Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Intesa Sanpaolo aderisce alla Ipo Bank Facility

Era nell'aria da qualche tempo e da pochi giorni, finalmente, si è concretizzata quella che, a ben vedere, è da ritenersi una ghiotta opportunità per tutte le aziende neoquotate in Borsa, ovvero quella di poter accedere a linee di credito appositamente studiate da parte di Banca Intesa Sanpaolo che, lo scorso 23 giugno ha comunicato ufficialmente di aver aderito all’accordo sottoscritto da ABI e Borsa Italiana, finalizzato alla concessione di linee di credito a imprese neoquotate in Borsa.

La banca, in seguito all'accordo di cui sopra, metterà a disposizione delle imprese, che avranno ottenuto l’ammissione alla negoziazione sui mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana da non oltre 24 mesi a decorrere dalla presentazione della domanda di finanziamento, linee di credito specifiche per accelerare la crescita nella fase appena successiva alla quotazione.

Il finanziamento, che potrà essere determinato dalla banca in un ammontare fino a 2 volte la quota di capitale raccolta in sede di IPO, dovrà essere destinato a nuovi investimenti (materiali o finanziari) tenendo conto di un’equilibrata struttura finanziaria post quotazione in Borsa.

Le linee di credito a medio e lungo termine non potranno pertanto eccedere i limiti del fabbisogno dell’investimento, coerentemente con il capitale raccolto e il debito dell’impresa, ne essere sostitutive di debiti preesistenti. La durata del finanziamento dipenderà, altresì, dalle caratteristiche specifiche della singola operazione.

Con la Capogruppo hanno aderito alla ”IPO Bank Facility” anche tutte le altre banche del Gruppo Intesa Sanpaolo.

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