Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

I covered bond aiuteranno le banche a vantaggio dei consumatori

L'attuale crisi dei mercati sta spingendo sempre più istituti di credito ad optare per l'emissione di covered bond (obbligazioni bancarie garantite), la cui regolamentazione fa riferimento ad una normativa messa a punto nel mese di giugno del 2007.

L’utilità dei covered bond risiede nella possibilità di differenziare le passività delle banche venendo incontro, in particolare, alle esigenze di investitori con forte avversione al rischio. A fronte della possibilità di rivalersi, in caso di fallimento della banca emittente, su attività di elevata qualità appositamente segregate (quali, ad esempio, crediti ipotecari residenziali o commerciali, prestiti alle amministrazioni pubbliche o titoli del debito pubblico, ovvero titoli
emessi all’atto della cartolarizzazione di queste stesse attività), i portatori di obbligazioni garantite sono disposti a chiedere un rendimento meno elevato rispetto a quello di obbligazioni analoghe ma non garantite. Alle emissioni di covered bond, d’altronde, le agenzie di rating specializzate nella valutazione del merito di credito assegnano generalmente rating migliori di quelli attribuiti alle banche emittenti.

Ma, poiché la probabilità di insolvenza della banca emittente non muta per effetto della segregazione, al minor rischio degli obbligazionisti garantiti deve corrispondere un maggior rischio degli altri creditori. Ne deriva che la creazione di una categoria di creditori privilegiati attraverso la segregazione di una parte dell’attivo porta a una riduzione del costo complessivo della raccolta della banca nella misura in cui il minor rendimento richiesto sulle obbligazioni garantite non sia interamente compensato dal più alto rendimento richiesto dai creditori
ordinari per fronteggiare il maggior rischio del loro investimento.

Il pregio più grande delle obbligazioni garantite è che il loro valore è indipendente dalle sorti della banca emittente; ciò consente, tra l’altro, a banche con un rating basso di non essere escluse dal segmento di mercato dei titoli a bassissimo rischio e con rating elevato.

Grandi gruppi bancari italiani sono già in corsa con i primi programmi di emissione di questi ottimi ed innovativi strumenti finanziari. A pieno regime, secondo prime stime effettuate dall'Abi, il mercato delle obbligazioni bancarie garantite potrebbe sviluppare un volume d'affari di oltre 200 miliardi di euro. Il sistema bancario italiano sta evidentemente reggendo meglio dei competitors europei alla crisi dei mercati finanziari. Da una parte, questo è dovuto al recente processo di ristrutturazione che lo ha reso più forte e in grado di assorbire meglio gli shock esterni, dall'altra, per il modello di business più tradizionale, con la pressoché totale assenza di investimenti in mutui subprime.

Oggi il mercato internazionale dei capitali è quasi totalmente chiuso per le cartolarizzazioni ed in parte anche per le normali obbligazioni bancarie.

In questa particolare fase di difficoltà, i covered bond possono rappresentare per le banche italiane un possibile strumento di raccolta alternativo rispetto alla cartolarizzazione, questi strumenti hanno infatti caratteristiche tali da renderne la qualità maggiormente trasparente per gli investitori. Essi infatti presentano un duplice livello di garanzia: quello della banca emittente che assicura il rimborso con tutto il proprio patrimonio ed uno specifico pool di crediti di elevata qualità, come dicevamo, segregato ad esclusiva tutela dei portatori dei titoli, in caso di insolvenza della banca emittente.

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