Credito al consumo in crescita: tassi alti e rischi per le famiglie

Gli italiani e il credito al consumo: sempre più acquisti a rate e meno certezze sul fronte dei mutui   Il credito al consumo in Italia continua a crescere nel 2024, ma i costi restano tra i più alti d’Europa. Aumentano i prestiti personali, si consolidano le cessioni del quinto, e peggiorano le condizioni sui mutui. Ecco tutti i dati aggiornati e un’analisi approfondita dei rischi legati all’indebitamento delle famiglie italiane. Cresce il credito al consumo in Italia: +5,3% nel 2024 Negli ultimi anni, il credito al consumo in Italia ha registrato una crescita costante, e il 2024 non ha fatto eccezione. Secondo i dati raccolti dalla Fondazione Fiba di First Cisl, su base Bankitalia e Bce, il volume complessivo dei finanziamenti al consumo è aumentato del 5,3% , passando da 160,7 a 169,3 miliardi di euro. Un trend in salita che si inserisce in un contesto socio-economico in cui l’acquisto a rate non è più solo una comodità, ma spesso una necessità per le famiglie italiane...

Fino al 31 dicembre rinegoziabili i mutui accesi prima del 14 maggio 2011

La rinegoziazione è un diritto che ha il cliente ad esercitare la facoltà di cercare sempre di ottenere condizioni migliori per il proprio mutuo dall'istituto erogatore, contrattandole. Operazione con la quale sono modificati uno o più elementi del contratto originario, per esempio la durata del mutuo, il sistema di indicizzazione, il parametro di riferimento, lo spread o le commissioni legate al mutuo. Come la portabilità, anche questa operazione è completamente gratuita. Il Decreto legge numero 70 per lo sviluppo del 13 maggio 2011 introduce, tra gli altri provvedimenti, alcune novità che riguardano i mutui. Fino al 31 dicembre 2012 sarà possibile rinegoziare con la propria banca i mutui accesi prima del 14 maggio 2011 (giorno di entrata in vigore del decreto) oggi esistenti a tasso variabile e ottenerne la trasformazione a tasso fisso per la restante durata del mutuo, con anche la possibilità di prolungarla fino ad ulteriori 5 anni (ma non oltre i 5 anni totali di durata residua). Tale possibilità è concessa per mutui di importo originario fino a 150.000 euro, per l'acquisto o la ristrutturazione di immobili adibiti ad abitazione (quindi anche seconda casa) e per mutuatari il cui reddito Isee non superi i 30.000 euro. Il tasso fisso verrà determinato sulla base degli indici Irs, prendendo il minore tra l'Irs a 10 anni e l'Irs di durata pari a quella residua del mutuo. Poiché il valore dell'Irs aumenta al crescere della durata, in caso di mutui di lunga durata la rinegoziazione offre il vantaggio di godere di un tasso fisso più basso rispetto a quello che andrebbe normalmente applicato. Al momento sembra che lo stesso tasso si applicherebbe anche in caso di estensione della durata del rimborso, dando così un ulteriore vantaggio. Inevitabile, quindi,  il consiglio di valutare con estrema attenzione ed adeguati calcoli l'alternativa della rinegoziazione prima di decidere se richiederla o meno, considerando dall'altro lato le incognite legate al tasso variabile ed i possibili aumenti della rata in caso di forti risalite future del costo del denaro.  La rinegoziazione sarà possibile fino al 31 dicembre 2012, ma è chiaro che essa risulta molto conveniente (per chi è realmente convinto ed interessato a passare al tasso fisso) ora che i tassi sono ancora accettabili e posti verso il basso. Man mano che i tassi cresceranno, l'effetto di contenimento delle rate diminuirà mentre potrebbe salire il costo totale in termini di interessi pagati.

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