul sito di Widiba, potrà scegliere tra due opzioni relative ad altrettante azioni:
A) inserire una proposta utile a migliorare l’offerta dei servizi bancari e finanziari online;
B) condividere un’esperienza non positiva avuta in passato rispetto al contesto bancario. Tutti gli utenti che all’interno di Widiba inseriscono una proposta vengono definiti “SOLUTION CREW”. Gli utenti che, invece, inseriscono un’opinione, vengono identificati come “QUESTION CREW”. Tutti i membri "QUESTION CREW" che dopo aver inserito un'opinione decidono di convertirla in proposta cambiano ruolo e diventano automaticamente "SOLUTION CREW".

Ecco alcuni contributi interessanti forniti dagli utenti di Widiba:

Sobery suggerisce, ad esempio, la possibilità per l'utente di "creare" conti correnti personalizzati partendo da un contratto base, andando step by step ad aggiungere le opzioni che più desidera (carnet di assegni, carta di credito, internet banking) in modo "dinamico". Ogni opzione dovrà essere espressamente richiesta rispondendo via via a domande strutturate più o meno in questo modo: "vuoi inserire l'home banking (costo €1 al mese)? "Il cui risultato sarà un conto su misura per le sue esigenze (e le sue tasche) senza sorprese.

lucabertone invece si concentra sui mutui. La sua proposta è la seguente: "Sarebbe bello, se uno ha bisogno di un prestito-finanziamento avere una videata nell'home banking dove inserire le proprie peculiarità (reddito mensile, altri finanziamenti in essere, ecc...) ed alla fine avere subito la risposta della banca sulla fattibilità del prestito stesso: tutto on-line e tutto veloce".

annibal pone l'accento, invece, sulla comunicazione attraverso le app e propone di "avere la possibilità di comunicare con la banca tramite l'applicazione WhatsApp".

Doddo1970 apre le porte a nuove frontiere per il trading: "Mi piacerebbe che si potesse fare trading su tutte le piazze finanziarie e per tutti i tipi di strumenti, senza escludere titoli come il btp mantello o le valute, e che tutti gli strumenti finanziari vengano censiti in piattaforma a partire dal primo giorno di quotazione".

solestella "Io in genere tendo ad inserire password, non molto diverse tra loro, mi aiuta a dimenticarle di meno ma offre poca sicurezza, possiamo utilizzare un sistema di riconoscimento vocale?"

Barbara Damiano fa un po' il bastian contrario ma in maniera assolutamente costruttiva: "Sono dubbiosa. Come ogni cittadino medio, nel corso degli anni la mia fiducia verso le Banche, tutte, è diminuita drasticamente: contratti troppo complicati e impossibili da capire e leggere veramente, commissioni che aumentano improvvisamente, finanziamenti sempre difficili da richiedere, poca digitalizzazione dei servizi, costi elevati.A maggior ragione quando si ha una famiglia (o addirittura un'azienda, come noi): in Italia mi sembra tutto molto complicato, per chi ha molti conti corrente e deve gestirli al meglio. Widiba si è proposta di creare una Banca sulle indicazioni degli utenti: una sfida forte, che deve essere trattata con cura. Widiba è pronta a recepire anche le critiche? In che modo? Io, chiaramente, lo vorrei: mi piacerebbe pensare di poter avere un giorno un conto corrente aziendale in una Banca che percepisco come alleato commerciale, e non come ostacolo alla crescita, o come puro costo di cui non posso fare a meno. Ecco quindi le mie idee forti, complicate e anche schiette:
- vorrei veder premiata la digitalizzazione: una riduzione significativa dei costi bancari per chi, come me, opera soltanto con la Banca online, senza recarsi agli sportelli;
- vorrei fidi aziendali flessibili, con commissioni giuste, che premiano chi ha un buon fatturato ma in certi periodi dell'anno ha bisogno di liquidità (per investire, per pagare le tasse...)
- e soprattutto vorrei avere aiuto: consulenze commerciali e finanziarie, indicazioni sugli investimenti aziendali, assistenza online da persone competenti che hanno a cuore il mio business (il mio cliente ha un'azienda florida, facciamolo crescere ancora, così vinciamo tutti).
Allo stesso modo, come membro di una famiglia, vorrei poter contare sulla mia Banca per gestire al meglio le finanze della famiglia e la mia casa:
- vorrei un piano di risparmio in cui i miei soldi vengano investiti eticamente;
- vorrei agevolazioni per ristrutturazioni o miglioramenti della casa;
- sicuramente mi piacerebbe poter risparmiare del denaro per mia figlia, per pagarle l'Università in futuro;
- vorrei trasparenza: di chi è la mia Banca? opera eticamente?
Non mi sento ottimista: un caso più unico che raro. Un caso in cui vorrei essere smentita, se si può."

