Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

La Bei potrebbe essere trasformata in un fondo sovrano!

Il momento di crisi che sta attraversando il settore finanziario legato ai mutui non è ancora del tutto passato. A lanciare, per l'ennesima volta, l'allarme è stato il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi che ipotizza, per i prossimi mesi, ulteriori consistenti perdite.

Finora, a livello globale, sono state dichiarate perdite per 500 miliardi di dollari. A fronte di queste perdite è stato raccolto capitale per 350 miliardi di dollari. Ma per sostenere tutto il sistema - ha spiegato Draghi - ne serviranno almeno altri 350. E non tutti gli istituti di credito saranno in grado di raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, il capitale del sistema bancario sarebbe, nel complesso, sufficiente per evitare che si scenda sotto la soglia della vigilanza.

Intanto, in questo contesto non propriamente roseo, sono arrivate aperture sulla proposta del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di trasformare la Banca europea degli investimenti (Bei) in un fondo sovrano che abbia il compito di finanziare opere pubbliche che rilancino l'economia del Vecchio Continente. "È una proposta decisamente interessante che non va assolutamente rigettata" ha detto il presidente di turno dell'Ecofin, Christine Lagarde, che, inoltre, ha dato la propria disponibilità a discuterne.

Nel frattempo, i ministri finanziari dell'Eurozona hanno dato il via libera a una proposta presentata proprio dalla presidenza francese dell'Ue: stanziare attraverso la Bei finanziamenti straordinari a favore delle piccole e medie imprese che incontrano difficoltà sul fronte del credito. In pratica, si è deciso di aumentare il livello dei prestiti alle pmi del 50%; a 15 miliardi di euro, nel 2008 e 2009. Un aiuto al settore privato, dunque. Mentre il pianoTremonti prevede finanziamenti al settore pubblico con la possibilità per la Bei di detenere partecipazioni azionarie.

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