Il
tasso Libor, presente prevalentemente nei mutui dei consumatori statunitensi e inglesi, più raramente italiani in quanto i mutui di casa nostra sono indicizzati all'Euribor, ha finalmente delle nuove linee guida atte a renderlo meno manipolabile e più semplice da determinare. A dettarle è stato Martin Wheatley direttore della Fsa (
Financial Services Authority) affermando, prima di tutto, che "il Libor può essere riformato attraverso un radicale piano di riforme". Tra gli spetti più interessanti e che segnano un punto di rottura con il passato, vi è senza ombra di dubbio il fatto che la responsabilità di governance e vigilanza sul tasso dovrà passare dall'associazione bancaria British Banker's Association, composta da appena 16 istituti di credito, alla Fsa. Ma non solo, i submitter (coloro che fissano il rating per ogni banca) dovranno essere selezionati dalla stessa Authority. Wheatley ha comunque fatto un discorso a tutto campo, pregno di buon senso, i cui punti salienti prevedono misure attuabili a breve termine, sulla cui incisività ed efficacia non ci sono molti dubbi. Ad esempio, il direttore della Fsa, vuole che i tassi Libor, attualmente 150, vengano ridotti a 20, che siano eliminate le corone danese e svedese e i dollari australiano, canadese e neozelandese. L'obiettivo è quello di rendere il meccanismo meno virtuale, basato cioè sulle aspettative, e più conforme con la domanda vera del mercato. Affinché ciò avvenga è giusto che si riferisca a valori reali e non presunti. Il tasso Libor è una creazione del mercato, inventata dal mercato per il mercato. In questo contesto, operatori senza scrupoli hanno causato pesanti distorsioni del mercato arricchendosi alle spalle dei consumatori apportando, a loro piacimento impercettibili variazioni nei tassi. Il tasso Libor è utilizzato come prezzo di riferimento per oltre 300 trilioni di dollari di prestiti e di altre operazioni, di vario tipo, in tutto il mondo. Queste vanno dagli interest rate swap ai finanziamenti diretti, dai mutui per le persone comuni ai prestiti destinati alle imprese commerciali. Il problema principale che ha fatto saltare il banco risiede nell'incapacità, da parte del sistema, di gestire i conflitti di interesse. Il tasso dovrebbe rappresentare il costo reale a cui prendere un prestito dalla banca ma, poiché gli istituti di credito dispongono di una miriade di offerte diverse, soprattutto per ciò che attiene il mercato degli swap, che è diventato più o meno redditizio a seconda del tasso Libor corrente, si è venuta a creare una situazione paradossale in cui chi era preposto a vigilare e a decidere in merito all'andamento del tasso stesso era il medesimo soggetto che, in termini di guadagno, dipendeva da queste offerte e, quindi, aveva interesse a spingere il tasso su o giù, a seconda della necessità.