Correzione acconti Irpef: il Governo interviene per evitare aumenti fiscali
Il Governo italiano sta lavorando a una correzione sugli acconti Irpef per evitare aumenti nelle imposte dovute da dipendenti e pensionati nei prossimi versamenti fiscali. L'intervento, previsto dopo il Documento di economia e finanza (Def) e non prima del 10 aprile, ha un impatto finanziario stimato in circa 250 milioni di euro.
Il problema: il corto circuito tra Delega Fiscale e Legge di Bilancio
La necessità di questa modifica deriva da una discrepanza normativa. Il decreto legislativo sulla riforma Irpef aveva introdotto per il 2024 un sistema a tre aliquote, mentre gli acconti fiscali erano ancora calcolati con quattro aliquote sia per il 2024 che per il 2025. Successivamente, l'ultima legge di Bilancio ha stabilizzato il sistema a tre aliquote anche per il 2025 in poi, creando un'incongruenza che avrebbe potuto penalizzare molti contribuenti.
Il rischio di aumenti ingiustificati
Se il Governo non intervenisse, i contribuenti avrebbero dovuto anticipare somme maggiori sulle imposte a debito o subire una riduzione dei crediti d'imposta spettanti, con la necessità di attendere la dichiarazione del 2026 per il rimborso delle somme versate in eccesso. Questo scenario avrebbe colpito principalmente lavoratori dipendenti e pensionati con redditi aggiuntivi oltre quelli soggetti a ritenuta d'acconto.
La risposta del Governo
Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera e responsabile fiscale della Lega, ha confermato che il Governo sta lavorando per garantire che gli acconti vengano calcolati direttamente con il nuovo sistema a tre aliquote, eliminando il precedente calcolo basato su quattro aliquote. Questo intervento assicurerà che nessun contribuente venga penalizzato.
L'appello della Cgil e la risposta del Mef
Dopo la denuncia della Cgil, i rappresentanti sindacali hanno sollecitato un'azione rapida da parte del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e del viceministro Maurizio Leo. La richiesta principale è quella di rendere immediatamente operativa la riduzione delle aliquote e l'applicazione delle nuove detrazioni anche nel calcolo degli acconti. In alternativa, si chiede che l'Agenzia delle Entrate permetta l'uso del "metodo previsionale", consentendo ai contribuenti di ridurre o bloccare gli acconti non dovuti senza incorrere in sanzioni.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) ha risposto confermando che l'intervento normativo sarà attuato in tempi rapidi per evitare disagi ai contribuenti. Il Mef ha spiegato che la confusione normativa è derivata dall'intenzione iniziale di sterilizzare gli effetti della riforma Irpef solo sugli acconti dovuti da chi aveva redditi ulteriori, ma non per la maggioranza di lavoratori dipendenti e pensionati.
Un intervento necessario per la stabilità fiscale
L'azione del Governo mira a evitare un aumento ingiustificato del carico fiscale per milioni di contribuenti italiani. La modifica consentirà di allineare gli acconti Irpef alle nuove regole fiscali, garantendo equità e trasparenza nel sistema di tassazione. Con un intervento normativo tempestivo, si potrà evitare che dipendenti e pensionati si trovino a versare anticipi non dovuti, migliorando così la gestione della loro fiscalità personale.
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