Trump rilancia i dazi USA: nuove tariffe fino al 40% nel 2025

Nuove tariffe USA: il presidente Trump rilancia i dazi e scuote l’economia globale

Trump rilancia i dazi USA
Negli ultimi giorni, la scena economica internazionale è tornata a ruotare attorno a Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti. La sua amministrazione ha annunciato un pacchetto di nuove tariffe doganali che potrebbero ridefinire, ancora una volta, gli equilibri del commercio globale.

Il piano prevede dazi compresi tra il 25% e il 40% su beni importati da oltre 14 Paesi. In parallelo, è stato deciso il rinvio al 1° agosto dell’entrata in vigore delle tariffe generalizzate, inizialmente previste per il 9 luglio. Una scelta strategica che potrebbe aprire a negoziati, ma che intanto ha già agitato i mercati internazionali.

Secondo Trump, l’obiettivo è duplice: ridurre il cronico deficit commerciale degli Stati Uniti e incentivare le aziende straniere a rilocalizzare la produzione direttamente sul territorio americano. A detta della Casa Bianca, gli USA avrebbero già incassato oltre 100 miliardi di dollari in dazi, sebbene alcune delle misure annunciate siano ancora in fase di attuazione.

L’elenco dei Paesi colpiti è ampio e comprende sia alleati storici come il Giappone e la Corea del Sud, sia economie emergenti come Bangladesh, Cambogia, Sudafrica, Serbia e altri Paesi del Sud-Est asiatico. In molti casi, si tratta di nazioni che finora hanno beneficiato di accesso agevolato al mercato statunitense.

Le reazioni a livello internazionale sono state immediate. Il Giappone e la Thailandia hanno espresso rammarico per la decisione, pur lasciando aperta la porta al dialogo. I Paesi BRICS, invece, hanno condannato duramente la mossa, definendola unilaterale e dannosa per la stabilità economica globale.

Nel frattempo, l’Unione Europea è riuscita a ottenere una finestra negoziale fino al 1° agosto, nella speranza di evitare che le nuove tariffe vengano estese anche ai beni europei. Una scadenza che potrebbe rivelarsi cruciale per l’economia continentale.

Sui mercati finanziari, la reazione è stata negativa: Wall Street ha chiuso in calo, mentre la Borsa di Tokyo ha segnato un lieve rialzo, sostenuto proprio dal rinvio dell’entrata in vigore dei dazi.

Il quadro che si delinea è quello di una politica commerciale aggressiva, che potrebbe sfociare in una nuova stagione di tensioni globali. Le prossime settimane saranno decisive per capire se prevarrà la diplomazia o se assisteremo a un’ulteriore escalation protezionista.

Settori maggiormente colpiti

Industria automobilistica

  • Paesi coinvolti: Giappone, Corea del Sud, Germania, Italia
  • Motivo: Trump accusa questi Paesi di esportare veicoli in eccesso senza offrire pari accesso al mercato interno
  • Dazi stimati: fino al 25% su auto e componentistica
  • Impatto: rallentamento delle esportazioni, aumento dei costi per i consumatori USA, rischio di delocalizzazione inversa

Farmaceutica e chimica

  • Paesi coinvolti: Italia, Germania, India
  • Motivo: surplus commerciale e dipendenza USA da forniture estere
  • Dazi stimati: 20–30%
  • Impatto: aumento dei prezzi dei farmaci, rischio di carenze, pressioni su FDA per autorizzazioni rapide a produttori locali

Agroalimentare e bevande

  • Paesi coinvolti: UE (Italia, Francia, Spagna), Thailandia, Sudafrica
  • Motivo: ritorsione contro barriere non tariffarie europee e squilibri commerciali
  • Dazi stimati: 17–25%
  • Impatto: calo delle esportazioni di vino, formaggi, olio d’oliva; rischio di contromisure UE su whiskey e prodotti agricoli USA

Tessile e abbigliamento

  • Paesi coinvolti: Bangladesh, Cambogia, Myanmar
  • Motivo: Trump accusa questi Paesi di sfruttare accessi agevolati e di fungere da “canali di trasbordo” per merci cinesi
  • Dazi stimati: fino al 35–40%
  • Impatto: rischio chiusura di fabbriche, aumento dei prezzi al dettaglio negli USA, spostamento della produzione verso Paesi non colpiti

Macchinari e impianti industriali

  • Paesi coinvolti: Italia, Germania, Giappone
  • Motivo: squilibri commerciali e volontà di rilocalizzare la manifattura
  • Dazi stimati: 20–30%
  • Impatto: rallentamento degli investimenti industriali USA, aumento dei costi per le imprese americane

Scenari ipotetici

Scenario

Descrizione

Probabilità stimata

Effetti principali

Accordo bilaterale selettivo

Alcuni Paesi (es. UE, Giappone) negoziano esenzioni parziali

Medio-alta

Riduzione dei dazi su settori strategici, tregua temporanea

Escalation protezionista

I Paesi colpiti rispondono con contromisure

Medio

Aumento dei dazi reciproci, rallentamento del commercio globale

Rilocalizzazione industriale

Le imprese spostano la produzione negli USA o in Paesi esenti

Alta

Investimenti in USA, aumento dei costi di produzione, inflazione

Intervento WTO o multilaterale

L’UE o altri blocchi ricorrono a organismi internazionali

Bassa

Tempi lunghi, efficacia limitata, rischio di paralisi diplomatica

Ritiro o sospensione dei dazi

Trump usa i dazi come leva negoziale e poi li ritira

Medio-bassa

Rimbalzo dei mercati, ma incertezza persistente

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