martedì 30 novembre 2010

Cosa è l'Eurirs?

Al pari degli Euribor anche gli Eurirs sono tassi interbancari di riferimento. Sono, però, legati al mercato dei tassi a lungo termine e sono allineati al Bund tedesco, il bond europeo considerato oggi più affidabile. Sono utilizzati per calcolare le rate dei mutui a tasso fisso. Solitamente per il calcolo dell'importo viene utilizzato l'Eurirs di pari durata del mutuo (esempio: se il mutuo è di 20 anni si utilizza l'Eurirs a 20 anni). In alcuni casi, però, gli istituti di credito propongono piani di ammortamento con Eurirs su scadenze inferiori rispetto alla durata del mutuo, offrendo la possibilità nel tempo di rinnovare il tasso fisso (e quindi lo stesso Eurirs) oppure di convertire il piano di rimborso a tasso variabile.

lunedì 29 novembre 2010

Quali sono i migliori mutui a tasso variabile e a tasso fisso?

Quali sono i migliori mutui a tasso variabile e a tasso fisso? Vista l'attuale situazione dei mercati finanziari e creditizi è d'obbligo, da parte nostra, fornire una disamina in merito a quelli che, ad oggi, possono essere considerati a pieno titolo i prodotti migliori a disposizione della clientela. Le condizioni attuali sui tassi offerti  dipingono un quadro a costi più bassi rispetto alla media storica degli interessi pagati sui mutui. Sia i variabili che i fissi viaggiano vicino ai minimi di sempre perché sia gli indici Euribor (i parametri a cui sono agganciati i mutui indicizzati che gli Eurirs (gli indici di riferimento utilizzati per calcolare le rate dei prestiti a tasso bloccato) sono imballati, complici le incertezze economiche, sui minimi storici.

Ciò che si evince in maniera chiara è che sia per ciò che attiene le proposte a tasso fisso che variabile, a farla da padrone è Che Banca! Il mutuo variabile è il migliore del lotto con un ISC (Taeg) pari al 2,12%, mentre il mutuo fisso è al secondo posto della relativa classifica con un ISC (Taeg) del 4,16%. Meglio fa solo il mutuo acquisto last minute del Gruppo Banco Popolare che, con il 4,02%, si attesta al primo posto. Sul gradino più basso del podio dei mutui a tasso fisso troviamo il mutuo spensierato della BNL - Gruppo Bnp Paribas, con un ISC del 4,30%.

Per ciò che attiene i mutui a tasso variabile, alle spalle del mutuo variabile di Che Banca! troviamo il mutuo Cariparma online variabile con opzione, offerto da Cariparma - Crédit Agricole, ad un tasso pari al 2,16%. Al terzo posto, invece, troviamo il mutuo variabile Webank, più caro di appena lo 0,01% rispetto al prodotto proposto da Cariparma.

Webank, Che Banca! e Cariparma si dividono in quest'ordine anche il podio per la categoria mutui variabili con Cap. Il mutuo variabile con Cap di Webank (tetto massimo 5,50%) ha un Isc del 2,58%, il mutuo variabile con Cap di Che Banca! (tetto massimo 5,70%) ha un ISC del 2,61%, mentre il gran mutuo chiaro e certo di Cariparma (tetto massimo 5,45%) ha un Isc del 2,81%.

Analizzando le cifre si nota come, tutto sommato, convenga contrarre un mutuo a tasso fisso piuttosto che un variabile con Cap, visti i tassi eccezionalmente bassi dei mutui a tasso fisso. Dietro la convenienza del tasso fisso, però, non c'è solo la reattività della domanda a capire le mutate condizioni di mercato (gli Eurirs ad agosto erano sotto il 3% su tutte le durate, oggi l'indice a 20 anni è al 3,30%, comunque al di sotto della media, superiore al 4%). In questo scenario molti istituti di credito prediligono il fisso perché, a tassi così ridotti, difficilmente correranno il rischio futuro di veder scappare via i clienti. Fenomeno che, invece, è risultato molto diffuso negli ultimi due anni, da quando è operativa l'opzione della surroga.

venerdì 26 novembre 2010

Come si analizzano i tassi sui mutui?

