martedì 11 ottobre 2011

L'Olanda vieta i bonus ai dirigenti delle banche assistite. E l'Italia?

L'Olanda vuole mettere un freno alla politica dei mega bonus ai banchieri. Quelli, perlomeno, che lavorano negli istituti salvati con i soldi pubblici. Un progetto di legge che va in questa direzione è già stato preparato. Se l'iniziativa andasse in porto, la decisione sarebbe retroattiva nel caso in cui le banche avessero ancora bisogno di essere sostenute prima dell'adozione della nuova normativa. Per i banchieri non è una sorpresa . I premi annunciati dalla direzione di Ing per il 2011 sarebbero stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L'istituto di credito ha rimborsato finora soltanto metà della somma avuta dal Governo: in tutto 10 miliardi di euro concessi a fine 2008. E pensare che il direttore generale Jan Hommen avrebbe voluto concedersi, alla faccia dei contribuenti olandesi, 1,25 milioni di euro di bonus per l'anno in corso, altre al suo salario annuale di 1,35 milioni di euro. Alla fine, per questioni di immagine, ha preferito rinunciare. I deputati di sinistra hanno parlato di bancarotta morale. Ma c'è anche chi ha deciso di dare il buon esempio. Gerrit Zalm, ex ministro delle finanze e direttore generale di Abn Ambro-Fortis, banca nazionalizzata durante la crisi, aveva preteso dai suoi quadri che restituissero i 67 milioni di euro distribuiti sotto forma di premi nel 2008. Tutt'altra musica per il numero uno di Ing, che si è concesso un aumento del 46% nel 2009 e del 2% l'anno scorso. Pochi mesi fa i 27 paesi dell’Unione Europea e l’Europarlamento hanno trovato l’intesa per introdurre una stretta sui bonus incassati dai banchieri a partire dal 2011. L’annuncio è arrivato proprio dall’Europarlamento che in un comunicato ha sottolineato che il tetto ai bonus dei manager del settore finanziario è la prima iniziativa a livello mondiale per calmierare le retribuzuioni milionarie dei banchieri. In buona sostanza, le nuove regole avrebbero dovuto prevedere che la componente cash dei bonus e incentivi sarebbe stata al massimo il 30% del totale e il 20% per importi molto elevati. I bonus inoltre avrebbero dovuto essere legati alla remunerazione fissa e ogni banca avrebbe dovuto stabilire il tetto massimo delle retribuzioni sulla base delle linee guida definite dall’Unione europea per contribuire a ridurre il ruolo sproporzionato giocato dai bonus nel settore finanziario. In Italia, i bonus dovrebbero essere collegati all’effettivo benessere economico del singolo ente bancario, punto da sempre caro al ministro Giulio Tremonti. Ma se questo è l'auspicio, non si capisce perché istituti di credito con i conti in rosso, o che versano in situazione di grave dissesto finanziario, o ancora che perdono punti su punti in Borsa, elargiscano bonus milionari ai propri manager che, è bene ricordarlo, determinano in proprio l'ammontare del bonus, nella stragrande maggioranza dei casi.
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