giovedì 31 marzo 2011

Woolwich mutuo variabile con opzione acquisto

Il mutuo variabile con opzione acquisto di Woolwich è un mutuo a tasso variabile destinato all'acquisto di un'unità immobiliare. Un lavoratore dipendente di 30 anni d'età, che abbia richiesto l'accensione di un mutuo trentennale, con un reddito di 2.000 euro al mese netti, a fronte di una richiesta di 100.000 euro inerente l'acquisto di un immobile del valore di 200.000 euro (quindi a copertura del 50% dell'investimento), si troverà a dover far fronte al pagamento di due rate iniziali a tasso fisso (1,89%) pari a euro 364,14 e successivamente dovrà, invece, pagare rate di 376,60 euro al mese, al tasso variabile del 2,14% (Taeg 2,66%, il mutuo è agganciato all'Euribor 3 mesi/365, attualmente all'1,23%). La stima degli interessi totali da pagare ammonta a 35.549,96 euro. Le spese iniziali da sopportare sono abbastanza consistenti, ad esclusione dell'incasso rata che è gratuito. Tra quelle di istruttoria che ammontano a 350 euro, quelle di perizia (285 euro), il premio dell'assicurazione obbligatoria "scoppio e incendio" (497 euro), la polizza CPI (5.000 euro) e altre spese per 110 euro, si arriva a pagare qualcosa come 6.242 euro. Alla fine del mutuo, il mutuatario avrà pagato complessivamente 141.791,96 euro, ovvero 41.791,96 euro in più rispetto alla somma finanziata. Nel complesso, il mutuo variabile con opzione acquisto di banca Woolwich si attesta su posizioni medie nel segmento di appartenenza. Un mutuo senza infamia e senza lode che può benissimo rappresentare una soluzione valida per finanziare l'acquisto della propria casa anche se non brilla del tutto in economicità. Un mutuo da valutare attentamente dunque e da non scartare a priori, anche se il nostro consiglio è quello di guardarsi intorno per vedere se in giro ci sono offerte più allettanti e convenienti. VOTO: 6

mercoledì 30 marzo 2011

Etf replica sintetica o Etf swap based

Nell'Etf swap based l'esatta replica del sottostante è garantita da una o più controparti attraverso l'utilizzo di contratti derivati. Ciò significa, in sostanza, che quando si compra un Etf a replica sintetica si sta acquistando la performance di un indice, non i titoli che esso contiene. Questi Etf sono considerati leggermente più rischiosi. Un rischio che deriva dalla possibile inadempienza della controparte con cui si stipula lo swap. Tuttavia, negli Etf conformi alla Ucits l'esposizione della controparte nell'operazione di swap non può superare il 10% del Nav (Net asset value) del fondo e può anche essere neutralizzato dall'emittente ponendo un basket di titoli (collaterale) a garanzia dello swap.

Etf replica fisica o Etf cash based

Per replicare l'andamento del mercato di riferimento l'Etf cash based compra tutti i componenti dell'indice sottostante con le medesime ponderazioni. Oppure un campione rappresentativo di essi (replica ottimizzata), quando il numero di titoli sottostanti è molto elevato o se alcuni di essi non sono sufficientemente liquidi. Tendenzialmente negli Etf a replica fisica i costi sono superiori rispetto a quelli a replica sintetica, ma sono giustificati dalla maggiore semplicità e trasparenza, oltre che da una minore esposizione dell'investitore al rischio di controparte e a una garanzia totale sul patrimonio, sempreché il gestore non faccia ricorso all'attività di prestito dei titoli che ha in portafoglio.

martedì 29 marzo 2011

Previsto rincaro dei mutui per effetto dell'aumento dei tassi Bce

Quella di stipulare un mutuo è già di per sè una scelta complessa e delicata che impegna una famiglia per anni. A disturbare il sonno del mutuatario, però, oltre alla rata che incombe a fine mese, c'è anche la scelta iniziale tra tasso fisso e variabile, o la possibilità di un passaggio dal primo al secondo o viceversa. Il dubbio è sempre lo stesso: qual'è la strada giusta da imboccare? Una domanda alla quale l'Abi vuole trovare, se non risposte certe, almeno indicazioni e linee guida, insieme alle associazioni dei consumatori.

Come annunciato la scorsa settimana dal presidente Mussari, verrà, infatti, avviato un tavolo di confronto con l'obiettivo di approfondire le complicazioni legate all'aumento dei mutui a tasso variabile, definendo una serie di istruzioni per l'uso che permettano al cliente di informarsi per scegliere liberamente e consapevolmente.

Tutti i riflettori sono puntati sulla prossima riunione della Bce, prevista per il 7 aprile, dalla quale, si prevede possa arrivare la notizia di un aumento dei tassi dall'1% all'1,25%. E probabilmente non sarà l'ultimo. Entro il 2011, infatti, potrebbe arrivarne un altro della stessa entità.

Che ripercussioni avrebbe questo rialzo sulle rate mensili? Su un mutuo decennale di 100.000 euro, con l'opzione variabile, l'aumento sarebbe di 132 euro all'anno. Mentre nel caso di un mutuo ventennale di 200.000 euro, l'aggravio della rata sarebbe di 52 euro al mese, pari quindi a 624 euro all'anno. Non a caso ha iniziato a crescere il numero di italiani che sceglie il tasso fisso, il 24% nel secondo semestre del 2010. Il variabile, dal canto suo, resta, in assoluto, il preferito a quota 47%, ma sembra diventare ogni giorno più rischioso.

martedì 22 marzo 2011

Valutazione Conto Tu Famiglia di Unicredit Banca

Conto Tu Famiglia di Unicredit Banca è il primo conto corrente package dedicato a colf, badanti e baby sitter. L'iniziativa è di Unicredit Banca e mira all'acquisizione di una fetta di mercato ancora sottovalutata da altri competitors. Le dimensioni di questo mercato sono abbastanza rilevanti da poter far in modo di studiare prodotti ad hoc che favoriscano l'esercito degli assistenti familiari presenti nel nostro Paese. Infatti, sono oltre 1 milione e mezzo i lavoratori domestici in Italia e il loro ruolo riveste un'importanza fondamentale per la vita quotidiana di oltre 2 milioni e mezzo di famiglie. Per lo più stranieri (71,6%), sono in forte aumento come testimoniano i dati forniti dall'Inps: +82% dal 2005. "Conto Tu Famiglia" non è solo un conto corrente ma un vero e proprio pacchetto di prodotti extrabancari dedicati appositamente pensati per rendere più semplice l'accesso al mondo bancario ai cittadini stranieri che, talvolta, incontrano difficoltà linguistiche e nella comprensione del nostro sistema bancario. Fa parte integrante del pacchettto, ad esempio, un corso di lingua italiana, della durata di 25 ore, offerto a prezzo scontato da CanSpeak Italy srl. Inoltre, Europe Assistance, fornirà agli intestatari del conto tutta una serie di servizi, tra cui spiccano per importanza: il rientro gratuito nel Paese d'origine in caso di morte di un familiare; il viaggio di un familiare a seguito di ricovero dell'assicurato; informazioni gratuite relative al mondo del lavoro, dall'impiego come dipendenti all'avvio di un'attività in proprio; informazioni amministrative relative a certificati e documenti personali. Genialloyd, dal canto suo, propone anche delle polizze auto particolarmente vantaggiose per tutti coloro i quali sottoscrivono Conto Tu Famiglia. Ma non è tutto. Il Package Conto Tu Famiglia prevede, incluso nel canone annuo di 60 euro: il canone annuo di 2 Carte di debito Internazionali; il costo di emissione di 1 Carta prepagata nominativa ricaricabile UniCredit Card Click Tu; il canone annuo di Online Tu incluso il servizio che consente di accedere quando vuoi alla Banca, via Internet e via telefono, in totale sicurezza; la domiciliazione delle utenze su disposizioni di addebito permanente; le spese di registrazione relative alle prime 30 operazioni a trimestre solare. Il conto corrente acceso preso le Filiali Agenzia TU non prevede la possibile concessione di una linea di fido. Sono ben 120 le operazioni gratuite disponibili nell'arco dell'anno e per quelle fuori pacchetto si pagano da 2 euro a 2,50 euro cadauna, a seconda se le si faccia in via telematica o allo sportello. Il tasso d'interesse offerto è molto basso ed è pari allo 0,010%. Le operazioni dispositive, con particolare riferimento ai bonifici, hanno un costo, per singola operazione, che varia tra i 3,50 euro e i 4,50 euro. Nel complesso, possiamo tranquillamente affermare che si tratta di un ottimo prodotto, sicuramente da sottoscrivere se si ha la necessità di usufruire di tanti servizi extrabancari a dei costi molto contenuti. VOTO: 8,5