Bastano minime differenze di tasso per causare aumenti o riduzioni molto sensibili del montante, cioè del costo complessivo del mutuo. Sul montante influiscono la durata e il tasso. Per esempio, tra un mutuo ventennale da 100.000 euro al 4,67% fisso e uno al 5,67% il montante finale aumenta di quasi 13.400 euro. Col tasso variabile, tra un'offerta al 3,31% e una al 4,31% il montante aumenta di 12.500 euro circa. I rincari si spalmano su ciascuna rata mensile: nel contratto a tasso fisso l'aumento per ciascuna rata tra il 4,67% e il 5,67% è di circa 56 euro (su 645 di base), nel mutuo a tasso variabile, tra il 3,31% e il 4,31% l'aumento è di 52 euro circa su una base di 571. Differenze enormi. Ma se anche i rincari fossero di appena 10 euro a rata, questi piccoli aumenti si moltiplicano per il numero delle rate mensili, che in un contratto di 20 anni sono 240. Le rate di un mutuo sono i mattoni necessari a costruire una casa: tutti insieme possono creare una grande abitazione, ma se il loro costo è troppo alto i loro pesi rischiano di fare crollare tutto! Per analizzare correttamente i tassi proposti dalle banche, il documento fondamentale da leggere e conservare è il piano di ammortamento.

lunedì 22 novembre 2010

Cosa sono i Cfd?

Cosa sono i Cfd?

Un Cfd è un "contract for difference", letteralmente un "contratto per differenza". Si tratta di strumenti di investimento derivati che consentono di scambiare le differenze di valore di un dato sottostante generate tra l'apertura e la chiusura della posizione. In pratica, si compra o si vende un contratto che replica esattamente i prezzi dell'attività finanziaria sottostante, così che i prezzi dei titoli e dei Cfd sono identici.

Come funzionano i Cfd?

L'acquirente di un Cfd paga un tasso d'interesse, ricevendo il rendimento di un'attività finanziaria sottostante. Il guadagno, o la perdita, è dato quindi dalla differenza tra il prezzo d'acquisto e di vendita del sottostante, per il numero di Cfd scambiati. Il venditore del contratto, a fronte dell'incasso degli interessi, si impegna a pagare tale rendimento. Sono un prodotto a leva: all'investitore è richiesto di versare solo una parte del valore complessivo dell'operazione.

Quali sono le caratteristiche dei contratti?

I Cfd non sono soggetti all'imposta di bollo, in quanto l'investitore non possiede il titolo - che rimane in capo all'intermediario - ma acquista solo un suo derivato negoziando la differenza del valore di acquisto e di vendita. I contratti non hanno scadenza e possono essere tenuti in portafoglio a tempo indeterminato, a meno che il sottostante non sia il titolo di una società oggetto di offerte di acquisizione, nel qual caso la posizione in Cfd viene chiusa automaticamente il giorno precedente all'ultimo in cui le azioni sono quotate nella forma esistente. Molti Cfd, ma non tutti, sono negoziabili 24 ore su 24; il broker offre la possibilità di entrare e uscire dal mercato garantendo la liquidità dei contratti.

Come si calcolano gli interessi corrisposti al broker?

Gli interessi sono calcolati aggiungendo o sottraendo (a seconda che la posizione sia long o short) una percentuale fissa (detta spread) a un tasso di riferimento base che varia di broker in broker. Ad esempio, se si acquistano 100 Cfd su un titolo azionario da 10 euro con un margine del 5%, il margine richiesto è di 50 euro (100 Cfd X 10 euro = 1.000 euro; il 5% di 1.000 euro è 50 euro). Se si vendono i titoli dopo 25 giorni a 11 euro, il profitto lordo è di 100 euro (prezzo di vendita 11 euro - prezzo di acquisto 10 euro X 100 contratti). Gli interessi passivi si calcolano sulla base del tasso fisso, pari ad esempio al 4%, più lo spread del broker, che assumiamo per esempio al 2,5%. Sull'investimento da 1.000 euro, quindi, gli interessi sono pari a 4,45 euro in 25 giorni (1.000 euro X 6,5%/365 giorni X 25 giorni = 4,45 euro). Il profitto netto è quindi di 100 euro meno le commissioni di gestione meno i 4,45 euro di tasso d'interesse.

