Come per i mutui, anche per il credito al consumo è necessario che la banca o la finanziaria e il consumatore sottoscrivano un contratto che regola modalità di erogazione, rimborso rateale e penalità in caso di violazione. La distinzione fondamentale è tra i finanziamenti finalizzati e non finalizzati. Se si tratta di un prestito finalizzato, il contratto deve sempre indicare con precisione i beni o i servizi acquistati. In tal caso, dopo la stipula, la somma viene accreditata non al cliente, ma alla società che vende il prodotto o il servizio. Questa procedura comporta la necessità di porre moltissima attenzione al contratto che si firma: spesso, infatti, la banca o la finanziaria inseriscono delle clausole, e le fanno firmare a parte, con le quali il cliente le esenta da qualsiasi effetto o danno se, una volta percepita la somma del finanziamento, il venditore non effettua la consegna del prodotto o del servizio, oppure non effettua i lavori previsti, come anche vende un bene deteriorato o danneggiato, o eroga un servizio scadente e non a norma. Se il cliente ha firmato una clausola di questo genere, non ha più alcuna possibilità di rivalersi per i danni nei confronti della banca o della finanziaria, come pure non può evitare di pagare interamente le rate e gli interessi per il prestito ricevuto: deve solo pagare e portare in giudizio il venditore del bene o del servizio. Invece, nel caso di un prestito non finalizzato, di un prestito personale o di un contratto di cessione del quinto dello stipendio o della pensione, la somma viene versata direttamente sul conto corrente bancario del cliente, che può spenderla come meglio ritiene. Diverso ancora è il caso dell'utilizzo delle carte di credito revolving. A differenza delle normali carte di credito, questa tipologia di strumenti finanziari non comporta l'addebito delle somme spese sul conto corrente del cliente in una sola volta, ma funziona in maniera totalmente diversa. in sostanza, la banca apre una linea di credito al cliente, entro un tetto massimo di spesa, che si riduce di pari passo alle somme spese con la carta. Ma la carta consente di rateizzare le somme impiegate per gli acquisti: a ogni rata prelevata dalla banca, l'importo disponibile sulla linea di credito collegata alla carta viene rimpinguato della somma corrispondente a quella pagata con la rata, in modo da consentire al cliente di effettuare altre spese, restando entro il tetto massimo previsto. Questo meccanismo di rotazione del credito ha il vantaggio di consentire un aumento delle disponibilità finanziarie per le spese del cliente, ma comporta anche un aumento dei costi pagati dal cliente che si fa sentire soprattutto sottoforma di tasso di interesse applicato dalla banca al valore delle somme erogate per i finanziamenti degli acquisti. Il contratto è, quindi, come per i mutui, il passaggio fondamentale. Perché sia valido, il contratto deve rispondere a determinati requisiti. Tra questi, deve sempre indicare il soggetto erogatore e i dati del consumatore che lo richiede, come anche l'ammontare del finanziamento, le modalità di erogazione e rimborso, i tassi applicati, eventuali oneri esclusi dal Taeg, le regole sulla mora e sulle garanzie. Attenzione alle offerte che decantano il tasso zero: per essere davvero pari a zero, il tasso di cui si parla deve essere il Taeg e non il Teg o il Tan. Come sono indicati sul contratto i tassi? Una prima definizione utilizzata è quella del tasso annuo nominale Tan: indica il tasso di interesse, in percentuale e su base annua, richiesto per il finanziamento, cioè quello su cui sono calcolate le rate. Il Tan però non comprende spese, oneri e altre commissioni, quindi non esprime il costo complessivo del mutuo che può essere anche molto più alto. Il Tasso annuo effettivo globale (Taeg) è un numero che comprende tutte le spese che il cliente sostiene con il contratto di finanziamento. Prende la forma di un tasso percentuale che rappresenta il costo effettivo del contratto e comprende, oltre al tasso di interesse, tutti gli altri costi a carico del cliente. Più alto è il Taeg, più costoso è il contratto. Comparando i Taeg di diversi contratti, che devono essere riportati sui documenti informativi che i clienti devono obbligatoriamente ricevere prima di presentare la domanda di finanziamento e sui fogli informativi, i clienti possono confrontare le diverse offerte e verificare quale finanziamento è più conveniente. L'unica misura reale del tasso sulla cui base si possono comparare le offerte è il Taeg. E' lo strumento fondamentale per comparare i contratti: questo è l'unico indice che rappresenta il costo totale del contratto a carico del cliente e che comprende gli interessi come pure tutti gli altri costi da sostenere. Attenzione perché spesso visono casi in cui contratti con un Tan pari a zero hanno un Taeg invece molto superiore, quindi con costi reali molto più alti di quelli decantati. Molto spesso, invece, gli intermediari indicano un tasso, il Teg che, a differenza del Taeg, indica le spese complessive, ma non quelle relative all'assicurazione del contratto e alle tasse. Il contratto talvolta può essere nullo, annullabile, o può comprendere anche parti non valide. E' nullo ogni contratto non scritto, come anche tutte le clausole contrarie alla legge e che rimandano a usi non specificati. Quando manca una parte del contratto, o una clausola è annullabile, le regole prevedono che le parti annullate o mancanti siano sostituite da altre previste dalla legge. Ad esempio, se il Taeg o la durata non sono indicati nel contratti, di norma viene applicato il tasso nominale minimo medio dei Bot annuali emessi nei 12 mesi prima della stipula del contratto, e la durata del prestito viene portata a due anni e mezzo. Una regola di garanzia per il cliente è quella che consente sempre il rimborso anticipato del credito, versando le rate rimanenti più un'eventuale penale - che deve essere prevista dal contratto - che in media non supera l'1% del capitale residuo. La banca o la finanziaria, invece, non possono uscire anticipatamente dal prestito, dunque non possono chiedere che il cliente paghi in un'unica soluzione il capitale residuo. In alcune tipologie di contratto, però, come la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, spesso l'estinzione anticipata è molto costosa, perché il cliente deve versare immediatamente tutte le spese che, se avesse rispettato le scadenze, avrebbe pagato un po' per volta.
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