mercoledì 16 marzo 2011

Come sottoscrivere un mutuo sapendo di poter far fronte al pagamento delle rate

Quando ci si appresta ad acquistare un immobile e non si dispone dell'intera cifra in contanti è prassi consolidata quella di sottoscrivere un mutuo. La condizione fondamentale, per effettuare un acquisto tranquillo, è disporre di almeno il 40% del prezzo di vendita e finanziare con il mutuo il resto, pagando una rata che, se il finanziamento è a tasso fisso, pesi al massimo per un terzo delle entrate mensili, mentre per il tasso variabile è meglio non superare il 25%. Si può pensare di oltrepassare questa soglia, arrivando al 40% per il fisso e al 30% per il variabile solo se i redditi sono elevati e il peso della rata non va a ridurre le spese di sussistenza. In pratica, ipotizzando un acquisto di una casa che costa 200.000 euro, sarebbe meglio avere almeno 80.000 euro in contanti; 60.000 euro per il venditore, 20.000 euro in più rispetto al prezzo servono a coprire le voci di costo che inevitabilmente si accompagnano all'acquisto e al contestuale finanziamento, che sono:

  1. le imposte di acquisto;
  2. la parcella notarile per l'acquisto;
  3. i costi di istruttoria, perizia e le imposte per il mutuo;
  4. la parcella notarile per l'atto di ipoteca.  
  5. il costo dell'agenzia immobiliare (se previsto).
Queste voci, sommate finiscono, a seconda dei casi, per pesare tra l'8% e il 12% rispetto al prezzo dell'immobile per l'acquisto di un appartamento per cui si abbia diritto alle agevolazioni prima casa. Nei nostri calcoli ci porremo nel mezzo, indicando come valore il 10%. Se per la casa non si ha diritto ai benefici fiscali, il peso delle voci sopra indicate finisce per crescere di un altro 5% circa. Non consideriamo le altre spese (mobili, trasloco, allacciamento utenze, imbiancatura della casa) inevitabilmente legate all'acquisto di un appartamento, sia perché non sono definibili con precisione, sia perché ricorrendo al fai da te si possono minimizzare (ad esempio il trasloco o la tinteggiatura), o si possono posporre (l'arredamento non essenziale). Se però la casa ha bisogno di ristrutturazione radicale, il costo degli interventi va aggiunto a quel 40% di cui dicevamo sopra. Se la casa costa 200.000 euro e ne servono 30.000 per ristrutturarla, in contanti bisognerebbe averne almeno 100.000 da parte, cioè il 40% di 250.000 (200.000 per l'acquisto, 20.000 per le imposte e il notaio e, infine, 30.000 per la ristrutturazione).

Bisogna poi tenere a mente tre cose fondamentali:

  • le banche non possono concedere mutui che superino l'80% del valore stimato dell'immobile se il debitore non fornisce garanzie supplementari oltre all'immobile ipotecato: ad esempio, la garanzia di terzi che si impegnano a far fronte alle rate in caso di difficoltà dei debitori;
  • dopo la stretta creditizia seguita alla crisi del 2008 anche l'80% di valore si ottiene molto difficilmente senza garanzie, a meno che non si abbia un reddito certo e sicuro nel tempo tale da non lasciare dubbi di solvibilità;
  • ai tassi attuali indebitarsi a tasso variabile per mutui che abbiano una rata iniziale che superi il quarto del reddito è estremamente rischioso, perché nel caso il costo del denaro tornasse al livello del 2007/2008 le rate potrebbero aumentare anche del 70% rispetto ai valori di inizio 2011.
Con tutto questo, il limite del 40% di contanti da noi indicato non va preso come un valore invalicabile; se si dispone anche del 30% si può pensare di acquistare, purché il reddito garantisca comunque sicurezza nel pagamento delle rate. Con meno liquidità, ammesso che si trovi la banca disposta a fare il finanziamento, si comincia davvero a correre rischi.

martedì 15 marzo 2011

Il piano di accumulo come forma di investimento conviene?

Il piano di accumulo come forma di investimento conviene? Di certo, un piano di accumulo, detto PAC, rappresenta una soluzione valida per investire diversificando e per entrare gradualmente nel mercato riducendo, al contempo, il rischio. Negli ultimi anni i mercati finanziari si sono modificati rapidamente. In questo contesto, spesso caratterizzato da grande volatilità, sono nate nuove opportunità: con principi e strumenti finanziari appropriati è possibile individuare soluzioni di investimento che coniughino un buon potenziale di redditività con un adeguato controllo del rischio. Per ridurre i rischi è importante evitare di concentrare il portafoglio su titoli tra loro simili o, addirittura, in una sola tipologia. La diversificazione del portafoglio su più strumenti, infatti, attraverso un opportuno bilanciamento tra fondi, azioni e titoli obbligazionari limita l'esposizione a perdite, grazie alla capacità di compensare gli effetti di eventuali congiunture di mercato poco favorevoli, permettendo al tempo stesso di cogliere le potenzialità di crescita. Non conoscendo a priori l'andamento dei mercati, potrebbe risultare difficile sapere qual'è il momento migliore per investire. Acquistare gradualmente aiuta a fronteggiare la volatilità dei mercati mediando il prezzo di entrata: in alcuni casi si acquisterà a valori bassi, in altri a prezzi più elevati ma, nel complesso, l'effetto delle oscillazioni risulterà più contenuto. Il piano di accumulo (PAC) è la modalità di investimento che permette, in base alle proprie disponibilità, di entrare gradualmente nel mercato. Attraverso il PAC è possibile costruire un capitale ma soprattutto diversificare i propri risparmi. Ma vediamo un esempio concreto per capire un po' meglio di cosa stiamo parlando. (N.B. simulazione effettuata su dati forniti da Pioneer Investments su dati Bloomberg) 2 risparmiatori decidono di investire il loro patrimonio di 60.000 euro nel 2005. Il primo sceglie di farlo in un'unica soluzione: 40% titoli di stato italiani, 10% di liquidità, 50% in fondi (30% Pioneer Strategic Income Hedge, 10% Pioneer Euro High Yield e 10% Pioneer Emerging Markets Equity). Il secondo, invece, parte con un approccio più cauto: 40% titoli di stato e 60% liquidità, ma avvia un piano di accumulo di 500 euro al mese che indirizza gradualmente la liquidità verso gli stessi comparti Pioneer (300 euro Strategic, 100 euro Euro High, 100 euro Emerging Markets). Dopo 5 anni, entrambi gli investimenti registrano un rendimento del 26%, tuttavia, il PAC è risultato più stabile, ovvero con minori oscillazioni rispetto all'altro investimento che, in corrispondenza dei minimi di mercato, registra una perdita del 16%, a fronte di una perdita del PAC del 6,5%.