Quali sono i rischi dei Cfd?

L'investimento in Cfd è molto rischioso. In virtù delle forti fluttuazioni del valore, l'investitore potrebbe non ricevere indietro il denaro investito. Con alcune transazioni, i clienti possono non solo perdere quanto investito, ma possono anche essere passibili di pagamenti futuri per importi non specificati. Lo strumento insomma non è adatto all'investitore alle prime armi, o che sia alla ricerca di un'entrata dai suoi investimenti poiché l'entrata derivante da suddetti investimenti può variare di valore in termini di denaro. Per un investimento dei prodotti Over the counter, che non è un investimento facilmente realizzabile, potrebbe essere difficile vendere o portare a termine l'investimento e ottenere informazioni attendibili circa il valore o l'ampiezza del rischio al quale è esposto l'investitore.

mercoledì 17 novembre 2010

Attenzione ai finti rimborsi fiscali via e-mail

Una nuova trappola in formato elettronico si aggira per il web pronta a “rubare” i dati delle carte di credito degli utenti che ricevono il messaggio “truffa” via e-mail. Da qualche tempo è infatti in circolazione un’ e-mail che riporta nell’oggetto la frase “Si dispone di un rimborso fiscale!” che sembra essere stata inviata dall’Agenzia delle Entrate.
L’indirizzo da cui proviene l’e-mail è il seguente: bcadmin@agenziaentrate.com.
Attenzione, perché si tratta di un tentativo di “phishing” ovvero una truffa informatica che ha l’obiettivo di entrare in possesso di informazioni riservate come quelle sulle carte di credito.
Si ricorda che la procedura seguita dall’Agenzia delle Entrate per erogare i rimborsi non prevede mai l’utilizzo di avvisi telefonici o delle e-mail, ma solo della posta tradizionale. In nessun caso l’Agenzia richiede informazioni sulle carte di credito.
Sul sito dell’Agenzia nella sezione "Home - Cosa devi fare - Richiedere - Rimborsi", si possono consultare le corrette modalità per ricevere un rimborso fiscale con l’accredito sul conto corrente bancario o postale.

lunedì 15 novembre 2010

Imposta sostitutiva per i leasing

Entro il 31 marzo 2011 dovrà essere versata un'imposta sostitutiva delle ipotecarie e catastali per tutti i leasing in essere all'1 gennaio 2011. Torneranno le imposte indirette in misura piena per le operazioni immobiliari poste in essere con le società di leasing e le banche. La riduzione alla metà delle imposte ipotecarie e catastali rimane solo per le operazioni dei fondi immobiliari chiusi. In sede di riscatto del leasing le imposte indirette saranno dovute in misura fissa. Lo prevede l'emendamento al ddl stabilità in tema di regime delle iposte indirette sulle operazioni immobiliari.

L'imposta sostitutiva trova la sua motivazione in un'altra innovazione che sarà introdotta. L'emendamento infatti interviene sul dl 223/2006. In primis sostituendo il comma 10-ter dell'articolo 35 che con riguardo alle cessioni di beni immobili strumentali anche se assoggettati all'imposta sul valore aggiunto prevede una riduzione al 50% delle aliquote delle imposte ipotecaria e catastale nel caso in cui siano parte di tali operazioni fondi immobiliari chiusi o imprese di locazione finanziaria o banche e intermediari finanziari. Tale regola è efficace dal primo ottobre 2006. Tale norma è ora completamente sostituita con la previsione che la riduzione si applicherà solo alle volture catastali e le trascrizioni relative a cessioni di beni immobili strumentali di cui all'articolo 10, numero 8-ter del dpr 633/72, di cui siano parte fondi immobiliari chiusi disciplinati dall'articolo 37 del testo unico sull'intermediazione finanziaria e dall'articolo 14-bis della legge 25/1/94. Per converso viene poi stabilito che con riguardo alle operazioni di riscatto dei beni immobiliari già detenuti in leasing o nel caso di risoluzione dello stesso le imposte di registro, ipotecarie e catastali saranno dovute in misura fissa.