Widiba appare come un nuovo modo di concepire il concetto di banca. Sarà una nuova era? c'è da auspicare cambiamenti significativi a favore dei cittadini e il progetto Widiba pare vada verso la realizzazione di un sogno, la banca di tutti fatta dagli utenti. Tra realtà e utopia, una mosca bianca accende un barlume di speranza all'interno del vecchio e decrepito sistema bancario. Staremo a vedere.

venerdì 4 aprile 2014

É scontro sui conti Ior appoggiati presso banche italiane

Ernst von Freyberg - Presidente dello IOR
Papa Francesco promette di trasformare lo IOR in una casa di vetro, cominciando dai 18.900 conti correnti per un valore complessivo di 6,3 miliardi di euro. Ma la Santa Sede è gelosa dei suoi segreti finanziari, perciò, dietro le quinte, si sta consumando un duro braccio di ferro tra autorità italiane e vaticane. In ballo ci sono i conti IOR appoggiati presso le banche italiane: si parla di almeno una quarantina di milioni di euro presso Banca Intesa, Unicredit, Credito artigiano, Mps e altri ancora. Si tratta di "conti calderone" o "conti misti", utilizzati dallo IOR per trasferimenti di denaro, avendo cura di custodire l'anonimato dell'effettivo titolare. I conti sono stati congelati: l'unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia diretta da Claudio Clemente e la Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone chiedono con insistenza al presidente dello IOR, Ernst von Freyberg (Ernst von Freyberg pone due obiettivi alla base del suo impegno presso lo IOR: il primo è di rendere le strutture e i regolamenti dello IOR più trasparenti. Il secondo è di chiarire e, se necessario, porre fine a pratiche come il riciclaggio e l'evasione fiscale poiché, in passato, lo IOR è stato associato a tali attività illecite. In riferimento a questi argomenti, von Freyberg ha dichiarato che lo IOR praticherà una politica di "tolleranza zero" contro le attività illegali), e al direttore dell'Autorità di informazione finanziaria del Vaticano, René Brulhart, di accendere un faro su questi conti. All'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, è stata affidata la "moral suasion" sul segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin. Ma alla fine lo stesso Greco non ha potuto nascondere una certa irritazione, complice anche il rifiuto dello IOR di fornire la lista delle 35 banche estere con conti di corrispondenza e le generalità dei titolari dei 1.300 conti presso la banca vaticana chiusi nelle scorse settimane. Molti dei depositi custoditi in quei conti hanno già preso il volo, probabilmente verso la Germania e alcuni paradisi fiscali. L'Italia, intanto ha dato corso alla rogatoria su monsignor Nunzio Scarano, fornendo al tribunale del Vaticano le informazioni richieste. Bankitalia si aspetta, infine, di essere consultata per definire i futuri assetti dello IOR e dell'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio delle sede apostolica. Ma neppure su questo sembra esserci stato un confronto. 