domenica 13 marzo 2011

Caro mutui: l'Euribor a 3 mesi cresce e le previsioni non sono rosee

L'Euribor a 3 mesi cresce e le previsioni non sono rosee, gli analisti, infatti, basandosi sull'andamento dei contratti future, indicano un incremento dell'indice da qui alla fine del 2012, stimando che il tasso possa avvicinarsi alla soglia del 3%, per l'esattezza 2,80%. La scala degli incrementi previsti sarebbe la seguente: giugno 2011 (1,64%), settembre 2011 (1,91%), dicembre 2011 (2,14%), marzo 2012 (2,35%), giugno 2012 (2,54%), settembre (2,68%) e, infine, dicembre 2012 (2,80%). Come si evince dai dati succitati e prendendo in considerazione un mutuo variabile da 100.000 euro acceso tre anni fa, la maggior rigidità della Bce di fronte al caro prezzi si potrebbe tradurre in un aumento medio della rata mensile del 9% in circa 12 mesi, del 14% in due anni e del 17% da qui a fine 2013 (dai 512 euro attuali fino a quota 600, lontani però dai 722 euro toccati poco dopo il creck Lehman). L'alternativa migliore ai mutui a tasso fisso oggi disponibili sul mercato, sono senza ombra di dubbio i mutui a tasso variabile con Cap, in cui la soglia massima stabilita mette al riparo da rincari eccessivi.

sabato 12 marzo 2011

Cos'è il Patto per l'Euro?

Cos'è il Patto per l'Euro? E' un impegno politico da realizzare su base volontaria e senza cifre al seguito, secondo le modalità scelte da ciascun Governo dell'area euro (sulla base della propria legislazione) e sotto stretta sorveglianza da parte di Bruxelles, su base annuale. Il Patto per l'Euro si pone come obiettivo quello di estirpare divergenze eccessive e squilibri strutturali che hanno un impatto negativo sulla competitività e sono stati all'origine della grande crisi dell'euro. A parte risanamento e sostenibilità dei conti pubblici l'accordo si concentra sulla dinamica salariale, che deve essere coerente con quella della produttività. E' stata trovata una forte intesa anche sulla riforma del mercato del lavoro per renderlo più flessibile e sulle pensioni. A tal proposito si è parlato di innalzamento dell'età pensionabile, di una profonda revisione dell'indicizzazione dei salari, e di controlli del sistema finanziario attraverso stress test per le banche. Ancora da definire il nodo su base imponibile comune per le società, un'opzione, questa, molto cara a Germania e Francia ma fortemente osteggiata da Estonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Irlanda e Lussemburgo. E' stata accolta, senza troppe difficoltà, la richiesta dell'Italia in merito all'economia duale, al fine di prevedere una fiscalità più vantaggiosa a favore delle regioni dell'Unione Europea meno sviluppate. Per adesso, il Patto per l'Euro, è solo di principio in attesa del prossimo vertice del 24 e 25 marzo nel corso del quale dovrà essere varato l'accordo globale per l'euro, che includa anche la riforma del patto di stabilità e fondi di stabilizzazione Efsf e Esm a partire dal 2013.

venerdì 11 marzo 2011

Il fondo di solidarietà ha quasi finito le riserve!

Con la rata in aumento cresce anche l'importanza di quei paracadute approntati per chi non riesce a onorare i pagamenti. E, col senno di poi, appare anche provvidenziale l'accordo tra Abi e associazioni dei consumatori per estendere fino a luglio la finestra utile ad accedere al "piano famiglie", la misura che permette la sospensione temporanea delle rate per chi ha perso il lavoro o subito altri eventi sfavorevoli. Vista la tendenza dei tassi e le difficoltà sul piano dell'occupazione ci sarà comunque da trovare una soluzione che vada anche oltre l'estate. Rischia, invece, di esaurire a breve termine le riserve il "Fondo di solidarietà per i mutui" del Ministero delle Finanze, agevolazione parallela al "piano famiglie" che funziona fino ad esaurimento della dotazione finanziaria. In base ai dati diramati dal Consap, al primo marzo erano pervenute 4.933 domande, 1.013 delle quali accolte e 1859 ancora in fase istruttoria. Fino a questo momento il Consap, per bocca del responsabile del Servizio di gestione fondi, Giulio Ascioti, ha vincolato oltre 9 milioni di euro e, di questo passo, potrebbe esaurire le risorse disponibili già verso la metà di aprile.  

giovedì 10 marzo 2011

Prestito Prestisole per il fotovoltaico di MPS

Il Gruppo MPS mette a disposizione della clientela una gamma di prodotti destinati sia alla produzione di energia, che al risparmio energetico. Il primo prodotto è Prestisole, il prestito destinato ai privati che vogliono realizzare un impianto fotovoltaico, e per il quale intendano richiedere la concessione della tariffa incentivante al GSE. Sono anche finanziabili le spese non strettamente riferite all'impianto, ma comunque necessarie all'investimento nel suo complesso, quali per esempio le opere edili ed infrastrutturali, la manutenzione, eccetera. Il prestito viene concesso in unica soluzione e può coprire fino al 100% della spesa con importo massimo di 50.000 euro, è regolato a tasso variabile o tasso fisso, dura da 18 mesi a 15 anni, e prevede la restituzione del capitale finanziato e degli interessi durante tutta la durata dell'operazione, secondo un piano di ammortamento a rate periodiche con scadenze stabilite secondo la durata del prestito (mensili o semestrali). Il Gruppo MPS ha inoltre stipulato diverse convenzioni con alcuni tra i principali produttori/distributori nazionali del settore, che prevedono offerte a condizioni predeterminate e concordate. Segnaliamo, inoltre, che il Gruppo MPS ha sottoscritto un accordo commerciale con EnelSI per l'erogazione di finanziamenti a medio lungo termine. Infine per gli impianti termici o fotovoltaici, il Gruppo propone la Polizza Ecoenergy, che garantisce l'indennizzo dei danni materiali e diretti causati all'impianto fotovoltaico da un qualunque evento accidentale anche di natura catastrofica, nonché il risarcimento dei danni derivanti da vizi di materiale di fabbricazione o da sovratenzione di produzione di energia elettrica durante il periodo di inattività dell'impianto.

