Phishing telefonico: truffa tassazione criptovalute e rischi da evitare

Phishing telefonico: una nuova truffa a tema tassazione criptovalute Negli ultimi tempi, il fenomeno del phishing sta evolvendo rapidamente, diventando sempre più sofisticato e mirato. Una recente campagna segnalata dall’Agenzia delle Entrate mette in luce un nuovo tentativo di truffa telefonica (noto anche come “voice phishing” o “vishing”) legato alla tassazione delle criptovalute. Questo articolo mette in evidenza i dettagli della truffa, i rischi del phishing e le sue gravi conseguenze. Come funziona questa campagna di phishing Secondo l’Agenzia delle Entrate, il nuovo tentativo di phishing utilizza la tecnica dello spoofing telefonico , che consente ai truffatori di falsificare il numero chiamante. In questo modo, le telefonate sembrano provenire da numeri ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, aumentando la probabilità che le vittime cadano nella trappola. Il piano dei truffatori è articolato: Alle vittime, in particolare investitori in criptovalute, viene chiesto di verificare la...

Aumenta dell'1% la richiesta di prestiti personali e finalizzati

Stando a quanto afferma l'ultimo Barometro Crif è aumentata dell'1% la richiesta di prestiti personali e finalizzati, ad agosto di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011. A confermarlo è anche un'indagine condotta dal CorrierEconomia che, però, precisa come negli ultimi otto mesi, la domanda complessiva sia diminuita del 7%. In pratica, gli italiani hanno ripreso l'abitudine di ricorrere ai prestiti per far fronte alle proprie esigenze di liquidità, ma diversamente rispetto al passato, il loro comportamento è meno spavaldo e si cerca di ricorrere al credito bancario solo quando veramente è necessario. In linea di massima, se possibile, è meglio evitare di indebitarsi. Oggigiorno, infatti, i tassi dei prestiti toccano punte del 15%, quelli dei fidi superano il 20% e quelli delle carte revolving sfiorano, addirittura, il 30%. Il Taeg medio per un prestito personale è, oggi, del 12,44% per 5.000 euro da restituire in due anni e dell’11,35% per 15.000 euro da rimborsare in sei anni. Le banche, in questo contesto, pare stiano cercando di evitare un ulteriore aumento dei tassi che, come conseguenza logica, avrebbe quella di far contrarre ancor di più la richiesta da parte della clientela. Come ha affermato Marco Siracusano, direttore marketing Privati di Intesa Sanpaolo "adesso, più che elevare i tassi è il caso di pensare di aumentare l’attenzione ai privati, offrendo maggiore consulenza". Prendendo in considerazione i due prestiti precedentemente enunciati dai calcoli effettuati da CorrierEconomia si evince che nel caso dei 5.000 euro, il costo di rimborso più alto si ha in Unicredit con 700 euro (Taeg 15,17%9, il più basso in Bnl con 509 euro (11,32%); mentre, nel caso dei 15 mila euro, la banca più cara resta Unicredit con 6.623 euro (14,25%), la più conveniente è Bnl con 4.736 euro.

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