lunedì 12 novembre 2012

Secondo la tesi post-economica di Niko Paech il collasso è vicino

Più che un economista, lo si dovrebbe definire un post-economista. Niko Paech, docente di Produzione e Ambiente all'università di Oldenburg, ritiene che il modello di crescita globale dei consumi non sia più sostenibile. Almeno, non senza esigere un prezzo eccessivo sull'ambiente e sulle risorse naturali. La soluzione proposta da Paech è radicale: ripensare interamente il nostro modello di sviluppo economico. Potremo farlo volontariamente, riducendo la produzione di beni e imparando a vivere con l'essenziale; o esservi costretti, quando il prezzo del petrolio raggiungerà la soglia critica dei 200 dollari al barile trascinando al fallimento interi settori industriali. Secondo Niko Paech la crisi economica in corso è il primo sintomo di questo futuro collasso: "Il disastro finanziario che stiamo attraversando non sembra avere soluzioni possibili visto lo stile di vita europeo, in cui il benessere economico dipende dalla crescita dei consumi. La gente, nelle società consumistiche moderne, vive al di là dei propri mezzi. Quanta ricchezza avrebbero creato gli stati moderni se non si fossero indebitati? Per non parlare della crescente scarsità di risorse naturali che sono state consumate senza sosta", spiega l'economista. Ma lo sviluppo di energie verdi potrebbe aiutare a uscire dall'impasse? Paech non ne è certo: "Non per quanto si possa prevedere oggi. In un'economia in espansione, l'incremento della domanda può spazzare via qualsiasi beneficio derivante dalla dematerializzazione o dalla "ecologizzazione" della produsione di beni e servizi. Ciò diventa particolarmente drammatico quando le innovazioni nell'ambito della sostenibilità scatenano ulteriori flussi di consumi di materiali ed energia. In tal caso sono necessarie ondate di modernizzazione successive per contrastarne le ripercussioni ambientali previste".
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