Il risparmio postale è caratterizzato da due famiglie di prodotti atte a soddisfare una clientela votata all'accumulo di "ricchezza" senza correre alcun rischio. In tale contesto vanno a collocarsi i libretti di risparmio postale e i buoni fruttiferi postali. Ognuno di essi ha delle caratteristiche particolari che, per svariati motivi, ormai da decenni, affascina milioni di risparmiatori. Con questo post vogliamo porre l'accento su questi prodotti ed analizzarne le caratteristiche principali, in maniera semplice e sintetica, senza allungarci in inutili tecnicismi.
Partiamo dai libretti di risparmio postale. Non tutti sanno che questi libretti sono quote di debito la cui emissione è di competenza esclusiva della Cassa depositi e prestiti (società pubblica che gestisce il risparmio postale). I libretti postali sono garantiti dallo Stato Italiano e possono essere nominativi o al portatore. Il libretto nominativo ordinario può essere intestato al massimo a quattro persone, o al minore come unico intestatario (in tal caso è prevista l'applicazione di un tasso di favore pari al 3,20% annuo lordo, che corrisponde al 2,56% netto). Con la Carta Libretto Postale,associabile al libretto di risparmio nominativo ordinario, è possibile versare e prelevare presso tutti gli uffici postali. Sui libretti al portatore la giacenza massima, stabilita dalla legge, è pari a 1.000 euro e non sono, quindi, strumenti di investimento (il tasso d'interesse riconosciuto in questo caso ammonta allo 0,35% annuo lordo, ovvero lo 0,28% netto). Non sono previste spese e commissioni per l'apertura, la gestione, la chiusura e per tutte le operazioni di versamento e prelievo. I libretti postali maturano interessi sui quali viene applicata una ritenuta del 20%. I rendiconti dei libretti di risparmio postale sono, poi, assoggettati con periodicità annuale ad un'imposta di bollo fissa pari a 34,20 euro se il cliente è persona fisica e la giacenza media annua è complessivamente superiore a 5.000 euro. Attualmente un libretto nominativo ordinario offre un tasso annuo lordo pari all'1,10% (0,88% netto), il che vuol dire che su una giacenza media di 5.000 euro maturerà interessi netti pari a 44 euro l'anno a cui bisognerà sottrarre l'imposta di bollo di 34,20 euro, per un totale di 9,80 euro. Quando la titolarità dei libretti di risparmio è relativa a persone giuridiche, l'imposta di bollo, applicata sempre annualmente, è pari a 100 euro senza alcuna soglia di giacenza media. Esistono, poi, dei libretti che assolvono una funzione di natura cautelare. Sono i cosiddetti libretti nominativi giudiziari. Questi libretti sono fruttiferi e prevedono la maturazione di interessi pari al 2,70% annuo lordo, ovvero il 2,16% netto. Tali libretti hanno la sola funzione di accogliere somme di denaro derivanti da procedimenti giudiziari (pignoramenti, sequestri, ecc.) su richiesta dell'autorità giudiziaria.
Ma veniamo ai Buoni Fruttiferi Postali. Si tratta di titoli emessi sempre dalla Cassa depositi e prestiti, garantiti dallo Stato Italiano, che possono essere sottoscritti e rimborsati senza alcuna commissione o spesa. La Cassa depositi e prestiti si impegna alla restituzione del capitale investito maggiorato degli interessi maturati che sono soggetti al regime dell'imposta del 12,50%. In base all’art. 6 del decreto legislativo 239/1996, ai soggetti non residenti in Italia, ricorrendo le condizioni di legge, non si applica il prelievo fiscale. I buoni sono anche esenti da imposta di successione. Attualmente Poste Italiane sta promuovendo i nuovi Buoni Fruttiferi Postali "BFP3x4", un investimento di medio/lungo periodo a tasso crescente che ha una durata massima di dodici anni e prevede la corresponsione degli interessi ogni 3 anni. Dopo la prima scadenza si avrà diritto al 3% lordo, dopo la seconda al 3,50%, dopo la terza al 4% e in fine al 5% dopo 12 anni. Questo è solo un esempio, poiché esistono moltissimi tipi di buoni fruttiferi postali e ognuno con caratteristiche diverse. Ci sono quelli dedicati ai minori, sottoscrivibili fino al compimento del 16° anno, quelli indicizzati all'inflazione che dovrebbero garantire un recupero della perdita del potere di acquisto e tanti tanti altri.