Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Aumenta dell'1% la richiesta di prestiti personali e finalizzati

Stando a quanto afferma l'ultimo Barometro Crif è aumentata dell'1% la richiesta di prestiti personali e finalizzati, ad agosto di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011. A confermarlo è anche un'indagine condotta dal CorrierEconomia che, però, precisa come negli ultimi otto mesi, la domanda complessiva sia diminuita del 7%. In pratica, gli italiani hanno ripreso l'abitudine di ricorrere ai prestiti per far fronte alle proprie esigenze di liquidità, ma diversamente rispetto al passato, il loro comportamento è meno spavaldo e si cerca di ricorrere al credito bancario solo quando veramente è necessario. In linea di massima, se possibile, è meglio evitare di indebitarsi. Oggigiorno, infatti, i tassi dei prestiti toccano punte del 15%, quelli dei fidi superano il 20% e quelli delle carte revolving sfiorano, addirittura, il 30%. Il Taeg medio per un prestito personale è, oggi, del 12,44% per 5.000 euro da restituire in due anni e dell’11,35% per 15.000 euro da rimborsare in sei anni. Le banche, in questo contesto, pare stiano cercando di evitare un ulteriore aumento dei tassi che, come conseguenza logica, avrebbe quella di far contrarre ancor di più la richiesta da parte della clientela. Come ha affermato Marco Siracusano, direttore marketing Privati di Intesa Sanpaolo "adesso, più che elevare i tassi è il caso di pensare di aumentare l’attenzione ai privati, offrendo maggiore consulenza". Prendendo in considerazione i due prestiti precedentemente enunciati dai calcoli effettuati da CorrierEconomia si evince che nel caso dei 5.000 euro, il costo di rimborso più alto si ha in Unicredit con 700 euro (Taeg 15,17%9, il più basso in Bnl con 509 euro (11,32%); mentre, nel caso dei 15 mila euro, la banca più cara resta Unicredit con 6.623 euro (14,25%), la più conveniente è Bnl con 4.736 euro.

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