mercoledì 12 agosto 2009

Caro mutuo quanto mi costi! Al Sud più che al Nord e per Bankitalia è impossibile realizzare un ISC unico!

Non è una novità assoluta ma la recente indagine effettuata dalla Banca d'Italia ha fatto riemergere ancora una volta e, se possibile, con più forza un problema annoso che attanaglia le famiglie del Sud Italia, ovvero il caro mutui.

I tassi applicati dalle banche nel meridione sono da sempre più elevati rispetto a quelli praticati al Nord. Nel primo trimestre di quest'anno la forbice si attesta fra lo 0,4% e lo 0,6% e, pur essendo inferiore rispetto al punto percentuale registrato lo scorso anno, si mantiene grossomodo stabile rispetto al dato di inizio anno.

La ragione di questa differenza, sempre secondo la Banca d'Italia, è da ricercare nel maggiore tasso di criminalità che attanaglia il Sud Italia, fattispecie questa che, di fatto, indurrebbe gli istituti di credito a richiedere maggiori garanzie alla clientela. Inoltre, le imprese meridionali ricorrerebbero in misura minore ai prestiti autoliquidanti, prevalentemente anticipi su fatture, e in misura maggiore ai prestiti in conto corrente.

Il Taeg sui nuovi prestiti a medio e lungo periodo presenta i valori più elevati in Puglia (4,96%) e i più bassi (3,9%) in Piemonte. In questo caso è evidente come il divario sia dell'1,06% secco, ben al di là della suddetta media nazionale!

Da tempo ci si chiede se vi sia la possibilità di uniformare, su tutto il territorio italiano, i parametri che determinano queste sostanziali diversità. Più in particolare non sarebbe il caso di accorpare in un unico Indicatore Sintetico di Costo il Taeg e il Tegm?

Dal punto di vista dei consumatori sarebbe una vera manna dal cielo ma per la Banca d'Italia questa via non pare proprio percorribile. A dire il vero non si tratta del mero ostruzionismo al quale le banche ci hanno abituati ma l'impraticabilità dell'adozione dell'indicatore unico si basa su solide fondamenta. “L’Isc e il Taeg – ha spiegato in una nota Bankitalia - hanno la funzione di indicare ex ante il costo complessivo del prodotto offerto. Per i contratti di finanziamento, in cui è obbligatoria l’indicazione del Taeg, i due indicatori coincidono. Per il conto corrente, invece, non può essere usato il termine “Taeg” perché l’indicatore non esprime un tasso, ma un costo espresso in termini monetari”. Anche il Tegm non può essere accorpato: “Previsto dalla legge antiusura, questo tasso non indica il costo complessivo del prodotto offerto, ma un valore medio, rilevato trimestralmente attraverso dati di mercato, che serve a calcolare la soglia antiusura”.

Intanto, ad un'analisi più attenta ed articolata dei dati forniti da via Nazionale, si evince come, tutto sommato, il trend del mercato finanziario sia costantemente in crescita, indipendentemente dalla macro regione presa in esame. E' un mercato florido che, ad esempio, nel primo trimestre del 2009, ha fatto registrare un incremento della richiesta di liquidità, sotto forma di prestiti, del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2008 nella sola regione Campania.
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