Oltre ai mutui per comprare casa, banche e finanziarie offrono ai consumatori un ventaglio sempre più ampio di offerte di prestiti per l'acquisto di ogni tipo di beni e servizi. Grazie al denaro ricevuto dagli intermediari finanziari, è possibile pagare l'auto o i mobili per la casa, prodotti elettronici o interventi medici ed estetici, vacanze o studi universitari. Non tutti i finanziamenti per il credito al consumo sono uguali, all'interno di questa tipologia, esistono forme diversissime di prestiti: si va, infatti, da quelli personali a quelli finalizzati per l'acquisto di beni o servizi predeterminati, dall'emissione e utilizzo di carte di credito "revolving" alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Cos'è, dunque, che accomuna tutte queste forme di prestito? In base all'articolo 121 e seguenti del decreto legislativo 385 del 1993, meglio noto come Testo Unico Bancario, il credito al consumo è l'erogazione di un prestito da parte di una banca, o società finanziaria autorizzata, a un consumatore, cioè a una persona fisica - non una società - che non percepisce il denaro per un'attività imprenditoriale o professionale. Il rimborso della somma avviene in forma rateale attraverso pagamenti periodici, le rate appunto, di solito di valore costante, composti da una quota con cui viene rimborsato il capitale e da un'altra a titolo di interesse sulla somma ricevuta inizialmente. Nella categoria, dal punto di vista legale, sono inserite tutte le somme da 200 sino a 75.000 euro, con durata massima del contratto sino a 10 anni.
Il credito al consumo in Italia sta vivendo da tre anni e mezzo una crisi molto rilevante, anche se il ricorso a questo canale di finanziamento nel nostro Paese resta ancora distante dai livelli raggiunti in altri Stati europei e nel Nord America. La domanda di credito da parte degli italiani è andata via via calando, a causa della recessione seguita alla crisi finanziaria innescata nel 2008 con lo scoppio della bolla dei mutui subprime statunitensi, che ha pesato sulla dinamica dell'occupazione. Meno posti di lavoro, più incertezza, redditi reali sempre più leggeri hanno aumentato la sfiducia degli italiani, che hanno deciso di ridurre i loro consumi, specialmente quelli rivolti alle categorie di beni più costosi, come auto e moto, arredamento, elettrodomestici e prodotti di elettronica di consumo. Proprio le categorie per le quali, negli anni scorsi, l'acquisto era spesso sostenuto da forme di indebitamento rateale finanziate dal credito al consumo.
Tra le forme di finanziamento preferite dagli italiani, secondo i dati aggiornati a fine marzo 2012 da Assofin, ci sono i prestiti personali (37,4% del totale), i prestiti finalizzati (26,8%), le carte di credito (24,7%), e infine, la cessione del quinto dello stipendio e della pensione (8,8%), con il rimanente 2,3%, pari ad appena 288 milioni di euro, che riguardano i prestiti finalizzati per acquisti di autoveicoli business. In totale, nel primo trimestre dell'anno, il settore ha erogato finanziamenti per 12,36 miliardi di euro, in calo dell'11% rispetto allo stesso periodo del 2011. Le categorie di contratti del credito al consumo sono essenzialmente quattro: prestito personale, prestito finalizzato, cessione del quinto dello stipendio o della pensione, carta di credito.
Il prestito personale è un finanziamento senza obbligo di destinazione, erogato direttamente a favore del cliente e rimborsabile a rate prestabilite. Il cliente può dunque utilizzare i fondi richiesti per svariati fini. Il prestito personale presenta un tasso di interesse fisso e il rimborso avviene solitamente con cadenza mensile. Il prestito personale rientra nella categoria dei prodotti di credito al consumo, se è compreso fra i 200 e i 75.000 euro e ha durata sino a un massimo di 10 anni..
Il prestito finalizzato, invece, è un finanziamento destinato all'acquisto di specifici beni o servizi. Viene erogato direttamente a favore del venditore dei beni/servizi acquistati dal cliente. Il finanziamento presenta, di norma, un tasso di interesse fisso e il rimborso avviene solitamente con cadenza mensile.
La cessione del quinto dello stipendio o della pensione è una forma di finanziamento concessa a fronte della cessione volontaria di una quota, parte del proprio stipendio/pensione mensile. Può essere richiesta esclusivamente da lavoratori dipendenti, a progetto e pensionati. Affinché il contratto scatti, è obbligatorio che il cliente sottoscriva una polizza assicurativa contro il rischio di morte e perdita del posto di lavoro del dipendente o pensionato, e il premio relativo viene pagato dal richiedente.
Infine, la carta di credito revolving, o con opzione (si può scegliere se pagare le spese a rate o tutte in un'unica soluzione) è una forma di finanziamento che prevede la messa a disposizione a favore del cliente di una somma di denaro (fido) che può essere utilizzata a sua discrezione, con l'obbligo di restituzione attraverso rimborsi periodici in una o più rate. I pagamenti effettuati dal cliente, una volta coperti gli interessi maturati, ricostituiscono in tutto o in parte la disponibilità del fido che può quindi essere nuovamente utilizzato.
Ciascuna di queste forme di credito al consumo ha caratteristiche diverse, che vanno attentamente valutate dal cliente, e costi differenti.