Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Gli acquisti di titoli di Stato, fino a tre anni, non costituiscono un finanziamento monetario agli stati

Mario Draghi, Presidente della Bce è stato categorico: "Gli acquisti di titoli di Stato, fino a tre anni, non costituiscono un finanziamento monetario agli stati poiché un finanziamento a due-tre anni ha una vita troppo breve per essere considerato "creazione di moneta", e non sarebbe come mettersi a stampare moneta fresca di sana pianta". Inoltre, "gli acquisti dei titoli di Stato sul mercato secondario da parte della Bce vengono effettuati nella piena osservanza dei trattati internazionali". Draghi ha poi detto la sua anche in merito al cosiddetto fondo salva Stati dichiarando che "la Bce è contraria alla concessione di una licenza bancaria al fondo salva Stati Esm perché avrebbe lo stesso effetto del finanziamento diretto agli Stati". Draghi avrebbe posto in essere questa precisazione dopo aver chiesto un'opinione giuridica ai servizi legali della Bce, che hanno dato parere negativo all'opzione di concedere la licenza bancaria all'Esm a seguito della proposta di alcuni leader nei giorni scorsi. In questo scenario, abbastanza caotico, risalta e fa da contrasto la linea tedesca che, unica al mondo, mantiene ferme le sue posizioni a tutto campo ed in particolar modo sul tema degli eurobond. "Il governo tedesco lavora intensamente perché l'eurozona possa arrivare a una stabilità, e a una maggiore interconnessione". In una fase così difficile, i Paesi deboli dell'eurozona si sono guadagnati la nostra solidarietà e il nostro augurio per il superamento delle loro difficoltà". Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in un dibattito pubblico organizzato ad Abensberg, in Baviera. La solidarietà è un valore importante di sicuro ma, al momento, quella tedesca, al di là delle dichiarazioni di facciata, appare piuttosto evanescente. In quanto all'augurio per il superamento delle difficoltà, dubitiamo fortemente che possa da solo servire a risolvere la crisi. Tirando le somme si può affermare che è sempre la solita Germania che bada solo a proteggere se stessa con buona pace del resto d'Europa.

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