Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Come recuperare gli interessi delle carte revolving grazie a una sentenza della Cassazione

Carte Revolving: la sentenza della Cassazione e i diritti dei consumatori

Rimborso interessi carte revolving

Le carte revolving, una forma di credito rotativo che permette di rateizzare le spese, sono al centro di una recente e significativa sentenza della Cassazione. Questa decisione potrebbe cambiare le regole del gioco per milioni di consumatori italiani, offrendo loro la possibilità di recuperare gli interessi pagati su contratti ritenuti nulli.

Perché la Cassazione ha annullato i contratti?

La decisione della Cassazione ha avuto un impatto significativo sui contratti di carte revolving stipulati tra il 2000 e il 2010. Il problema principale risiedeva nella promozione di questi contratti da parte di soggetti non abilitati, violando una normativa imperativa stabilita dall’art. 1418 del codice civile.

Il contesto giuridico e la violazione normativa

L’articolo 1418 del codice civile stabilisce che un contratto è nullo quando viola una norma imperativa. Nel caso specifico delle carte revolving, prima dell’entrata in vigore del D.lgs. 141/2010, non era legale stipulare contratti di credito con promotori non iscritti all’Uic (Ufficio Italiano dei Cambi) o con mediatori creditizi non regolarmente registrati. Questo ha portato a una serie di controversie legali, con posizioni contrastanti tra diverse corti italiane.

Il ruolo della Corte d’Appello di Firenze

La Corte d’Appello di Firenze, investita di centinaia di ricorsi patrocinati dall’Associazione ADifesa, ha chiesto l’intervento delle Sezioni Unite della Cassazione per risolvere il conflitto giuridico. Alcune corti, come quella di Milano, avevano considerato questi contratti validi, mentre altre, come quella di Firenze, ne avevano riconosciuto la nullità.

Conseguenze della sentenza

Restituzione degli interessi: i consumatori coinvolti potranno richiedere il rimborso degli interessi pagati su contratti nulli. (In molti casi si tratta di cifre considerevoli, superiori ai 3.000 €)

Riconoscimento del diritto al risarcimento: chi ha sottoscritto queste carte potrebbe rivalutare la propria situazione finanziaria. 

Impatto sul settore finanziario: la sentenza spinge le istituzioni a una maggiore regolamentazione e tutela del consumatore.

Quali sono le implicazioni per i consumatori?

✔️ Restituzione degli interessi: gli utenti coinvolti potranno richiedere la restituzione degli interessi pagati su contratti nulli.

✔️ Riconoscimento del diritto al rimborso: molti italiani potranno rivalutare le proprie posizioni e ottenere un credito dovuto. 

✔️ Impatto sul mercato: la decisione potrebbe spingere le istituzioni finanziarie a una maggiore regolamentazione.

La vicenda che ha aperto la strada alla sentenza

Il caso emblematico che ha contribuito alla pronuncia della Cassazione riguarda una consumatrice che, in un periodo antecedente alla riforma normativa del D.lgs. 141/2010, aveva sottoscritto un contratto di credito revolving tramite il venditore Conforama Italia S.p.A., con l’istituto finanziario Findomestic Banca S.p.A..

Tuttavia, il contratto era stato promosso da un soggetto non iscritto all’Ufficio Italiano dei Cambi (Uic), requisito essenziale per operare nel settore creditizio. Questa irregolarità ha scatenato un acceso dibattito giuridico.

Le posizioni delle corti italiane erano contrastanti:

  • La Corte d’Appello di Milano aveva considerato validi questi contratti, riconoscendo la possibilità per gli istituti di credito di operare in questo modo.

  • La Corte d’Appello di Firenze, invece, li aveva giudicati nulli, sostenendo che violavano norme imperative del codice civile.

Di fronte alle numerose controversie e alle centinaia di ricorsi patrocinati dall’Associazione ADifesa, la Corte di Firenze ha richiesto l’intervento delle Sezioni Unite della Cassazione, che hanno poi confermato la nullità di tali contratti e il diritto dei consumatori alla restituzione degli interessi pagati.

La pronuncia della Cassazione rappresenta un significativo passo avanti nella tutela dei consumatori e nella regolamentazione del credito con particolare riferimento alle carte revolving in Italia. Con milioni di carte attivate nel periodo compreso tra il 2000 e il 2010, la sentenza potrebbe avere un impatto economico rilevante e permettere a numerosi cittadini di richiedere la restituzione degli interessi indebitamente pagati.

Se hai sottoscritto un contratto di carta revolving in quegli anni, potrebbe essere il momento giusto per verificare se hai diritto a un rimborso

Secondo la sentenza della Cassazione, possono richiedere un rimborso degli interessi pagati i consumatori che hanno sottoscritto un contratto di credito revolving tra il 2000 e il 2010, a condizione che il contratto sia stato promosso da un soggetto non abilitato. (Attenzione! L'Associazione ADifesa, tramite il suo sito ufficiale parla di tempi ancora più ampi, fino al 2017 in generale e per quanto riguarda Findomestic, addirittura fino al 2024)

Chi ha diritto al rimborso?

Titolari di carte revolving attivate tra il 2000 e il 2010: se il contratto è stato stipulato in quel periodo, vale la pena verificare la conformità alle norme. 

Consumatori con contratti promossi da soggetti non iscritti all’UIC: la nullità del contratto dipende dalla mancata registrazione del promotore finanziario presso l’Ufficio Italiano dei Cambi. 

Coloro che hanno pagato interessi su contratti invalidi: gli interessi versati su questi contratti possono essere recuperati attraverso un’azione legale.

Come procedere?

✔️ Verifica del contratto: controllare se il promotore era regolarmente iscritto. 

✔️ Richiesta di assistenza legale: rivolgersi a un’associazione di tutela del consumatore o a un avvocato esperto in diritto bancario. 

✔️ Avvio della procedura di rimborso: seguire le indicazioni per la richiesta di restituzione degli interessi pagati.

Se hai sottoscritto una carta revolving in quel periodo, potrebbe essere utile consultare un esperto per valutare la tua posizione e capire se puoi ottenere il rimborso.

Ecco i recapiti dell’Associazione ADifesa:

📍 Indirizzo: Via Monza 7, 20851 – Lissone (MB) 

📞 Telefono (solo per associati): 039 9155841 

📧 Email per informazioni sui servizi: contatti@adifesa.it

📧 Email per aggiornamenti sulle pratiche: aggiornamenti@adifesa.it

🕒 Orari di apertura: da Lunedì a Venerdì, dalle 08:30 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 18:30

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