Con il Decreto anticrisi del Governo, lo Stato si fa carico del mutuo per la parte in cui gli interessi sulle rate superano il 4%. In altre parole, su un mutuo ventennale, contratto, ad esempio, nel settembre 2005, sulla base dell'Euribor ad un mese, che oggi avrebbe un tasso tra il 4,27% ed il 5,07% a seconda dello spread praticato, ci sarebbe un risparmio tra i 10 e i 50 euro.
Il tetto massimo del 4% non è valido, però, per tutti i mutui a tasso variabile anteriori al 31 ottobre del 2008, ma solo per quelli che alla sottoscrizione hanno pagato un tasso inferiore a questa soglia. Chi, per esempio, ha contratto un finanziamento nel 2007 pagando, alla prima rata un interesse del 5,5% non può invocare la protezione del 4% ed è quindi, di fatto, escluso dal benefico intervento dello Stato.
Rientrano nel provvedimento anche i mutui rinegoziati sulla base dell'accordo Abi-Governo, ma solo a partire dal momento in cui il conto di finanziamento accessorio dovesse risultare a saldo zero, sulle rate da corrispondere nel corso del 2009.
Sono in ogni caso esclusi dall'intervento statale i mutui sottoscritti per l'acquisto di immobili appartenenti alle categorie catastali A1 (abitazioni di tipo signorile), A8 (abitazioni in ville) e A9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici).
Il secondo provvedimento messo in campo dal Governo è l'opzione del tasso Bce. Per tutti i nuovi mutui, sottoscritti a partire dal 2009, la banca deve mettere a disposizione la possibilità di scegliere tra il tasso Euribor e il tasso della Banca Centrale Europea. Attualmente sono entrambi in netto calo. L'Euribor a tre mesi ha fatto registrare i minimi da due anni a questa parte attestandosi al 3,669% mentre, dal canto suo, il tasso ufficiale di sconto fissato dalla Banca Centrale Europea è, oggi, nell'ordine del 2,50%.
La scelta parrebbe ovvia se non fosse che l'applicazione dello spread resta nella discrezionalità della banca. Il cliente dovrà valutare con attenzione, quindi, se preferire un mutuo agganciato all'Euribor, magari con uno spread basso, oppure scegliere il tasso Bce con un onere aggiuntivo, anche dell'1,50% di spread, come ad esempio avviene nel caso di “Euromutuo” proposto dalla Banca Popolare di Milano.
Bisogna ricordare, poi, che questa opzione non vale per tutti ma solo per chi, dal 2009 si appresta a stipulare un mutuo per l'acquisto della prima casa.
Qui di seguito un video d'approfondimento
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venerdì 5 dicembre 2008
Decreto anticrisi: Speciale mutui
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