Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Diminuiscono i prestiti alle imprese

I prestiti alle imprese sono lo specchio di quanto accade oggigiorno in un contesto in cui uno scenario di crisi da tregenda prospera dilagante allungando i propri tentacoli al fine di strozzare la già asfittica economia nazionale. La misura della contrazione dei prestiti alle imprese, nel primo semestre dell'anno, è pari all'1,5% su base annua e il trend continua ad essere negativo. La stagnante economia nazionale, frutto anche di scelte assai discutibili da parte del sistema bancario che ha chiuso e continua a tenere ben stretti i rubinetti del credito, è frutto anche di un mancato rilancio, in primis sul piano della competitività e dell'innovazione, delle imprese nostrane. Mantenere in vita un'attività quando i consumi sono ridotti al lumicino è cosa assai difficile e lo testimoniano le centinaia di migliaia di imprese che da gennaio ad oggi hanno chiuso i battenti. Da un lato gli enti pubblici non onorano impegni economici inerenti commesse già ampiamente svolte, dall'altro il fisco bussa alla cieca alla porta di chi, pur vantando crediti dallo Stato e cerca di tirare a campare, deve versare l'obolo a quello stesso padre padrone che ha gabbato i propri figli. Come se non bastasse, le banche, ormai solo dedite a far cassa a dispetto di ciò che richiederebbe l'economia reale per riprendere un'ascesa quanto mai ardua e irta di insidie, snobbano le piccole e medie imprese, vero volano dell'economia italiana, osteggiandone, di fatto, ogni sorta di possibile sviluppo. A ben vedere è un miracolo che vi sia stata una contrazione di appena l'1,5%. Ma proprio perché di piccolo miracolo trattasi, il dato non è facilmente replicabile e, in prospettiva, senza che vengano poste in essere misure idonee a contrastare questo trend negativo, il dato non potrà che peggiorare ulteriormente.

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