Credito fotovoltaico privati e condominio di BPM

La Banca Popolare di Milano propone finanziamenti per privati, aziende e condomini che vogliono intraprendere la strada delle energie rinnovabili. La banca BPM è, in via diretta, produttrice di energia: sono, infatti, ben tre gli impianti fotovoltaici installati su edifici di sua proprietà. Tra tutti i pacchetti "green", sono due quelli specificatamente dedicati al fotovoltaico. Si tratta di "Credito fotovoltaico Privati" e "Credito fotovoltaico Condominio". Nel primo caso i destinatari sono privati che intendono acquistare un impianto fotovoltaico o che intendono potenziarne uno preesistente. La durata è compresa tra 24 e 180 mesi, mentre l'importo va da 1.000 a 150.000 euro. Si tratta di un mutuo chirografario con rimborso in rate mensili, trimestrali o semestrali. Si tenga conto che le spese di istruttoria hanno un costo fisso di 100 euro, così come per l'incasso delle rate le spese annue sono di 12 euro. Chi volesse estinguere il mutuo prima della naturale scadenza non dovrà pagare alcuna penale, e si potrà scegliere tra tasso variabile e tasso fisso. Alla pratica dovrà essere allegata tutta la documentazione che illustri le spese e gli investimenti oggetto della richiesta di mutuo. Nella sostanza, il pacchetto "Credito fotovoltaico Condominio", è molto simile al precedente, cambia l'importo massimo finanziabile che sale a 500.000 euro. E' previsto il pagamento di una penale per l'estinzione anticipata del mutuo pari all'1% dell'importo erogato. Le spese di istruttoria raddoppiano e passano a 200 euro, così come le spese di incasso rata che salgono a 24 euro l'anno. Anche in questo caso, si deve allegare tutta una serie di documenti che illustri le spese e gli investimenti oggetto della richiesta di finanziamento.

mercoledì 9 marzo 2011

Mutuo Elios Privati per il fotovoltaico della Banca Popolare dell'Emilia Romagna

Il pacchetto che propone la Banca Popolare dell'Emilia Romagna si chiama "Elios Privati" e prevede il finanziamento per la progettazione, l'acquisto e la messa in opera di impianti per la produzione di energia da fonti alternative e per il risparmio energetico. I soggetti beneficiari sono le persone fisiche che agiscono per scopi estranei ad attività imprenditoriali, commerciali, o professionali. In altre parole sono le famiglie e i privati. L'importo finanziabile va da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 100.000 euro, mentre la durata minima è di 36 mesi e quella massima di 132 mesi. A proposito della durata, si tenga conto che se il finanziamento dura fino a 60 mesi per un importo massimo di 30.000 euro, allora si tratta di un prestito personale rimborsabile in rate mensili. Per durate superiori ai 60 mesi, si tratta invece di un mutuo chirografario rimborsabile in rate mensili, trimestrali o semestrali. L'importo finanziabile è fino al 100% della spesa documentata, IVA inclusa e il cliente potrà scegliere tra un finanziamento a tasso fisso (Taeg 10,51% - su 5.000 euro) o variabile (Taeg 8,12% su 5.000 euro). Le spese d'istruttoria ammontano a 100 euro e le spese d'incasso rata a 2,75 euro. E' previsto il riconoscimento di una penale per l'estinzione anticipata del finanziamento pari all'1% dell'ammontare residuo. La polizza All Risk, che copre i danni materiali e diretti agli impianti fotovoltaici e relative strutture di supporto, è erogata dal Gruppo Assicurativo Arca e può arrivare a costare, su un mutuo di 100.000 euro, fino a 415 euro l'anno (Formula di calcolo del premio: Costo dell’impianto x un coefficiente fisso pari al 4,15‰).

Mutuo Energia Credem per impianti fotovoltaici

La ricerca del mutuo migliore è una delle fasi essenziali per chi voglia realizzare il proprio impianto fotovoltaico usufruendo delle opportunità offerte dagli istituti bancari. Chirografari o no, con tassi fissi oppure variabili, con rientro in rate mensili oppure bimestrali o trimestrali, con o senza penale per chi vuole estinguerlo prima. Sono questi alcuni degli aspetti fondamentali che bisogna prendere in considerazione quando si vuole chiedere un finanziamento alla propria banca per installare un impianto fotovoltaico. Il prodotto offerto dalla Credem, oggetto di questa analisi, si chiama "Mutuo Energia" ed è un mutuo chirografario della durata massima di 15 anni che finanzia l'acquisto e l'installazione di quegli impianti che beneficeranno del contributo del GSE e che verranno collocati su immobili di proprietà. L'importo massimo finanziabile è pari al 100% del costo di acquisto e di installazione dell'impianto, IVA inclusa. Per quanto riguarda l'ammortamento del finanziamento, vi sono due opzioni: a tasso variabile o a tasso fisso e lo spread è concordato di volta in volta con il cliente. Per accedere a questo finanziamento, occorrono alcune garanzie: una polizza assicurativa All Risk (la sottoscrizione presuppone il pagamento, da parte del cliente, di un premio annuo), la garanzia sull'inverter e la cessione del contributo.

  • Mutuo Energia Credem a tasso fisso: importo finanziato 20.000 euro, tasso d'interesse applicato 7,66%, durata 15 anni, importo rata 188 euro mensili, totale rimborsato 33.840 euro;
  • Mutuo Energia Credem a tasso variabile: importo finanziato 20.000 euro, tasso d'ingresso 5,04%, durata 15 anni, importo rata base 159 euro mensili, se il tasso d'interesse aumenta del 2% dopo 2 anni la rata aumenta a 181 euro mensili, se il tasso, invece, diminuisce del 2% dopo 2 anni, la rata ammonta a 139 euro.
 Le spese d'istruttoria ammontano allo 0,50% dell'importo erogato, con un minimo di 200 euro per mutui fino a 150.000 euro e di 300 euro per importi superiori. La gestione della pratica costa 39 euro all'anno e le spese d'incasso rata sono pari a 1,75 euro (a mezzo RID) oppure 3 euro sui pagamenti per cassa. L'importo minimo finanziabile è pari a 5.000 euro.

martedì 8 marzo 2011

Le banche offrono sconti sulle commissioni sui PAC

I risparmiatori italiani, scottati dalla crisi del 2009 e dalla grande volatilità vigente da allora, sono piuttosto avversi al rischio, tanto che sbancano i prodotti a capitale garantito, che però hanno molti difetti, tra cui quello di costare molto e di proteggere sì dalle perdite ma anche di far guadagnare molto meno quando i mercati fanno uno sprint. Il punto è che le azioni sono per lo più evitate: se ne temono i saliscendi. Eppure sono tutti d'accordo su due fatti: il prossimo aumento dei tassi e la piccola fiammata inflazionistica attesa metteranno in ginocchio gli investimenti obbligazionari, da sempre considerati più sicuri, ma che d'ora in avanti potrebbero produrre perdite in conto capitale. E' vero, come fa notare qualcuno, che basta tenere questi strumenti fino alla naturale scadenza per non soffrire alcuna perdita, ma è anche vero che ciò significa tenere questi capitali bloccati per un certo numero di anni. Per questi motivi molti gestori stanno orientando la propria clientela ad affrontare il mare aperto del mercato azionario, l'unico in cui da questa fase si possono trarre dei guadagni. Però è difficile vincere la resistenza dei sempre più impauriti e prudenti risparmiatori. Un modo per superare questa resistenza sarebbe quello di rilanciare i PAC (Piani di Accumulo del Capitale), uno strumento in Italia quasi residuale e che, invece, andrebbero incentivati perché permettono di ridurre la volatilità del proprio portafoglio investendo al contempo nelle asset class azionarie. I PAC permettono di investire sui mercati poco per volta, in base alle proprie disponibilità, e consentono di attenuare gli effetti, anche emotivi, provocati dal saliscendi dei mercati e di trasformare ribassi in opportunità di acquisto. Grazie ai PAC è possibile mettere a frutto anche piccole somme che altrimenti resterebbero inattive sul conto corrente che in questo periodo offre rendimenti molto bassi. Inoltre, nelle fasi caratterizzate da una forte incertezza, con il PAC è possibile gestire la volatilità e mediare i prezzi di carico investendo sempre lo stesso importo, evitando i picchi del mercato e riducendo l'impatto nei momenti di ribasso. C'è però un problema. I PAC sono stati finora molto cari in termine di commissione, tuttavia, alcune banche stanno lanciando delle promozioni per ridurre i costi ai minimi termini.

