Le posizioni, tra il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e l'Abi (Associazione Bancaria Italiana), restano contrapposte e distanti in merito all'estensione dell'ambito di applicazione degli Ias/Ifrs (International Accounting Standars/International Financial Reporting Standars).
Gli Ias/Ifrs mirano ad armonizzare i principi contabili e i metodi di allestimento delle chiusure annuali dei conti. In particolare, dal 2002 l'Unione Europea ha reso obbligatoria l'adozione dei principi contabili Ias/Ifrs nei bilanci consolidati delle banche, delle assicurazioni e delle società quotate in borsa a partire dal bilancio dell'esercizio in corso al primo gennaio 2005.
In virtù della crisi dei mutui e la difficoltà di valutazione di molti titoli, gli Ias/Ifrs saranno soggetti a diverse revisioni volte a migliorare rappresentatività e veridicità dei bilanci a partire dal recepimento definitivo delle direttive 2001/65/Ce e 2003/51/Ce.
Il provvedimento, dal quale, secondo l'Abi, andrebbero escluse soltanto le società con bilanci in forma abbreviata (imprese non quotate in borsa, di dimensioni piccole e medie), non piace affatto ai commercialisti poiché, questi ultimi, temono l'applicazione di costi amministrativi e strutturali eccessivi per questa tipologia di imprese. Inoltre, si è posto l'accento anche su problemi di natura fiscale e civilistica quali, ad esempio, la distribuzione degli utili, la riduzione del capitale per perdite e limiti alle emissioni obbligazionarie per tutte quelle società che non devono soddisfare particolari obblighi di trasparenza rispetto al mercato.
L'Abi, dal canto suo, invece, è convinta che l'allineamento dei bilanci a criteri condivisi e uniformi è essenziale al fine di valutare l'affidabilità e la sostenibilità delle imprese che accedono al credito. La trasparenza dei bilanci non può realizzarsi se nello stesso settore produttivo coesistono imprese simili che applicano gli Ias e altre che continuano a impiegare la disciplina tradizionale.
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martedì 5 agosto 2008
Braccio di ferro tra commercialisti e Abi sull'estensione degli Ias
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