Credito al consumo: deficitaria la trasparenza!
Compri oggi, paghi domani! E’ uno slogan che gli italiani conoscono benissimo, perché, negli ultimi anni, ha fatto impennare la percentuale degli acquisti effettuati tramite il credito al consumo. Le offerte proposte attraverso mirate campagne pubblicitarie hanno, infatti, convinto anche i consumatori più restii ad abbandonare il pagamento in contanti per passare a quello a rate.
Un metodo semplice che consente di acquistare subito un bene, come l’auto, il frigorifero, la televisione, per poterlo, poi, ripagare con piccole e “comode” rate, ogni mese. Il tutto senza spese o, al limite con una percentuale molto bassa, relativa ai tassi d’interesse.
Ma è proprio sugli interessi che bisogna prestare molta attenzione. Ecco perché, di pari passo con il boom del pagamento rateale c’è sempre stata anche una campagna, da parte delle Associazioni dei Consumatori, nel mettere in guardia gli italiani da possibili fregature. Quali? In prima linea bisogna fare attenzione al TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che comprende tutte le spese legate al finanziamento e che non è sempre ben evidenziato in fase di stipula del contratto. Anzi, secondo una recente indagine, condotta da Altroconsumo, su 285 offerte di rateizzazione, addirittura nel 70% dei casi, non è stata fornita alcuna informazione o i dati sul TAEG, forniti al consumatore, erano sbagliati.
Non solo, altri dati dimostrerebbero che, su 239 punti vendita, l’atteggiamento generale è improntato alla scarsa informazione o all’errore di calcolo sui costi effettivi.
A Roma, in un negozio di mobili, una proposta a tasso zero, in realtà, ha un tasso d’interesse del 25,68%, superando anche la soglia del tasso d’usura!
Altroconsumo, per bocca di Anna Vizzari, precisando di non voler demonizzare in alcun modo il mondo del credito al consumo e dei prestiti finalizzati che hanno una funzione essenziale, anche per la crescita economica del Paese, auspica che questi prodotti finanziari vengano offerti ai clienti in maniera chiara e trasparente in modo da offrire loro la possibilità di confrontare le condizioni prima della stipula del contratto.
L’inchiesta, portata a compimento da Altroconsumo, è avvenuta nel più semplice dei modi, ovvero, persone incaricate dall’associazione si sono recate presso diversi negozi mostrandosi interessate all’acquisto a rate, ad esempio, di un elettrodomestico o di un mobile, chiedendo delucidazioni in merito al finanziamento. E’ stata eseguita anche una verifica in merito alla disponibilità dei foglietti informativi, presso i punti vendita oggetto dell’indagine, e dell’informativa precontrattuale che, in base alla normativa sulla trasparenza del 2003, il cliente ha diritto di consultare se la richiede.
Dall’indagine è emersa la totale assenza dei foglietti informativi, presso i punti vendita visitati. In luogo di questi, è stata registrata una massiccia disponibilità di materiale pubblicitario che, ovviamente, non contiene informazioni tali da poter consentire al cliente di analizzare con dovizia di particolari ogni aspetto del finanziamento che va sottoscrivendo. Scarsa anche la disponibilità dell’informativa precontrattuale, riscontrata soltanto in due esercizi commerciali.
La colpa non è sicuramente degli esercenti che si trovano a dover effettuare contemporaneamente una vendita e il collocamento di un prodotto finanziario, fattispecie quest’ultima, per la quale non hanno un’adeguata formazione, ma delle società finanziarie che dovrebbero fornire adeguata assistenza professionale ai commercianti ed ai loro clienti.
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