Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

La BCE taglia i tassi al 3,75% ed inietta 50 miliardi in asta!

E' crisi nera, anzi nerissima, quella che stanno vivendo i mercati in questi giorni. Non a caso, quello che si è verificato nelle scorse ore è un evento senza precedenti nella storia! Di cosa stiamo parlando? Ovviamente del taglio di mezzo punto sul costo del denaro, approntato congiuntamente ed in tutta fretta dalla BCE (3,75%), dalla Federal Reserve (1,50%), dalla Banca Centrale d'Inghilterra, dalla Banca Centrale Svizzera e da quella Svedese.

Il taglio dei tassi ha ridato un certo slancio ai mercati, non per niente, a metà seduta le Borse hanno migliorato il loro andamento. Tuttavia il pessimismo degli operatori continua a regnare sovrano ed a condizionare gli asset. Così il Mibtel ha lasciato sul campo il 5,72% a 17.812 punti e lo S&P/Mib il 5,71% attestandosi sui 22.274 punti. Nel complesso, oggi si sono registrati 340 miliardi di euro di capitalizzazione bruciata, a dimostrazione dell'ennesima, drammatica, seduta vissuta dalle Borse europee.

Come se non bastasse, la BCE, in giornata, oltre al rifinanziamento della liquidità in Dollari, concretizzatosi attraverso l'assegnazione di 70 miliardi, ha "iniettato" 50 miliardi di euro in occasione di un'asta di durata semestrale. L'impegno economico profuso è risultato essere esattamente il doppio rispetto al previsto. Le richieste sono state pari a 113,8 miliardi ed il tasso marginale è stato del 5,36%.

A questo punto ci si attende un immediato ritocco al ribasso, da parte delle Banche, per ciò che attiene i tassi d'interesse applicati sui mutui ipotecari, sia a tasso fisso che variabile. Una boccata d'ossigeno, questa, che permetterebbe alle famiglie italiane di respirare un pò di più.

Non c'è ragione alcuna, infatti, perché i tassi non debbano essere adeguati al costo del denaro. Le banche italiane, come ha peraltro confermato il Ministro degli Esteri Frattini, sono solide ed il provvedimento a tutela del risparmio che questa sera alle 20 verrà discusso in Parlamento mira a garantire ancora di più i cittadini.

Per sommi capi ed in estrema sintesi il decreto destinato a fronteggiare gli effetti della crisi dei mutui sulle banche italiane, dovrebbe prevedere la costituzione di un fondo di tutela per gli istituti in difficoltà. Il parametro di riferimento per poter accedere al fondo potrebbe essere il "Tier1", ovvero il rapporto fra il patrimonio di base della banca e le sue attività ponderate in base al rischio. Al di sotto di una certa soglia la banca avrebbe accesso al fondo di salvataggio. Superato un certo periodo di tempo, nel corso del quale la banca non fosse in grado di restituire i finanziamenti, potrebbe scattare una sorta di conversione, che porterebbe lo Stato pro-quota nell'azionariato dell'istituto in questione.

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