Nel novembre del 2002, i tassi d'interesse applicati dalle banche sui mutui ipotecari, si attestarono al 5,66%. Da allora, in appena 5 anni, l'altalena dei tassi ha fatto oscillare gli stessi da un minimo storico del 3,61%, registrato nel giugno del 2005, fino al 5,63% attuale, considerato una iattura dalla stessa Abi e dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi che, a dire il vero, già nei mesi scorsi aveva lanciato l'allarme in merito al caro mutui (di questo ci siamo lungamente già occupati nel blog, a suo tempo - ndr - "Caro mutui: Draghi striglia le banche" e "Mutui: in Italia più cari che nel resto d'Europa"). Gli effetti negativi di questo fenomeno rialzista non si faranno attendere. A dichiararlo, sono state per prime, alcune Associazioni di Consumatori (Adusbef e Federconsumatori) che, da un'analisi dei costi, legati ai finanziamenti a lungo termine, hanno stimato un incremento delle rate per un ammontare che varia dai 150 ai 163 euro l'anno e oltre, a seconda della tipologia del prodotto finanziario. L'ultimo rapporto dell'Ufficio Studi dell'Abi attribuisce la responsabilità di questo stato di cose alla politica monetaria perpetrata dalla Banca Centrale Europea. Inoltre, riferisce l'Abi, l'incremento dei tassi d'interesse non riflette, ancora, in pieno, gli effetti dell'aumento dei tassi di riferimento stabiliti unilateralmente dalla BCE. Tra agosto 2006 e lo stesso mese dell'anno in corso, a fronte di un aumento dei tassi di riferimento di 100 punti base - continua l'Abi - il tasso medio, in Italia, è aumentato di 74 punti, un vero salasso! A farne le spese sono stati, principalmente, tutti coloro i quali hanno acceso mutui a tasso variabile ma, come precisa il Presidente dell'Abi, Corrado Faissola, "si tratta di un incremento fisiologico e atteso perché i tassi sono sì più elevati di 2 anni fa, ma restano comunque in un range adeguato". Niente allarmismi allora, anche perché, si evince sempre dal rapporto Abi, le banche italiane, seppur sfiorate dalla crisi dei mercati legata ai mutui subprime statunitensi, sono solide e affidabili e per questo offrono ampie garanzie di stabilità a tutela dei clienti.
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mercoledì 19 settembre 2007
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