I prestiti alle imprese sono lo specchio di quanto accade oggigiorno in un contesto in cui uno scenario di crisi da tregenda prospera dilagante allungando i propri tentacoli al fine di strozzare la già asfittica economia nazionale. La misura della contrazione dei prestiti alle imprese, nel primo semestre dell'anno, è pari all'1,5% su base annua e il trend continua ad essere negativo. La stagnante economia nazionale, frutto anche di scelte assai discutibili da parte del sistema bancario che ha chiuso e continua a tenere ben stretti i rubinetti del credito, è frutto anche di un mancato rilancio, in primis sul piano della competitività e dell'innovazione, delle imprese nostrane. Mantenere in vita un'attività quando i consumi sono ridotti al lumicino è cosa assai difficile e lo testimoniano le centinaia di migliaia di imprese che da gennaio ad oggi hanno chiuso i battenti. Da un lato gli enti pubblici non onorano impegni economici inerenti commesse già ampiamente svolte, dall'altro il fisco bussa alla cieca alla porta di chi, pur vantando crediti dallo Stato e cerca di tirare a campare, deve versare l'obolo a quello stesso padre padrone che ha gabbato i propri figli. Come se non bastasse, le banche, ormai solo dedite a far cassa a dispetto di ciò che richiederebbe l'economia reale per riprendere un'ascesa quanto mai ardua e irta di insidie, snobbano le piccole e medie imprese, vero volano dell'economia italiana, osteggiandone, di fatto, ogni sorta di possibile sviluppo. A ben vedere è un miracolo che vi sia stata una contrazione di appena l'1,5%. Ma proprio perché di piccolo miracolo trattasi, il dato non è facilmente replicabile e, in prospettiva, senza che vengano poste in essere misure idonee a contrastare questo trend negativo, il dato non potrà che peggiorare ulteriormente.
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martedì 2 ottobre 2012
Diminuiscono i prestiti alle imprese
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