Ignazio Ingrao

venerdì 21 marzo 2014

Il Diavolo di piazza Affari e i retroscena dell'alta finanza

La finanza raccontata dalla sua scatola nera
Incontrarlo con ancora negli occhi le immagini di depravazione del Lupo di Wall Street può essere fuorviante. Le suggestioni cinematografiche e quel po' di esperienza biografica indurrebbero a cercare conferme allo stereotipo: il banker rampante che sotto quel sorriso seducente sa comunque di amaro. Invece, assieme alle prime chiacchiere, si mescolano indizi che lo allontanano da un cliché che forse è pure scaduto. Niente scarpe superlucide di chi è arrivato ma Nike nere sotto un completo blu che pare anonimo; molta più voglia di parlare di emozioni che di cose e persone; una non consueta curiosità verso il prossimo e una profonda fede religiosa. Guido Maria Brera, 44 anni, è un banker che ha fatto presto tanti soldi. Oggi che è ancora un finanziere, ai vertici di una società di gestione patrimoniale da 150 dipendenti, è in libreria con un romanzo, "I Diavoli", che ha l'ambizione di raccontare la finanza dalla sua scatola nera. 

Dalla meravigliosa penna di una delle giornaliste più brillanti del palcoscenico giornalistico italiano, Lucia Scajola, è venuta fuori una gustosa intervista a quello che si sta rivelando come uno degli autori più sorprendenti di questo primo scorcio del 2014. 

Perché ha deciso di scrivere questo libro?

Per due ragioni. La prima, vagamente altruistica, ha a che fare con un'intenzione divulgativa che maturo da anni. Mi sembra utile che le persone sappiano più cose possibile su questo mondo che determina le loro vite. Per ragionare su una cura, che è necessaria, serve prima la diagnosi. La seconda ragione, invece, è di tipo autobiografico. A un certo punto sono entrato in crisi, esattamente come Massimo, il protagonista: quando arriva in cima alla sua piramide, realizza che in fondo sta molto male. Il libro è un'autoanalisi.

Da Roma, sbarcato a Londra, lei è diventato uno tra i più importanti gestori di capitali d'Europa, prima di fondare la sua società. Cosa l'ha messa in crisi?

Prendere atto che la finanza può essere "biopolitica": incide nella carne delle persone. Nel libro, non a caso, i protagonisti investono in titoli di Stato, una sorta di bastone con cui si influenza la collettività.

Per quanto lei, "gestore di patrimoni", si collochi tra i buoni, è pur sempre funzionale a un sistema che può fare male. O no?

Certo che si: come gli avvocati d'affari, un determinato circuito mediatico e un'ampia élite globale. Quando ho iniziato, pensavo facesse bene a me, non male agli altri. Ora divido la finanza in cattiva e buona: la prima è sperequativa, fa i soldi con i soldi e funziona solo con chi li ha; la seconda porta i soldi dove ci sono idee e ha l'ambizione di essere più democratica.

"Alle 7.53 ha estratto una bustina di carta da zucchero... Quindi ha steso una riga di polvere bianca. Poi ha sminuzzato i cristalli col taglio di una carta di credito Centurion Black... Ora, 7 minuti e 36 secondi dopo l'inizio delle contrattazioni, il Diavolo ha le pupille dilatate e si sente un dio". Sembra una scena del film "The Wolf of Wall Street". Anche lei è stato "Lupo"?

Quello qui descritto è un "Diavolo" alla vecchia maniera, anni 90, come quelli del film con Di Caprio. Io non ho fatto in tempo. E poi ho studiato in un collegio di preti, che mi hanno fatto crescere con un sacco di sensi di colpa: anche volendo, non ci sarei riuscito.

"Eppure nel floor, il piano delle contrattazioni, c'è tutto... Lo stato maggiore, i reduci di molte guerre e le reclute alle prime battaglie, quelli che credono in qualcosa, chi non ha mai creduto. Ci sono i migliori tra i migliori". Ha ancora senso che i migliori ambiscano a lavorare là?

Come ai miei tempi, la finanza è rimasta il buco nero verso cui puntano i più bravi: è il settore più retribuito. Per come stanno le cose oggi, sarebbero dei Don Chisciotte a non volere stare nel floor. Sta a noi creare le condizioni perché la situazione cambi.

É un lavoro in cui tutto, a cominciare dal movente, ruota intorno ai soldi.

É così all'inizio. Quando si arriva al successo, piano piano ci si distacca dal denaro e si cerca il potere: i soldi smettono di essere il fine e diventano un mezzo.