Le due norme se lette congiuntamente portano come effetto sostanziale ad un anticipo del versamento di tali imposte. Le norme attuali infatti prevedono che limitatamente all'acquisto (da parte del concedente) ed al riscatto (da parte dell'utilizzatore) di fabbricati strumentali da concedere o concessi in lo9cazione finanziaria, una riduzione dal 4% al 2% del totale delle imposte ipotecarie e catastali, data dalla somma di 1,5% di imposta ipotecaria e 0,5% di imposta catastale.

L'agevolazione, disposta esclusivamente per le operazioni predette, è rivolta alle imprese di locazione finanziaria, alle banche, agli intermediari finanziari di cui agli articoli 106 e 107 dlgs 385/93. La riduzione si applica agli acquisti e ai riscatti effettuati dall'1/10/2006. Per evitare una doppia imposizione relativamente ai trasferimenti di immobili derivanti da contratti di locazione finanziaria, il comma 10-sexies dell'articolo 35 prevede poi la possibilità per l'acquirente di scomputare dall'ammontare delle imposte ipotecarie e catastali dovute in sede di riscatto l'imposta proporzionale di registro dell'1% pagata sui canoni di locazione.

Ora invece secondo l'emendamento nella prima fase delle operazioni le imposte saranno dovute in misura piena mentre invece in sede di riscatto saranno dovute in misura fissa tanto che sarà anche abrogata la norma di cui al comma 10 sexies secondo cui è possibile per l'acquirente scomputare dall'ammontare delle imposte ipotecarie e catastali dovute in sede di riscatto l'imposta proporzionale di registro dell'1% pagata sui canoni di locazione.

Presumibilmente per parificare la situazione di tutti i contribuenti e per evitare salti d'imposta, l'emendamento introduce un'imposta sostitutiva delle imposte ipotecarie e catastali dovuta per tutti i leasing immobiliari in corso di esecuzione all'1/1/2011 che sarà da versare entro il 31/3/2011. Ciò si presume per evitare l'effetto così esemplificabile: in sede di stipula del leasing si erano pagate le imposte ridotte del 50%. Quando interverrà il riscatto sarà ormai entrata in vigore la nuova norma che vede dovute solo le imposte in misura fissa e quindi si avrebbe un vantaggio rispetto al caso in cui il contratto fosse avviato già in presenza del nuovo regime. L'imposta sostitutiva sarà regolamentata da un apposito dm ma l'emendamento prevede già l'individuazione della misura. La stessa sarà infatti da quantificare partendo dalle misure in vigore in forza del dl 223/06 (pari alla metà di quelle ordinarie) riducendole del 4% moltiplicato per gli anni di durata residua del contratto.

giovedì 11 novembre 2010

Scegliere un mutuo valutando l'evoluzione dei tassi d'interesse

Le condizioni dei mutui offerti dalle banche non si basano tanto sui tassi in vigore al momento della firma del contratto, ma sulle aspettative di evoluzione dei tassi. Per scegliere con oculatezza, occorre considerare l'andamento dei tassi tanto nel passato,, per avere un termine di paragone, che nel futuro.

La convenienza di un mutuo, cioè il minor costo, non è quindi un valore assoluto e definitivo, ma una variabile rispetto alla media dei contratti dello stesso importo, durata e tipologia offerti in un dato momento. Il paramentro più comune al quale sono agganciati i tassi dei mutui variabili si chiama Euribor ed è il tasso che le banche principali dell'area euro chiedono ad altre banche per prestare loro denaro.

L'Euribor è quindi una sorta di pontile galleggiante al quale le banche agganciano, con una maggiorazione, i mutui variabili. Inoltre, per dare maggiore stabilità alle rate, le banche hanno iniziato a sviluppare nuovi tipi di mutui variabili indicizzati al tasso di base della Banca Centrale Europea (Bce). Tasso che non è fissato giorno per giorno dagli scambi di mercato, ma è modificato solamente quando è necessario farlo e in modo autonomo dalla Bce.

