Terre Rare: il nuovo oro della geopolitica e le posizioni di Trump, Putin, Zelensky, Xi Jinping e dei Paesi Europei

Le terre rare sono un gruppo di elementi chimici strategici fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate, dai dispositivi elettronici ai veicoli elettrici, passando per turbine eoliche, batterie al litio e sistemi di difesa militare. Il controllo di queste risorse è cruciale per l’economia globale, rendendole un tema chiave nella geopolitica delle materie prime. Leader come Donald Trump, Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky, Xi Jinping e i governi europei hanno adottato strategie diverse per garantirsi l’accesso e il controllo su questi materiali essenziali.

Xi Jinping e il monopolio cinese sulle Terre Rare

La Cina detiene oltre il 60% della produzione globale di terre rare e il 90% della raffinazione mondiale, consolidando la sua supremazia in questo settore. Xi Jinping ha utilizzato questo vantaggio come arma geopolitica, imponendo restrizioni all’export nei momenti di tensione con gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Recentemente, Pechino ha rafforzato i controlli sulle terre rare critiche, limitando l’accesso ai materiali necessari per i microchip avanzati e le batterie per auto elettriche. Questo potrebbe avere impatti significativi su aziende come Tesla, Apple e Samsung.

Donald Trump e l’indipendenza energetica dagli approvvigionamenti cinesi

Durante la sua presidenza, Donald Trump ha riconosciuto il rischio strategico derivante dalla dipendenza degli Stati Uniti dalla Cina per le terre rare per semiconduttori e tecnologia verde. Ha incentivato investimenti in estrazione e lavorazione sul suolo americano e stretto accordi con Australia e Canada per diversificare le fonti di approvvigionamento. Inoltre, il Pentagono ha aumentato i finanziamenti per la produzione nazionale di terre rare, puntando alla sicurezza energetica e tecnologica.

Vladimir Putin e le risorse minerarie della Russia

La Russia possiede importanti riserve di terre rare e litio, ma le sanzioni occidentali hanno ostacolato lo sviluppo del settore. Vladimir Putin ha puntato sulla diversificazione delle esportazioni di materie prime critiche, cercando di attirare investimenti per la raffinazione locale. Inoltre, Mosca sta rafforzando la cooperazione con la Cina e l’India per creare un mercato alternativo delle terre rare, riducendo l’influenza dell’Occidente su questo settore.

Volodymyr Zelensky e il potenziale minerario dell’Ucraina

L’Ucraina è ricca di terre rare, nichel e cobalto, essenziali per la transizione energetica. Tuttavia, la guerra ha reso difficile l’estrazione e l’export di queste risorse. Volodymyr Zelensky sta cercando di attrarre investimenti occidentali per sviluppare il settore minerario, proponendo l’Ucraina come fornitore chiave di materie prime critiche per l’Europa. L’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno già studiando partnership per ridurre la dipendenza da Pechino e Mosca.

L’Unione Europea e la strategia per le Terre Rare

L’Unione Europea è fortemente dipendente dalle importazioni di terre rare per auto elettriche, batterie e microchip. Per contrastare questa vulnerabilità, Bruxelles ha lanciato il Critical Raw Materials Act, incentivando l’estrazione e la lavorazione in Europa. Svezia e Portogallo sono emersi come possibili fornitori, mentre la Commissione Europea sta stringendo accordi con Brasile, Australia e paesi africani per diversificare le fonti di approvvigionamento.

Le terre rare sono diventate il petrolio del XXI secolo, con implicazioni economiche e strategiche fondamentali. Mentre la Cina mantiene una posizione dominante, gli Stati Uniti, la Russia, l’Ucraina e l’Europa stanno cercando alternative per garantire sicurezza energetica e indipendenza tecnologica. Il futuro di questo mercato sarà determinato da una combinazione di investimenti, innovazioni tecnologiche e accordi internazionali, con effetti cruciali su settori come l’auto elettrica, l’intelligenza artificiale e la difesa militare.

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