Trump e il declino del dollaro: l’euro si rafforza, ma l’Europa deve stare in guardia

Con Trump alla guida, il dollaro vacilla e l’euro domina: ecco come questo shock valutario sta cambiando i giochi tra Stati Uniti ed Europa Il 2025 ha segnato il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, e con esso una serie di scosse economiche che stanno ridisegnando gli equilibri globali. Tra le più evidenti, il crollo del dollaro : nei primi sei mesi dell’anno, la valuta americana ha perso quasi l’11% rispetto alle principali monete mondiali, toccando il livello più basso dal 2022. Un dato che ha sorpreso molti, soprattutto considerando le promesse di rinascita economica che avevano accompagnato la campagna elettorale dell’ex presidente. Il dollaro, un tempo simbolo di stabilità e potere, oggi appare indebolito da una serie di fattori interni. Il piano economico “ Big Beautiful Bill ”, ancora in discussione al Senato, prevede tagli fiscali e spese pubbliche per oltre 3 miliardi di dollari. Una manovra che ha sollevato dubbi tra economisti, imprenditori e persino alcuni ...

Crescono del 4% le passività finanziarie delle famiglie italiane!

Lo si legge nell'ultimo rapporto della Banca d'Italia, datato Luglio 2007, ed inerente l'economia delle regioni italiane nel 2006.

Nel 2006 il rapporto tra le passività finanziarie delle famiglie e il reddito disponibile è salito al 47%. Nel confronto internazionale - si legge nel rapporto - le famiglie italiane restano in media poco indebitate: nel 2005 il rapporto era pari al 43% (ovvero il 4% in meno) in Italia, contro il 66% della Francia, il 100% della Germania, il 128% degli Stati Uniti d'America e il 148% del Regno Unito di Gran Bretagna. Nel 2006 i debiti finanziari pro capite ammontavano a 9,8 migliaia di euro; l'importo relativo alle regioni meridionali risultava quasi la metà di quello delle regioni del Centro e del Nord; la differenza tra queste aree geografiche è andata ampliandosi nel periodo che va dal 1998 a tutto il 2006. E' da tener presente che solo una parte limitata della popolazione è finanziariamente indebitata. Secondo l'indagine sui bilanci delle famiglie, nel 2004 la percentuale di nuclei familiari indebitati era pari al 23,9%, al Centro-Nord, e al 18,3% al Sud. A fine 2006 i prestiti personali e i finanziamenti concessi alle famiglie italiane, costituivano circa l'80% delle passività finanziarie totali. La quota attribuibile ai mutui era pari al 44,8%; questi pesavano solo per il 25,7% nel 1998. La loro incidenza sul complesso delle passività finanziarie delle famiglie risultava più elevato nelle regioni del Centro e del Nord del Paese (rispettivamente 46,3% e 48,4%), rispetto a quelle meridionali attestatesi al 35,1%. L'aumentato ricorso a questa forma di indebitamento è riconducibile, in primo luogo, al calo dei tassi d'interesse nominali e reali e alle politiche di offerta attuate dagli intermediari. Nel periodo 1998 - 2006, il peso del credito al consumo sul totale delle passività finanziarie delle famiglie è passato dal 9% al 14,2%. La crescente rilevanza di questa forma di indebitamento ha riguardato tutte le aree territoriali ed è stata particolarmente accentuata al Sud, passando dal 11,6% al 22,8%. Il ricorso al credito al consumo presenta una notevole variabilità territoriale, anche tra provincie appartenenti alla stessa area geografica, riconducibile, oltre che a caratteristiche della domanda, alla diversa diffusione territoriale della grande distribuzione. Gli altri prestiti ammontavano, a fine 2006, al 20,7% delle passività finanziarie totali (39,7% nel 1998). Nel periodo 1998 - 2006, il loro peso è fortemente diminuito in tutte le aree territoriali, soprattutto al Sud.

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