Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Le banche riversano i rischi sui clienti che le hanno salvate

Scellerato, odioso, supponente potrebbe definirsi il comportamento degli istituti di credito che, all'indomani della crisi finanziaria del 2008-2009 sono stati salvati dagli Stati attraverso i soldi dei contribuenti, quindi dei loro stessi clienti e che, senza proferir parola, hanno mantenuto i prestiti più rischiosi non facendo affatto tesoro di quanto accaduto. Ad evidenziare la situazione, alquanto irritante per la verità, è stato uno studio pubblicato dalla Bri (Banca dei regolamenti internazionali che ha sede a Basilea ed ha come azionisti 56 banche centrali, tra cui anche la Banca d’Italia) che ha passato al setaccio i bilanci di 87 istituti finanziari nel mondo, 40 dei quali hanno ricevuto in diverse forme aiuti pubblici. In risposta alla crisi finanziaria le autorità di vari paesi hanno utilizzato denaro pubblico per ricapitalizzare le banche. Queste operazioni di salvataggio hanno indotto un ridimensionamento dei rischi nell'attività di credito delle banche interessate? Per rispondere a tale domanda, lo studio ha analizzato i bilanci e le sottoscrizioni di prestiti sindacati relativi a 87 grandi banche con operatività internazionale. Di fronte al calo generalizzato dei volumi di sottoscrizione dei prestiti nel 2009, lo studio mostra che le banche oggetto di salvataggio non hanno ridotto la rischiosità dei nuovi prestiti in misura maggiore delle altre banche. Questi risultati possono contribuire alla valutazione in corso dei programmi pubblici di salvataggio bancario. Se il comportamento delle banche rimane tale, perché continuare ad aiutarle?

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