Mutui e prestiti: famiglie in sofferenza e banche pronte a sfruttare il rialzo dei tassi Bce

Il movimento al rialzo dei tassi è una condizione favorevole per i conti economici delle banche impegnate a difendere e ampliare i margini della gestione del denaro. Il rialzo dei tassi ufficiali non è certo, il mercato sconterà però tale ipotesi: per questo depositi dei clienti e impieghi ai clienti verranno prezzati in maniera diversa rispetto a oggi. Per il segmento famiglie e società non finanziarie tale spread è rimasto praticamente stabile nell'ultimo anno. A gennaio, secondo quanto emerge dai dati raccolti dall'Associacione bancaria italiana, il margine era di oltre il 2%, per l'esattezza 216 basis point. In questo scenario va sempre più delineandosi una condizione di disagio delle famiglie italiane, il cui indebitamento ne condiziona fortemente l'equilibrio economico. Gli interessi su mutui e prestiti erodono una parte sempre maggiore delle entrate mensili e, per analizzare la tenuta economica di un nucleo familiare è bene ricorrere, ad esempio nel caso si stia per stipulare un mutuo, all'affordability index costruito dall'Abi utilizzando metodologie internazionali e con dati dell'Agenzia del Territorio, Istat e Bankitalia. Sopra lo zero, questo indice segnala condizioni medie favorevoli in base alle quali, il debito contratto, rientra entro limiti accettabili e non rappresenta un fattore di rischio d'insolvenza. In questa fase resta sotto controllo anche il tasso di sofferenze sui prestiti casa. I dati raccolti dall'Abi a gennaio, in merito alla mole dei prestiti a famiglie e società finanziarie, evidenzia un incremento, su base annua, del 4,32% (rispetto al +3,78% di dicembre e al +3,52% di novembre). Nell'ultima parte dell'anno si era invertita la tendenza negativa dei prestiti alle famiglie, con qualche riflesso anche sull'aumento dei tassi d'interesse. A trascinare i prestiti, però, non sarebbe il credito al consumo: nel giugno scorso, infatti, l'incremento annuo era appena dello 0,9%. A fine anno, secondo i dati raccolti da Assofin ben rappresentativi del sistema, l'erogato del credito al consumo era in calo del 5,3% rispetto al 2009.

lunedì 7 marzo 2011

16 conti deposito a confronto. Qual'è il migliore?

Oggigiorno i conti deposito sono la forma di investimento a breve termine più sicura e remunerativa che si possa trovare sul mercato. Soggetti alla tassazione del 27% sugli interessi maturati, hanno un funzionamento semplicissimo e si rivelano particolarmente indicati per tutti coloro i quali desiderano accumulare i propri risparmi senza dover fare i conti con la complessità di strumenti finanziari particolari, quali ad esempio i fondi comuni d'investimento, i pronti contro termine e simili. In buona sostanza, un conto deposito è un salvadanaio in cui le somme riversate giacciono "a vista" (ovvero senza vincolo) o "a tempo" (vincolate) e, in un determinato lasso di tempo su di esse maturano gli interessi, la cui capitalizzazione, a seconda dei casi, può essere trimestrale, semestrale o annuale. Al momento i conti deposito vincolati più appetibili sono senza ombra di dubbio: il conto "Time Deposit" di Banca Santander che offre il 2,19% netto (3% lordo) vincolando il denaro per 12 mesi e il 2,55% netto (3,50% lordo) sulle somme vincolate per 24 mesi; il conto "Ibl opzione deposito vincolato" di Ibl Banca che rimane sui livelli del precedente (2,19% netto per vincolo annuale); il conto "WeBank 12 mesi" di WeBank sempre sugli stessi livelli, 2,19% netto per somme vincolate 12 mesi. Appena sopra la soglia del 2% si attestano il conto "IWPower Special" di IW Bank (2,01% netto per vincolo annuale) ed il conto "Rendimax vincolato 365 giorni" di Banca Ifis (2,01% netto per vincolo annuale). Appena al di sotto della soglia del 2% troviamo 3 conti deposito che offrono l'1,83% netto per somme vincolate 12 mesi, si tratta di: conto "WebSella 12 mesi" di Banca Sella, "Che Banca conto deposito" di Che Banca!, conto "WeBank 12 mesi" di WeBank e "Rendimax vincolato 180 giorni" che pur dimezzando il tempo offre il medesimo tasso. Proseguendo nell'indagine, troviamo il conto "IW Power 365" di IW Bank (1,70% netto vincolo annuale), il "Conto Arancio + per somme superiori ai 100.000 euro" di Ing Direct (1,61% vincolo annuale), il conto "Rendimax deposito a vista" offre l'1,53% ed è scevro da vincoli, poi troviamo 4 conti deposito tutti all'1,46% netto, 3 di questi sono vincolati a 6 mesi e uno è a vista. L'unico non vincolato è il "Conto Extra" di Banca Sparkasse, gli altri vincolati sono "Conto Conto" di Banca Carige, il "Conto Deposito" di Che Banca! e il conto "WebSella di Banca Sella".

Meglio i Bot o i conti di deposito?

Meglio i Bot o i conti di deposito? A chi si stesse chiedendo quale di queste due opzioni possa essere la miglior scelta, verrebbe da dire che, senz'altro, nel breve periodo, i conti di deposito sono la scelta più azzeccata. Infatti, per chi preferisce adottare un atteggiamento attendista, effettuando investimenti a breve termine, ovvero finché i tassi non saranno aumentati, le alternative potrebbero essere i Bot a tre o sei mesi (i cui rendimenti però sono inferiori al 2%) oppure i conti di deposito bancari che, in molti casi, possono garantire rendimenti più che accettabili. Relativamente a quest'ultima possibilità, va sottolineato che a parità di rendimento lordo l'imposizione fiscale (27%) sfavorisce i conti di deposito rispetto ai Bot (tassati al 12,50%). Il risparmiatore, inoltre, deve fare attenzione alla tipologia di deposito sottoscritto: se "a vista" consente la massima flessibilità in termine di prelievo, mentre se "a tempo" vincola l'investitore a tre, sei o dodici mesi (a parità di altre condizioni sono ovviamente da preferire i primi). Vanno poi verificati costi e commissioni ed eventuali condizioni accessorie che potrebbero limitare anche di molto la convenienza relativa dei conti di deposito. Fatte queste importanti precisazioni, va comunque segnalata la presenza di numerose offerte da parte di alcuni istituti che consentono, soprattutto sui depositi "a tempo", di spuntare rendimenti (anche al netto della maggiore tassazione) maggiori rispetto ai Bot.

