Il paradosso degli affitti brevi in Italia: una crisi pilotata

Affitti brevi in Italia: tra nuove norme, crisi del settore e impatti sulla proprietà privata Negli ultimi anni, il settore degli affitti brevi in Italia ha vissuto una trasformazione significativa, passando da una crescita esponenziale a una fase di contrazione e incertezza. Le nuove normative introdotte nel 2025 hanno portato a un cambiamento radicale, con conseguenze che stanno facendo discutere. Se da un lato queste regole mirano a contrastare l’abusivismo e a regolamentare un mercato in forte espansione, dall’altro hanno sollevato preoccupazioni per il loro impatto su piccoli proprietari, posti di lavoro e il diritto alla proprietà privata. Un settore in evoluzione: dati pre e post pandemia Prima della pandemia, il mercato degli affitti brevi in Italia era in piena espansione, con piattaforme come Airbnb , Booking.com , Expedia e TripAdvisor che dominavano il settore. Nel 2019, si contavano oltre 642.300 unità abitative attive su Airbnb, un numero che rappresentava una crescita ...

Tre suggerimenti per contrastare gli effetti dell'inflazione

Secondo l'Istat, l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 4,1% rispetto al mese di luglio dell'anno scorso. Questo vuol dire che per contrastare gli effetti dell'inflazione e non perdere potere d'acquisto, i risparmiatori devono adottare delle strategie idonee e possibilmente scevre da rischi.

Tra i tanti strumenti disponibili sul mercato ne abbiamo selezionati 3, o per meglio dire, abbiamo individuato 3 possibili strategie in grado di garantire buoni rendimenti nel breve e medio periodo.

Le tre soluzioni sono rappresentate dai conti di deposito, dai titoli di Stato e, in alcuni casi, dall'estinzione anticipata del mutuo ipotecario.

I conti di deposito, lo andiamo dicendo da tempo, sono degli strumenti estremamente validi per "parcheggiare" i propri risparmi poiché sono privi di rischi ed offrono alti rendimenti. In questo momento, questo segmento di mercato, è rappresentato da validissime alternative. Si va dal famosissimo "Conto Arancio" che offre, fino al 31 agosto 2008, il 4,75% lordo (3,94% al netto della tassazione del 27%) per 12 mesi, al "conto a capitale vincolato di Che Banca!" che rende il 4,7% annuo lordo (3,9% netto), passando per il conto di deposito "Rendimax" di Banca Ifis che propone un tasso identico a quello della ING Direct (4,75%) ma con capitalizzazione degli interessi trimestrale, evenienza questa che, di fatto, ne aumenta la convenienza, innalzando il tasso effettivo lordo al 4,84%. Tra gli altri conti ad alto rendimento che, però, reinvestono il capitale depositato su strumenti finanziari a basso rischio (solitamente titoli di stato, pronti contro termine, fondi comuni e simili), citiamo il conto IW Power 180 Turbo della IWBank che garantisce una resa del 4,25% netto, in virtù dell'applicazione di una ritenuta fiscale del 12,50% e il neonato conto di deposito di Banca Mediolanum, "Double Chance", che è un vero e proprio servizio finanziario che prevede, da parte dei sottoscrittori, il deposito di un capitale minimo di 25.000 euro al tasso minimo del 5% garantito per 24 mesi o all’Euribor a tre mesi, se più alto di questa soglia. Quest'ultimo conto, destinato ad una clientela che ha il tempo di operare su lunghi periodi, è senz'altro uno dei migliori del lotto in termini di rendimento.

Per ciò che attiene i titoli di Stato, l'ultima asta del 26 luglio 2008 ha fatto registrare performance di tutto rispetto, sia per quanto concerne i Bot semestrali (4,38% lordo), sia per quel che riguarda i Ctz con scadenza fissata al 30 aprile del 2010 (4,58% lordo).

L'ultima opzione, della quale parlavamo all'inizio del post, è destinata a tutti coloro i quali hanno contratto un mutuo e che hanno ancora un discreto capitale da rimborsare alla banca. Operando un'estinzione anticipata del debito, si può ottenere un risparmio tanto consistente da raddoppiare la convenienza dei titoli di Stato.

Se, ad esempio, avessimo un debito residuo, con la banca, di 31.770 euro, con rate annuali per complessivi 1.896,70 euro di cui una quota capitale pari a 20.600 euro (per un mutuo ventennale, a tasso variabile, con tassi agganciati all'Euribor a 6 mesi aumentato dello 0,5%, acceso nel marzo 2005 di importo pari a 23.250 euro), il risparmio lordo ottenibile, per quanto possa sembrare incredibile, potrebbe stabilizzarsi intorno agli 11.170 euro che, a ben vedere, non è nient'altro che la differenza tra le rate da pagare e il capitale residuo da rimborsare. A questi non vanno aggiunte le detrazioni fiscali previste dalle leggi vigenti (bonus Irpef del 19% calcolato su più anni) che ammontano a circa 2.147 euro, infatti con l'estinzione anticipata del mutuo, di fatto, vi si rinuncia. La penale vera e propria, in base all'accordo stipulato tra Abi e Associazioni dei Consumatori, è pari allo 0,50% del capitale residuo che, nel caso in esame, equivale a circa 103 euro. Il risparmio netto, ottenibile sottraendo al risparmio lordo i mancati bonus fiscali e la penale per l'estinzione anticipata, ammonta quindi a 8.920 euro (N.B. Gli autori di quest'ultimo conteggio sono gli esperti di "Plus 24").

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