Il paradosso degli affitti brevi in Italia: una crisi pilotata

Affitti brevi in Italia: tra nuove norme, crisi del settore e impatti sulla proprietà privata Negli ultimi anni, il settore degli affitti brevi in Italia ha vissuto una trasformazione significativa, passando da una crescita esponenziale a una fase di contrazione e incertezza. Le nuove normative introdotte nel 2025 hanno portato a un cambiamento radicale, con conseguenze che stanno facendo discutere. Se da un lato queste regole mirano a contrastare l’abusivismo e a regolamentare un mercato in forte espansione, dall’altro hanno sollevato preoccupazioni per il loro impatto su piccoli proprietari, posti di lavoro e il diritto alla proprietà privata. Un settore in evoluzione: dati pre e post pandemia Prima della pandemia, il mercato degli affitti brevi in Italia era in piena espansione, con piattaforme come Airbnb , Booking.com , Expedia e TripAdvisor che dominavano il settore. Nel 2019, si contavano oltre 642.300 unità abitative attive su Airbnb, un numero che rappresentava una crescita ...

Il mercato dei mutui con cap cresce a dismisura

Il mercato dei mutui variabili con cap cresce a dismisura! Le ragioni di un siffatto fenomeno risiedono, in massima parte, nella costante ricerca, da parte dei consumatori, di mutui sempre più sicuri e convenienti e che, nel lungo periodo, non diventino economicamente insostenibili in seguito ad un abnorme ed anomalo rialzo dei tassi d'interesse. In quest'ottica vanno ad accrescere il proprio appeal prodotti come i mutui con cap rate che, altri non sono se non dei mutui a tasso variabile con un limite massimo predeterminato oltre il quale il saggio d'interesse non può salire, anche se i tassi di mercato dovessero farlo. Che gli italiani stiano puntando decisamente verso questi prodotti  è un dato di fatto confermato anche dai dati forniti da MutuiOnline. Secondo una ricerca condotta dal broker più famoso del settore, nel mese di gennaio sono, infatti, calate le sottoscrizioni di mutui a tasso fisso (passate dal 46% al 36% del totale) mentre sono cresciute le stipule di mutui con cap, balzate dal 15% al 21%, mentre i mutui variabili classici sono saliti dal 36% al 40%. Si tratta di un trend che potrebbe rafforzarsi nei prossimi trimestri, soprattutto se, come è probabile, i tassi fissi dovessero rincarare. D'altra parte, la forbice esistente tra i mutui con cap e quelli a tasso fisso si sta riducendo, progressivamente, ma inesorabilmente, sempre di più. Una condizione, questa, che rende certamente meno appetibile la scelta di un mutuo a tasso fisso. Tra i migliori mutui con cap disponibili oggi sul mercato citiamo il mutuo con cap di Webank (tasso variabile pari al 2,61% cap massimo 5,50% e Isc del 2,64%; rata 535 euro), a seguire, a breve distanza, troviamo il mutuo offerto da Che Banca! (tasso variabile pari al 2,61% cap massimo 5,70% e Isc del 2,67%; rata 535 euro), infine, al terzo posto, si colloca il mutuo del Gruppo Bipiemme (tasso variabile del 2,70% cap massimo 5% ed Isc pari al 2,83%; rata 540 euro). Questi dati ineriscono un calcolo simulato che si basa su un mutuo ventennale di 100.000 euro, concesso ad un impiegato a tempo indeterminato di 35 anni d'età che deve acquistare un immobile del valore di 200.000 euro, (quindi il mutuo copre il 50% dell'investimento totale).

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