Investire in un contesto di forte volatilità dei mercati finanziari, come quello che stiamo vivendo, non è mai semplice. Le rapide oscillazioni del mercato, amplificate da dichiarazioni roboanti dei leader politici o da eventi straordinari, come il rischio di dazi internazionali o il “risiko bancario” che ha caratterizzato la scena finanziaria italiana negli ultimi anni, possono destabilizzare chi è meno esperto di dinamiche economiche. La paura e l’euforia possono spingere gli investitori a compiere scelte impulsive e rischiose. Come evitare questi errori e prendere decisioni razionali? La risposta sta nella finanza comportamentale, una disciplina che analizza il comportamento umano nel contesto delle scelte economiche e che ci offre alcuni strumenti pratici per gestire l’emotività negli investimenti.
I rischi dell’emotività negli investimenti
La finanza comportamentale ha evidenziato come molti degli errori più comuni degli investitori siano il risultato di bias cognitivi, ovvero distorsioni nel pensiero che influenzano negativamente le decisioni finanziarie. Conoscere questi bias può fare la differenza, specialmente durante periodi di forte instabilità, quando la tentazione di seguire le emozioni è più forte.
Uno dei bias più pericolosi è la FOMO (Fear of Missing Out), la paura di perdere un’opportunità che sembra essere unica. Pensiamo alla corsa ai titoli tecnologici, soprattutto quelli legati all'intelligenza artificiale, che ha spinto molti investitori ad entrare nel mercato senza una valutazione razionale del rischio. Questo fenomeno, che si è manifestato con l’esplosione di numerosi titoli a volte sopravvalutati, è un chiaro esempio di come l’emotività possa spingere a prendere decisioni sbagliate.
Un altro errore tipico è il cosiddetto “effetto gregge”, in cui si investe seguendo ciecamente le tendenze del momento. Quando tutti sembrano fare la stessa cosa, è facile lasciarsi influenzare, pensando che se tutti stanno investendo in un determinato settore o titolo, deve esserci una ragione valida. Tuttavia, la storia ci insegna che seguire la folla spesso porta a gravi perdite. Per esempio, durante la bolla delle dot-com nei primi anni 2000, molti investitori comprarono azioni di aziende tecnologiche sulla base di speculazioni, senza considerare la solidità dei fondamentali. Quando la bolla scoppiò, tanti persero ingenti somme di denaro.
Infine, c’è la miopia finanziaria, quella tendenza a monitorare ossessivamente i propri investimenti a breve termine, senza una visione di lungo periodo. Questa continua preoccupazione per l’andamento quotidiano dei mercati può portare a scelte impulsive, come la vendita di titoli in perdita durante una flessione temporanea. Questo tipo di comportamento è stato evidente, ad esempio, durante la crisi finanziaria del 2008, quando molti investitori, presi dal panico, liquidarono i propri investimenti, perdendo l'opportunità di recuperare durante la successiva ripresa.
Pianificazione finanziaria: il primo passo per tenere a bada le emozioni
Come si combattono questi bias cognitivi e si evitano le emozioni negative che distorcono le scelte? La risposta è nella pianificazione finanziaria. Avere un piano chiaro e ben definito aiuta a mantenere la rotta, anche quando i mercati si muovono in modo imprevedibile.
Un buon piano inizia con una domanda fondamentale: qual è il mio obiettivo di investimento? Che si tratti di creare un fondo per l'istruzione dei figli, acquistare una casa o costruire un portafoglio per la pensione, ogni obiettivo richiede una strategia differente. L'orizzonte temporale gioca un ruolo cruciale nel determinare il rischio da assumere. Ad esempio, se l’obiettivo è a lungo termine, come la pensione, si può permettere un rischio maggiore, mentre per obiettivi a breve termine è meglio optare per soluzioni più sicure.
Casi studio: i pericoli dell'emotività
Gli errori legati all’emotività non sono solo teorie accademiche, ma sono eventi concreti che hanno segnato la vita di molti investitori.
Caso 1: La crisi delle dot-com
Nel 1999-2000, la speculazione sui titoli tecnologici e sulle dot-com aveva raggiunto livelli insostenibili. Molti investitori, mossi dall’entusiasmo per la “nuova era di internet”, acquistarono azioni senza considerare la solidità finanziaria delle aziende. Quando la bolla scoppiò, molti persero tutto il capitale investito. L'emotività e il desiderio di non perdere una "grande opportunità" portarono a un investimento irrazionale, con gravi conseguenze.
Caso 2: La crisi finanziaria del 2008
Nel 2008, la crisi dei mutui subprime fece crollare i mercati globali. Molti investitori, spaventati dal crollo dei mercati, vendettero in fretta i loro investimenti, chiudendo le posizioni in perdita. Chi invece mantenne la calma e continuò a seguire la sua pianificazione, senza farsi influenzare dall’ansia, si trovò successivamente a guadagnare quando i mercati si ripresero.
Il ruolo della consulenza finanziaria
Per evitare che l’emotività prenda il sopravvento, è spesso utile affidarsi a professionisti. I consulenti finanziari hanno il compito di guidare gli investitori, aiutandoli a definire chiaramente gli obiettivi e a costruire un portafoglio diversificato. Il dialogo con un esperto aiuta a mantenere una visione razionale anche nei momenti di incertezza.
Un consulente non solo suggerisce la giusta allocazione degli investimenti, ma può anche fornire un supporto psicologico durante i periodi di volatilità. Capire che gli obiettivi di investimento sono legati ai propri valori personali (famiglia, salute, istruzione) è un passaggio fondamentale per rimanere concentrati sui propri progetti a lungo termine, senza farsi travolgere dalle emozioni del momento.
La parola d’ordine: diversificazione
La diversificazione è uno dei principi fondamentali della pianificazione finanziaria. Creare un portafoglio diversificato permette di ridurre il rischio, proteggendo l’investitore dalle fluttuazioni impreviste di singoli asset. L’obiettivo non è solo quello di aumentare il rendimento, ma anche di preservare la serenità nel lungo periodo, riducendo la paura legata alla volatilità.
Disinvestire: quando è il momento giusto?
Infine, è importante sapere quando disinvestire. Non c’è bisogno di cercare di prevedere i movimenti di mercato (cosiddetto market timing), una pratica che pochi riescono a fare con successo. La decisione di disinvestire deve avvenire solo quando si raggiunge l’obiettivo prefissato o quando le necessità finanziarie cambiano, come nel caso di una modifica nelle circostanze familiari o professionali.
Investire in modo consapevole significa non solo prendere decisioni razionali, ma anche imparare a gestire l’emotività. Affidarsi a una solida pianificazione finanziaria, diversificare i propri investimenti e mantenere il focus sugli obiettivi a lungo termine sono gli strumenti più efficaci per evitare gli errori che l’emotività può generare. La finanza comportamentale ci insegna che investire con calma e razionalità è la strada giusta per costruire una solida sicurezza finanziaria.
© Riproduzione vietata