Le erogazioni di prestiti personali hanno chiuso il 2011 in crescita del 4,3%, in termini di valore, rispetto all'anno precedente. Il valore complessivo dei contratti firmati è stato pari a quasi 20 miliardi di euro. Ma la tendenza delle erogazioni è andata smorzandosi gradualmente durante l'anno. Dopo il buon risultato del primo trimestre, quando si era registrato un aumento del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2010, la crescita è rallentata fino a diventare contrazione nell'ultimo trimestre: tra ottobre e dicembre, infatti, i valori erogati sono diminuiti su base annua dell'1,2%. La migliore tenuta dei prestiti personali rispetto alla contrazione dei contratti finalizzati, secondo Assofin, "è da attribuire ancora alla maggiore focalizzazione degli operatori sul prodotto, date le difficoltà di altre tipologie di finanziamento, più colpite dalle nuove disposizioni normative, oltre al maggior utilizzo del canale bancario, che riesce a intercettare una clientela molto vasta e caratterizzata da un rischio di credito più contenuto, nel suo collocamento. I consumatori, inoltre, ne apprezzano la flessibilità nell'utilizzo e nella definizione di importo e durata".
Se l'analisi si concentra sulle caratteristiche del prodotto, emerge che nel 2011 si è assistito all'innalzamento del valore medio delle erogazioni per contratto, che hanno raggiunto i 12.100 euro. Una tendenza alla quale si è accompagnato un marcato spostamento delle preferenze dei clienti per le durate contrattuali più lunghe. Questo, ovviamente, per rendere più sostenibile l'impegno finanziario delle rate, ma con un aggravio del costo finale del contratto, misurato dal montante, dovuto all'aumento del numero delle rate e, quindi, alla maggior quota di interessi pagata al termine del prestito. Si osserva, infatti, un deciso aumento del peso delle durate contrattuali superiori a 5 anni, che hanno raggiunto il 63% dei flussi in termini di valore, con un balzo di ben 13 punti percentuali rispetto al 50% fatto segnare durante il 2010. Ne hanno sofferto, ovviamente, le erogazioni per contratti di durate inferiori: quelli tra i 4 e i 5anni sono stati pari, in valore, al 17% del totale, con un calo di 5 punti percentuali rispetto al 2010, mentre i prestiti personali di durata tra i 3 e i 4 anni hanno pesato per il 9% appena dei quasi 20 miliardi di euro erogati dagli operatori associati ad Assofin: in questo caso, la contrazione è stata addirittura di 7 punti percentuali rispetto al 16% che valevano, sul totale dei crediti, nel 2010.
Quanto alla tipologia di clienti, anche per i prestiti personali le distinzioni ricalcano quelle dei contratti finalizzati, con una maggiore accentuazione della categoria dei lavoratori dipendenti. A questi, nel 2011 è andata la firma dei 3/4 dei contratti, seguiti dai professionisti (con il 14%), dagli altri clienti (che comprendono i pensionati e le casalinghe e valgono il 17% del totale dei contratti) e dai lavoratori atipici, cui spetta il restante 3%. Seppure per i prestiti personali non esista una correlazione diretta, come nel caso dei contratti finalizzati, con l'acquisto di beni e servizi predeterminati, grazie a recenti ricerche di mercato è possibile stabilire la destinazione di queste forme di finanziamento. I beni di consumo finanziati sono sostanzialmente gli stessi dei prestiti finalizzati, con l'auto (nuova e usata) al primo posto, seguita dall'arredamento, dall'elettronica e dagli elettrodomestici. Un ruolo importante, in questo caso, è giocato però dalla destinazione delle somme ricevute alla ristrutturazione delle case e di altri immobili: in questo caso, infatti, i contratti di prestito personale sono una valida alternativa ai mutui immobiliari.