Sembrava un'ipotesi remota e invece rischia di divenire una incredibile, dura, realtà. Da qui a qualche settimana gli istituti di credito potrebbero chiudere definitivamente i rubinetti e non erogare nessun mutuo a causa delle polizze vita ad essi legate. Il nodo da sciogliere al fine di scongiurare una evenienza del genere è sostanzialmente uno solo, ovvero trovare un escamotage per applicare la nuova legge, introdotta dal Decreto Liberalizzazioni, che prevede che nel caso in cui una banca o un intermediario finanziario condizionino l'erogazione del prestito o del mutuo alla stipula di una polizza Vita, il cliente dovrà avere a disposizione almeno due preventivi di due diversi gruppi assicurativi a esso non riconducibili. Facile a dirsi, difficilissimo a farsi. L'Abi è in pieno stato d'allarme poiché la rete fittissima di relazioni d'affari esistente in Italia tra i gruppi bancari e quelli assicurativi rende, praticamente, quasi del tutto impossibile scovare due compagnie che non abbiano alcun rapporto d'affari con l'istituto erogante. In buona sostanza, le compagnie assicurative non devono aver stabilito con gli istituti di credito delle joint venture bancassicurative e non devono avere con essi legami commerciali e accordi di distribuzione. Gli istituti di credito potrebbero ricorrere alla consultazione dei siti internet delle compagnie, che saranno obbligate a pubblicare online le caratteristiche della loro offerta. Ma proprio qui nasce il problema, perché si è creato un gap temporale fra banche e assicurazioni che nell'immediato futuro rischia di congelare il mercato dei mutui con pesantissime conseguenze per l'intero sistema economico, già provato dalla fortissima crisi in atto.
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