Si allontana il pericolo di cadere nell'usura per le banche. Il Decreto Sviluppo rimodella il calcolo del tasso soglia dei finanziamenti illeciti e dà la possibilità di applicare tassi più alti. Vediamo come. Innanzitutto ricordiamo che in base alla legge sull'usura (legge 108/1996, articolo 2) la soglia oltre la quale l'interesse era da considerarsi usurario corrisponde al tasso medio, risultante dall'ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale relativamente a ciascuna categoria di crediti, aumentato della metà. Con le modifiche il reato di usura scatta se il tasso del finanziamento supera il tasso medio risultante dalla rilevazione, ma aumentato di un quarto; e al tasso medio aumentato di un quarto va aggiunto un margine di ulteriori 4 punti percentuali; nella versione precedente lo spread era, invece, del 50%, senza aggiunte. Viene stabilito, inoltre, che la differenza tra il limite e il tasso medio non possa essere superiore a otto punti percentuali. Il risultato dell'operazione è che, per i tassi attualmente sul mercato, si alza il livello soglia a partire dal quale il tasso è considerato automaticamente usurario; c'è quindi più possibilità di applicare tassi più alti senza incorrere nell'usura. Lo scopo della modifica è, come si legge nel dossier di documentazione del disegno di legge di conversione del decreto legge, restituire margini d'azione agli istituti di credito e agli intermediari abilitati, stante la difficoltà di concedere finanziamenti senza superare le soglie stabilite dalla legge sull'usura nell'attuale congiuntura economica, in cui i tassi di mercato si sono mantenuti sostanzialmente bassi. Rimane ferma, ai fini del calcolo del tasso, la rilevazione trimestrale del tasso effettivo globale (TEG) degli interessi praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari, nel corso del trimestre precedente, per operazioni aventi la medesima natura medio, comprensivo di commissioni, di remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, riferito ad anno.
Facciamo alcuni esempi degli effetti delle novità. Nella rilevazione effettuata con il D.M. 27 giugno 2011 (applicazione dal 1° luglio fino al 30 settembre 2011). Tra le varie categorie di finanziamento si segnala per le aperture di credito oltre 5.000 euro un tasso medio di 9,27%; ad esso corrisponde un tasso soglia del 15,5875% calcolato con le nuove regole, mentre con le vecchie regole il tasso soglia avrebbe raggiunto il tasso del 13,905%; gli scoperti senza affidamento oltre 1.500 euro registrano un tasso medio del 13,94% con un tasso soglia del 21,4250% (nuovo metodo) contro il 20,91% (vecchio metodo); i prestiti con cessione del quinto dello stipendio fino a 5.000 euro registrano un tasso medio del 13,61% con un tasso soglia del 21,0125% (nuovo metodo) contro il 20,415% (vecchio metodo).