Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Le banche giocano sporco e condizionano il mercato immobiliare

Quello che sta succedendo in Italia è sicuramente un fenomeno che strutturalmente ricorda ciò che è successo in Spagna e in Irlanda, due nazioni in cui non è errato parlare di bolla immobiliare e all'interno delle quali si sono registrate pesanti contrazioni nel settore delle compravendite di case. Si parla anche di una consistente perdita di valore degli immobili; -7,3% in Spagna e addirittura -11,3% in Irlanda, Questi dati non lasciano spazio a molte interpretazioni. In Italia il dato resta negativo e dal 2008 ad oggi è stata registrata una diminuzione del 4% del valore medio delle unità immobiliari sparse sul territorio nazionale che, a ben vedere, vanta anche un altro significativo primato negativo, ovvero l'Italia è una delle prime nazioni al mondo per ciò che attiene il numero di case nuove rimaste invendute; si parla di grandi numeri, il totale, infatti, ammonterebbe a circa 600.000 unità. Il mercato è condizionato anche e soprattutto da un meccanismo perverso innescato dagli istituti di credito che, in pratica, rimandando la svalutazione sui prestiti legati al settore immobiliare, sperano di superare la crisi senza essere costretti a eccessivi ribassi. Questa pratica mette però le banche in una situazione critica, poiché provoca la naturale riduzione del numero dei prestiti, aumentando anche la selettività di chi li richiede. L’esposizione bancaria italiana supera di poco i 662 miliardi di euro, tra mutui e prestiti. Il rischio di writedowns immobiliare è forte e, da indagini effettuate da numerosi esperti del settore, parrebbe essere concreta la possibilità di ottenere risultati molto negativi, nell'ordine di circa 65 miliardi di euro in termini di perdite.  Nel primo trimestre 2012, l'ISTAT ha valutato che i mutui ipotecari si sono dimezzati rispetto al 2011 ed è un dato di fatto che il prezzo medio delle case sia sceso del 16% (picco massimo) circa (dato da rapportare alle richieste di mutuo) e che per l'acquisto di un'unità immobiliare sono stati richiesti il 44% dei mutui erogati in totale dal sistema creditizio. Insomma, si tratta di una situazione sicuramente non rosea che anche per colpa delle scellerate strategie approntate dalle banche ha messo in ginocchio uno dei settori storicamente molto caro agli italiani come, per l'appunto, quello immobiliare. Analizzando la situazione non si può che definire l'atteggiamento delle banche, assolutamente rischioso e autolesionista. Gli istituti di credito hanno un solo scopo, ovvero produrre utili, ma molto spesso, e questo ne è un esempio lampante, pare che abbiano il prosciutto sugli occhi e non riescano ad interpretare nè a leggere correttamente la situazione.

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