Ma non è tutto. Anche i mutui a tasso fisso si basano sulle attese di lungo periodo: il tasso è deciso in base a una variabile chiamata Irs che indica quanto costa in un certo momento preferire un tasso fisso rispetto a uno variabile per un contratto di pari durata. L'Irs è, in sostanza, il costo di una scommessa sul tasso fisso piuttosto che su quello variabile, calcolato ogni giorno sugli scambi tra banche. Anche l'irs come l'Euribor varia di giorno in giorno.

Chi si appresta a sottoscrivere un mutuo come può conoscere questi dati per regolarsi di conseguenza? Semplice: li trova ogni giorno, dal martedì al sabato, pubblicati nella sezione delle tabelle nelle pagine finali de "Il Sole 24 Ore", dove è riportato sia l'andamento dell'Euribor che quello dell'Irs.

Come fanno, invece, le banche a non sbagliare oggi sui tassi offerti ai clienti per 20 o 30 anni? Scommettono sui tassi con altre banche: i risultati delle scommesse variano in continuazione, ma alcuni sono ritenuti più probabili. Questi valori più probabili sono i tassi attesi dalle banche.

Ad esempio, supponiamo che le banche all'inizio del 2009 scommettevano sui tassi del futuro. Il loro ragiopnamento è in linea di massima questo: tra 5 anni esatti i tassi dovrebbero essere al 2,26%, tra 10 anni, nel 2019, al 3,02%. Tra quindici anni, nel 2024 al 3,87%. Tra 20 anni al 3,91% e tra 30 anni, nel 2039, al 3,74%. Tutto questo a fronte del fatto che all'inizio del 2009 i tassi base dei mutui viaggiavano tra il 2,4% e il 2,8%.

In sostanza, al cliente che all'inizio del 2009 avesse firmato un mutuo per l'acquisto della casa della durata di 20 anni le banche non avrebbero chiesto un tasso di base (sul quale applicare la maggiorazione, cioè lo spread) inferiore al 3,3% circa, che rappresenta il tasso atteso all'inizio del 2029. La differenza tra i tassi medi attesi dalle banche in 20 anni (3,3%) e quelli offerti ai clienti (4,71%) era dell'1,41%: questa è la maggiorazione o spread che le banche fanno pagare ai clienti rispetto alle attese sui tassi.

