Phishing telefonico: truffa tassazione criptovalute e rischi da evitare

Phishing telefonico: una nuova truffa a tema tassazione criptovalute Negli ultimi tempi, il fenomeno del phishing sta evolvendo rapidamente, diventando sempre più sofisticato e mirato. Una recente campagna segnalata dall’Agenzia delle Entrate mette in luce un nuovo tentativo di truffa telefonica (noto anche come “voice phishing” o “vishing”) legato alla tassazione delle criptovalute. Questo articolo mette in evidenza i dettagli della truffa, i rischi del phishing e le sue gravi conseguenze. Come funziona questa campagna di phishing Secondo l’Agenzia delle Entrate, il nuovo tentativo di phishing utilizza la tecnica dello spoofing telefonico , che consente ai truffatori di falsificare il numero chiamante. In questo modo, le telefonate sembrano provenire da numeri ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, aumentando la probabilità che le vittime cadano nella trappola. Il piano dei truffatori è articolato: Alle vittime, in particolare investitori in criptovalute, viene chiesto di verificare la...

Costo del denaro oltre l'11%

Una stima dell'Adusbef, sui dati recentemente diffusi da Bankitalia, in merito al costo del denaro, rivela una situazione a dir poco disastrosa. In Calabria il denaro costa più che in ogni altra parte d'Italia, ben l'11,28%. A seguire la Basilicata con il 10,45%. Nel panorama meridionale si inserisce l'unica regione del Nord Italia, la Valle d'Aosta con il 10,18%. Anche in Puglia le cose non vanno bene; qui il costo del denaro è al 10,06%. I tassi più bassi, secondo l'Adusbef, sono applicati in Trentino Alto Adige (6,47%), seguita dal Lazio (7,16%) e dalla Lombardia (7,36%). Le banche italiane, accusa l'Adusbef, oltre a praticare il costo del denaro con un ingiustificabile differenziale fra Nord e Sud, applicano uno spread medio pari a 6,23 punti fra raccolta e impieghi. Ovviamente, chi risente maggiormente di questa incresciosa situazione sono le famiglie, che vedono applicarsi tassi bassi sui loro conti correnti e altissimi sui prestiti che richiedono. L'Adusbef, attraverso questa accurata indagine conoscitiva, replica all'Abi che aveva affermato che "tra giugno 2006 e maggio 2007, primo periodo di applicazione della Legge Bersani, non vi è stata alcuna differenziazione fra l'andamento dei prezzi delle principali forme di raccolta e di impiego verso il settore delle famiglie".
APPROFONDIMENTI: Rapporto Afo 2007 sul credito al consumo
Banche: lucrati 5,3 miliardi di euro a danno dei consumatori!

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