Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Tre suggerimenti per contrastare gli effetti dell'inflazione

Secondo l'Istat, l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 4,1% rispetto al mese di luglio dell'anno scorso. Questo vuol dire che per contrastare gli effetti dell'inflazione e non perdere potere d'acquisto, i risparmiatori devono adottare delle strategie idonee e possibilmente scevre da rischi.

Tra i tanti strumenti disponibili sul mercato ne abbiamo selezionati 3, o per meglio dire, abbiamo individuato 3 possibili strategie in grado di garantire buoni rendimenti nel breve e medio periodo.

Le tre soluzioni sono rappresentate dai conti di deposito, dai titoli di Stato e, in alcuni casi, dall'estinzione anticipata del mutuo ipotecario.

I conti di deposito, lo andiamo dicendo da tempo, sono degli strumenti estremamente validi per "parcheggiare" i propri risparmi poiché sono privi di rischi ed offrono alti rendimenti. In questo momento, questo segmento di mercato, è rappresentato da validissime alternative. Si va dal famosissimo "Conto Arancio" che offre, fino al 31 agosto 2008, il 4,75% lordo (3,94% al netto della tassazione del 27%) per 12 mesi, al "conto a capitale vincolato di Che Banca!" che rende il 4,7% annuo lordo (3,9% netto), passando per il conto di deposito "Rendimax" di Banca Ifis che propone un tasso identico a quello della ING Direct (4,75%) ma con capitalizzazione degli interessi trimestrale, evenienza questa che, di fatto, ne aumenta la convenienza, innalzando il tasso effettivo lordo al 4,84%. Tra gli altri conti ad alto rendimento che, però, reinvestono il capitale depositato su strumenti finanziari a basso rischio (solitamente titoli di stato, pronti contro termine, fondi comuni e simili), citiamo il conto IW Power 180 Turbo della IWBank che garantisce una resa del 4,25% netto, in virtù dell'applicazione di una ritenuta fiscale del 12,50% e il neonato conto di deposito di Banca Mediolanum, "Double Chance", che è un vero e proprio servizio finanziario che prevede, da parte dei sottoscrittori, il deposito di un capitale minimo di 25.000 euro al tasso minimo del 5% garantito per 24 mesi o all’Euribor a tre mesi, se più alto di questa soglia. Quest'ultimo conto, destinato ad una clientela che ha il tempo di operare su lunghi periodi, è senz'altro uno dei migliori del lotto in termini di rendimento.

Per ciò che attiene i titoli di Stato, l'ultima asta del 26 luglio 2008 ha fatto registrare performance di tutto rispetto, sia per quanto concerne i Bot semestrali (4,38% lordo), sia per quel che riguarda i Ctz con scadenza fissata al 30 aprile del 2010 (4,58% lordo).

L'ultima opzione, della quale parlavamo all'inizio del post, è destinata a tutti coloro i quali hanno contratto un mutuo e che hanno ancora un discreto capitale da rimborsare alla banca. Operando un'estinzione anticipata del debito, si può ottenere un risparmio tanto consistente da raddoppiare la convenienza dei titoli di Stato.

Se, ad esempio, avessimo un debito residuo, con la banca, di 31.770 euro, con rate annuali per complessivi 1.896,70 euro di cui una quota capitale pari a 20.600 euro (per un mutuo ventennale, a tasso variabile, con tassi agganciati all'Euribor a 6 mesi aumentato dello 0,5%, acceso nel marzo 2005 di importo pari a 23.250 euro), il risparmio lordo ottenibile, per quanto possa sembrare incredibile, potrebbe stabilizzarsi intorno agli 11.170 euro che, a ben vedere, non è nient'altro che la differenza tra le rate da pagare e il capitale residuo da rimborsare. A questi non vanno aggiunte le detrazioni fiscali previste dalle leggi vigenti (bonus Irpef del 19% calcolato su più anni) che ammontano a circa 2.147 euro, infatti con l'estinzione anticipata del mutuo, di fatto, vi si rinuncia. La penale vera e propria, in base all'accordo stipulato tra Abi e Associazioni dei Consumatori, è pari allo 0,50% del capitale residuo che, nel caso in esame, equivale a circa 103 euro. Il risparmio netto, ottenibile sottraendo al risparmio lordo i mancati bonus fiscali e la penale per l'estinzione anticipata, ammonta quindi a 8.920 euro (N.B. Gli autori di quest'ultimo conteggio sono gli esperti di "Plus 24").

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