mercoledì 10 novembre 2010

La normativa antiriciclaggio e le sue implicazioni

  1. RESPONSABILITA' PERSONALE E REATO DI RICICLAGGIO:  l'operatore bancario, postale, finanziario, in caso di dubbi, deve informarsi sulla liceità dell'operazione, astenendosi, nel frattempo, dall'effettuarla. Secondo l'articolo 648 bis, Capo II, titolo XIII, secondo libro Codice Penale (Delitti contro il patrimonio, Riciclaggio): "fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da 4 a 12 anni e con la multa da 1.032 a 15.493 euro. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale".
  2. GLI OBBLIGHI DELL'INTERMEDIARIO E DEL CLIENTE: Obblighi dell'intermediario: adeguata verifica della clientela; astenzione dal compiere l'operazione; registrazione; segnalazione di operazioni sospette. Particolari attenzioni agli utenti occasionali: l'operatore deve assumere un atteggiamento più prudente che può giungere fino a non accettare le operazioni richieste, quando risultino di importo superiore a una determinata soglia o non rendano evidenti le motivazioni sottostanti (informando in via preventiva il superiore gerarchico). I clienti forniscono, sotto la propria responsabilità, tutte le informazioni necessarie e aggiornate per consentire di adempiere agli obblighi di verifica; per iscritto, sotto la propria responsabilità, danno tutte le informazioni necessarie e aggiornate di cui sono a conoscenza.
  3. I DELITTI TRIBUTARI: la Banca d'Italia nelle Istruzioni operative del 12 gennaio 2001 impartite agli intermediari finanziari, ha scritto che, in relazione a imposte dirette e Iva, le fattispecie di: dichiarazione fraudolenta; dichiarazione infedele; omessa dichiarazione; emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, sono strumento per precostituire fondi di provenienza illecita da reinserire nel circuito economico. Su questo presupposto normativo si è successivamente innestata la circolare numero 81 del 18 agosto 2008 del Comando Generale della Guardia di Finanza, che indica la dichiarazione infedele come reato presupposto.
  4. IL RICICLAGGIO (ARTICOLO 2 DLGS 231/2007): costituiscono riciclaggio, se intenzionali: a) conversione o trasferimento di beni sapendo che provengono da attivvità criminosa o partecipazione ad essa, per occultare o dissimulare l'origine illecita o aiutare chi è coinvolto in tali attività; b) occultamento o dissimulazione della reale natura, provenienza, ubicazione, disposizione, movimento, proprietà dei beni o dei diritti sugli stessi, sapendo che provengono da attività criminosa o partecipazione; c) acquisto, detenzione o utilizzo di beni sapendo, al momento della loro ricezione, che provengono da attività criminosa o partecipazione; d) partecipazione a uno degli atti precedenti, l'associazione per commetterlo, il tentativo, aiutare, istigare o consigliare qualcuno a commetterlo o agevolarne l'esecuzione.
  5. LE MODALITA' DI SEGNALAZIONE: il responsabile di dipendenza, ufficio, altro punto operativo, unità organizzativa o struttura dell'intermediario cui compete l'amministrazione e la gestione dei rapporti con la clientela ha l'obbligo di segnalare senza ritardo, al titolare dell'attività, legale rappresentante o suo delegato le operazioni sospette. Il titolare dell'attività, legale rappresentante o suo delegato esamina le segnalazioni e, se le ritiene fondate in base agli elementi a disposizione, anche desumibili dall'archivio unico informaytico, le trasmette alla Uif senza nome del segnalante. La valutazione se effettuare o meno la segnalazione, è lasciata alla discrezionalità dell'operatore bancario o postale che deve attenersi agli indicatori di anomalia della Banca d'Italia, potendo comunque integrare le fattispecie anomale elencate.
  6. LO SCUDO FISCALE TER: l'emendamento Fleres al Dl 103/2009, correttivo del Dl 78/2009 (Scudo fiscale ter), recita che tutto quello che non è stato scudato e che è stato commesso in territorio italiano o in relazione ai reati tributari dovrà essere segnalato all'Uif dagli intermediari. Le circolari sull'operatività connessa con lo scudo fiscale dell'Agenzia delle Entrate (10/10/2009) e del Ministero dell'Economia (12/10/2009) hanno chiarito che gli intermediari coinvolti nel perfezionamento dello scudo fiscale restano soggetti a tutti  i presidi antiriciclaggio previsti dal dlgs 231/2007, in termini di obblighi di adeguata verifica, di registrazione e di segnalazione di operazioni sospette.

martedì 2 novembre 2010

Un Ente non può contrarre un mutuo per pagarne altri!

Utilizzare le risorse provenienti dalla rinegoziazione di un mutuo per finanziare la spesa corrente determina il maturare di responsabilità amministrativa nella forma non della sanzione di tipo risarcitorio, ma di quella connessa al mancato rispetto di una norma di legge.

E' questo il più importante principio dettato dalla Corte dei Conti della Basilicata nella recente sentenza numero 216 dello scorso 7 ottobre. Si deve pervenire alla condanna di chi si è reso colpevole di una tale condotta, anche se non si è prodotto uno specifico danno alle risorse dell'ente e se, in qualche modo, si può parlare di una sorta di condotta necessitata dall'esigenza di fare fronte ad una condizione di squilibrio nella gestione.

Nel caso specifico le risorse provenienti dalla rinegoziazione di un mutuo sono state utilizzate per pagare le rate di un mutuo precedentemente contratto da parte dello stesso ente. Alla base di tale conclusione il fatto che, in modo certo ed univoco, il pagamento delle rate di un mutuo costituisce spesa corrente e non spesa di investimento.

Sulla base delle previsioni dell'articolo 119, comma 6, della Costituzione, nel testo introdotto dalla Legge costituzionale numero 3/2001, gli enti locali possono ricorrere all'indebitamento esclusivamente per il finanziamento di spesa per investimenti.

lunedì 1 novembre 2010

Valore professioni è un'intesa firmata tra Confprofessioni e Unicredit Banca

"Valore professioni" è un'intesa firmata tra Confprofessioni e Unicredit Banca che metterà a disposizione, di tutti i soggetti interessati all'iniziativa, un plafond di ben 500 milioni di euro al fine di supportare le attività correnti di investimento, attraverso soluzioni innovative per tutti i professionisti e gli studi aderenti al sistema Confprofessioni. Sarà sufficiente l’iscrizione a un albo professionale per avere facilitazioni nell’accesso al credito, senza ulteriori garanzie.