Guido Maria Brera, autore de "I Diavoli"
Nel libro si racconta anche della disgregazione di una famiglia. É possibile, per un banker, averne una?

Credo di si. Ma la donna deve essere molto brava a tenerla in piedi; oppure molto ipocrita, per sopportare compromessi e una vita fatta di assenze e anche di vizi. Con la mia prima moglie non ha retto perché eravamo entrambi troppo giovani e onesti.

Lei scrive: "C'è gente pericolosa che guarda all'Europa. Sono dei prestigiatori e per evitare che si dubiti del Dollaro o del debito americano sono disposti a tutto. Anche a usare la paura". Il suo romanzo è profondamente antiamericano.

L'America è un Minotauro che ha sempre bisogno di sacrificare qualcuno per proliferare. Per un periodo la sua vittima è stata l'Europa. Nel romanzo si racconta del complotto di chi, a un certo momento, ha deciso di accendere i riflettori sull'Europa, a vantaggio di Stati Uniti e Germania.

Cosa pensa delle tesi complottiste sulla situazione economica italiana del 2011, che segnò fortemente la fine del governo di Silvio Berlusconi a favore di quello di Mario Monti?

Credo che nella primavera del 2011 sia mancata l'attenzione politica a ciò che stava accadendo. Prima dell'estate, ebbi modo di incrociare  a un matrimonio l'allora premier Silvio Berlusconi. Ero molto allarmato per ciò che vedevo sui mercati e avrei voluto avere più di quei 30 secondi per parlargliene.

Le dicerie, oltre l'età e il look, la collocherebbero fra i renziani: è vero?

Credo sia un altro il finanziere giovane vicino a Renzi... Scherzi a parte, vista la liquidità della politica di oggi, non saprei nemmeno dove collocarmi. Quanto al nuovo premier, è presto per giudicarlo: per ora, mi piace si capisca quello che dice.

Altre voci vogliono che il libro sia stato scritto da Walter Siti, che l'anno scorso ha vinto il premio Strega con "Resistere non serve a niente", ispirato anche da lei.

Walter è stato la prima persona cui l'ho fatto leggere, una volta finito. Comunque lo prendo come un complimento: vuole dire che è scritto bene.

Lei ha creato una fondazione che aiuta bambini con problemi di salute, ma tende a negarlo.

Le cose si fanno, ma non si dicono. Aggiungo solo che sono stato molto fortunato in un triste frangente che mi ha toccato nel privato. L'ho fatto per sdebitarmi con la Provvidenza.

Quindi lei è credente?

La fede mi ha salvato tante volte. Sono cattolico praticante: anche se divorziato, faccio la comunione senza sensi di colpa, grazie a un prete di Aversa che mi confessa.

É fidanzato con la show girl Caterina Balivo: a lei, e ai suoi tre figli, è dedicato il romanzo. Qual'è il minimo comun denominatore fra il libro, la sua compagna e la finanza?

La copertina: c'è un lingotto e a lei piace l'oro.

É vero che punta a farne un film?

Si, ma ho frenato su tutto: vorrei che avesse un'ambientazione anglosassone e che fosse girato in inglese.

Parla di questo libro come di un percorso di guarigione. Da cosa?

A 30 anni ero già vecchio. Avevo tutto: la carriera e due figli. Ma non ero contento di nulla. Vivevo nel più assoluto individualismo, convinto di dover essere per forza il migliore. Sono guarito quando ho imparato che condividere è più bello che competere.

domenica 16 marzo 2014

Ecco cosa cambia con l'introduzione della nuova tassazione sulle rendite finanziarie