domenica 6 marzo 2011

6sicuro mutui, nuovo servizio di comparazione dei mutui

E' on line 6sicuro mutui, il nuovo servizio di 6sicuro dedicato alla comparazione dei mutui residenziali, di cui fanno parte istituti di credito come Barclays Bank, Banca Nazionale del Lavoro, Che Banca, Ing Direct e UniCredit. Il servizio consente di mettere a confronto non solo l'importo delle rate, ma tutti i parametri che concorrono alla creazione della rata stessa del mutuo di ciascuna banca. Per ogni prestito vengono indicati il tasso e la rata d'ingresso, o quella a regime (o massimi), visualizzati in base alla tipologia di tasso applicato e alla rata più conveniente, ovviamente a parità di tasso. Il sito permette inoltre di ordinare e filtrare i risultati scegliendo i parametri d'interesse (per tipologia di banca, in base al tasso o alla rata e via dicendo). E' possibile effettuare un confronto diretto fra un minimo di due e un massimo di quattro prodotti, visualizzando analiticamente in un unico prospetto di sintesi le condizioni economiche applicate a ciascun prodotto. Il comparatore di mutui on line 6sicuro mutui è un servizio della società 6sicuro, attiva da 10 anni nel mercato nazionale del brokeraggio assicurativo on line. La società è guidata da Edoardo Loewenthal, che oltre a esserne il presidente è anche azionista al 51%; il restante 49% è controllato dal gruppo Assiteca, tra i più importanti broker assicurativi italiani.

sabato 5 marzo 2011

Assicurare un mutuo conviene ma il creditor protection in Italia non decolla!

La fase recessiva che a partire dal 2008 ha colpito l'economia ha indotto molti cambiamenti strutturali nei comportamenti delle famiglie e dei consumatori. Secondo le rilevazioni della Banca d'Italia, nell'ultimo biennio il reddito disponibile delle famiglie italiane è risultato in costante calo, con punte superiori al 2% nel corso del 2009 e ancora in calo di circa l'1% durante il 2010. Si è assistito, in quasi tutti i principali mercati, a una crescita dell'indebitamento generato dai mutui e dal credito al consumo; per il nostro mercato, il debito delle famiglie si è attestato su valori prossimi al 61% del reddito disponibile, contro una media europea del 95%. L'evoluzione dell'indebitamento delle famiglie ha avuto un riflesso diretto sul comparto assicurativo. In particolare su quello impegnato in progetti di bancassurance, perchè la distrinuzione e l'erogazione di mutui e prestiti è stata accompagnata da una crescente offerta di coperture degli strumenti finanziari. Che si tratti di un finanziamento per l'acquisto della macchina (anche se erogato direttamente dalla concessionaria), di un prestito per rinnovare l'arredamento o di un mutuo per l'acquisto della prima casa, è automatico che venga proposta anche una copertura assicurativa per il caso morte, malattia, infortunio o perfino disoccupazione. Lo scopo è quello di coprire il finanziamento dal rischio di insolvenza da parte del contraente, liberando, al contempo, dagli obblighi assunti, anche gli eredi del de cuius. Si tratta di un settore che si sta sviluppando soprattutto dal lato dell'offerta, e in particolare delle banche, alla ricerca di uno strumento in grado di garantire una maggiore redditività alle reti distributive grazie alla retrocessione di parte dei premi. Letto in quest'ottica, il fenomeno del creditor protection - dice Matteo De Angelis del "giornale delle Assicurazioni " - è oggetto di continue critiche da parte delle associazioni dei consumatori e degli utenti, soprattutto perché si ritiene che esso comporti un ingiustificato aumento dei costi del servizio del debito (rappresentato oltre che dalla quota interesse anche, talvolta, dalla quota di premio rateizzata o implicita nella rata di pagamento del prestito o del mutuo). Ma c'è anche un altro e importante punto di vista del quale bisogna tener conto ed è proprio quello delle esigenze del cliente che può trovare in questi abbinamenti, purché equilibrati sotto il profilo dei costi e dell'ampiezza delle garanzie assicurate, un utile strumento non solo di gestione del rischio, ma anche di pianificazione finanziaria. Questi ultimi aspetti sono probabilmente passati in secondo piano per effetto delle politiche, spesso molto aggressive, adottate dalle reti distributive per collocare i nuovi prodotti. E invece devono rappresentare - continua De Angelis - un punto di partenza per la diffusione di questi strumenti. Da questo punto di vista, la linea d'azione deve essere duplice. Prima di tutto, sul lato della domanda: le strutture distributive devono dimostrare che le coperture sono necessarie. In secondo luogo, sul lato dell'offerta, con un orientamento commerciale diverso da parte degli intermediari più attenti all'equilibrio economico, in termini di costi.

venerdì 4 marzo 2011

Prestiti e mutui più cari? In futuro si prospettano tre scenari possibili

Il mercato è in fermento, l'economia intera inizia a levarsi di dosso gli strascichi della crisi dei mutui subprime e dà segnali di ripresa confortanti, le banche centrali strizzano l'occhio a possibili, e quanto mai immediati, rialzi dei tassi. A questo punto vien da chiedersi come muterà lo scenario, da qui a poco, e soprattutto che ricadute si avranno nel settore dei prestiti e dei mutui? Poco più di un mese orsono l'Euribor a tre mesi ha raggiunto quota 1,01% e l'Irs a dieci anni ha toccato il 3,38%. In questo contesto sono ipotizzabili tre scenari diversi:

  1. l'Euribor a tre mesi continuerà a salire agevolando una crescita dell'Irs a dieci anni: questo significa che vi è una ripresa economica in corso e quindi il ricorso al credito diventerà, nei prossimi anni, più costoso. In tal caso, famiglie e imprese, potrebbero trovare conveniente stipulare mutui a tasso fisso o convertire una parte consistente dei propri debiti già in essere da variabile a fisso;
  2. la risalita dell'Euribor verso il tasso ufficiale Bce che, lo ricordiamo è ancora fissato all'1% ma che già entro l'estate è destinato ad impennarsi verso quota 1,50%, è fisiologica e non comporterà un aumento dei tassi a lungo termine: ciò sta a significare che vi sarà una richiesta maggiore di prestiti e mutui ma i mercati, non ancora del tutto convinti che la ripresa economica sia certa e consolidata, potrebbero mantenere gli standard di erogazione già posti in essere fino a questo momento. In questo caso, a famiglie e imprese, nei prossimi mesi potrebbe far comodo mantenere il tutto nello stato di fatto in cui si trovano senza fare assolutamente nulla;
  3. la risalita dell'Euribor sarà accompagnata da un ulteriore calo dei tassi a dieci anni: questo vuol dire che i mercati non credono affatto ad una ripresa economica. Se il rialzo dei tassi a breve sarà prolungato, non mancherà di produrre una frenata degli investimenti e un successivo rallentamento economico che porterà ad un abbassamento dei tassi da parte della Bce.
Visto e considerato che, come dice Giampaolo Galiazzo di Tiche, "l'Euribor a tre mesi sta risentendo dell'aumentata propensione delle banche a finanziare l'economia reale, il secondo parrebbe essere, nell'immediato futuro, lo scenario più probabile. Infatti, poteva essere considerata anomala la distanza fin qui mantenuta rispetto al tasso ufficiale Bce e da questo punto di vista la situazione sembra si stia normalizzando. E' ancora presto, però, per pensare a una ripresa economica sostenuta, nonostante il rialzo dell'Irs sopra il 3% sia un buon segnale in questa direzione".

giovedì 3 marzo 2011

Se sei straniero il mutuo è più caro!

