Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Private Equity Funds: conviene veramente investire i propri soldi in questi fondi?

La domanda posta nel titolo, ovviamente, tiene conto della particolare situazione economica in cui versano i mercati finanziari a livello mondiale. I Private Equity Funds sono dei fondi attraverso i quali gli investitori apportano capitali all'interno di società non quotate in Borsa. Queste società, per lo più in grado di generare enormi flussi di denaro, a scadenza (di solito un Private Equity Fund ha una vita che va dai 5 ai 30 anni), corrispondono ai clienti un guadagno, (tecnicamente definito plusvalenza), derivante dalla vendita della partecipazione azionaria di questi ultimi.
Un fondo appartenente alla famiglia degli Equity può compiere dai 7 ai 25 investimenti nell'arco della propria vita, in funzione della dimensione delle aziende in cui investe. Al di sotto della soglia di 7 investimenti diviene molto alto il rischio che uno di essi vada male e influisca negativamente, ed in maniera consistente, sul rendimento di tutto il fondo. Com'è ovvio, al crescere del numero degli investimenti, cresce la dimensione della squadra di gestione e di conseguenza la dimensione del fondo stesso. Gli Equity Funds sono gestiti da apposite società,
chiamate Sgr (Società di gestione del risparmio), che in alcuni casi possono rilevare dagli investitori le quote dei fondi di private equity che questi vogliono cedere, sia per ragioni di performance, sia perché il fondo ha esaurito la generazione di valore e l'investitore ha, magari, intravisto alternative di investimento più allettanti.
E' necessario rivolgersi a società di gestione di dichiarata fama e prestigio, per evitare di incorrere in seri problemi. Tra le più importanti al mondo citiamo la Carlyle Group, fondata nel 1987 da William E. Conway Jr, Daniel A. D'Aniello e da David M. Rubenstein, e la Noventi Ventures che è una società di venture capital fondata da Giacomo Marini, con sede nella Silicon Valley.

Perché secondo noi non conviene investire in Private Equity Funds?

La minaccia posta dai private equity funds è concentrata nelle loro operazioni di "leveraged buy-out" (LBO), che sono delle vere e proprie scalate compiute con un forte indebitamento, con il 60% o anche 80% dei capitali prestati dalle banche. Dopo l'acquisizione di questi fondi, il debito viene scaricato sull'impresa acquisita. Questi debiti aumentano di molto la vulnerabilità delle imprese, in particolare a fronte di un aumento dei tassi d'interesse. Il rischio di perdite di denaro molto consistenti è tremendamente concreto! I piccoli e medi risparmiatori è meglio che ne stiano alla larga!

APPROFONDIMENTI: I parenti stretti dei Private Equity Funds, gli Hedge Funds: investimenti ad altissimo rischio!

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