Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Mutui e prestiti: famiglie in sofferenza e banche pronte a sfruttare il rialzo dei tassi Bce

Il movimento al rialzo dei tassi è una condizione favorevole per i conti economici delle banche impegnate a difendere e ampliare i margini della gestione del denaro. Il rialzo dei tassi ufficiali non è certo, il mercato sconterà però tale ipotesi: per questo depositi dei clienti e impieghi ai clienti verranno prezzati in maniera diversa rispetto a oggi. Per il segmento famiglie e società non finanziarie tale spread è rimasto praticamente stabile nell'ultimo anno. A gennaio, secondo quanto emerge dai dati raccolti dall'Associacione bancaria italiana, il margine era di oltre il 2%, per l'esattezza 216 basis point. In questo scenario va sempre più delineandosi una condizione di disagio delle famiglie italiane, il cui indebitamento ne condiziona fortemente l'equilibrio economico. Gli interessi su mutui e prestiti erodono una parte sempre maggiore delle entrate mensili e, per analizzare la tenuta economica di un nucleo familiare è bene ricorrere, ad esempio nel caso si stia per stipulare un mutuo, all'affordability index costruito dall'Abi utilizzando metodologie internazionali e con dati dell'Agenzia del Territorio, Istat e Bankitalia. Sopra lo zero, questo indice segnala condizioni medie favorevoli in base alle quali, il debito contratto, rientra entro limiti accettabili e non rappresenta un fattore di rischio d'insolvenza. In questa fase resta sotto controllo anche il tasso di sofferenze sui prestiti casa. I dati raccolti dall'Abi a gennaio, in merito alla mole dei prestiti a famiglie e società finanziarie, evidenzia un incremento, su base annua, del 4,32% (rispetto al +3,78% di dicembre e al +3,52% di novembre). Nell'ultima parte dell'anno si era invertita la tendenza negativa dei prestiti alle famiglie, con qualche riflesso anche sull'aumento dei tassi d'interesse. A trascinare i prestiti, però, non sarebbe il credito al consumo: nel giugno scorso, infatti, l'incremento annuo era appena dello 0,9%. A fine anno, secondo i dati raccolti da Assofin ben rappresentativi del sistema, l'erogato del credito al consumo era in calo del 5,3% rispetto al 2009.

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