Se sei straniero il mutuo è più caro! Incredibile ma vero! In Italia i mutui appositamente studiati per la clientela straniera hanno degli spread superiori alla norma che possono arrivare anche al 2,3% rispetto all'1,5% applicato sui prodotti di casa nostra. La differenza, che a dire il vero pare non abbia alcuna giustificazione evidente, interessa un vero e proprio esercito di mutuatari d'oltre confine. A tutt'oggi, infatti, sarebbe circa il 13% della popolazione immigrata a subire un trattamento del genere da parte di diversi ed importanti istituti di credito presenti sul mercato. Ad esempio, il colosso Unicredit, che fin dal lontano 2006 ha creato una struttura (Agenzia Tu) esclusivamente dedicata agli stranieri residenti in Italia da almeno 3 anni e ai lavoratori atipici, ha immesso sul mercato due prodotti che si chiamano rispettivamente "Mutuo Tu 80", che copre fino all'80% del valore dell'immobile per prestiti fino a 200.000 euro, a tasso fisso e variabile, e il "Mutuo Tu opzione sicura", che permette di cambiare il tasso nel corso del periodo dell'ammortamento. Gli spread oscillano tra il 2% e il 2,3% sul variabile agganciato al tasso Bce. Poste Italiane, invece, adottando una politica un po' meno speculativa, applica degli spread, più contenuti ed in linea con il mercato dei mutui nazionali, che vanno dall'1,35% all'1,95% Poste Italiane, però, richiede la residenza nel nostro Paese da almeno 5 anni. Intesa Sanpaolo, invece, impone il cosiddetto "loan to value", ovvero se il mutuo supera l'80% del valore dell'immobile è necessaria la cointestazione del contratto di mutuo con un altro soggetto appartenente allo stesso nucleo familiare. (Dati forniti da: Tecnocasa)

Il mutuo a durata variabile con rata fissa è una trappola!

Il mutuo a durata variabile con rata fissa è una trappola! E' evidente che, oggigiorno, contrarre un mutuo a tasso variabile risulta essere conveniente visti i tassi particolarmente bassi determinati dal livello assai contenuto dell'Euribor. Però, dietro l'angolo è attesa una nuova impennata dei tassi che potrebbe causare l'immediato aumento del capitale e degli interessi da rimborsare alla banca se si è provveduto a stipulare un mutuo a tasso variabile ma a rata costante. La ragione è presto detta. Un mutuo di questo tipo vi garantisce la "tranquillità" di sapere sempre con precisione l'ammontare della rata mensile da corrispondere all'istituto di credito, però, a fronte di questo "vantaggio", in caso di rialzo dei tassi, la durata del finanziamento aumenta e con essa anche gli interessi da pagare. Ad esempio, se avete contratto un mutuo di 100.000 euro, al tasso iniziale del 2,50%, di durata ventennale, se dopo due anni dall'inizio del mutuo i tassi sono lievitati di 2 punti percentuali, le rate non saranno più 240 ma bensì 278, e le 38 rate aggiuntive comporterebbero un aggravio di spesa pari a circa 20.000 euro! Appare, dunque, evidente come questa tipologia di mutuo sia poco conveniente. La soluzione migliore, al momento rimane il mutuo variabile con cap, ovvero quel mutuo in cui è previsto un limite massimo predeterminato oltre il quale il tasso non può salire, anche se i tassi di mercato dovessero farlo.

mercoledì 2 marzo 2011

Il mercato dei mutui con cap cresce a dismisura

Il mercato dei mutui variabili con cap cresce a dismisura! Le ragioni di un siffatto fenomeno risiedono, in massima parte, nella costante ricerca, da parte dei consumatori, di mutui sempre più sicuri e convenienti e che, nel lungo periodo, non diventino economicamente insostenibili in seguito ad un abnorme ed anomalo rialzo dei tassi d'interesse. In quest'ottica vanno ad accrescere il proprio appeal prodotti come i mutui con cap rate che, altri non sono se non dei mutui a tasso variabile con un limite massimo predeterminato oltre il quale il saggio d'interesse non può salire, anche se i tassi di mercato dovessero farlo. Che gli italiani stiano puntando decisamente verso questi prodotti  è un dato di fatto confermato anche dai dati forniti da MutuiOnline. Secondo una ricerca condotta dal broker più famoso del settore, nel mese di gennaio sono, infatti, calate le sottoscrizioni di mutui a tasso fisso (passate dal 46% al 36% del totale) mentre sono cresciute le stipule di mutui con cap, balzate dal 15% al 21%, mentre i mutui variabili classici sono saliti dal 36% al 40%. Si tratta di un trend che potrebbe rafforzarsi nei prossimi trimestri, soprattutto se, come è probabile, i tassi fissi dovessero rincarare. D'altra parte, la forbice esistente tra i mutui con cap e quelli a tasso fisso si sta riducendo, progressivamente, ma inesorabilmente, sempre di più. Una condizione, questa, che rende certamente meno appetibile la scelta di un mutuo a tasso fisso. Tra i migliori mutui con cap disponibili oggi sul mercato citiamo il mutuo con cap di Webank (tasso variabile pari al 2,61% cap massimo 5,50% e Isc del 2,64%; rata 535 euro), a seguire, a breve distanza, troviamo il mutuo offerto da Che Banca! (tasso variabile pari al 2,61% cap massimo 5,70% e Isc del 2,67%; rata 535 euro), infine, al terzo posto, si colloca il mutuo del Gruppo Bipiemme (tasso variabile del 2,70% cap massimo 5% ed Isc pari al 2,83%; rata 540 euro). Questi dati ineriscono un calcolo simulato che si basa su un mutuo ventennale di 100.000 euro, concesso ad un impiegato a tempo indeterminato di 35 anni d'età che deve acquistare un immobile del valore di 200.000 euro, (quindi il mutuo copre il 50% dell'investimento totale).

Come scegliere il mutuo migliore?

