Trump rilancia i dazi USA: nuove tariffe fino al 40% nel 2025

Nuove tariffe USA: il presidente Trump rilancia i dazi e scuote l’economia globale Negli ultimi giorni, la scena economica internazionale è tornata a ruotare attorno a Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti. La sua amministrazione ha annunciato un pacchetto di nuove tariffe doganali che potrebbero ridefinire, ancora una volta, gli equilibri del commercio globale. Il piano prevede dazi compresi tra il 25% e il 40% su beni importati da oltre 14 Paesi. In parallelo, è stato deciso il rinvio al 1° agosto dell’entrata in vigore delle tariffe generalizzate, inizialmente previste per il 9 luglio. Una scelta strategica che potrebbe aprire a negoziati, ma che intanto ha già agitato i mercati internazionali. Secondo Trump, l’obiettivo è duplice: ridurre il cronico deficit commerciale degli Stati Uniti e incentivare le aziende straniere a rilocalizzare la produzione direttamente sul territorio americano. A detta della Casa Bianca, gli USA avrebbero già incassato oltre 100 miliardi di ...

Dazi USA: 12 Stati sfidano Trump, che apre a negoziati con la Cina

Dazi USA: 12 Stati contro Trump e il futuro delle politiche commerciali globali

Guerra dei dazi USA Cina Europa

Le politiche tariffarie di Donald Trump continuano a essere al centro di un acceso dibattito, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale. Recentemente, dodici Stati americani hanno avviato un’azione legale contro il presidente, contestando la legittimità dei dazi imposti arbitrariamente. Questa iniziativa, che coinvolge Stati come Arizona, Colorado, Connecticut, Delaware, Maine, Minnesota, Nevada, New Mexico, Vermont, New York, Illinois e Oregon, rappresenta un punto di svolta nella battaglia contro le politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump.

Le accuse contro Trump: abuso di potere e danni economici

Secondo i procuratori generali di questi Stati, il presidente non ha il potere di imporre dazi senza l’approvazione del Congresso. La causa, presentata presso la Corte per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti, sottolinea che solo il Congresso può legiferare sulle tariffe. «Questi editti riflettono una politica commerciale nazionale che dipende dai capricci del presidente piuttosto che dal corretto esercizio della sua legittima autorità», si legge nella denuncia.

Il governatore della California, Gavin Newsom, è stato il primo a muoversi, affermando che i dazi hanno causato «immediato e irreparabile danno» all’economia dello Stato. Anche l’Oregon, uno degli Stati principali in questa causa collettiva, ha espresso preoccupazione per la vulnerabilità della sua economia, fortemente dipendente dal commercio e dal settore dell’abbigliamento sportivo.

Dan Rayfield, procuratore generale dell’Oregon, ha dichiarato: «Quando un presidente promuove una politica illegale che fa aumentare i prezzi al supermercato e le bollette delle utenze, non possiamo permetterci il lusso di restare a guardare. Queste tariffe colpiscono ogni aspetto della nostra vita, dalla casa all’ambulatorio medico, e abbiamo la responsabilità di contrastarle».

La risposta della Casa Bianca e il contesto internazionale

La Casa Bianca, tramite un portavoce, ha definito l’iniziativa una «caccia alle streghe» contro Trump. Tuttavia, questa causa solleva interrogativi fondamentali sulla separazione dei poteri e sull’impatto delle politiche protezionistiche sull’economia americana.

Parallelamente, sul fronte internazionale, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sembra aver raggiunto un punto di svolta. Dopo aver imposto dazi fino al 145% sulle importazioni cinesi, Trump ha recentemente dichiarato di voler rivedere queste tariffe. «Avremo un accordo equo con la Cina», ha affermato il presidente, lasciando intendere che le tariffe potrebbero essere ridotte tra il 50% e il 65% per alcuni beni. Questa mossa sembra essere un tentativo di allentare le tensioni con Pechino, che ha sempre risposto colpo su colpo alle misure americane.

Il presidente cinese Xi Jinping ha accolto con favore l’apertura al dialogo, sottolineando che «non ci sono vincitori nelle guerre tariffarie e commerciali». Pechino ha ribadito la sua disponibilità a negoziare, ma ha chiesto agli Stati Uniti di abbandonare le minacce e di avviare un dialogo basato su uguaglianza e rispetto reciproco.

L’Unione Europea e il ruolo delle alleanze globali

Anche l’Unione Europea osserva con attenzione gli sviluppi della guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali. Il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato che, sebbene l’UE condivida alcune preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo alla Cina, imporre dazi contro gli alleati europei non è il modo migliore per mantenere una collaborazione strategica.

Un futuro incerto per il commercio globale

Questo scenario complesso evidenzia come le politiche protezionistiche di Trump abbiano generato tensioni su più fronti, mettendo in discussione non solo i rapporti commerciali internazionali, ma anche l’equilibrio interno degli Stati Uniti. La sfida ora è trovare un equilibrio tra protezione degli interessi nazionali e cooperazione globale.

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