Il governo Renzi, per bocca dello stesso Premier, ha annunciato una clamorosa stretta sulle rendite finanziarie. Il provvedimento, che servirà a garantire un'adeguata copertura alla riduzione del 10% dell'Irap alle imprese (questa operazione avrà una portata stimata in 2,4 miliardi di euro), mira ad innalzare la tassazione di ben 6 punti percentuali. Dal primo maggio, quindi, l'attuale percentuale di tassazione sui proventi dei principali prodotti finanziari passerà dal 20% al 26%. Da più parti si sono levate aspre critiche. L'intervento sull'Irap appare ai più, per molti versi, troppo timido. Inoltre il suo finanziamento viene affidato ad un intervento sulla tassazione delle rendite finanziarie che da sempre genera polemiche per un settore già gravato da altre forme di prelievo. Ogni punto di aliquota di tassazione sulle rendite finanziarie, stando almeno alle recenti ipotesi di aumento (limitato a soli 2 punti) formulate con l'ultima legge di Stabilità targata Letta, vale circa 420 milioni di euro. Con un aumento di 6 punti percentuali della tassazione il conto presentato da Renzi ai risparmiatori, come detto, si assesta a 2,4 miliardi. Sul tributo regionale, al di là della percentuale di riduzione, il Premier non ha ancora scoperto le carte. Si sa che il tributo regionale pagato dal solo settore privato, e certificato dal Mef con le entrate 2013, è stato pari a quasi 25 miliardi di euro. Tra le ipotesi sul tavolo ci sarebbe una riduzione della componente costo del lavoro che passa o per la deducibilità integrale del costo sostenuto per dipendenti e assimilati dalla base imponibile o per una deducibilità in misura percentuale di circa il 75%. Tutto dipenderà dal costo complessivo dell'operazione su base annua che potrebbe ridursi con una decorrenza, almeno per il 2014, di soli 8 mesi circa. Questa misura appare assai coraggiosa e segna una netta discontinuità con l'operato dei predecessori del toscanaccio Premier dalla verve indiscutibile. Il trottolino Renzi, corre e sembra anche saperlo fare, almeno in termini di efficacia nel modo di comunicare. Speriamo che la sua azione di governo porti i frutti sperati e riesca a dare una svolta alla tanto malconcia economia tricolore.

giovedì 20 giugno 2013

Si va verso la riduzione dei costi e dei tassi dei mutui

Il nodo mutui è assai annoso e stringe nella morsa migliaia di famiglie in crisi di liquidità che si vedono costrette a perdere la propria casa poiché impossibilitate a far fronte alle obbligazioni assunte con le banche. Nella legge di stabilità, al fine di tamponare questa vera e propria emergenza sociale,  potrebbe essere inserito un meccanismo per ridurre il costo dei mutui per le famiglie che intendono acquistare immobili, riducendo i tassi e ipotizzando anche una cartolarizzazione dei crediti. Lo ha annunciato il viceministro dell'economia Stefano Fassina, intervenendo alla presentazione dell'Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni presso la sede dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance). Fassina, dopo avere riconosciuto che il tema del credito, alle imprese e alle famiglie, costituisce uno dei problemi di maggiore rilievo in una crisi che è sistemica, ha affermato che il Governo sta studiando un sistema di interventi sul sistema bancario finalizzato al sostegno dei mutui. L'obiettivo è quello di ridurre i costi per le famiglie, riducendo i tassi. "Per fare ciò", ha detto Fassina, "si dovrebbe operare attraverso una diversificazione dei rischi delle banche cartolarizzando i crediti e quindi mettendo a punto anche delle garanzie che consentano di abbassare i costi dei mutui stessi". Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e la politica italiana è fatta di proclami senza esito. Speriamo che almeno questa volta alle parole seguano fatti concreti.

mercoledì 19 giugno 2013

I migliori prestiti per le vacanze

I prestiti personali per le vacanze sono quantomai attuali in questo periodo e attengono una fetta sempre più ampia della popolazione che, stretta dalla morsa della crisi economica, pur di concedersi qualche giorno al mare o in montagna, ricorrono sempre più spesso ad apposite linee di credito studiate per finanziare le proprie vacanze. In tal senso si segnalano tre prodotti dai costi abbastanza contenuti. Siamo passati dallo 0,7% allo 0,83% del totale delle richieste di prestito personale presentate in Italia. La nostra simulazione ha preso in esame il caso di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato con 13 anni di servizio alle spalle e 36 anni di età, residente a Roma. La richiesta attiene un prestito per le vacanze di importo pari a 5.000 euro.

