Moltissimi pensionati, negli ultimi tempi, si sono lamentati a gran voce degli enormi svantaggi legati alla cessione del quinto della pensione. Dalle colonne dei giornali si evince, come non mai, l'esigenza di maggiore chiarezza in merito a quali siano i costi "occulti" che fanno lievitare a dismisura l'ammontare complessivo del debito.
Prima di addentrarci nell'analisi delle principali voci di costo, è bene fare un pò di chiarezza in merito alla differenza che c'è tra prestito personale e cessione del quinto della pensione. Questa, che a prima vista potrebbe sembrare una distinzione del tutto superflua, invece è utile proprio per capire cosa c'è dietro a queste due differenti tipologie di prodotto.
Il prestito personale
Con il contratto di prestito personale una somma viene erogata dalla banca o dalla società finanziaria al cliente, che si impegna a restituirla secondo un piano di ammortamento finanziario a tasso fisso ed a rate costanti a scadenze concordate, secondo quanto prevede il Decreto Legislativo 385/93 e gli articoli 1813 e seguenti del codice civile.
Questa forma di finanziamento può essere assistita anche da garanzie quali, ad esempio pegno e fideiussione. E' possibile, in maniera del tutto facoltativa, sottoscrivere una polizza a premio unico, contro il rischio vita e perdita d’impiego, a copertura del finanziamento.
Cessione del quinto della pensione
E’ un prestito personale a tasso di interesse fisso per tutta la durata dell’ammortamento estinguibile mediante cessione pro-solvendo di quote fisse e costanti della pensione fino al quinto della stessa, valutato al netto delle ritenute fiscali e fatto salvo l’importo corrispondente al trattamento minimo, per periodi non superiori a dieci anni. Possono essere cedute le pensioni o le indennità che tengono luogo di pensione corrisposte dallo Stato o dai singoli enti, gli assegni equivalenti a carico di speciali casse di previdenza, le pensioni e gli assegni di invalidità e vecchiaia corrisposti dall’Inps, gli assegni vitalizi e i capitali a carico di istituti e fondi in dipendenza del rapporto di lavoro.
Tale forma di prestito è regolato dagli articoli 1260 e seguenti del codice civile, dal D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180 e successive modificazioni ed integrazioni, dal relativo regolamento D.P.R. 28 luglio 1950, n. 895 e dal D.M. 27 dicembre 2006 n. 313. Le rate mensili per l’ammortamento del prestito vengono trattenute dalla pensione del finanziato ad opera del relativo istituto, ente o cassa di previdenza, che ne effettua diretta rimessa all’intermediario cessionario.
Trattandosi di cessione pro-solvendo, il debitore cedente non è liberato della sua obbligazione di restituzione del debito fino a quando l’istituto cessionario non abbia ottenuto l’integrale pagamento.
L’operazione deve essere sempre assistita per legge dalla garanzia dell’assicurazione sulla vita che ne assicuri il recupero del residuo credito in caso di decesso del mutuatario.
I costi del prestito personale (Elenco generico con valori medi indicativi)
- Tasso nominale annuo applicabile (TAN);
- TAEG (la voce più importante da considerare poiché tiene conto di tutte le voci di costo inerenti il finanziamento - può superare anche il 20%);
- Oneri fiscali (calcolati in base all’imposta di bollo corrente);
- Interessi di mora (sono calcolati nell’ambito delle soglie previste dalla Legge 108/96);
- Commissioni dell’intermediario incaricato (Banca o società finanziaria - possono arrivare anche al 20%);
- Polizza vita e rischi diversi d’impiego (facoltativa - dall'8% al 15% circa);
- Spese fisse (comprensive spese di istruttoria, notifica, ecc. - dallo 0% al 15%);
- Spese fisse di estinzione (ove previste possono anche arrivare a 200 euro);
- Spese inerenti le comunicazioni periodiche alla clientela (da 0 a 20 euro circa);
- Spese per rilascio documentazione relativa ad operazioni perfezionate (da 30 a 50 euro circa);
- Commissioni di anticipazione (in media il 3%);
- Spese per rilascio copia del testo contrattuale idonea per la stipula (da 25 a 50 euro circa);
- Compenso di estinzione anticipata (1% del capitale residuo);
- Spese per comunicazioni ai clienti (da 10 a 20 euro circa);
- Spese per ottenimento di garanzie personali (circa 10%);
I costi della cessione del quinto della pensione (Elenco generico con valori medi indicativi)
- TAN;
- TAEG (può arrivare anche al 30%);
- Commissioni bancarie massime calcolate sul montante lordo del finanziamento (fino al 12%);
- Oneri fiscali e tributari: imposta di bollo in misura fissa dal primo giugno 2005 di 14,62 euro per finanziamenti effettuati in proprio dalla banca o società finanziaria; imposta sostitutiva dello 0,25% calcolata sul capitale finanziato per quelli di cui il titolare è una banca per il tramite della società mandataria;
- Commissioni di intermediazione massime del soggetto intermediario e dell’agente in attività finanziaria/mediatore creditizio eventualmente intervenuto: 39% sul montante lordo del finanziamento;
- Spese contrattuali di apertura pratica e di istruttoria massime, comunque sempre dovute in caso di rinuncia del cliente dopo la sottoscrizione del contratto di finanziamento e in ogni caso di mancata erogazione del prestito richiesto (circa 600 euro);
- Premi assicurativi obbligatori per rischio vita massimi: 50% circa sul montante lordo del finanziamento. Il premio viene rapportato sulla base del montante lordo del finanziamento ed in funzione della durata del prestito, dell’età e delle condizioni di salute dichiarate al momento della stipula del contratto;
- Netto Ricavo: è l’importo erogato e reso disponibile al cliente finanziato, pari al montante lordo detratti gli interessi relativi al TAN e tutti gli oneri indicati in precedenza. L’importo comprende quanto già eventualmente corrisposto al cliente a titolo di prefinanziamento, oltre i relativi interessi previsti, nonché, se necessaria, per l’eventuale estinzione anticipata di precedenti prestiti o pignoramenti gravanti sulla pensione del cliente, oltre i relativi interessi e servizi accessori previsti.
Da questo confronto è chiaro come il prestito personale sia, di sicuro, più conveniente rispetto alla cessione del quinto della pensione. La ragione principale risiede, in massima parte, nelle elevatissime commissioni di intermediazione spettanti al soggetto intermediatore e all'elevato costo della polizza obbligatoria. Queste due voci di costo, da sole, sono in grado di far raddoppiare la somma da rimborsare in funzione di quella ottenuta.
Non è un caso, infatti, che diversi pensionati, una volta ottenuta la cifra di cui hanno bisogno, ad esempio 10.000 euro per ristrutturare la propria abitazione, alla fine si siano trovati a rimborsare cifre vicine ai 20.000 euro.
Quello che ci sentiamo di consigliare, oltre ovviamente, ad un'attenta lettura delle condizioni contrattuali, è di contrattare sempre il compenso provvigionale richiesto dall'intermediario, in modo da ottenere un consistente risparmio. Sulla polizza, purtroppo, non si può far nulla poiché è determinata direttamente dalla compagnia d'assicurazioni che garantisce la copertura.
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