Trump rilancia i dazi USA: nuove tariffe fino al 40% nel 2025

Nuove tariffe USA: il presidente Trump rilancia i dazi e scuote l’economia globale Negli ultimi giorni, la scena economica internazionale è tornata a ruotare attorno a Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti. La sua amministrazione ha annunciato un pacchetto di nuove tariffe doganali che potrebbero ridefinire, ancora una volta, gli equilibri del commercio globale. Il piano prevede dazi compresi tra il 25% e il 40% su beni importati da oltre 14 Paesi. In parallelo, è stato deciso il rinvio al 1° agosto dell’entrata in vigore delle tariffe generalizzate, inizialmente previste per il 9 luglio. Una scelta strategica che potrebbe aprire a negoziati, ma che intanto ha già agitato i mercati internazionali. Secondo Trump, l’obiettivo è duplice: ridurre il cronico deficit commerciale degli Stati Uniti e incentivare le aziende straniere a rilocalizzare la produzione direttamente sul territorio americano. A detta della Casa Bianca, gli USA avrebbero già incassato oltre 100 miliardi di ...

Mutui: aumentano i tassi d'interesse



Il prossimo 6 giugno, la BCE potrebbe aumentare il costo del denaro elevando il tasso dal 3,75% al 4%. Dopo le vacanze estive i tassi potrebbero salire ancora di un quarto di punto e non è addirittura escluso che potrebbero arrivare al 4,5% entro la fine dell'anno o al massimo nei primi mesi del 2008.
Se la previsione degli analisti del settore sarà confermata, si assisterà ad un consistente aumento delle rate dei mutui ipotecari.
Le famiglie che più risentiranno dell’aumento dei tassi sono quelle che hanno acceso un mutuo a tasso variabile per il quale a seguito del prossimo aumento dei tassi dovrebbero pagare in più mediamente 25 euro al mese. Se poi si prendono in considerazione gli aumenti dei tassi che si sono susseguiti dal 2005 si evince che l’incremento è di circa 120-130 euro al mese.
La situazione delle famiglie italiane, stando ad una elaborazione pubblicata dal settimanale Panorama, è la peggiore d’Europa. Infatti mentre «il tasso d’interesse effettivo applicato dalle banche sul prestito di un mutuo è mediamente al 4,80%, l’Italia supera la media europea arrivando al 5,16%. Senza considerare altri oneri spesso superiori rispetto al resto d’Europa».
Ad esempio, per un finanziamento di 80.000,00 euro a 20 anni un italiano deve pagare 535,06 euro al mese: 32 euro in più di quanto viene richiesto a uno spagnolo.
Se poi si prende in considerazione un prestito di 120.000,00 euro la differenza tra i due paesi sale a 48 euro mentre per un mutuo di 200.000,00 euro con durata trentennale raggiunge 88 euro.
L’Abi, Associazione Bancaria Italiana, si giustifica affermando che è difficile fare comparazioni fra prodotti disomogenei di Paesi diversi.Le associazioni dei consumatori sottolineano che le banche aumentano sempre il tasso ai debitori ma non quello ai creditori. Le associazioni dei consumatori ricordano, inoltre, che non ci sono più penali per estinguere un mutuo e di conseguenza è possibile cambiare con maggiore facilità.

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