Dei tre prodotti analizzati, afferenti alle società finanziarie Findomestic Banca, Rataweb e Fiditalia, solo il primo non prevede spese iniziali, mentre gli altri prevedono una spesa iniziale pari a 14,62 euro.

Findomestic Banca propone il cosiddetto "Credito Vacanze", un prestito personale classico con TAN fisso all'8,80% e TAEG al 9,16% senza costi accessori, che prevede una rata di 227,97 euro per 24 mesi.

Rataweb, invece, sfida la concorrenza con il suo prestito denominato "Credito Personale". Molto simile al precedente, questo finanziamento ha un TAN fisso pari al 7,95% e un TAEG pari al 9,21%. La rata in questo caso ammonta a 227,32 euro per 24 mesi e non ci sono costi inerenti l'istruttoria della pratica. Da notare che, nonostante vi siano dei costi lievemente superiori rispetto al credito vacanze Findomestic, questo prodotto ha una rata lievemente più leggera di 0,65 centesimi di euro che per 24 rate, si traduce in un risparmio pari a 15,60 euro, una cifra in grado di coprire le spese iniziali sostenute che sono, come detto in precedenza, pari a 14,62 euro.

Infine, ma non per ultimo, Fidiamo di Fiditalia, un prestito personale che ha un TAN fisso dell'8,55% e un Taeg pari a 9,32% (il più alto del lotto analizzato). La rata ammonta a 227,39 euro e non sono previsti né costi d'istruttoria né costi legati all'addebito sul conto corrente a mezzo R.I.D. Tutto questo basta a giustificare la competitività del prodotto che si colloca al secondo posto rispetto al prestito proposto da Rataweb.

sabato 15 giugno 2013

Decreto del Fare

Con il "decreto del Fare" il governo Letta prova dare una svolta al proprio operato, fin qui veramente lento e farraginoso. Il pacchetto delle misure messe in campo prevede un decreto e un disegno di legge che avrà lo scopo di intervenire su diversi temi: dall'alleggeriemnto delle bollette al divieto di pignoramento sulla prima casa, fino all'addio al libretto sanitario e la digitalizzazione dei servizi. 

BOLLETTE - Previsto il taglio delle bollette elettriche ai cittadini e alle aziende per oltre 500 milioni di euro l'anno, attraverso la riduzione di oneri impropri e rendite. 

EQUITALIA CASA E MUTUI - Per le espropriazioni della prima casa, Equitalia manterrà le garanzie e la prelazione nell'incasso del credito, ma non potrà più far suo l'immobile, con l'eccezione di ville, castelli e case signorili. Respirerà anche chi non riesce a pagare il mutuo: prima di decadere dal piano di dilazione, lo Stato concede 5 mesi di tempo (e non solo 2 come è stato fino a oggi). 

PICCOLE OPERE - Il governo mette in campo finanziamenti per rilanciare 6 mila cantieri, attingendo dagli investimenti per Tav e Ponte sullo Stretto. 

LIBRETTO SANITARIO - Viene creata l'Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana), che dovrà monitorare le prestazioni erogate dalle Asl. Il libretto sanitario personale scomparirà: le informazioni saranno online. 

PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI - Se le Pubbliche Amministrazioni tarderanno ad arrivare alla conclusione di un procedimento amministrativo, gli utenti potranno rivalersi. La sanzione sarà di 50 euro al giorno per un massimo di 4.000 euro. 

UNIVERSITA' E RICERCA - Nelle università salirà il turnover (dal 20 al 50%). Per gli studenti diplomatisi con 95/100 o con un voto superiore che intendono frequentare l'università fuori dalla propria città, ci sono a disposizione 19 milioni di euro in borse di studio fino al 2017. 

