Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Euro forte economia debole!

Da più parti, economisti ed esperti del settore, esprimono sempre con maggiore forza e chiarezza, il proprio disappunto e la propria preoccupazione per la situazione che si è venuta delineando nell'ultimo periodo. Un Dollaro così debole, infatti, è una seria minaccia per tutta l'economia mondiale. A risentirne principalmente sono soprattutto le esportazioni di prodotti made "Eurolandia". Le imprese, con in testa il Presidentissimo di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, chiedono a gran voce un intervento tampone da parte della BCE. Una riduzione del costo del denaro, in tal senso, sarebbe una vera boccata d'ossigeno! Purtroppo, però, a livello centrale vige una situazione di assoluto stallo. Una politica attendista che mira al controllo dell'inflazione ma che, in buona sostanza, rischia di compromettere l'asset economico europeo e mediorientale. A tal proposito, si fa sempre più concreta l'ipotesi di un abbandono unilaterale del cambio fisso da parte dell'Arabia Saudita nei confronti del Dollaro. Da un'analisi attenta della situazione è facile accorgersi di come il debito pubblico nel Golfo Persico sia di gran lunga inferiore a quello statunitense e, come se non bastasse, vi sono ben 3500 miliardi di Dollari di investimenti vari a rischio monetario e inflattivo. Da tempo si parla di un probabile abbandono del "peg" con il Dollaro a favore di un paniere di valute e in particolare dell'Euro. Se il Dollaro continuerà a calare, com'è probabile, e vi sarà, al contempo, una crisi di fiducia, con il ridimensionamento dei capitali stranieri, spaventati da una valuta indebolita e meno gestibile dopo la crisi finanziaria della scorsa estate, la storia del Dollaro sarà arrivata ad una svolta quasi irreversibile. L'unico vantaggio che al momento ci riserva questa situazione è legato al costo delle materie prime, delle merci e del petrolio. Tutte cose che acquistiamo in Dollari e risparmiando parecchio! Questo, però, è solo un palliativo valido nel breve periodo.

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