Come scegliere il mutuo migliore? A questa domanda, apparentemente semplice, bisogna fornire una risposta abbastanza articolata e che tenga in debita considerazione diversi aspetti legati al prodotto finanziario che si andrà a sottoscrivere. Di certo sarebbe buona cosa lasciare a casa timidezza e pigrizia. Questa sarebbe la regola base per chi desidera stipulare un contratto di mutuo conveniente. Chiedere più preventivi e pretendere spread contenuti, oggi è possibile, ma richiede da parte del futuro mutuatario una certa conoscenza degli accorgimenti da adottare. In maniera molto semplicistica potremmo riassumere in 5 le tappe di avvicinamento alla stipula vera e propria del contratto. Vediamo in dettaglio quali sono:

  1. Informarsi presso più intermediari: prima di decidere è meglio avere almeno una decina di preventivi in mano. Oltre alle banche e alle Poste, è buona norma consultare anche i siti di comparazione presenti su Internet. Qui si possono trovare, con pochi click, le migliori offerte disponibili sul mercato senza doversi recare fisicamente in banca o presso una finanziaria, avendo, spesso, anche la possibilità di bloccare un'offerta, riuscendo, quindi, a spuntare condizioni particolarmente vantaggiose. Sovente, infatti, siti come MutuiOnline, propongono dei prodotti appositamente studiati dagli istituti di credito per gli utenti che fanno uso esclusivo del canale informatico. Questi mutui, normalmente, vengono offerti a dei tassi più bassi rispetto agli equivalenti prodotti proposti allo sportello.
  2. La scelta tra tasso fisso e tasso variabile: fisso, variabile o misto. Attenzione, spesso e volentieri le proposte delle banche non coincidono fino in fondo con i vostri interessi. Valutate per bene la rata iniziale e la sostenibilità della stessa in diversi scenari dei tassi. A tal fine, potrebbe ritornarvi utile fare dei calcoli utilizzando la regola di Taylor [r = p + (0,5 x "y") + 0,5 x (p-2)].
  3. Pianificare con prudenza: considerare il flusso reddituale del nucleo familiare. La rata non dovrebbe mai superare il 30% del reddito. Sarebbe bene farsi fare delle simulazioni su cosa accadrebbe alla rata se i tassi dovessero salire in maniera tale da poter prendere in debita considerazione l'eventuale incapacità di far fronte alle obbligazioni assunte sul lungo periodo, orientandosi, in tal modo, su un mutuo diverso o magari di importo più contenuto.
  4. Confrontare il Taeg (Isc): nel confronto delle offerte bisogna considerare tutti i costi utilizzando il Taeg (Isc). Questo parametro rappresenta il costo globale ed effettivo del finanziamento, visto che oltre agli interessi tiene conto delle spese. Le banche sono obbligate a comunicare questi indicatori anche quando realizzano dei preventivi. Consigliamo anche di richiedere il modulo Esis che è un documento standardizzato, ma personalizzato, nel quale devono essere contenute le stesse informazioni per tutti gli operatori (tasso, durata, piano di ammortamento e Indicatore sintetico di costo).
  5. Prepararsi all'atto: chiedere in anticipo alla banca il testo del contratto di mutuo e di eventuali polizze. Farli visionare in tempo utile al notaio che potrà chiedere alla banca di modificare alcune clausole incerte.
Per tutti coloro i quali, invece, avessero già un mutuo e volessero sostituirlo con un prodotto più conveniente è necessario tenere in considerazione il fatto che le banche, molto spesso, tendono a sostituire un mutuo piuttosto che surrogarlo. Il motivo è semplice. In caso di sostituzione le spese della portabilità sono a carico del cliente, nel caso della surroga, invece, sono a carico della banca. Per chi, invece non vuol cambiare istituto di credito, può essere una validissima scelta quella di rinegoziare il mutuo. Questa strada consente di rivedere le condizioni contrattuali, in essere, con la propria banca che difficilmente rinuncerà ad un cliente. La strategia da adottare è semplice: andare allo sportello con molti preventivi di surroga o di sostituzione alle condizioni migliori trovate sul mercato e trattare con il responsabile dell'istituto. In tal modo si eviteranno anche molti fastidi di carattere burocratico legati all'operazione posta in essere.

martedì 1 marzo 2011

La regola di Taylor

John Brian Taylor è nato a Yonkers (New York) nel 1946. Laureato in economia a Princeton nel 1968, ha conseguito nel 1973 il dottorato di ricerca (PhD) all'Università di Stanford dove adesso insegna. Ha insegnato anche alla Columbia University e a Princeton. E' stato sottosegretario al dipartimento del Tesoro durante il primo mandato di George W. Bush.

La Taylor rule (regola di Taylor) è una formula molto semplice che aiuta a definire il tasso ottimale di politica monetaria, tenendo conto di due obiettivi - l'inflazione e la crescita, in genere quella potenziale, alle quali si può attribuire un peso diverso - e dell'attuale andamento dei prezzi e dell'attività economica. Questa regola ha permesso di dimostrare come la Fed (la banca centrale americana), tra il 2003 e il 2005, abbia commesso un errore mantenendo il costo del credito a livelli troppo bassi. Un errore che ha portato poi, nel 2008, alla crisi dei mutui subprime.

Se elaboriamo la regola di Taylor in versione europea, per provare a determinare quale dovrebbe essere il giusto tasso che dovrebbe adottare la Bce, possiamo ottenere una sorta di guida su quale contratto derivato di copertura è giusto sottoscrivere. Potrebbe essere un'ottima indicazione anche per coloro i quali sono alle prese con un mutuo e non sanno quale tasso d'interesse scegliere.

In termini matematici la regola di Taylor viene semplificata così: r = p + (0,5 x "y") + 0,5 x (p-2). Dove "r" è il tasso di sconto della banca centrale, "p" il tasso d'inflazione e "y" l'output gap (ovvero la differenza tra la crescita dell'economia effettiva e quella potenziale; in parole povere, quanto sta crescendo l'economia rispetto a quanto potrebbe crescere se vi fosse piena occupazione); la costante "2" indica, invece, il tasso d'inflazione obiettivo, fissato appunto al 2%.

Stando ai dati attuali l'inflazione europea è pari al 2,2%, l'output gap è al -4,17% e il tasso ufficiale della Bce è all'1%. Secondo la regola di Taylor, invece, dovrebbe essere pari allo 0,215%.

Per l'Abi le famiglie italiane tengono bene sul fronte finanziario

Le famiglie italiane, nonostante la debolezza del ciclo economico, confermano una positiva capacità di tenuta sul fronte finanziario, anche grazie al supporto delle banche italiane. È quanto emerge dal "Report trimestrale - indicatori di indebitamento, vulnerabilità e patologia finanziaria delle famiglie italiane", realizzato da Abi in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Il report, informa una nota, rappresenta un nuovo strumento di monitoraggio trimestrale che consentirà di tenere sotto stretta osservazione l’indebitamento delle famiglie in un contesto congiunturale non favorevole alla luce dello shock. Le analisi hanno passato in rassegna un ampio set di indicatori in grado di segnalare lo stato delle condizioni finanziarie delle famiglie quali: indicatori di indebitamento, vulnerabilità, patologia finanziaria, domanda e offerta di credito. Il rapporto di febbraio 2011 evidenzia come i finanziamenti per la casa continuino a crescere in quanto favoriti, da un lato, dall’effetto di calmieramento dei prezzi degli immobili dovuto alla crisi e, dall’altro, dal basso livello dei tassi d’interesse. A settembre 2010 i prestiti per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti del 5,5% (+6,6% un anno prima). I dati più recenti relativi a novembre 2010 segnalano una crescita del 7,7%. Nel complesso va segnalato un incremento del rapporto tra rata media sui mutui per l’acquisto di abitazioni e reddito disponibile, che in ogni caso si mantiene su un livello ben inferiore rispetto ai massimi registrati due anni prima. Infatti, a settembre 2010, secondo i dati disponibili piu’ recenti, il complesso delle rate assorbivano il 5,1% del reddito, incidenza di mezzo punto più alta rispetto a un anno prima ma inferiore di 1,6 punti percentuali rispetto al mese di settembre 2008. Le sofferenze, seppure su livelli ancora molto bassi, registrano un leggero incremento, coerente con la situazione di crisi che stiamo
attraversando.
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