Sul fronte dell'Imposta sul valore aggiunto c'è da dire che nessuna decisione è stata presa allorquando mancano 15 giorni all'aumento di un punto percentuale. Letta, Saccomanni e Zanonato sono stati chiari. "Le risorse per scongiurare l'aumento non ci sono". Frange di Pd e Pdl, però, insistono nella direzione opposta. Fassina e Brunetta, per una volta d'accordo, spingono per lo stop all'incremento dell'imopsta. Trovare le coperture in due settimane è pressocché impossibile, perché significherebbe tagliare in modo sostanzioso altrove e, si sa, il taglio degli sprechi non è una strada percorribile da nessun governo, in Italia. L'unica alternativa all'aumento pare essere, in questo momento, una proroga. Sarebbe un modo per prendere tempo in vista di uno stop definitivo. Una soluzione classica all'italiana, insomma.

giovedì 13 giugno 2013

Nei contratti di mutuo clausole che permettono alle banche di superare il tasso di usura

La Federconsumatori, nello specifico la sezione di Cosenza, si mobilita dopo la decisione della Suprema Corte di Cassazione di permettere alle banche di inserire nei contratti di mutuo clausole che, di fatto, non contrastano la possibilità, da parte degli istituti di credito, di superare il tasso di usura, grazie al cumulo del tasso di interesse sul mutuo e del tasso di mora.

In seguito alla sentenza, moltissimi cittadini si sono rivolti allo sportello della Federconsumatori di Cosenza, chiedendo delucidazioni sulla vicenda e assistenza tecnico-legale. La Federconsumatori di Cosenza ha, di conseguenza, deciso di prendere posizione al riguardo, orientandosi a chiedere la nullità parziale dei contratti, ritenendo il contratto valido in sé, ma nulle le singole clausole “incriminate”.

La Federconsumatori di Cosenza, inoltre, chiederà sia all’Abi sia alla Banca d’Italia la rinegoziazione dei vecchi contratti di mutuo, al fine di cancellare la clausola in questione; l’eliminazione di tale clausola dai contratti futuri; la restituzione delle somme pagate in più e relative al superamento dei tassi di usura.

La Federconsumatori di Cosenza ha intenzione di chiedere anche, alle singole banche, la restituzione delle somme pagate in più, in tutti i casi in cui sia stato superato il tasso di usura. A tal proposito, prevedendo una certa resistenza da parte degli istituti di credito, la Federconsumatori di Cosenza sta valutando l'opportunità di rivolgersi ai Tribunali competenti per avviare cause pilota con l’obiettivo di chiedere la nullità parziale dei contratti e la restituzione delle somme pagate in eccesso.

lunedì 10 giugno 2013

Prestiti personali per i matrimoni in aumento anche se gli importi sono inferiori rispetto al passato

La bella stagione, si sà, porta con se oltre al risveglio della natura in tutte le sue forme ed espressioni, anche gli esseri umani ad intraprendere un percorso di vita insieme. Ecco quindi arrivare in massa matrimoni su matrimoni che, da maggio fino a ottobre invadono festosamente le chiese di tutta Italia e del mondo intero. Però sposarsi ai giorni nostri non è certo cosa facile e richiede sicuramente uno sforzo economico non indifferente. A tal fine si evidenzia una netta impennata dei prestiti personali richiesti proprio per questo fine anche se, a dire il vero, gli importi medi sono sensibilmente diminuiti. Come dire, un aiutino serve senz'altro ma non più di tanto per non trovarsi in una situazione ancora più pesante determinata dal pagamento di numerose rate alla finanziaria o alla banca che ha erogato il finanziamento. Fino ad un paio di anni fa l'importo medio richiesto dai futuri sposi si avvicinava a 16.000 euro, oggigiorno è sceso a 9.000 euro. Il dato è alquanto significativo e segna una svolta negativa pari quasi al 50%. La crisi è stringente sotto tutti i punti di vista e i matrimoni, riti tradizionali ai quali siamo affezionatissimi, iniziano a dover fare i conti con un regime di austerity decisamente pessimo. Le cerimonie sono divenute più sobrie ed anche l'indotto ne ha risentito moltissimo. Le sale ricevimento sono spesso meno affollate rispetto ad un tempo. Sposarsi è un lusso e non sempre conviene farlo, anche se si ha la possibilità di prendere un piccolo prestito.
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