Un primo, timido, segnale da parte degli istituti di credito, più volte invitati dal numero uno di Bankitalia Mario Draghi, a ritoccare al ribasso i tassi d'interesse applicati sui mutui, lo stanno dando alcuni gruppi bancari italiani che, in virtù del sempre maggiore rischio d'insolvenza della clientela, stretta nella morsa delle rate (sempre più elevate - ndr), preferiscono contenere il fenomeno proponendo prodotti un pò più a dimensione d'uomo. In particolare, il settore interessato dai provvedimenti adottati dalle banche è quello dei mutui a tasso variabile che, visti i recenti rialzi dei tassi da parte della BCE, hanno raggiunto una soglia limite superiore alle aspettative di spesa dei soggetti contraenti. Ecco perché i principali istituti si sono attrezzati con opportune protezioni, anche in vista della nuova stretta Bce attesa per settembre. Unicredit ha lanciato «Tasso stop», Intesa San Paolo offre l'opzione «Domus block», Banca Woolwich propone «Fisso 5 rinegoziabile», Ing direct ha studiato un paracadute per il tasso variabile a rata costante. Da verificare nei fatti, queste soluzioni comunque rappresentano un primo passo in avanti a tutela dei consumatori. Da una prima analisi, questi prodotti finanziari, si distinguono per la possibilità, offerta ai contraenti, di bloccare, il più delle volte, i tassi d'interesse applicati e per un determinato periodo di tempo stabilito dalla banca nell'ordine di 5 o 10 anni. Questa soluzione, in parte, consentirà un maggiore controllo della spesa da parte dei clienti e, visto il lasso di tempo previsto, dovrebbe consentire delle fluttuazioni dei tassi, a livello centrale, tali da consentire un ritorno ai livelli raggiunti all'atto della stipula dei contratti di mutuo. Ripetiamo, è un primo passo, ma è già qualcosa. Nei prossimi giorni analizzeremo singolarmente i prodotti citati in questo articolo in maniera tale da fornirvi un'idea precisa delle loro caratteristiche.
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sabato 4 agosto 2007
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