Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Che senso ha istituire un fondo di garanzia se poi i mutui ai precari le banche non li danno lo stesso?

Paradossi tutti italiani, verrebbe da dire, ma ormai le parole servono a poco ed un singhiozzo dal sapore acre di lacrime tristi solca il viso di migliaia di giovani precari che, in barba a norme ben chiare, si sono visti negare dagli istituti di credito, mutui, la cui stipula rientrava pienamente, e legittimamente, nei termini fissati dal Fondo di garanzia da 50 milioni di euro specificamente creato dal governo, denominato Fondo Casa e destinato a coppie, precarie o semi precarie, sposate, under 35 e a single o coppie conviventi purché con figli minori. A rivelarlo è stata un'indagine condotta da Altroconsumo, notissima associazione di consumatori che, attraverso dei propri emissari recatisi presso ben 120 filiali di banche aderenti all'accordo (a Milano, Roma, Bologna, Torino, Bergamo, Prato, Napoli e Taranto), ha registrato dati assai chiari e precisi che disegnano uno scenario in cui la legge del diniego la fa da padrona. I fondi stanziati dal governo come garanzia per i mutui erogati dalle banche convenzionate, ben inteso, non vengono erogati a pioggia e, sicuramente una selezione di base va sempre fatta. Le banche, attraverso la convenzione stipulata col governo, però, si impegnano a offrire il finanziamento con uno spread massimo dell’1,20% fino a 20 anni di durata e dell’1,50% oltre i 20 anni. In pratica, gli istituti di credito che aderiscono devono limitare almeno alla metà gli spread solitamente applicati, riducendo il loro guadagno a favore di tassi più accessibili. Peccato però che quasi nessuna banca lo faccia realmente. Dall'indagine, infatti, è emerso che quasi 9 agenzie su 10 hanno ignorato il Fondo affermando addirittura di non conoscerlo e solo 9 agenzie su 71 hanno proposto un mutuo in linea con la normativa applicando lo spread previsto dal Fondo Casa. Le banche aderenti all'accordo, quando offrono un mutuo secondo i termini stabiliti, non possono chiedere la presenza di ulteriori garanti per concedere un mutuo che è già garantito dal fondo. Anche per ciò che attiene questa circostanza i risultati sono stati sorprendenti e, molto spesso è stata chiesta la firma del garante. Non c'è che dire, gli istituti di credito non finiranno mai di stupirci.

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