Confprofessioni è il più importante organo di rappresentanza dei liberi professionisti esistente nel nostro Paese. Fondata nel 1966, rappresenta e tutela gli interessi della categoria nei rapporti con le controparti negoziali e con le istituzioni politiche comunitarie nazionali e territoriali a tutti i livelli.

Il protocollo d'intesa consta di diversi prodotti appositamente studiati per far fronte alle più svariate esigenze di credito. Tra gli altri prodotti finanziari facenti parte del pacchetto citiamo senz'altro il "Fido associati" che offre la possibilità di ottenere 10.000 euro entro appena 48 ore dalla richiesta, senza alcun tipo di garanzia.

Un altro interessantissimo prodotto è "Imprendo One-Confprofessioni" che, altro non è se non un conto corrente evoluto per operare on line. "Mutuo Professionisti", invece, è un finanziamento a medio lungo termine destinato ad investimenti materiali e immateriali strumentali all’avvio o all’espansione della propria attività. "CreditPiù Professionisti" è un finanziamento rateale a breve nato apposta per far fronte alle spese ordinarie del proprio studio professionale.

Molto utile si rivela, poi, il servizio di "anticipo parcelle" in base al quale vi è la possibilità di anticipare somme di denaro funzionali alle prestazioni erogate dai professionisti. Il medesimo meccanismo è alla base dell'anticipo crediti e contratti che, dal canto suo, offre la possibilità di anticipare somme relative a prestazioni erogate dai professionisti nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Un capitolo a parte meritano due forme di leasing che per semplicità ed efficacia spiccano all'interno della proposta. Si tratta del "leasing lab" e del "leasing studio". Nel primo caso, trattasi di un leasing atto all’acquisto di strumentazione professionale. Nel secondo, invece, ci troviamo di fronte ad uno strumento pensato per finanziare gli arredi e le attrezzature informatiche necessarie per avviare o rinnovare lo studio.

Ma non è tutto. Tra gli altri prodotti disponibili vi è la "Genius card", la famosissima carta prepagata nata per gestire tutte le operazioni bancarie senza la necessità di avere un conto corrente. Varie tipologie di mutui e prestiti personali per far fronte alle esigenze di spese (durata fino a 7 anni per un massimo di 50.000 euro) e due diverse proposte di carattere assicurativo, vanno, invece a completare l'offerta, si tratta di "UniOpportunità", investimento assicurativo a capitale protetto che consente di garantire una parte del capitale investito e di destinare la parte rimanente a un investimento sui mercati azionari e di "UniValore Plus", polizza assicurativa che consente di personalizzare le scelte di investimento.

Sul fronte della gestione patrimoniale citiamo "UniCredit Portfolio" mentre per ciò che attiene gli investimenti, segnaliamo "Fondi Piooner", un pacchetto che consta di oltre 100 fondi comuni d'investimento.

Infine, ma non ultimi per importanza, vi sono due prodotti distintivi per i clienti dei professionisti. Si tratta di "Imprendo export", conto corrente comprensivo di un innovativo portale di accesso ai servizi studiati per supportare l’attività di internazionalizzazione e "Credito al consumo", prestito flessibile che offre al cliente del professionista di rateizzare i compensi legati alle prestazioni professionali ricevute.

Ma l'iniziativa non si esaurisce qui. Per capire ancora meglio le esigenze dei professionisti, Confprofessioni e Unicredit Banca hanno messo a punto alcuni meccanismi di cooperazione che si articoleranno attraverso la costituzione di tavoli nazionali e regionali con le delegazioni territoriali di Confprofessioni.

Inoltre, verrà avviato un monitoraggio strutturato dalla partnership che attraverso una reportistica periodica permetterà di misurare la domanda di credito da parte dei professionisti sul territorio.
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